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Ancora puttana con mio suocero


di pamyzi1
18.06.2020    |    80.316    |    22 9.7
"Fabrizia spalancò la bocca per accogliere il membro..."

Fabrizia ha 40 anni splendidamente portati.
Statura medio bassa, all’incirca 160 centimetri.
Capelli neri lunghi ed ondulati sino alle spalle.
Occhi che battono sul verdone e fanno del suo sguardo un continuo invito a pensieri erotici.
Una terza di seno con due capezzoli impressionanti per come sono irti (due grossi chiodi).
Un culo da favola: sodo, alto e ben proporzionato.
Due belle cosce, muscolose ma molto femminili.
Gianni ha 65 anni.
Anch’egli non molto alto, all’incirca un metro e 68.
Stempiato, pochi capelli ai lati, ormai bianchi.
Baffi folti che ne incupiscono l’aspetto.
Molto magro, ancor di più in relazione all’età.
Sguardo malizioso da uomo navigato.
Fabrizia e la nuora di Gianni da moltissimi anni. Tra i due c'é sempre stato rispetto. Gianni non ha mai lesinato complimenti a Fabrizia che ha trovato, nel suocero, un secondo padre tanto da chiamarlo spesso ‘papi’.
Tutto procedeva per il meglio sino ad una domenica di marzo.
Fabrizia ed il marito erano soliti andare dai genitori di lui ogni volta che era in programma una partita della Juventus.
Quella domenica la squadra bianconera avrebbe giocato nel posticipo serale. Il marito di Fabrizia era andato a Bari per lavoro la domenica mattina. Ad ora di pranzo chiamò la moglie e le disse di andare a casa dei genitori e di aspettarlo lì per la cena. Aggiunse di vestirsi come piaceva a lui perché dopo la partita sarebbero andati in un nuovo disco bar.
Fabrizia telefonò al suocero chiedendogli di andarla a prendere.
Gianni naturalmente acconsentì e le chiese se poteva passare per le 19.00 così lei gli avrebbe dato una mano in cucina, considerando l’assenza della moglie, partita con una parente per partecipare al funerale di uno zio, cerimonia che si sarebbe svolta il lunedì mattina in una cittadina del nord Italia.
Verso le sei Fabrizia iniziò a prepararsi. Dopo una rapida doccia, aprì l’armadio e si ricordò la richiesta del marito. Prese un paio di calze autoreggenti e le infilò; trovò un reggicalze in pizzo nero e lo sistemò alla vita, allacciando i ganci alla balza delle autoreggenti. Cercò tra gli abiti un vestito particolarmente corto. Lo trovò e lo indossò; se lo ricordava un po’ più lungo. Era talmente corto da non coprire nemmeno la balza delle calze e, soprattutto dietro, non riusciva a coprire le sue intimità prive di slip. Calzò delle scarpe con il tacco a spillo alto 12 cm e si guardò allo specchio: pensò per un attimo di cambiare vestito; quell’abito era troppo audace, soprattutto considerando che prima sarebbe dovuta andare dal suocero. Certo il marito sarebbe stato contento ed orgoglioso di lei. Si guardò nuovamente allo specchio e decise di lasciarselo indosso. Per precauzione prese il pantalone della tuta per indossarlo non appena fosse arrivata a casa del suocero. Si sedette sul divano in attesa dell’arrivo di Gianni.
Il citofonò suonò segnalando l’arrivo del papi. Fabrizia rispose dicendo che stava scendendo. Perciò Gianni entrò nella propria macchina ad aspettare l’arrivo della nuora. Dopo nemmeno un paio di minuti Fabrizia apparve, aprì la portiera e salì in auto. Nella manovra, non si rese conto che l’abito, già di per sé molto corto, si ritrasse ancor più verso l’alto mostrando completamente la balza delle autoreggenti ed anche parte della coscia.
