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Gay & Bisex

Il personal trainer _ cap 2


di Membro VIP di Annunci69.it Beat
04.11.2022    |    13.265    |    20 9.8
"Era frustante sapere che non avrei mai potuto averlo, che non sarei mai stato suo..."
Passai il week end a pensare al martedì seguente, quando avrei rivisto Carlo per la prima sessione in palestra. In quei giorni mi toccai più volte pensando a lui e al suo corpo sopra il mio, guardando le sue foto sui social per memorizzare ogni minimo dettaglio del corpo che tanto desideravo.
Mi soffermai spesso a studiare i particolari del suo corpo: la forma dei suoi profondi occhi neri, il sorriso furbo che aveva nelle foto, la definizione di ogni suo muscolo.
Arrivato il tanto atteso secondo giorno della settima, all'ora accordata mi feci trovare davanti alla palestra.
Carlo arrivò con qualche minuto di ritardo e ci salutammo con un abbraccio e amichevoli pacche sulle spalle "ciao Luca come stai?" "Stiamo per entrare all'Inferno, come vuoi che stia?" scherzai io, indicando la palestra alle mie spalle e paragonando il mio personal trainer un po' al diavolo del mio Inferno. E non avevo tutti i torti. Ormai era diventato il mio chiodo fisso, la mia intima ossessione.
Era frustante sapere che non avrei mai potuto averlo, che non sarei mai stato suo. Entrammo in palestra e Carlo salutò tutti dalla receptionist, agli altri personal trainer, ai clienti. Mi sentii un po' il capo di bestiame che viene scortato al mattatoio, avevo paura che quel tronco di ragazzo così muscoloso mi uccidesse di esercizi. Entrammo negli spogliatoi per poggiare le borse e notai che c'erano due ragazzi e un uomo sulla cinquantina.
I ragazzi si stavano vestendo dopo la doccia e riuscì a intravedere un bel petto muscoloso di uno dei due che purtroppo venne quasi subito coperto dalla maglietta della VANS che stava indossando.
Ciò che rapì la mia attenzione fu invece il signore più adulto qualche metro più in là. Era appena uscito dalla doccia e si stava asciugando, così potei sbirciare il suo corpo facendo finta di cercare le chiavi della macchina nel borsone.
Era alto, molto più alto di me e Carlo, sarà stato sul metro e novanta. Aveva spalle molto larghe e la schiena muscolosa e pelosa sulla quale vedevo scendere ancora delle gocce d'acqua, il culo marmoreo e tondo, anch'esso peloso e definito e le gambe enormi come tronchi di muscoli ricoperti di pelo scuro. Si girò nella nostra direzione e potei studiarne il petto largo, muscoloso e peloso. Il viso dimostrava la sua età ma era curato e molto bello, aveva occhi chiari, capelli appena brizzolati e la faccia spigolosa. Le braccia erano possenti e aveva gli avambracci grossi e coperti di pelo. Mi soffermai sul suo cazzo che pendeva tra le sue cosce giganti, era largo come il mio in erezione e lungo almeno tredici quattordici centimetri. Aveva il glande appena scoperto e si vedeva che doveva essere molto largo. A completare la visione, due palle sode che scendevano e si muovevano al passaggio dell'asciugamano e un folto boschetto di pelo nero.
Immaginai quel cazzo come poteva essere da duro, ne immaginai l'odore, la forma della cappella, la sensazione della pelle liscia nella mia mano...
"Luca andiamo?" La voce di Carlo mi riportò alla realtà e faci un piccolo balzo. Notai che anche l'uomo mi stava fissando, sperai che non si fosse accorto che stavo indugiando sui suoi gioielli di famiglia. "Non farci caso, Antonio ama essere guardato. Vive per la palestra" mi confessò Carlo uscendo dallo spogliatoio. Fui sollevato nel capire che il mio amico non avesse il minimo sospetto che stessi studiando con desiderio il corpo di quell'uomo che avevo appena scoperto si chiamava Antonio e risposi prontamente "senti chi parla, quello che non è fissato per niente!" toccando il bicipite di Carlo e facendo un sorriso di scherno.
Carlo, sorridendo a sua volta, mi diede una pacca sul sedere e disse "Forza! Cominciamo con il riscaldamento!"

