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Lui & Lei

Le due sorelle… Storia di sesso e amicizia (II parte)


di pollicino
13.11.2021    |    2.587    |    0 9.4
"Prima, però, dovette ricorrere alle sapienti “cure” di Lara: anche il suo bestione era sfinito, ma in men che non si dica lei riuscì a farlo tornare..."
5. L’incontro.

Lara aveva finalmente ritrovato il “suo” Pietro. Dopo anni di lontananza in cui aveva avvertito che c'era “qualcosa” di importante che le mancava – pur non riuscendo a capire cosa –, finalmente lui era di nuovo lì, e a lui lei aveva donato l'unica cosa che ancora nessun altro uomo si era preso.
A lei il cazzo serviva come il pane, si era perdutamente "innamorata" di quel membro colossale – così come Erica –, e per quello era intenzionata a fare qualunque cosa pur di averlo in esclusiva.
Perciò, da quella sera non lo aveva più mollato nemmeno un istante, e aveva cominciato sempre più spesso a trascorrere intere serate da sola con lui…

Pietro, però, non aveva alcuna intenzione di vivere legami particolari, e per liberarsi da quella presa troppo stretta decise di mettere a frutto le preziose confidenze che Lara gli aveva fatto – durante l'amplesso la sera della riconciliazione – sul conto della sua sorellina. Si disse, tra sé e sé:
- “Silvia è una Sugar Baby? Benissimo, mi fingerò un Sugar Daddy...”.

Ebbene, qualche giorno dopo, si iscrisse – con il nickname di "cuoresolitario" – su un sito specializzato nell'organizzazione di quel tipo di incontri e lasciò che gli eventi facessero il loro corso. Non appena aprì la pagina delle “Sugar Baby”, si ritrovò davanti una miriade di donne disposte a far sesso con perfetti sconosciuti, e tra di esse… trovò Silvia!
La riconobbe perché – forse inavvertitamente – aveva pubblicato una foto in cui sullo sfondo si vedeva chiaramente la sorella maggiore, Lara.
Il cazzo di Pietro divenne duro solo a guardare quella ragazza che gli sorrideva dallo schermo del suo pc.
Non perse tempo, e immediatamente compose quel numero di telefono che aveva trovato sulla sua pagina personale… Dopo pochi squilli, ecco che gli rispose una voce sensuale, che disse:
- "Pronto?".
Pietro rimase incantato da quel timbro così caldo, ma ebbe la prontezza di replicare:
- "Ciao, ho trovato il tuo numero su quel sito, e vorrei incontrarti a casa mia...".
La ragazza non si fece alcun problema, e replicò:
- "Anche subito!".
Pietro si sentì un poco spiazzato, non immaginava che la cosa si potesse concludere in così breve tempo, e soprattutto non era nei suoi piani…
Quindi, rilanciò:
- "Sarebbe meglio domani sera... Che ne diresti a cena?".
Di nuovo, la risposta fu immediata:
- "Si può fare, papino... Basta che tu sia carino con me".
Silvia, spiegò poi che voleva 3000 euro, e Pietro accettò, gli diede l'indirizzo, e convennero su un segno di riconoscimento inequivocabile.

