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Il mio professore con la sua Puttanella


di Membro VIP di Annunci69.it pamyzi1
12.09.2020    |    19.917    |    7 9.6
"Avvicinò la sedia alla mia, quindi si sporse col viso a sfiorarmi l'orecchio e mi sussurrò che il mio racconto l'aveva eccitato..."
Come il mio professore raccontandogli di un'uomo che mi ha sverginato....- Tutto ebbe inizio un pomeriggio di due anni fa, nel quale lui, col permesso dei miei, mi portò all'auditorium cittadino, per assistere a un concerto di musica da camera: il quartetto per pianoforte e archi in sol minore K 478, di Mozart.
Cosa che apprezzai molto dato il mio recente approccio allo studio del piano, fu un'esperienza gradevole, lui, felice di vedermi tanto entusiasta, per coronare quel fine pomeriggio, volle invitarmi a prendere un frappè alla vaniglia in una raffinata cremeria del centro.
Prendemmo posto a un tavolino in un discreto separè del locale, facemmo l'ordinazione e ci servirono dopo poco. Mentre consumavamo la bevanda, mi confessò che da un po' mi osservava e pensando al fatto di avermi veduta crescere, non si capacitava che la bambina che aveva tenuto sulle ginocchia, da qualche anno si fosse trasformata in una bella e giovane donna.
Parlammo allegramente di episodi comuni vissuti nel passato, ma sull'onda dei ricordi, io iniziai a pensare alle tribolazioni che mi procurava lamia turbolente natura, così mi rabbuiai nel viso.
Vedendomi intristire all'improvviso, chiese cosa mai mi turbasse? Non sapevo se confidarmi, ma poiché da sempre era stato un mio intimo confidente ero molto tentata. Data la delicatezza della cosa, ero assai combattuta, ma dopo le sue accorate insistenze, mi decisi ad aprirgli il mio animo e gli raccontai tutto, con minuzia di particolari. Esattamente come sto facendo ora con lei professore.
- Ho capito, alla fine ti sei aperta con l'affascinante quarantenne. E quale è stata la sua reazione al tuo racconto? -
- Fu sorprendente e inaspettata. Avvicinò la sedia alla mia, quindi si sporse col viso a sfiorarmi l'orecchio e mi sussurrò che il mio racconto l'aveva eccitato. Io divenni rossa per la vergogna e per l'emozione d'averlo così vicino, mi si accelerarono le pulsazioni:emanava un profumo di dopo barba soavemente sexy, inoltre erano anni che provavo un trasporto verso di lui, ero totalmente nel pallone.
Non sapendo che fare o dire, rimasi muta.
Leggendo nel mio sguardo lo stato d'animo in cui versavo, fu lui a prendere l'iniziativa.
Il nostro tavolino era situato in una posizione appartata, non avevamo addosso gli occhi indiscreti degli altri avventori, quindi lui mi baciò sul collo sotto l'orecchio, portavo un abitino leggero e scollato, scese a vellicarmi l'incavo della clavicola con la lingua.
- Sei una donna ormai. Con desideri da grande. - disse mentre coperta dalla tovaglia la sua mano correva sotto l'orlo del corto vestito,risalendo ungo la mia coscia, poi mi baciò.
Io fino a quel giorno avevo limonato solo con qualche compagno di classe, era la prima volta che baciavo un adulto, sapevo a mala pena usare la lingua.
Ma non ci misi molto a capire, mi bastò seguire ciò che faceva lui, era esperto per tutti e due.
Fu un bacio languido, aveva una lingua morbida e mobile, le nostre bocche avevano il sapore della vaniglia,ci inseguimmo con le lingue, succhiandocele, mordicchiandoci le labbra.
La sua mano raggiunse le mie mutandine, allargai le cosce per agevolare la sua ricerca: le scostò e sentì le sue dita dischiudermi le labbra della fica. Mi portai sul bordo della sedia per favorire la sua carezza, giocava con le grandi labbra plasmandole tra le dita, ero fradicia fra i suoi polpastrelli.
Sospirai- Ho tanta voglia, Goffredo. Ma ti prego non infilare le dita dentro,devo restare vergine. -
A questo punto del racconto, vedevo il volto di lei perdersi, con aria trasognata in quei ricordi indimenticati. Senza rendermene conto,avevo portato la mano all'interno della camicetta, spostai il reggiseno e iniziai a stuzzicarmi i capezzoli con le dita.
L'espressione di Rinoldi appariva meno imperturbabile, avrei detto che gli si era colorito il viso, come se sentisse crescere i caldo.