Gianni non si fece sfuggire il particolare e continuò a guidare fissando, con la coda dell’occhio, le cosce della nuora. Si ritrovò, suo malgrado, ad eccitarsi per quella inaspettata visione. Cominciò anche a sentire delle gocce di sudore imperlargli la fronte. Cercò di usare tutta la propria buona volontà per scacciare i mille pensieri che si andarono formando nella sua testa, ma l’eccitazione non scese sotto il livello di guardia.
Entrò con la macchina dentro il cortile e parcheggiò. Fabrizia scese dall’auto e s’incamminò verso il portone.
Gianni rimase seduto al volante per alcuni secondi, sperando di riuscire a calmarsi. Scese dalla macchina, la chiuse con il telecomando e seguì Fabrizia ormai avviatasi verso il portone. Gianni la vide ed accortosi dello spettacolo non accelerò il passo rimanendo a distanza. Infatti il movimento delle cosce di Fabrizia non faceva altro che alzare l’orlo della gonna e mostrare a Gianni una visione indimenticabile. Ma il meglio stava per arrivare.
Fabrizia trovò il portone aperto ed entrò, salì i tre gradini per andare verso l’ascensore. Dal basso della piccola scalinata, Gianni vide nitidamente il culo della nuora riuscendo a notare la mancanza degli slip.
L’ascensore era occupato e Gianni, maliziosamente, propose di fare i due piani per andare al proprio appartamento, salendo per le scale.
Fabrizia da donna atletica non se lo fece ripetere, si girò ed imboccò la prima rampa.
Gianni rimase dietro di tre gradini e vide qualcosa che non avrebbe mai più dimenticato. Il micro abito della nuora non nascondeva più niente. Dalla sua prospettiva Gianni riuscì a distinguere l’attaccatura delle chiappe con le cosce ed il pelo della figa.
Fabrizia continuava imperterrita a salire le scale senza rendersi conto dello spettacolo che stava offrendo.
Fece tutte e quattro le rampe con il suocero dietro.
Arrivò davanti alla porta di casa e si girò. Vide Gianni affannato e paonazzo, ma addebitò tutto ciò alla fatica per la salita dei due piani. Lo prese anche un po’ in giro.
Entrarono in casa e Gianni andò immediatamente in bagno. Si buttò dell’acqua fredda sul volto cercando disperatamente di far cessare la forte eccitazione. Sentiva il cazzo pulsare ed un desiderio incontenibile di fare sesso con la nuora. Aveva smesso di nasconderlo a sé stesso, ma cercava con ogni forza mentale di scacciare quei suoi pensieri. Si spogliò e mise il cazzo sotto il getto di acqua fredda. Si ritrovò a masturbarsi immaginando Fabrizia alle prese con il proprio sesso. L’eccitazione invece di placarsi, aumentò. Uscì dal bagno e subì il colpo finale.
Fabrizia era seduta sul divano con le cosce accavallate e stava parlando al telefono. Nella vivacità della discussione, non si rese conto di avere le gambe completamente nude e di stare in mostra davanti allo sguardo incredulo di Gianni. Chiuse la comunicazione e ne riferì il contenuto al suocero: aveva appena parlato con il marito il quale aveva detto che quella sera non sarebbe tornato ed avrebbe dormito fuori, perciò non li avrebbe raggiunti e sarebbero rimasti soli.
Avrebbe voluto essere riaccompagnata a casa, ma non le parve delicato chiederlo al suocero. Rimase seduta sul divano, con le cosce accavallate, arrabbiata con il marito. La telefonata ricevuta non le aveva dato il tempo di cambiarsi. Tutto ciò significò un colpo terribile per i buoni propositi del suocero. Infatti Gianni vide la nuora con le cosce accavallate e con il micro abito completamente ritratto che non copriva più nulla.
Si avvicinò e chiese alla nuora come faceva a rimanere così in forma. Fabrizia si ridestò dai suoi pensieri e notò il suocero a pochissimi centimetri che fissava le sue cosce. Si rese conto dello spettacolo e cercò subito di coprirsi.
Gianni la rassicurò dicendole che non doveva preoccuparsi.