Il giorno dopo, Pietro andò a lavorare come al solito, e come al solito lo attendeva una lunga e infuocata serata con Lara…
Quella volta, però, accaddero cose straordinarie. Il ragazzo si era subito lasciato andare con l’amica, e – volendo perfezionare il lavoro che aveva iniziato in quel culo tanto ammirato ma che da un pò di tempo lui stava facendo sua esclusiva proprietà con il consenso della padrona – gli disse:
- “Levati le mutandine!”.
Voleva godere, infatti, di uno strip-tease dedicato solo a lui…
Nel mentre che lei lo eccitava in quel modo, lui iniziò a palpeggiarle le natiche soffermandosi sul suo buco del culo da lui “iniziato” alle gioie del sesso anale.
Poi, si chinò a terra e – raccolto il suo perizoma – cominciò ad annusarlo tutti gli umori di Lara, di cui era già intriso l’indumento; il suo obiettivo era quello di portarla il più possibile su di giri, perciò le disse:
- “Caspita, queste sono proprio mutandine da troia! D’altronde, è bastato che ti dicessi che voglio farti di nuovo il culo per farti sbrodolare come una una cagnetta in calore…”.
E raggiunto il suo scopo, si stese a terra:
- “Ora scendi lentamente”.
Lara – dispostasi, di spalle, a chinino – lo fece, e andò ad appoggiare il suo sfintere sulla punta del cazzo del ragazzo.
Al che, Pietro, come se stesse parlando a se stesso, le sussurrò:
- “Adesso ti svergino definitivamente il tuo bel culetto tosto, e vedrai che proverai un piacere che di fica non hai mai provato…”.
Si sputò su due dita, spalmò per bene la saliva sul buco del culo e prese a penetrarla.
Spinse quel palo mostruoso dentro l’intestino di Lara, con forza, e al contempo – afferrandola per i fianchi – la schiacciò verso il basso per completare quell’inserimento.
La ragazza aveva le lacrime agli occhi per il male che provava, e lui:
- “Cazzo, sei ancora così stretta!”.
Lara aveva il culo a pezzi, se lo sentiva completamente dentro, premere spietatamente contro le pareti del retto, le sembrò essere giunto fino allo stomaco, e che le potesse uscire dalla bocca, ma sentì anche degli strani brividi lungo tutto il corpo. Veniva inculata con veemenza, e quei brividi si fecero sempre più pungenti fino ad scatenarsi in un furioso orgasmo.
Era eccitatissima, e dentro il suo buco il cazzo durissimo la devastava.
E, di nuovo, venne...
Dopo circa un quarto d’ora di questo “servizietto”, anche Pietro sentì che stava per venire, si lasciò andare e cominciò a pompare la sua sborra caldissima nel culo di Lara…
Nel mentre che la ragazza stava riprendendosi da quell’ennesima, sconvolgente prova, ecco che suonò il campanello della porta… Restarono entrambi in silenzio, in quella situazione, per qualche istante, che a lei sembrò eterno; poi Pietro, rivestendosi alla buona, le disse:
- “Siediti sul divano e aspettami… Mi raccomando lascia stare le mutandine!”.
Andò di corsa ad aprire… Lara riusciva a sempre a sconvolgerlo, e così si era quasi dimenticato di quell’appuntamento, ma gli bastò aprire l’uscio e vedere quella giovane donna per ricordarsi subito del suo progetto.
- “Ciao… Allora?, non mi fai entrare?”, gli disse Silvia, con un po’ di puzza sotto il naso, ma sguardo da vera porca.
Poi fece un passo avanti verso l’uomo e richiuse la porta, e si ritrovò in un ingresso illuminato da luci fioche. Si presentò:
- “Salve, io sono Silvia…”.
Pietro le mise una mano sulla spalla e non potè fare a meno di ammirare il suo fisico abbronzato e sodo. Cercò di rimediare alla gaffe iniziale dicendole:
- “Sei bellissima… davvero sexy”.
E, nei pantaloni senza mutande, l’uccello gli si stava facendo di pietra…
Silvia era veramente splendida: 19 anni, alta 1 metro e 70, un fisico sodo e scolpito, da modella – o meglio da “pornostar teen”.
Occhi castani e capelli castano chiari, quasi biondo-cenere, era vestita con un abito fresco e un po’ scollacciato, molto corto e che la fasciava, mettendo così in assoluto risalto le sue forme: due tette stupende – una terza piena –, sode e tondeggianti, quasi perfette; vita e fianchi strettissimi, un culo a mandolino altrettanto tonico, pancia piatta e gambe lunghe e ben tornite. Molto truccata, ai piedi portava dei tacchi alti che erano la passione di Pietro, e che quindi lo fecero eccitare di brutto già da questa prima “presentazione”…
Ecco, questa era Silvia!

