trio

Ilsen


di Dreamfree
10.11.2022    |    339    |    1 9.3
"Poi risalì, da dietro le prese i seni in mano ed inizio a palparli e strizzarle i capezzoli..."
Ilsen

Partimmo io ed il mio collega Maurizio, di una decina di anni più vecchio di me, per Vienna con un pullman a due piani e a bordo due classi di un liceo.
Capimmo subito che non ci sarebbe stato da mordere in questo viaggio, i ragazzi tutti minorenni e i professori tutti anziani o bacchettoni.
Dopo una giornata di viaggio con pranzo e breve visita a Villach, arrivammo finalmente in hotel a Vienna per il pernottamento, hotel che ci avrebbe ospitato per 3 notti. Dopo cena a nanna presto che la giornata era stata pesante. Come sempre gli autisti in stanza unica e a volte capitava che ci fosse il letto matrimoniale, e questa era una di quelle. Ma eravamo abituati.
La mattina colazione, e come da programma, alle 9.00 incontro con la guida locale.
Alle 8.30, al tavolo della colazione dei professori dove eravamo anche noi autisti, si presentò Ilsen, la guida austriaca di lingua italiana che per 3 giorni ci avrebbe accompagnato per le visite.
Una ragazza carina, acqua e sapone, 1.70 di altezza, sui 25 anni, fisico asciutto, pelle chiara, occhi azzurri, capelli biondi lisci lunghi fino alle spalle, "tipica tedesca" pensai, abbigliamento sportivo con jeans a zampa di elefante, un maglioncino multicolore e scarpe da ginnastica, non appariscente ma un bel sorriso.
Dopo le presentazioni e una pianificazione logistica della giornata partimmo per il tour di Vienna. Durante i tour ci si ferma più volte, i gitanti scendono per fare le visite e poi si risale e si riparte per la visita successiva.
Io ed il mio collega se potevamo parcheggiare il pullman seguivamo il gruppo nelle visite, come facevamo sempre, altrimenti si aspettava a bordo che tornassero.
Dopo le prime visite notammo che Ilsen cominciava ad acquisire confidenza con il gruppo ed era sempre più spigliata e simpatica. Il pranzo, al contrario dei prof che seguirono i ragazzi, Ilsen lo fece con noi autisti e parlammo del lavoro, di Vienna, di uomini e donne, di italiani ed austriaci. La giornata tra una visita e l’altra proseguì fino all’ora di cena e lei aveva acquisito tanta stima agli occhi dei professori che le chiesero di fermarsi a cena con noi in hotel, lei accettò e per sdebitarsi volle accompagnarci, fuori orario di lavoro, in un tour notturno a piedi nel centro di Vienna. I ragazzi furono entusiasti di questo fuori programma e si affiatarono sempre di più a Ilsen, se la contesero tutta la sera tra gruppetti, coppie e singoli per fare foto abbracciati a lei.
Si fece quasi mezzanotte, lasciammo Ilsen in stazione che doveva prendere un treno per raggiungere casa sua in una cittadina ad una quarantina di km di distanza, e poi andammo in hotel.

Prima di addormentarci, io e Maurizio, parlammo della simpatia e frizzantezza di Ilsen, doti con le quali era riuscita a conquistare il gruppo, un valore inestimabile in quel tipo di lavoro.
Il Mattino successivo alle 8.30 partimmo per il tour fuori Vienna, la foresta, i paesini, i castelli nei dintorni della città. Pranzo al sacco per i ragazzi e in ristorantino trovato da Ilsen per lo staff, autisti professori e guida. Durante il pranzo ci parlò della possibilità di fare un’altra uscita fuori dall’orario di lavoro. Ci sarebbe stato da spendere qualcosa però sarebbe stata una bella esperienza, disse. I professori accettarono e lei si interessò per organizzare la sorpresa ai ragazzi. Nel pomeriggio continuammo il tour sempre con foto e abbracci dove questa volta fummo coinvolti anche noi, e alla sera dopo la cena la sorpresa per i ragazzi.
Navigazione notturna sul Danubio e giro sulla ruota panoramica.
I ragazzi furono contentissimi, amavano sempre di più la loro guida, ma la giornata era stata veramente pesante, così i professori affascinati dal carisma, cortesia e disponibilità di Ilsen, per non farle prendere un treno a mezzanotte e tornare da noi la mattina dopo, le proposero di fermarsi a dormire in hotel, avrebbero provveduto loro al pagamento di una stanza e concordarono un buon prezzo con l’hotel.
Così poco dopo mezzanotte eravamo tutti nelle camere.