La biondina continuò il suo racconto. - Goffredo mi tranquillizzò,disse di non temere, che mi avrebbe rispettata, sarei rimasta vergine. Poi mi chiese di sfilare le mutandine: lo feci rapidamente,controllando che non arrivasse nessuno, le recuperò dalle mie mani e le portò alle narici inspirandone intensamente il profumo. - Mmhhmm... Meraviglioso. - disse solamente, poi le conservò nella tasca della sua giacca.
Continuavamo baciarci, mentre mi massaggiava le tette, mi mordicchiò i capezzoli eretti attraverso la stoffa leggera, lasciando due aloni umidi in corrispondenza dei rilievi. Mi bagnai ulteriormente, il clitoride tra le sue dita aveva la solidità di una nocciola.
Mi condusse la mano sulla patta dei pantaloni, sentì il rilievo del suo sesso nel rilievo del tessuto era grosso li, la mia voglia tra le cosce pulsava come un cuore tachicardico.
- Vai alla toilette, non chiudere la porta che tra un attimo ti raggiungo. - mi disse all'orecchio. Feci come aveva chiesto: mi alzai e mi diressi alla toilette. Ero senza mutandine e con l'interno delle cosce bagnate di secrezioni, mi sentivo una sporcacciona mentre attraversavo la sala, una troietta di sedici anni che si chiudeva nel bagno di un locale pubblico, a fare le cose porche con un quarantenne. All'interno del piccolo servizio, sotto la luce cruda del neon, attesi qualche momento col cuore che mi faceva capriole nel petto.
Poi la porta si aprì, lui entrò richiudendola con la sicura sulla maniglia. Appese la giacca all'attaccapanni, io mi liberai del vestito, lui mi scoprì le tette sganciando il reggiseno, poi le sue mani mi strinsero i seni e le labbra catturarono, voraci, i capezzoli, succhiando e mordendo con foga.
Ci avvinghiammo, lui fece scorrere la zip dei pantaloni, gli presi in mano il sesso: iniziai a masturbarlo, era teso allo spasimo, con le vene gonfie e in rilievo, le sue mani frugavano il mio sesso escavavano nella la fenditura tra le natiche, ero liquida e bollente.
Mi fece inginocchiare, posizionò il cazzo tra i seni: glielo avvolsi, premendo le mani ai lati, come tra due cuscini di velluto. La cappella iniziò ad andare su e giù fra le mie colline, perdeva goccioline cremose dalla sommità, feci colare della saliva filamentosa tra il suo sesso e la mia carne: con quella lubrificazione il movimento divenne rapido, mi stava scopando le tette.
- Prendilo in bocca, ora porcellina. - disse con voce rauca.
Continuai a tenere le tette unite, avvolgendo i suoi testicoli, mentre abbassavo il capo e risucchiai il sesso nella bocca.
Iniziai a pomparlo lentamente, facendolo scivolare sulla lingua, leccando dallo scroto al filetto sotto il glande, in un lago di bave.
Il sapore salato e l'acidulo, del liquido pre-spermatico, mi riempiva di un gusto organico e animalesco il cavo orale, l'odore del suo sesso denso di feromoni mi inebriava le narici.
La saliva calda mi colava sul mento e sul collo, producevo dei rumori carnali e volgari, mi sentivo una puttanella che fa pompini nei cessi agli uomini grandi.
Poi lui mi sollevò, mi fece voltare e poggiarmi al piccolo lavabo, mi rifilò una serie di sberle sulle natiche, il bruciore e quel rumore erano terribilmente eccitanti.
Dopo fu lui ad abbassarsi piegato sulle ginocchia alle mie spalle, mi divaricò le gambe e sentì la sua bocca incollarsi al mio sesso. Le sue labbra risucchiarono la carne della mia fighetta, la lingua frugava, con un lavorio frenetico, il mio clitoride tumido, la saliva irrorava ogni cosa, avevo il sesso e il buchetto dell'ano completamente fradici.
Mentre si cibava del mio sesso, mi introdusse le dita nell'ano, iniziò con uno e ne contai ben quattro alla fine. Mi allargò per bene, meno male che ero abituata. Grondavo succhi densi e lui succhiava e leccava tutto per bene, mi sarebbe piaciuto fargli la pipì in bocca, ma era la prima volta che facevamo le cose porche insieme e non mi osai.
- Ma ti piaceva che un uomo adulto, ti facesse quelle cose? - chiese perplesso Rinoldi.
