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Gay & Bisex

Il Medico, il Donatore e il Moribondo - 1


di TheStoryteller99
23.12.2022    |    8.022    |    7 9.3
"Le strette ritmiche che lo sfintere di quest'ultimo esercita sulle dita del dottore va a ritmo con i colpi che la sua prostata da al cazzo per farlo sborrare..."
Dorian Heller è una vero frocio.
Ha una tale perversione dentro di sé che lo ha spinto a diventare medico e a lavorare nell'ambulatorio di una banca del seme, così da avere sempre donatori pronti a schizzare che gli girano attorno.
Lui è addetto al controllo di routine prima di una donazione, oltre alla "stimolazione" prostatica in quei donatori e che hanno bisogno di una mano.
Lui è ben felice di darla, ogni volta si infila un guanto e bum!... due dita ficcate su per il culo del donatore. Cinque minuti e lo sperma schizza a fiotti.
Anche nei pantaloni del dottore.
Infilarsi in quei culi anche solo con le dita per lui è come ficcarci il cazzo, che ogni volta si indurisce e diventa di marmo. È come come se la sua mano diventasse un punto erogeno che riesce a farlo godere e spesso l'eccitazione è talmente intensa che il cazzo inizia a spingere contro la patta dei pantaloni finché non eiacula.
La banca del seme è un vero sogno, vedere cazzi a ogni ora, stare costantemente arrapative poter masturbare analmente uomini su uomini solo con due dita.
Una volta Dorian è riuscito persino a spingersi oltre: Philip Hightower è stato un suo bellissimo, seppur brevissimo, "paziente"; un ragazzetto tonico che si è presentato da lui per donare il suo seme, ma troppo vergognoso per farlo in sala d'attesa come tutti, perciò ha chiesto aiuto a Dorian.
Quando il ragazzo mostra le chiappe, abbassando i pantaloni che scivolano su due glutei sodi, il dottore deve iniziare a combattere contro la voglia di ficcarci il cazzo in quella fessura, invece che le dita.
È una vera fica anale, rosea e invitante. Dorian giurerebbe che quel ragazzo si bagna come un troia appena lo tocchi.
Non ci pensa due volte a deflorarlo con le sue dita, infilandone addirittura tre, invece che due; ha troppa voglia di spaccare quel culo e, dato che non può farlo col cazzo, vuole godersi la sensazione così.
Le sue dita entrano in quel pertugio sugoso senza sforzo, la carne è elastica e scivolosa, come se fosse stata imburrata e inizia a dare piacere a tutti e due dal primo contatto.
Philip inizia a gemere e contercersi come una vera troia a cui viene infilato un mostro di carne su per il culo.
A Dorian è chiaro da subito che quel Twink vuole il cazzo e che è avezzo a farsi fottere, ma continua a massaggiargli la prostata senza fare nulla, godendo della semplice pressione che il suo ciolone di marmo esercita sulla patta dei pantaloni.
Le grida del ragazzo ad un punto si fanno più intense, inizia ad ansimare e spinge il suo culo verso le dita di Dorian, come se volesse di più nel suo antro caloroso e spasmodico.
Il medico, ormai diventato esperto di quelle situazioni, afferra con la mano destra (quella libera) un bicchierino per le urine che aveva preparato in precedenza e lo accosta alla cappella pulsante di Philip.
Prima, però, sceglie di alzare l'asticella di erotismo nella situazione e libera la sua bestia; si sbottona i pantaloni e permette al cazzone di sbatacchiare sulle chiappe del ragazzo.
Philip eiacula nel bicchiere con un ululato intendo e prolungato, si spinge persino contro il lettino a cui è appoggiato. Il suo movimento fa strusciare la cappella lucida di precum di Dorian sui suoi glutei e quel contatto basta a fare esplodere la bestia del medico. Ben sette schizzi di sperma vengono eruttati da quel vulcano e atterrano sul culone contratto e colto da spasmi del ragazzo. Le strette ritmiche che lo sfintere di quest'ultimo esercita sulle dita del dottore va a ritmo con i colpi che la sua prostata da al cazzo per farlo sborrare.
Entrambi rimangono così per un po', riprendendosi e respirando piano.
Poi il ragazzo, ora silenzioso e senza il coraggio di guardare Dorian in faccia, si rialza i pantaloni incurante dello sperma che gli macchia le chiappe ed esce dall'ufficio in tutta fretta. Non aspetta che Dorian gli faccia firmare le carte per la donazione.
Lui nemmeno ci sta pensando, pensa solo che il ragazzo ha guardato il suo cazzone ancora libero senza dire nulla.
Pensa solo che il bel twinkerino voleva essere fottuto a dovere e lui non ha avuto il coraggio di accontentarlo.
Pensa solo che molto probabilmente non vedrà mai più quel ragazzo. I giovani non sono avvezzi a donazioni e robe simili, ci sono troppe emozioni in gioco, troppo cameratismo tra maschi perché loro riescano a sopportarle. Lo fanno una volta per provare l'esperienza o spinti dalla voglia di "aiutare il prossimo", ma poi mai più; gli uomini, dai trent'anni in su, hanno una perversione più profonda dentro che li porta a essere i veri frequentatori delle banche del seme.
Philip non sarebbe più tornato, era una certezza.
Per questo Dorian fa una cosa che non ha mai fatto prima lì dentro: manda all'aria la donazione e ingoia tutto lo sperma che il ragazzo ha schizzato nel bicchiere, come se fosse un dolce cicchetto.
Poi torna alla sua scrivania col pisello ancora fuori dai pantaloni; col culo invitante che non ha avuto il coraggio di fare suo che aleggia nella sua mente come un fantasma.
Uno spettro dispettoso che è l'incarnazione del suo rimpianto.
Il pisello è ancora duro.
Dorian si alza dall sedia e va a chiudere a chiave la porta dell'ufficio.
Poi torna a sedersi e attiva la registrazione delle telecamere che ha fatto installare nella stanza. Grazie al PC riesce a recuperare il filmato catturato poco fa e preme play.
Mentre la registrazione va, mentre le urla del ragazzo riempiono la stanza come un canto erotico, Dorian si smanetta il cazzo violentemente, sfogando sulla sua carne la frustrazione di non aver sfondato quella fica perfetta.
Riesce a sborrare nello stesso momento in cui lui e Philip sborrano nel video, lasciandosi andare in un grugnito sonoro intessuto di rabbia e disperazione.
Lo sperma finisce sulla sua scrivania, ma lui lo lascia lì.
Pulirà dopo. Dopo che il rimpianto avrà finito di scavare dentro di lui.

Philip, infatti, non si presentò più. A Dorian toccò cercare modi creativi per ingannare il tempo e la sua frustrazione, per questo affisse un cartello nella sala d'attesa antistante il suo ufficio, in cui diceva che era concesso masturbarsi in quella stanza per fare la donazione.
Ci si poteva masturbare solo in presenza del medico, però.
Da qui nasce la nostra storia, ma dovrete aspettare il capitolo seguente 😉.
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