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Gay & Bisex

Il personal trainer _ cap 11


di Membro VIP di Annunci69.it Beat
20.05.2023    |    8.774    |    22 9.8
"Mi chiesero del lavoro, se la vecchia Polo bianca mi desse problemi, del tempo e mi aggiornarono su tutti i fatti accaduti nel loro condominio dal mio ultimo..."
Le settimane seguenti Carlo ed io dormimmo insieme tutte le notti, scoprimmo i nostri corpi e il nostro piacere.
Il suo petto muscoloso e peloso divenne il mio cuscino preferito, i nostri respiri impararono a sincronizzarsi nella notte.
Carlo prese qualche giorno di ferie ad inizio settembre e ci godemmo gli ultimi giorni di mare, scegliendo spiagge nudiste ormai semivuote dove prendere il sole e concederci qualche momento di intimità.
L'acqua fu testimone dei nostri piaceri sommessi quando Carlo mi scopó in mare, baciandomi mentre mi impalò con il suo cazzo enorme.

Il grande tiglio del giardino condominiale iniziò ad ingiallire mentre Carlo ed io ci concedemmo un fine settimana insieme a Orvieto e alle Terme di Saturnia. Ci piacque essere lontani dal nostro paesino della costa adriatica, tenerci per mano tra i vicoli in pietra della cittadella e concederci baci malvisti dai passanti più anziani.
Il sabato sera alle terme scegliemmo una vasca naturale più buia delle altre e Carlo si dedicò a succhiarmi il cazzo e baciarmi.
Carlo si rivelò un ragazzo fantastico, molto preso e attento. Premuroso, divertente e tenero si dimostrò un compagno piacevole, sempre disponibile e passionale.
Ottobre portò con sé una sferzata di aria fredda e l'odore di camini accesi e di foglie secche tipico dell'autunno.
Trovai un nuovo impiego nel settore pubblico, questo mi permise di avere del tempo libero durante la giornata per andare in palestra con Carlo, soprattutto il pomeriggio. Ricordo gli sguardi lanciati tra me e lui da una parte all'altra della palestra mentre lui era con qualche cliente. Sguardi complici accompagnati dallo splendido sorriso furbo di Carlo.
Qualche volta incontrai Antonio, ma ci fu solo un saluto freddo e distante. Non gli diedi peso, la mia attenzione quel periodo la riservai solo al mio ex personal trainer.
Una sera di pioggia e vento, durante le coccole, Carlo mi confessò che avrebbe voluto dire di noi ai suoi genitori. Sollevai la testa dal suo petto grande e peloso, lo guardai negli occhi e gli sussurrai "ne sei sicuro?".
Una parte di me fu entusiasta di quella prova di impegno da parte del mio ragazzo, un'altra parte si sentì svuotata di una parte importante ed eccitante della nostra storia: la clandestinità.
Mi eccitava l'idea di viverla in segreto, nascondendoci dai raggi solari e dagli occhi di altre persone. Il pericolo di essere scoperti fu afrodisiaco per me.
Ma una gran parte di me fu terrorizzata da quella scelta di Carlo. Seppi che questo avrebbe comportato da parte mia lo stesso passo. Inoltre la natura di provincia del nostro paesino mi pose grandi interrogativi legati alla reazione dei nostri amici e compaesani.

Qualche sera dopo Carlo venne a casa mia con un sorriso luminoso in volto e disse "Gliel'ho detto!" baciandomi con passione.
"Vogliono conoscerti, ci hanno invitato a cena!"
Rimasi di sasso.
"Carlo ma io..." " Si, andiamo giovedì!" disse lui raggiante e baciandomi ancora. Mi raccontò del dialogo con i suoi genitori, di come fu per loro una doccia fredda ma si strinsero intorno al figlio e spiegandogli che per loro non ci sarebbe stata alcuna differenza se fosse innamorato di una donna o di un uomo.
Dormimmo insieme quella notte e al mattino seguente uscii di casa per recarmi a lavoro, lasciando Carlo a dormire nudo nel mio letto.
Arrivato al parcheggio del mio nuovo posto di lavoro presi il telefono e scrissi un messaggio a mia madre "Ciao má, posso venire da voi a pranzo oggi?" La risposta arrivò dopo qualche minuto "certo... Va bene la carbonara?".