Osò. Le accarezzò le cosce infilando la mani sotto l’abito, andò verso l’alto accarezzandola sino ai fianchi. Fabrizia cercò di fermarlo, ma nemmeno senza troppa convinzione.
Non voleva ferirlo ma non voleva nemmeno farlo andare avanti.
Gli tolse delicatamente la mano e si alzò cercando di abbassare quanto più possibile l’abito.
Gianni le confidò di avere un sogno: vederla nuda.
Fabrizia fece finta di non aver sentito e, sorridendo, gli chiese cosa volesse mangiare. Gianni insistette, assicurandole che nessuno l’avrebbe mai saputo, ma desiderava davvero vederla nuda.
Fabrizia senza nemmeno sapere perché accontentò il suocero.

Alzò il vestito lentamente sino a scoprire la figa. Rimase immobile ed imbarazzata a farsi guardare da Gianni; si voltò, sollevò completamente l’abito scoprendo le sue favolose chiappe.
Gianni non credeva ai propri occhi. Le disse che era splendida. Si avvicinò timidamente e le accarezzò il culo come si può accarezzare un oggetto di valore. La abbracciò facendole sentire tutta la sua eccitazione; le scostò i capelli e la baciò su tutto il collo provocando alla nuora degli intensi brividi; Fabrizia si girò e si trovò faccia a faccia con il suocero; chiusero gli occhi e si lasciarono andare in un lascivo e lungo bacio appassionato.
Fabrizia si fece travolgere dagli eventi. Voleva fermare il suocero, ma più andavano avanti in quella assurda situazione più si faceva difficile.
Gianni cominciò a palparla; le prese una mano e la portò sulla patta dei pantaloni. Fabrizia d’istinto slacciò la cinta, sbottonò il pantalone, abbassò la zip e s’inginocchiò.
Ma cosa stava facendo?
Eppure si mise a farlo.
Prese il cazzo del suocero in mano e lo leccò per tutta la sua lunghezza. Lo afferrò e se lo infilò in bocca facendo assaporare a Gianni un pompino indimenticabile. Fabrizia non sapeva se ridere o piangere di quella grottesca ed surreale situazione, ma ormai c’era sino in fondo e non poteva più tirarsi indietro. Tanto valeva regalare al suocero una serata indimenticabile facendo venir fuori quella Fabrizia che Gianni non conosceva e che non avrebbe mai creduto né di conoscere né che esistesse.
Gianni intuì di avere tra le mani una donna con delle enormi potenzialità sessuali.
In un attimo vide all’orizzonte la possibilità di veder realizzati tutti i suoi più segreti desideri e, per di più, con la donna che aveva sempre desiderato di nascosto: la propria nuora.
Con fatica Gianni riuscì a staccarsi dalle labbra di Fabrizia.
Si sedette sul divano e disse alla nuora di mettersi carponi
Fabrizia rimase in ginocchio non capendo le intenzioni del suocero. Alla sua richiesta non esitò e si mise a quattro zampe.
Iniziò a strisciare con le ginocchia e ad avanzare lungo tutta la casa. Il mini abito si sollevò completamente mostrando ancora una volta a Gianni le intimità della nuora. Fabrizia continuò a camminare come un cagnolino ubbidiente. Rimase con lo sguardo basso e continuava a ripetersi ed a domandarsi perché stesse facendo tutto ciò. Gianni era dietro di lei, seduto sul divano che si masturbava davanti allo spettacolo offerto dalla nuora. Quando le rivolgeva la parola usava un tono perentorio come quello del padrone che si rivolge alla sua schiava. Fabrizia percepì questa situazione e l’umiliazione cominciò a farsi sentire sotto forma di forte eccitazione. Il suocero aveva toccato i tasti giusti. Il suo desiderio di possedere psicologicamente la donna si stava materializzando anche grazie alla aperta disponibilità di Fabrizia che reagiva con una forte eccitazione.