Io e Maurizio avevamo appena finito una doccia ristoratrice, eravamo coricati nel letto in mutande con la TV accesa a guardare un canale in tedesco che non si capiva niente quando bussarono alla porta. “Hai ordinato qualcosa in camera?!” disse Maurizio scherzando, ed andò ad aprire.
Sentii la voce di Ilsen dire “Ciao, non ho l’acqua calda nella doccia… posso usare la vostra?”
Maurizio fece finta di chiedere a me “Non esce l’acqua calda dalla doccia, Ilsen chiede se può farla qui da noi?!”. “Certo” risposi “Accomodati pure”.
“Danke.. grazie faccio presto”. Entrò in bagno, e si sentì scorrere l’acqua per diversi minuti.
“Ma secondo te davvero in un albergo e in una stanza in particolare non viene l’acqua calda?” chiesi a Mauri. “Figurati” fu la risposta. “Secondo me stasera si scopa” disse. “Vediamo” aggiunse.
Non fece in tempo a finire la frase che Ilsen uscì dal bagno con l’accappatoio dell'hotel e un flacone in mano: “Mi aiutate a mettere l’olio sulle spalle?” disse. Mauri mi guardo con un ghigno come dicesse “Cosa ti avevo detto!”. Ci fu uno sguardo d’intesa, ci alzammo, ci avvicinammo a lei la quale con un sorriso mi diede il flacone in mano, aprì l’accappatoio, lo lasciò cadere ed allargò le braccia. I capelli biondi lisci ancora bagnati tirati indietro avevano un colore più castano che biondo, la pelle bianca, i seni piccoli e sodi, il pube depilato e in quella posizione tipo crocifisso mi diede una scossa di desiderio che mi arrivò fino al cazzo ed iniziò a crescere. Aprii il flacone dell’olio per massaggi e cominciai a farglielo colare lentamente sulle spalle seguendo le braccia aperte fino ai polsi e ritorno, prima a destra e poi a sinistra. Mauri aveva iniziato a spalmarglielo a partire dalla spalla destra e pian piano su tutto il braccio teso mentre io lo seguii sulla parte sinistra. Lei rimase così ferma con le braccia aperte, alzò leggermente la testa e chiuse gli occhi gustandosi il massaggio. Le versai l’olio sul petto, lo guardai colare sul seno e vidi i capezzoli indurirsi ed iniziai a massaggiare prima il seno e poi il ventre. Maurizio invece era sceso lungo la schiena e accucciato dietro a lei aveva iniziato a massaggiarle il sedere insinuando la mano in mezzo alle gambe. Poi risalì, da dietro le prese i seni in mano ed inizio a palparli e strizzarle i capezzoli. Io mi era accucciato davanti a lei e le spalmavo l’olio sulle gambe mentre le baciavo il pube depilato. Il mio cazzo stava esplodendo e anche Maurizio aveva un bel bozzo nelle mutande. Lei stava sempre lì con le braccia aperte godendosi quegli attimi fino a che si divincolò, mi fece segno di alzarmi e si inginocchiò davanti a noi. Guardandoci in viso dal basso verso l’alto iniziò ad accarezzarci i cazzi attraverso le mutande e a baciarli, poi lentamente ci calò le mutande lasciando i membri liberi di mostrarsi. Li prese entrambi nelle mani ed iniziò a segarli lentamente sempre guardandoci in viso, poi prese in bocca quello di Maurizio e lo spompinò un po' per poi passare al mio, alternandoci così per qualche minuto. Poi si alzò e disse a Maurizio sorridendo “Con questo scopami”, si inginocchio alla pecorina sul bordo del letto lasciando i piedi fuori a penzoloni e disse a me “quello lo voglio in bocca”, mi inginocchiai sul letto e le presentai il cazzo davanti agli occhi. Intanto Mauri aveva iniziato a scoparla lentamente, lei mi prese il cazzo con la mano e se lo infilò in bocca iniziando a spompinarlo. “Ma pensa te questa che sembrava una santarellina” pensavo. Intanto l’ondeggiamento avanti e indietro del corpo di Ilsen causato dalle penetrazioni di Mauri faceva in modo che il mio cazzo le entrasse ed uscisse dalla bocca senza più tenerlo in mano. Dopo qualche minuto si divincolò nuovamente, mi disse di coricarmi, mi si sedette sopra, e si impalò sul cazzo durò come il marmo. Si girò da Maurizio e gli disse “Quello lo voglio nel culo” e si abbassò appoggiandomi il seno sul petto, Maurizio senza fiatare si inginocchiò a cavallo delle mie gambe e pian piano la penetrò analmente. Senti il suo cazzo per tutta la sua lunghezza sfregare sul mio attraverso le pareti intestinali ed iniziò lentamente a pomparla. Io avevo cominciato a muovermi da sotto nello spazio che lei aveva lasciato tra il mio pube e il suo. Finalmente iniziai a sentirla gemere, inizialmente piano piano, poi con gridolini sempre più forti e rapidi fino a che, non dopo pochi colpi, venne con un rantolo di piacere. Si divincolò nuovamente, si mise in ginocchio sulla moquette e ci fece cenno di andare lì. “Adesso vi voglio in faccia” disse ed iniziò nuovamente a spompinarci a turno. Io venni per primo con un paio di schizzi che le lasciarono una sborrata attraverso tutta la faccia, dalla bocca fin sui capelli, e altri che le colavano giù per la guancia. Fu il turno di Maurizio che le riempì un occhio, l’altra parte della faccia e il mento colando in terra. Lei sembrava impazzita, si tirava la sborra in bocca con le dita e riprendeva i cazzi in bocca alternativamente come se non fosse mai sazia, poi lentamente si calmò e riprese coscienza. Si alzò e disse “Posso fare una doccia che da me non c’è l’acqua calda?”, ridemmo tutti della battuta ed andò in bagno. Si sentì l’acqua scorrere. Quando uscì, vestita come quando era arrivata, ci baciò dolcemente entrambi sulla bocca: “Dankesehr.. a domani mattina” disse. E uscì dalla camera. Io e Maurizio soddisfatti e un pò stupiti andammo sul balcone, accendemmo una sigaretta e discutemmo sull’accaduto poi andammo a letto. “Domani si fa come se non fosse successo niente, profilo basso” mi disse e dormimmo fino all’alba.
Al mattino ci trovammo tutti a colazione, Ilsen si comportò come se non fosse successo niente e noi facemmo lo stesso. Il viaggio proseguì, prevedeva che lei ci accompagnasse fino a Saltzburg, ci facesse visitare la città e poi tornasse indietro, mentre noi avremmo proseguito per l’Italia. Al momento di salutarci ci disse “Spero di venire a trovarvi in Italia e di trovare la doccia guasta” rise di cuore, ci baciò sulla guancia e si incamminò verso la stazione.

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