Nonostante il caldo di inizio estate, l'allenamento fu piacevole e Carlo prese in considerazione il fatto che non facessi sport da almeno 4 anni, tanto che gli esercizi che mi propose fossero eseguibili anche da un tronco come me.
Carlo si allenò con me e nel momento del riposo tra un esercizio e l'altro scambiammo quattro chiacchere. Scoprì che il focus del mio desiderio era appassionato di musica rock e che aveva preso con se Athena dal canile dopo che i Carabinieri avevano sequestrato la cucciolata dove erano nati lei ed i suoi fratelli e sorelle, da un tizio che voleva usarli per i combattimenti clandestini tra cani.
Ad ogni tassello che aggiungevo nel conoscere Carlo, sentivo che ero sempre più attratto da lui.
Finito l'allenamento tornammo agli spogliatoi e iniziammo a prepararci per le docce.
Ero zuppo di sudore e la maglietta fece difficoltà a scivolare via dalla mia pelle e quando riuscii a toglierla, Carlo aveva già tolto maglietta e pantaloncini ed era di fronte a me in mutande. Il suo corpo stupendo, muscoloso e possente, era coperto di pelo nero che appariva selvaggio ma curato allo stesso tempo. Il pelo sul petto scendeva lungo l'addome e si nascondeva sotto lo slip bianco dove trovava posto anche un pacco di tutto rispetto, gonfio e si poteva intravedere il pene posizionato verso sinistra.
Mi feci scivolare sulla panca per poter togliere le scarpe e così facendo ebbi il pacco di Carlo proprio ad altezza occhi. In quel momento si sfilò gli slip bianchi e rimasi incantanto nello scoprire che Carlo aveva un cazzo stupendo. Era molto largo, la pelle lasciava uscire del tutto il grosso glande roseo. Era circonciso.
Quel cazzo sembrava una visione, era grande, ben fatto e aveva sotto due coglioni turgidi e grandi come clementine.
Feci appello a tutta la mia forza e calma interiore per non avere un'erezione davanti al mio personal trainer e ci dirigemmo, nudi con gli asciugamani al braccio, verso le docce.
Era un unico ambiente coperto al passaggio da un muro di un metro e cinquanta, dalla parete di piastrelle bianche fuoriuscivano una decina di erogatori per lavarsi. Appendemmo gli asciugamani a un gancio ed entrammo nelle docce.
Mentre chiacchieravamo fu spontaneo disporci in due docce adiacenti, così potei di tanto in tanto sbirciare il mio amico nudo e coperto da uno strato d'acqua che scendeva lungo il suo corpo.
"Che guardi Luca?" Mi chiese divertito Carlo notando che avevo gli occhi fissi sul suo petto peloso.
Nel panico risposi " ho notato che sei peloso ma, di solito, voi fissati di palestra siete sempre depilati e glabri come un culo di bambino"
Carlo rise fragorosamente e rispose " si, prima mi tenevo depilato perché a Elisa non piace il pelo. Ma a me è sempre piaciuto, mi fa stare bene essere peloso: mi fa sentire uomo. Comunque anche tu mica scherzi, eh" e toccò il mio petto.
In quel momento non riuscì più a controllare il mio corpo e il mio cazzo iniziò a svegliarsi troppo prepotentemente.
Carlo lo notò subito e io mi ritrassi coprendo con le mani la mia erezione "scusa Carlo...non so cosa sia successo... Non so" iniziai a balbettare a mo di scuse.
Il mio personal trainer rise di cuore e dandomi una pacca sulla spalla disse "ma dai! Guarda che è normale avere un'erezione dopo gli allenamenti, è il sangue che pulsa. Buon segno! Guarda, anche io ne sto avendo una" indicando con gli occhi verso il basso.
Guardai ed effettivamente il suo bel pisello iniziava ad essere più grosso e gonfio, in posizione orizzontale ormai. Potei notare che era davvero bello, una grande asta larga con vene in rilievo e una cappella rossa larga e turgida.
"Sai cosa? Siamo solo noi qui in spogliatoio, quasi quasi io mi faccio una sega." Disse Carlo con un sorriso da ragazzino sul viso.
Prese il suo cazzo in mano e iniziò a carezzarlo lentamente. Mano a mano il cazzo di Carlo diventò sempre più grande e duro, mentre il mio era già durissimo e svettava verso l'alto.
"Vedo che anche il tuo amico vuole giocare. Segati se ti va, qua lo facciamo tutti!" Disse Carlo mentre si menava l'uccello ormai duro.
Il mio non era grande come il suo ma resisteva comunque al confronto, era meno largo di quello di Carlo ma comunque sopra la media ed aveva una forma armonica.
I miei occhi erano ormai fissi sull'enorme membro di Carlo e sui suoi muscoli, senza più preoccuparmi di nascondere la direzione del mio sguardo. Alzai gli occhi verso il suo viso e vidi che aveva socchiuso gli occhi per il piacere che si stava generando da solo.
Iniziai anche io a segarmi ma con meno foga, sentivo l'orgasmo prossimo e non volevo venire in un nanosecondo davanti all'uomo che più desideravo al mondo.
"Cazzo Lu, non scopo da un botto. Guarda qua che voglia che c'ho, che cazzo duro!"
Non riuscivo a rispondere, avevo la bocca completamente piena di saliva e il cuore in fibrillazione dovuta alla scena che avevo davanti.
Carlo prese a segarsi con una foga che non avevo mai visto e gettò la testa indietro con gli occhi chiusi per il gran piacere che stava provando e nel mentre che il suo cazzo coperto d'acqua era al culmine, mise una mano sulla mia schiena per non perdere l'equilibrio.
A quel tocco non so cosa successe ma esplosi subito in tre quattro getti copiosi contro le piastrelle bianche della doccia comune.
Fortunatamente, anche Carlo venne due secondi dopo e non si accorse che ero venuto in simultanea con il suo toccarmi la schiena.
il suo cazzo spruzzó potenti getti di sperma, almeno cinque, che andarono in ogni direzione visto che quel porco del mio personal trainer continuava a menarselo anche mentre veniva. Non si accorse nemmeno che un suo getto finì interamente sulla mia coscia destra e che avidamente e prontamente ne presi una ditata per sentirne la consistenza. Era calda e densa, ed era molto bianca. Non so come, riuscii a resistere alla tentazione di mettere quel dito in bocca e provarne anche il sapore.
Carlo mi guardó con i suoi profondi occhi neri ed il viso sfinito e rilassato dall'orgasmo appena vissuto.
Sorridemmo l'uno all'altro e tornammo a lavarci come se non fosse successo nulla.

Usciti dallo spogliatoio, tornammo all'ingresso e salutammo la ragazza della reception, la quale mi fece firmare alcuni fogli e mi fece pagare l'abbonamento.
Ci salutammo nel parcheggio con una stretta di mano seguita da un abbraccio amichevole.
"Ci vediamo giovedì così alleniamo anche questo culetto che ne ha bisogno" disse Carlo strizzando l'occhio e dandomi una pacca sul fondoschiena.
Si allontanò verso la macchina rotenado le chiavi sul dito indice, lasciandomi più confuso che mai.
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