Gianni le disse di voltarsi e di guardarlo. Fabrizia girò il volto e fissò il suocero. Si sentì domandare cosa fosse e lei prontamente rispose:
– Sono la tua puttana
Gianni compiaciuto si alzò, si avvicinò alla nuora e le disse:
– Brava…adesso ci divertiremo un po’. Dopo ti sfonderò quella figa e quel culo da zoccola che hai

Fabrizia non credeva alle proprie orecchie, però decise di continuare quel gioco.
Voleva umiliare la nuora e divertirsi eccitandosi con quel suo nuovo giocattolo.
Si distese sul letto e masturbandosi, disse a Fabrizia che la casa aveva bisogno di una vera e completa pulizia.
La invitò innanzitutto a spogliarsi.
Fabrizia si mise di fronte al letto e si liberò dell’abito. Rimase a farsi ammirare mostrando ai sognanti occhi del suocero il suo poderoso culo e la sua vogliosa figa.
Gianni continuò a segarsi e facendo ciò disse alla nuora di voler ammirare le tette.
Fabrizia con malizia alzò lentamente la parte superiore del proprio abbigliamento sino a scoprire il suo seno.
I capezzoli erano già turgidi e Gianni aumentò il ritmo della sega sin quasi a venire. Si fermò appena in tempo, ma strabuzzò gli occhi dinanzi all’immagine della nuora.
Fabrizia abbassò la maglia e guardando il suocero gli disse:
– Adesso dammi la scopa. Se continuo a farmi vedere completamente nuda da te sborri prima di scoparmi; ed io voglio il tuo cazzo nella figa.
Fabrizia prese la scopa e si mise a pulire casa. La scena per Gianni fu molto eccitante.
Vide la nuora in calze e reggicalze, con il sesso in bella mostra, darsi da fare con il mocio vileda per pulire il pavimento della casa. Non resistette e riprese a segarsi.
Fabrizia si sentì quasi sotto esame a farsi vedere dal suocero mentre puliva il pavimento e cercò di dimostrargli le proprie capacità di casalinga e di come riusciva a prendersi cura della casa.
Cercò di dimenticare il suo stato di nudità e si concentrò unicamente sulla pulizia del pavimento.
Ad un certo punto, però, dando le spalle al suocero, si piegò spontaneamente in avanti per mostrare la bellezza del proprio culo. Entrò nella stanza da letto continuando a pulire il pavimento. Pulì tutta la stanza, soffermandosi intorno al letto, quindi guardò il suocero e gli chiese se fosse soddisfatto di come fosse pulita la casa.
Gianni invitò la nuora ad avvicinarsi al letto. Era sdraiato con il cazzo duro. Fabrizia si inginocchio al bordo del letto e prese in mano il sesso del suocero.
Lo segò lentamente, rivolgendo lo sguardo un po’ verso il cazzo ed un po’ verso il maschio.
Gianni fissava la nuora, ma non riusciva a parlare tanto intensa era l’eccitazione.
Fabrizia continuò a smanettarlo per un tempo che parve infinito. Ormai i giochi erano chiusi. Era tempo di fare sul serio. Era giunto il momento della verità. Doveva fare sesso con il suocero. La sola idea la faceva bagnare come una cagna. Guardò il cazzo di Gianni. Era pronto per essere assaggiato. Avvicinò la bocca ed iniziò a leccare il glande. Si soffermò sul filo che congiunge la pelle alla cappella. Gianni sussultò. Sentiva il cazzo pulsare sotto le sapienti manovre della nuora. Fabrizia accompagnò le leccate con delicate carezze con la mano.
Alzò lo sguardo e fissò il suocero negli occhi. Si guardarono senza smettere l’una di leccare e l’altro di godere della bocca di lei.
La tensione stava ormai sciogliendosi. Gianni verificò la bravura della nuora nel trastullare l’organo maschile e la incitò a continuare. Fabrizia abbassò il capo e si mise a pompare facendo scomparire il cazzo del suocero nella propria bocca. Non smetteva di tintillare la lingua e pompava con cadenza alternata, rimanendo con la verga completamente nella propria bocca per qualche secondo per poi risalire e prendere un po’ di fiato.