L’uomo le fece strada, conducendola nella sala da pranzo… Entrarono, e lì trovarono Lara – che sopra pensiero si era adagiata con la testa reclinata all’indietro – mezza nuda.
Pietro finse di essere stupito, ma in realtà era proprio quello che aveva architettato: farle incontrare in una situazione molto particolare…
Lara, al vedere la sorella, rimase a bocca aperta, e – senza alcun pudore – rivolta a lei come se l’uomo non esistesse, le disse:
- “E tu, che ci fai qui?”.
Silvia, che sapeva dell’amicizia tra i due, non esitò a rispondere:
- “Io lavoro, carina! Piuttosto tu…”
Ci fu un momento di imbarazzo, ma subito dopo Lara – che aveva capito l’inganno perpetrato da Pietro – si scagliò contro di lui rabbiosamente
- “Sei un figlio di puttana, uno stronzo, un verme che si è approfittato delle mie confidenze e di un momento in cui non ero affatto lucida”, ringhiò la ragazza.
Ma lui, ormai era convinto di andare dritto all’obiettivo finale, e svelò ad entrambe il suo piano diabolico:
- “Bene bene… Ora che siamo tutti qui, possiamo parlare di affari… e naturalmente di sesso! Voglio scoparvi entrambe, insieme… E soprattutto, voglio vedervi impegnate in un bel rapporto saffico…”.
Al che Silvia, con quel suo solito modo di porsi così scostante, ma soprattutto la più portata per gli affari delle due, si rifiutò:
- “Niente affatto… I patti non erano questi, abbiamo fissato il prezzo per una scopatina a due…”.
Intanto, Lara, in evidente stato confusionale, restava in silenzio.
L’uomo, che non aveva nessuna intenzione di farsi sfuggire un’occasione così ghiotta, prese la parola e – rivolto alla “professionista” – propose:
- “Lo so che non erano questi i patti… E scusatemi tutti e due, specie te, Lara, amica mia… Ma non ho resistito a questa idea… Quindi, Silvia, ti offro il doppio della tariffa…”.
La giovane non credeva alle sue orecchie, ma vista tanta generosità tornò sui suoi passi:
- “Quand’è così… Accetto!”.
Quanto all’altra, ripresasi dallo trauma, si dimostrò un poco restia a scopare con la sorella (forse anche perché sapeva della quasi verginità della sorella, e della “dotazione bellica” di Pietro), ma Silvia – che era “malata di soldi” – la scrollò da quel torpore, quasi la scongiurò di non mandargli all’aria un “affare” del genere:
- “Io me ne frego di farmi spaccare culo e fica, o che si tratta di un rapporto lesbico e incestuoso, l’importante sono i soldi!”.
Alla fine, Lara non seppe rifiutare… Era infatti segretamente “innamorata” da sempre di Silvia, provava un debole per lei, o più semplicemente si trattava di un sentimento di amore e invidia a causa della sua bellezza…

6. Il trio delle meraviglie.

Gettata la maschera e rivelate le sue intenzioni, Pietro si tolse di nuovo i vestiti che aveva indossato per andare ad aprire a Silvia.
Poi, rivolse le sue attenzioni verso la nuova arrivata, e le disse:
- “Adesso spogliati”.
Silvia, obbedì, e si levò quell’abito che la fasciava così bene, rimanendo in uno splendido intimo bianco e trasparente… Poi, con un sorrisino che la diceva lunga, guardò il maschio – che nel frattempo era già tornato in alzabandiera – e gli disse:
- “Eh, mio bel torello, adesso tocca a te… E poi, per fare quello che vuoi fare, devi scartare la tua caramellina…”.
Lara, alle parole “sfacciate” della sorellina, si sentì un vero fiume scorrerle tra le cosce, mentre Pietro si avvicinò alla ragazzina.
Stava provando piacere ed eccitazione già solo all’idea di denudarla davanti a Lara, la quale guardò l’uomo con un atteggiamento di sfida:
- “Allora? Non hai confidenza con l’intimo?”.
Ma mentre lei ancora stava parlando, Pietro si avvicinò a Silvia, e con due dita fece saltare il gancetto del reggiseno…
L’effetto fu immediato: Silvia aveva delle tette davvero belle, sode, adattissime a fare una spagnola a regola d’arte… Stavano su che era una meraviglia, con due capezzoli da mordere, piccoli ma talmente eretti che sembravano degli spilli, segno che anche lei si stava eccitando.
Ormai Pietro era al settimo cielo, si compiacque di aver fatto un ottimo “acquisto” e vedendo che la porcellina aveva degli slip bagnati dai suoi stessi umori, le mise le mani sui fianchi magrissimi e glieli sfilò dalle gambe.
Le raccolse, e dopo averle annusate se ne sbarazzò….
Poi, prese Silvia per un braccio e la portò a sedersi sul divano accanto alla sorella, si inginocchio tra le sue cosce aperte, e finalmente posò le sue mani su quella passerina… Percorse con il pollice della mano destra tutta la fessura, dal buchetto del culo fino al clitoride, la guardò di nuovo ma lei aveva reclinato il capo all’indietro e socchiuso gli occhi.
Esclamò:
- “Avrai pure due papini, ma mamma mia come sei stretta… Pazienza, aprirti con un vero cazzo sarà bellissimo… Chiedilo a tua sorella, vero Lara?”.
Ma l’altra non aprì bocca: nonostante tutto, si era resa conto che le confidenze di quella sera sarebbero costate la verginità di Silvia…
Poi Pietro passò ad esaminarle il di dietro, e anche lì notò che nessuno aveva ancora fatto il suo dovere… Le disse:
- “Ho capito… Stasera mi toccherà fare straordinari!”, e si mise a ridere…
Mentre Silvia era invasa da un piacere incredibile tanto si stava bagnando, Lara aveva le lacrime agli occhi: sua sorella avrebbe subito la sua stessa sorte, con la differenza che i suoi buchi erano già “allenati”…