Arrivai a casa dei miei genitori, ci salutammo in un valzer di baci e abbracci mentre mi madre non perse occasione per farmi notare quanto fossi deperito, nonostante i miei 95kg.
Mi chiesero del lavoro, se la vecchia Polo bianca mi desse problemi, del tempo e mi aggiornarono su tutti i fatti accaduti nel loro condominio dal mio ultimo pranzo da loro.
A metà della carbonara, dopo aver finito di ascoltare le vicissitudini del figlio della signora Luana che sembrò avere un'intossicazione alimentare in quei posti dove fanno il sushi e paghi fisso "come si chiamano? Oliuchenit?", presi coraggio e dissi loro che avevo qualcosa da dire.
Mi fissarono, poggiai la forchetta a lato del piatto e iniziai "Devo dirvi una cosa" sentii il cuore battermi in gola e la bocca completamente asciutta. Ebbi paura di ferirli, ma provai a continuare "mi sono innamorato di una persona, sento che è davvero importante per me" dissi loro. Sentii gli occhi bruciare mentre il volto di mia madre si aprii in un sorriso.
"Si chiama Carlo, e credo di amarlo".
Mia madre rimase con il sorriso stampato in volto ma senza più alcuna gioia in esso, mio padre invece mi fissò insistentemente senza alcuna espressione.
Poi mia madre esplose "ma quando è successo?? Perché?" Ormai con le lacrime agli occhi e il viso rosso, mia madre fu in preda all'isterismo "ma da quando sei frocio? Cosa diranno i vicini? Luan..."Non finì la frase ma venne interrotta visto che in quel momento mio padre sbatté un pugno sul tavolo mentre una lacrima solcò il mio viso.
Poi mio padre tuonò ma non nella mia direzione, bensì verso mia madre" Roberta, ma sei scema?? Nostro figlio ci ha appena detto di essere innamorato e tu pensi ai vicini? Vergognati!" Mia madre aprì la bocca furente di rabbia ma non uscì alcun suono, guardò mio padre prima e me poi, chiuse la bocca e se ne andò dalla cucina, lasciando mio padre, me e un'ottima carbonara a raffreddare.
Mio padre si alzò, face il giro del tavolo e mise una mano sulla mia spalla. Mio padre non era mai stato un uomo di slanci o da dimostrazioni di affetto, ma non ebbi mai dubbi sul suo amore per me, nemmeno una volta. Mi guardò sorridendo tristemente, poi prese la sedia lasciata vuota da mia madre, l'avvicinò a me e chiede "Le passerà, non è cattiva ma vive sempre in funzione di cosa pensano gli altri. Questo Carlo ti vuole bene? Ti fa stare bene?"
"Si papà, e anche io gliene voglio. Tanto" risposi con un sorriso.
"Allora per me è uno di famiglia" disse lui sorridendo da sotto i suo baffoni brizzolati e voluminlsi, e ci abbracciamo piangendo entrambi.

In breve tempo i miei genitori iniziarono ad adorare Carlo, mia madre addirittura lo scelse come personal trainer per i suoi problemi di lombalgie ed ossei.
Anche i genitori di Carlo, Anna e Guglielmo, furono molto felici di consocermi e presenti. Anna, una donna snella ed alta, sembrava l'esatto opposto del marito: un uomo possente dal faccione simpatico.
Carlo ed io ci aprimmo anche con i nostri rispettivi amici e, nell'arco di qualche mese, la nostra storia fu alla portata di tutto il paese.
La cosa non destò lo scalpore che pensai, anzi, passò abbastanza in sordina.
Salutammo insieme quel terribile anno 2020 in casa viste le restrizioni sanitarie, in compagnia di un paio di altri amici. La notte di San Silvestro, quando i nostri amici si congedarono, ci regalammo del sesso sfrenato sul tavolo e sul divano della sala della villetta a schiera di Carlo dove mi penetrò diverse volte e ogni posizione fino al mattino.

Un sabato sera di metà gennaio andammo insieme ad alcuni amici in un ristorante di un paese vicino dove ci fu una serata karaoke. Qualche tavolo più in là vidi Elisa insieme ad alcune amiche per un addio al nubilato. Sentii i suoi sguardi addosso tutta la sera e Carlo lo notò. Mentre una coppia di amici cantò stonando una personale versione di "Pescatore" di Bertoli e Mannoia, Carlo mi prese la mano sotto al tavolo e sussurrò al mio orecchio " anche io mi sento in imbarazzo per Elisa, ma voglio solo te. Andiamo a casa così ti faccio vedere quanto ti voglio?" guardandomi poi con il suo sorriso furbo. Uscimmo dal locale, ci dirigemmo verso la macchina e entrammo ridendo come due scemi. Carlo partì per andare verso casa mia mentre io feci scivolare la mia mano sua sua coscia fino al pacco. Divenne subito gonfio e duro, Carlo mi guardò e disse " che fai...?"
"Ti voglio adesso, Carlo". Slacciai i pantaloni, mi tolsi la cintura di sicurezza e mi fiondai con le labbra sul suo cazzo di marmo, facendolo sparire tutto nella mia gola. Carlo fece un sospiro di piacere continuando a guidare e mise una mano sulla mia nuca spingendo la mia testa contro la sua verga di carne. Lo sentii penetrare nella mia bocca e nella mia gola, poi mi alzai e dissi " gira a destra".