Gianni stava per godere e la fermò.
Fabrizia si alzò e si mise cavalcioni sul suocero. Allargò le cosce e si fece impalare dal cazzo di Gianni. Scoparono a stura candela con Fabrizia che incitava il suocero dicendogli di fotterla. Gianni prese le chiappe della nuora tra le mani facendola accasciare su di sé; allargò il culo e la penetrò con un dito.
Allungò una mano verso il comodino e dal cassetto prese un fallo artificiale, lo fece leccare alla donna e lo portò tra le sue chiappe. La inculò con il vibratore e Fabrizia emise un lungo gemito di piacere ululando il proprio orgasmo. Si dimenava come una pazza cercando di assorbire interamente il membro maschile nella figa ed il fallo artificiale nel culo. Ormai giunta all’apice del piacere si lasciò andare tra le braccia del suocero cercando di calmare l’intensità dell’orgasmo.
Gianni la prese per la testa ed affondò la propria lingua nella sua bocca.
Le sussurrò all’orecchio
– Adesso fammi godere
Fabrizia, estrasse il cazzo di silicone dal culo, si alzò dal letto, prese il suocero per mano e lo fece mettere in piedi davanti a sé.
S’inginocchiò. Mise le mani sui fianchi di Gianni e percorse con la lingua tutta la lunghezza del suo membro. Soffermò le proprie attenzioni sul prepuzio e sulla base del glande. Gianni cercò di controllare l’arrivo del piacere per godere dell’abilità di Fabrizia.
La nuora chiuse gli occhi per concentrarsi sul cazzo del suocero. Non si fermava con la lingua avvertendo il piacere del maschio. Insisteva con la lingua sul filetto di congiunzione e sentiva il cazzo crescere sempre più di dimensione e di eccitazione.
Sapeva che stava raggiungendo il massimo e si ritrovò a pregustare la sborrata del suocero. Evitò di pompare, limitandosi a leccare la cappella.
Gianni ritrovò il controllo, la prese da dietro e la portò a pompare. Fabrizia spalancò la bocca per accogliere il membro. Si mise a spompinare il cazzo del suocero, continuando a mulinare con la lingua. Sapeva di essere molto brava nel pompino e sfruttò questo talento per dimostrarlo al suocero.
Gianni guardava la nuora dall’alto della sua posizione e la insultava per come lo stava facendo eccitare.
Era giunto il momento di donarle il proprio seme, ma voleva umiliarla sino in fondo. In bocca sarebbe stato troppo naturale, voleva trattarla come una zoccola.
Si staccò dalla morsa delle sue labbra e le disse di stendersi sul letto.
Fabrizia si alzò ed eseguì l’ordine.
Si mise con la testa fuori dal materasso in attesa di continuare il pompino.
Gianni si mise in piedi davanti a lei facendo penzolare il cazzo davanti al suo volto.
Fabrizia lo prese in mano e se lo infilò in bocca.
Dette alcune leccate finché Gianni lo tirò fuori e si segò davanti alla sua faccia.
Esplose in una violenta, intensa ed abbondante sborrata, con ogni schizzo che finiva la sua corsa sul viso della nuora.
L’eiaculazione sembrava non terminare mai.
Fabrizia avvertì il volto pieno di sperma ed aveva difficoltà ad aprire l’occhio sinistro completamente coperto di sborra.
Non credeva fosse possibile: il suocero le aveva appena sborrato in faccia.
cercò di alzarsi e di aprire gli occhi. Ebbe difficoltà con l’occhio ricoperto di sperma. Cercò di levarsi alcune gocce di liquido seminale e riuscì a mettersi in piedi. La sborra del suocero iniziò a colarle lungo il mento. Protese le mani per raccogliere le stille che andavano cadendo lungo il mento. Chiese a Gianni un fazzolettino, ma il suocero era impegnato a guardare la nuora ed a coprirla di insulti. Fabrizia si mise a ridere per la situazione grottesca che si era venuta a creare. Lei piena dello sperma del suocero che non riusciva a farsi dare un fazzolettino per pulirsi ed era costretta a farsi vedere in quello stato.