Cominciò, dunque, la vera “iniziazione” di Silvia: era già umida a sufficienza, perciò Pietro potè saltare dei preliminari troppo lunghi… Si fece una rapida sega, giusto perché sapeva che avrebbe dovuto forzare parecchio per entrare; infilò due dita, la sentì gemere e vide che lei aprì ancora di più le gambe…
La leccò nuovamente, ma comprese che non ce n’era bisogno: Silvia era pronta a farsi scopare!
Non si infilò il profilattico, ma appoggiò direttamente la cappella – violacea dall’eccitazione – alla patatina, e con cautela glielo infilò dentro…
Era incredibilmente stretta, che quasi gli stritolava l’asta e gli impiccava la cappella… ma non fece in tempo a rendersi conto di quello che realmente le era successo, che Pietro già la stantuffava… Stava premendo con tutto il peso del suo corpo su quella dolce patatina, e più la pompava e più sentiva che cedeva.
Gli sembrò di avere il cazzo immerso in una pozzanghera tanto era zuppa di umori, e più il cazzo si irrigidiva e più Silvia godeva… Ebbe un primo orgasmo, e poi un secondo…
Prima che le sopraggiungesse il terzo orgasmo, fu Pietro a sentire che stava per sborrare, e quindi cercò di estrarre il suo bestione dalle viscere della ragazzina. La quale, però, lo cinse con le gambe dietro la schiena e gli impedì la “manovra”.
Lo sperma eruttò nella vagina appena allargata… Fiotti bollenti e interminabili che avrebbero potuto combinare un casino…
Ripresosi dalla fatica e dal suo orgasmo, Pietro guardò Silvia terrorizzato:
- “Cretina… Spero che almeno prendi la pillola…”.
E lei, di rimando, allegra:
- “Non l’ho mai presa… Ma è stato così bello riceverti dentro… Sono venuta da te per lavoro, ma mi sto divertendo un mondo…”.
Lara era incredula di quello che Silvia era stata capace di fare, e gli urlò:
- “Alzati, e allarga le gambe… Vediamo di farlo uscire fuori e limitare i danni…”.

Era davvero una puttanella: non ascoltò minimamente i consigli della sorella più grande, ma anzi, incitò Pietro a non fermarsi:
- “Bene, ora che mi hai sfondati la micia, vuoi per favore mettermelo nel culo?”.
Pietro credeva di essere ormai avvezzo a tutto, ma quella ragazzina lo stava sorprendendo davvero:
- “Direi che è giusto… Mettiti a pecorina e allargati le chiappe più che puoi…”.
Prima, però, dovette ricorrere alle sapienti “cure” di Lara: anche il suo bestione era sfinito, ma in men che non si dica lei riuscì a farlo tornare “operativo”…
Silvia aveva un culo che parlava, talmente perfetto da impazzire, e “deflorarle” una seconda volta il sedere adesso era la sua missione: Pietro sarebbe stato il primo uomo degno di questo nome ad entrare in quel budello stretto.
Stavolta, usò un tubetto di vaselina per lubrificare a dovere il retto e la sua grossa cappella: se non fosse stato abituato al sesso anale, avrebbe dubitato che ci sarebbe potuta passare da quel forellino così minuscolo…
Come da manuale, cominciò infilando l’indice, e le disse:
- Mi raccomando, respira profondamente, così piano piano il buco si espanderà… Adesso ti farò un po’ male…”.
Ma lei era una ragazzina speciale, e gli rispose:
- “Non ti preoccupare… Dopo il dolore la gioia!”.
Appoggiai la cappella al buco, guidando l’asta con la mano, ed iniziai la penetrazione. Lei gridò, poiché non era abituata a prenderlo nel culo, e aveva un buco talmente stretto che infilandolo dentro si fece male anche lui.
Alla fine, entrò… tutto, fino alle palle: Pietro, gli aveva rotto il culo!
Cominciò a scoparla con veemenza, che a un certo punto lei strillò con tutto il fiato che le rimaneva:
- “Bastaaaa!”.
Giusto in tempo: l’uomo le venne nel culo dopo aver fatto sparire dalla sua vita la verginità anale.