Condussi Carlo in un parcheggio dove si dicesse ci fosse un giro di battuage famoso.
Il luogo apparve dannatamente sporco e squallido, e la cosa mi eccitó ancora di più.
Scendemmo dalla macchina mentre altre macchina ruotarono intorno al nostro stallo, lo presi per mano e lo portai in una radura al limite del parcheggio. Arrivati lì notai che diversi uomini camminarono intorno a noi nel buio, scelsi un punto vicino a quella processione profana e baciai il mio ragazzo con passione.
Le nostre lingue si incontrarono con trasporto, mentre sentì l'eccitazione di Carlo tornare prepotente nei suoi pantaloni.
Il mio cazzo di marmo chiese godimento, misi le mani sulle spalle di Carlo e lo costrinsi in ginocchio davanti alla zip dei miei pantaloni.
Feci scivolare fuori il mio membro durissimo e lo ficcai nella bocca di Carlo, che senza alcuna resistenza lo accettó baciandolo e leccandolo.
Presi a scopare la sua bocca con una passione e una possenza mai sperimentati, volli penetrarlo.
Intorno a noi gruppetti di uomini iniziarono a fermarsi e a toccarsi, alcuni di loro tirarono fuori il cazzo e iniziarono a masturbarsi.
Uno di loro si avvicinò e si posizionó accanto a me per dare il cazzo a Carlo da succhiare. Carlo si staccò dal mio cazzo e mi guardò negli occhi con espressione interrogativa.
Mi voltai verso l'altro uomo e dissi senza rendermene conto"questa troia è mia e mia soltanto. Puoi guardare ma stai lontano da lui".
A quelle parole si allontanò e Carlo prese di nuovo il mio cazzo in bocca ma con una voracità mai avuta prima, quasi con venerazione. Intorno a noi ci furono circa una dozzina di uomini intenti a masturbarsi, con un ricambio continuo di chi arrivò all'orgasmo e andó via e di nuovi che presero il posto di chi si allontanava soddisfatto.
Ordinai a Carlo di alzarsi e di guardarmi negli occhi.
Ciò che mi colpì fu che tra le mura domestiche Carlo fu sempre l'attivo e nessuno dei due propose o volle mai scambiare i ruoli. In quell'occasione invece mi sentii pieno di potere e Carlo lo percepii come servile e sottomesso.
Guardai Carlo negli occhi e dissi tenendo le labbra a pochi cm dalle sue "adesso girati e concediti a me".
Carlo si voltò e fece scendere i pantaloni lungo le gambe muscolose e pelose, lasciando il suo culo di marmo alla mia mercé.
Misi le mie mani su quelle natiche pelose e sode, poi mi abbassai e iniziai a baciarle e leccarle, dedicandomi poi al buchino. Mi inebrió il suo odore, il suo sapore, il contrasto tra la ruvidezza del pelo delle natiche e la liscia e umida pelle della rosellina di Carlo. Quando fu ben bagnato e lubrificato mi alzai e appoggiai il mio cazzo contro la sua carne. Carlo disse "ora scopami" con voce supplichevole e sommessa.
Intorno a noi gli uomini presero a masturbarsi sempre più velocemente e alcuni di loro vennero copiosamente sul terreno accanto a noi.
Penetrai Carlo con alcune difficoltà ma quando finalmente riuscii da entrare fu come sognare, sentii premere la sua carne calda contro il mio cazzo e abbracciarlo dolcemente. Fu la prima volta che penetrai qualcuno e fu una sensazione divina.
Carlo iniziò a gemere mantenendo sempre la sua virilità ed io di risposta lo scopai con ancora più veemenza.
Mentre gli uomini intorno a noi si segarono e mi incitarono, presi Carlo per i fianchi e lo portai a me infilando tutto il cazzo dentro di lui, quasi a non volerne più uscire.
Continuai a scoparlo e sentii le pareti interne del suo ano dilatarsi al passaggio del mio cazzo e pulsare.
"Sto per venire" dissi a Carlo e questi iniziò a muoversi con foga, a scoparmi il cazzo con il culo. Capii le sue intenzioni e venni dentro di lui inondandolo di sperma.
Restammo diversi secondi così, io dentro Carlo inondato del mio seme entrambi ansimanti per la grande e poderosa cavalcata, intorno a noi schizzi di sperma fuoriuscirono come fuochi d'artificio cadendo sul terreno e sui fili d'erba seccati dal gelo. Mano a mano gli altri uomini si dileguarono e rimanemmo solo Carlo ed io.
Carlo non volle arrivare all'orgasmo, ci rivestimmo e tornammo a casa.
Dopo una doccia rigenerante ci mettemmo nel letto e Carlo si adagiò sul mio petto. Dormì tenendomi stretto e baciando il mio petto peloso.

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