Andò a recuperare da sola un qualsiasi pezzo di carta e si diresse verso il bagno.
Vide la propria immagine riflessa nello specchio: non poteva crederci; aveva appena fatto sesso con il suocero ed ora doveva pulirsi dalla sua sborra.
Iniziò a lavarsi quando entrò Gianni. Le sfiorò le natiche, quindi si mise davanti al cesso per pisciare. Fabrizia trovò la situazione divertente. Fino a qualche ora prima non si sarebbe mai sognata di trovarsi in bagno con il suocero che pisciava liberamente davanti ai suoi occhi.
Gianni aveva cambiato stanza per vedere uno scampolo di partita.
Fabrizia cercò di rimettersi in ordine, almeno per quel che le poteva essere possibile.
Sistemò il vestitino e raggiunse il suocero. Voleva tornare a casa ma l’avrebbe dovuta accompagnare Gianni che ormai non stava più considerando la nuora ed era concentrato sulla visione della partita.
Fabrizia chiese di poter tornarsene a casa. Gianni la guardò e le disse di prepararsi ed appena pronta l’avrebbe accompagnata.
Fabrizia tirò un sospiro di sollievo.
Lasciò il suocero davanti alla televisione ed andò in cucina.
Si sentiva nuda ed umiliata. Ad un tratto squillò il telefono di casa. Il suocero le gridò dall’altra stanza di rispondere. Fabrizia prese il cordless. Era la suocera. Contenta di trovare la nuora in casa sua e si raccomandò di avere cura di Gianni che da solo poteva combinare qualche pasticcio.
Altro che pasticcio, pensò Fabrizia. Mi ha appena chiavato.
Fabrizia raggiunse il suocero e gli porse il telefono. Gianni tirò fuori il cazzo e fece cenno alla nuora di prenderlo in bocca. Fabrizia scosse la testa, ma Gianni insistette fin quando non ottenne quel che voleva. Fabrizia si inginocchiò tra le cosce del suocero e gli fece un pompino. Il tutto mentre Gianni parlava al telefono con la moglie.
La telefonata durò qualche minuto, il tempo necessario perché Gianni si eccitasse nuovamente e godesse nella bocca della nuora.
Fabrizia aveva ancora lo sperma in bocca quando sentì il suocero dire alla moglie:
– Aspetta che te la passo. Ti vuole salutare
Fabrizia prese il telefono e prima di parlare ingoiò la sborrata del suocero.
Quindi salutò la suocera la quale reiterò la precedente raccomandazione di avere cura di Gianni e Fabrizia la rassicurò dicendole che avrebbe provveduto in prima persona.
Chiuse la comunicazione e si allontanò da quella stanza.
Si sentì umiliata in ogni modo.
Raggiunse la stanza dove aveva posato tutte le sue robe.
Guardò il cambio che si era portata per aspettare il marito e sorrise al pensiero che non c’era stato modo per indossarlo. Si guardò allo specchio. Si aggiustò i capelli e controllò di non avere alcun segno sul viso.
Prese tutto ciò che si era portata sistemandolo in una sola busta.
Chiamò il suocero chiedendogli di accompagnarla a casa.
Gianni le rispose di pazientare sino alla fine della partita.
Fabrizia era irrequieta. Voleva tornare a casa e cercare di dimenticare quel che era successo. Sapeva che non era possibile, ma voleva illudersi che lo fosse.
Si sedette in attesa che la partita terminasse. Non voleva stare nella stessa stanza del suocero per timore di nuovi ordini. Non ne poteva più.
La partita terminò e Gianni si alzò dal divano per raggiungere la nuora. Fabrizia vide il suocero e si alzò raccogliendo le proprie cose. Rimase di ghiaccio quando Gianni le disse:
– è inutile che ti accompagno. Tuo marito dormirà fuori, perciò ho pensato che sarebbe bello dormire insieme, e fu cosi' che mi uso' ancora ....................per commenti [email protected]
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