Si accasciarono sul divano accanto a Lara che era sbigottita, non avrebbe mai immaginato di soffrire così tanto a vedere sverginare avanti e dietro la sorella…

Pietro, però, l’aveva chiamata anche per un’ultima prova, e cioè quella di vedere le due sorelle amoreggiare tra di loro… Perciò, con un ghigno che la ragazza conosceva bene, disse rivolto a Lara:
- “Mia cara, adesso tocca a te lavorarti la sorellina…”.
Lara si alzò, ma resisteva… Aveva avuto uomini a mazzi, ma con una donna non era mai stata…
Fu allora ancora una volta Silvia a prendere l’iniziativa… la abbracciò forte, la baciò sulla bocca, e le due caddero all'indietro… Per fortuna che c’era il divano ad attutire il colpo!
Si sdraiarono l’una sopra l’altra, e cominciarono reciprocamente a carezzarsi la testa e le spalle.
Poi, a un certo punto, Silvia si sollevò quel tanto che bastava per guardare in faccia la sorella e le stampò un lungo bacio sulla bocca.
Lara, non ebbe nemmeno il tempo di riflettere su ciò che le era accaduto, se accettare o meno quell’approccio, che Silvia la baciò di nuovo, ma questa volta con tutta la lingua che le carezzò le labbra secche dalla tensione nervosa…
Non ci volle molto perché la lingua della sorella minore finisse tutta nella bocca di Lara, la quale – finalmente – ricambiò quell’effusione.
Silvia era ormai su di giri per quella “prova” che era nuova anche per lei, e prese a “coccolarle” le piccole tette, a stringere tra le sue dita i capezzoli dritti e turgidi in modo tale da farle male, e infine a leccarli…
Lara, la guardò e le sorrise… E Silvia, allora, le prese delicatamente la mano…
Le disse:
- "Non ti preoccupare, e fatti guidare da me".
Poi, guidò la mano della sorella maggiore fino al suo ventre, dove Lara potè scorgere il clitoride di Silvia ancora eretto dalla precedente inculata: sembrava scintillare, e Lara allungò un braccio e con le estremità delle dita cominciò a toccarla.
Aveva una vagina bellissima, totalmente depilata, spalancata e pulsava, e allora si fece più audace e le infilò un dito dentro…
Silvia ansimava dal piacere, e dalla sua patatina proveniva una fragranza di sesso.
Era il momento di Lara ad essere più intraprendente: con un balzo felino la afferrò per le spalle e la fece sdraiare dove fino a poco prima c’era stata lei.
Le divaricò le gambe e si accinse a leccare quella fica così saporita, alternando quella mossa con piccole penetrazioni manuali.
Silvia aveva il respiro che stava diventando sempre più corto, fino a quando – mentre Lara aveva ancora la lingua dentro quel prelibato antro – le venne sul viso...
Lara, però non aveva ancora soddisfatto a pieno la sua voglia, perciò Silvia ricambiò subito il “favore”: la schienò, e poi le aprì le gambe, e con un travolgente slancio le leccò la sua passerina glabra…
Erano andate davvero fuori giri, e Lara stava provando una sensazione indescrivibile: le stava piacendo l'idea di scopare con quella maialina svergognata di sua sorella!
Ovviamente, anche Lara raggiunse il pieno godimento, ma Silvia non era ancora sazia. Le disse:
- “Brava sorellina... ma ancora non abbiamo finito…”.
Le saltò addosso, e si posizionò seduta sulla sua fichetta, e cominciò a sfregarla con la sua: i due clitoridi premevano l’uno sull’altro, e le due ragazze presero a strizzarsi le tette reciprocamente, e a baciarsele, producendosi un piacere grandissimo…

Intanto anche Pietro si era masturbato a non finire, venendo copiosamente e a più riprese…

7. Epilogo.

Quella sera si era rivelata più impegnativa del previsto per i ragazzi, ma aveva portato con sé alcuni importanti risultati.
Innanzitutto, la vecchia comitiva di tante gite al mare si era ricomposta: Aurora, Erica, Lara e Pietro, in qualche modo si erano ritrovati, anche se non ancora tutti insieme.
Poi, Lara era diventata inseparabile da Pietro, che la nutriva in abbondanza con il suo seme.
Erica, era diventata brava quasi quanto Lara nel sesso orale, e faceva progressi di giorno in giorno.
Aurora, la "causa" scatenante del litigio che era durato fin troppo a lungo, si era eclissata, e non l'aveva vista più nessuno.
E Pietro? Beh, lui era diventato il toro da monta di quello scatenato gruppo di troie.

FINE.
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