- Si professore, se devo essere sincera, lo desideravo, mi piaceva molto. -
Rinoldi si era allentato la cravatta ed aveva sganciato i primi due bottoni del collo della camicia. Io avevo sollevato la gonnella e avevo la mano dentro le mutandine, giocavo col cordino dell'assorbente tra le grandi labbra. Quella sporcacciona mi stava eccitando, avevo già inzuppato di sughetto gli slip.
Poi, mentre mugolavo, per il piacere, come una cagnetta in calore, lui mi fece sollevare una gamba, poggiandola piegata sul bordo del lavabo e in quella posizione, col bacino tutto esposto all'infuori, mi dischiuse le natiche con le mani e puntò il glande sulla rosetta del mio ano.
- Ora ti faccio il culetto. - disse in un parossismo di voce velata di libidine.
Trattenni il respiro mentre entrava in me, ero tutta scivolosa di succhi, non fece fatica: lo sentì penetrare lentamente, era decisamente più grosso delle cose che ero solita inserirmi lì, mi allargava e mi riempiva totalmente il budello, mi stava sodomizzando con forza.
Mi piaceva da impazzire, era quello che avevo sempre sognato nelle mie fantasie solitarie. - Sii!! Sbattimi, fottimi cosìì! Non fermarti.- lui respirava ansimando come un mantice.
- Sii! Puttanella viziosa, senti come me lo hai fatto diventare duro col tuo racconto. Ora ti sfondo il culetto. - mi scopava con veemenza, mentre io muovevo il sedere per farlo aderire meglio ai suo affondi, sentivo i suoi testicolo battere, in basso, contro il mio sesso, mentre l'asta mi slabbrava l'ano.
Presi a masturbarmi con foga, ero in un delirio dei sensi, sentivo crescere l'onda del piacere, ero sul limite dell'orgasmo. Mugolavo sguaiatamente, dovette mettermi una mano sulla bocca per impedirmi,con i mie versi, di richiamare l'attenzione di qualcuno fuori.
Lo sentì irrigidirsi allo spasimo, poi diede dei colpi ripetuti e devastanti, un rantolo gutturale gli salì dalla gola: stava venendo. Accelerai la mia carezza e mentre lui esplodeva di spruzzi ripetuti dentro il mio intestino, venni anche io con un orgasmo selvaggio che mi schiantò come la scossa di un fulmine.
Rapidamente lui uscì dal mio budello e mi porse il cazzo da succhiare. Lo ingoiai fino ai testicoli, sentì tutto il suo sapore animale: sperma, secrezioni sapide del mio retto e della mia vagina, su tutto trionfava l'odore greve del nostro sudore e del sesso fatto. -
La biondina, si abbandonò sulla poltrona, sfinita quasi esanime, per l'intensità con cui aveva rivissuto quel racconto.
Rinoldi appariva provato, stava sudando, sotto la scrivania vedevo che sulla patta dei pantaloni si era creato un significativo gonfiore.
- Quindi, ti ha posseduta in quella maniera innaturale, pur rispettandola tua verginità. - commentò con voce incerta.
- Si professore, gli avevo chiesto di rispettarmi e lui o ha fatto. -
- Ah! Bèh! Un galant'uomo, senza alcun dubbio. -
- Si, almeno all'inizio, era rispettosa, sosteneva di volermi aiutare.-
- Certo. Diciamo che aveva un metodo tutto suo di farlo. Poi, la cosa tra voi come è andata, si è conclusa così? -
La biondina emise un sospiro, imbarazzata volse lo sguardo in giro perla stanza, poi con sforzo riprese a parlare.
- No, non è finita così. Abbiamo continuato per mesi. Lui aveva esigenze sempre crescenti. Era fantasioso. Mi proponeva cose che mi stuzzicavano, finivo sempre con accontentarlo. Poi un giorno mi fece fare una cosa assolutamente depravata. Fu lì che compresi che non mi avrebbe mai aiutato a guarire del mio vizio.
- Ho capito, ha esagerato con la cura. E quindi che ti è accaduto? -
- Un pomeriggio, mi portò a fare un giro sulla sua Mercedes, dopo aver girato per un po', sentendo musica dall'impianto stereo dell'auto, ci dirigemmo verso un zona precollinare con delle ampie aree verdi, in un rigoglio di piante e alti cespugli.
Era un posto isolato, sapevo che solitamente era frequentato da coppiette, fidanzati o amanti clandestini, o da prostitute che ci portavano i loro clienti. -continua..........per commenti [email protected]...................
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