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Prime Esperienze

BADANTE PER CASO - RELOADED - Capitolo 3


di asdomar
06.04.2020    |    1.218    |    1 9.5
"Ho suonato il campanello di casa loro alle 11 in punto di domenica mattina, con in mano un vassoio di paste, un gesto che le nonne - ho pensato - apprezzano..."
C’è una signora sulla settantina, capelli lisci, grigi e un pò crespi, alta, magra magra, begli occhi di un colore indefinito, un pò grigio, un pò verde.

Una signora che se la incrocio per strada probabilmente non la noto neppure.

C’è questa signora insomma, che fino a due ore fa neppure conoscevo e che adesso dice di essere la mia padrona e che devo ubbidirle.

Poi ci sono io, un uomo di quasi quarant’anni, con un fisico tutto sommato accettabile, giusto qualche chiletto da smaltire, con una vita sessuale soddisfacente e con una passione per le signore mature che ho scoperto cinque mesi fa, quando ho conosciuto Jolanda. Ogni volta che incontro Jolanda, poi, scopro qualcosa di nuovo su di me, perchè adesso ho appena scoperto che - tutto sommato - la situazione del nipotino ubbidiente mi eccita molto.

Poi c’è Jolanda, la mia “fidanzatina” come l’ha chiamata lei, che evidentemente mi desidera e certamente mi vuole molto molto bene, sentimenti che dopotutto ricambio, almeno in parte.
Questi sono i miei pensieri mentre guido sulla via del ritorno, cercando di immaginare cosa mi attende domenica.

Inutile.

Con tutta la fantasia possibile, non avrei mai pensato a ciò che aveva in mente Maria Cristina.

Ho suonato il campanello di casa loro alle 11 in punto di domenica mattina, con in mano un vassoio di paste, un gesto che le nonne - ho pensato - apprezzano sempre.

E in effetti le paste sono servite, anche se lì per lì Maria Cristina si è limitata a dirmi dove appoggiarle, prima di avvicinarsi a me fino a far sfiorare le nostre labbra.

“Tu non puoi baciarmi, puoi solo desiderare di farlo, oggi dovrai fare sempre solo quello che ti dico di fare, senza chiedere spiegazioni, senza farmelo ripetere, e soprattutto senza azzardarti a dire di no”.

Ma chi è questa donna? Una mistress professionista?

“Jolanda è in camera che ci aspetta, andiamo”

Apro io la porta, la stanza è completamente al buio, non si vede niente, Maria Cristina la richiude alle nostre spalle, cerco di far abituare gli occhi all’oscurità per riuscire a distinguere qualcosa, ma per ora nulla.

Jolanda invece ci ha visti con la luce alle nostre spalle mentre entravamo nella stanza.

“Caro Fabrizio, come sono felice che tu sia qui”

“Fai silenzio”, e intanto muovendosi sicura nel buio accende l’abat jour, che diffonde una luce fioca e rossastra.

Jolanda è seduta sul bordo del letto completamente nuda ed ha uno sguardo che definirei “rassegnato”.

Maria Cristina intanto ha preso in mano dei lacci e si rivolge a me dicendomi di aiutarla: “La leghiamo braccia e gambe ai pomelli del letto, tu di qua e io di là”.

Sono più che perplesso, ma non posso iniziare subito a violare le regole dell’obbedienza, mi limito a cercare di carezzare di nascosto Jolanda mentre la lego, per farle capire che non voglio essere il suo aguzzino.

Una volta finito la osservo, bloccata in qualsiasi movimento e completamente aperta, alla nostra mercè; il volto e gli occhi rivolti verso il soffitto, le tette che le cadono verso l’esterno del busto, la peluria tra le gambe che sembra solo la cornice di un buco disponibile per chi voglia sfogarsi. Probabilmente è proprio quello l’effetto che voleva la Padrona, e l’ha ottenuto.

“Spogliati”.

Mi metto a nudo, in ogni senso. Lei mi osserva, mi gira intorno, mi strizza un gluteo, mi sussurra all’orecchio “leccala là in mezzo, facciamola andare su di giri e tu tieni il culo all’aria”.
Salgo sul letto, mi metto in ginocchio in mezzo alle sue gambe, piego il busto verso il basso, il culo verso l’alto, la faccia davanti alla fica, inspiro per coglierne l’odore e poi avvicino la bocca, un bacetto sulle labbra, con lei che reagisce fremendo, la lingua si posa sul clitoride, qualche colpetto e poi lo strizzo e lo succhio, Jolanda si agita, ma non urla nè dice niente (forse le è stato vietato), faccio colare saliva dalla mia bocca, inumidisco bene e la lingua scorre dal basso verso l’altro, fino a sentire i peli ruvidi, ripetutamente, incessantemente, la sento che prova piacere, si sta bagnando di umori che si mescolano con la mia saliva, insisto con profonde leccate, mi godo il sapore e l’idea, poi Jolanda caccia un urlo, alzo la testa e vedo Maria Cristina sul letto che le strizza un capezzolo e glielo torce, poi l’altro, alternando questa tortura a degli schiaffetti sulle tette.

“Non guardare me, continua, questa vecchia zoccola deve godere prima possibile”

Riprendo a leccare, la fica è ormai un lago, il dolore la sta facendo eccitare ancor di più, la mia faccia è fradicia dei suoi succhi, quando infilo la lingua dentro sento le contorsioni che annunciano l’orgasmo, proprio mentre urla per il dolore ai capezzoli, che la padrona sta martoriando con le unghie.

“Non smettere, la dobbiamo sfiancare”. Ne parla come se fosse un bovino.

La mia lingua non si stacca dalla fica, lei vorrebbe anche solo un secondo di pausa, non glielo concedo, le gambe si agitano ma non possono muoversi, altrimenti mi avrebbe già buttato giù dal letto, gli umori continuano a grondare e un secondo orgasmo la scuote da dentro lasciandola senza fiato.

“Ora limitati a sbaciucchiarla e lasciami fare”.

Mentre i miei morbidi baci puntellati da leggeri colpetti di lingua la fanno un pó rilassare, sento la Padrona alle mie spalle, davanti al culo completamente esposto. Qualcosa di freddo e gelatinoso cola sul mio buchetto, poi le sue dita lo spalmano accuratamente, facendolo penetrare dentro, per ammorbidirlo. Dopo un minuto di trattamento, molto piacevole, qualcosa di duro inizia a premere sull'orifizio.

"Stai rilassato"

In risposta all'ordine spingo in fuori e una pallina dura entra completamente dentro.

Una volta adattato al corpo estraneo, lei inizia a farlo ruotare e poi lo ritira fuori, continuando così, dentro e fuori per qualche minuto.

Non ho sentito alcun dolore. Ho continuato a baciare la fica di Jolanda con passione, come si bacia una bocca.

"Adesso sei pronto, scendi giù e toglietelo".

Lo estraggo e lo vedo, è un piccolo plug anale.

"Adesso risali sul letto, allarga bene il culo e siediti sulla sua faccia con le spalle al muro".

Mentre mi sistemo mi dice di fare in modo che il buco sia proprio davanti alla bocca e di appoggiarmi con tutto il peso.

L'impressione è che così Jolanda faccia fatica a respirare, sto per tirarmi un pó su quando sento la sua lingua che inizia a bussare sul buchetto, una sensazione bellissima, il cazzo rimasto fino a quel momento poco più che barzotto si indurisce di colpo e svetta in mezzo alle mie gambe, sotto lo sguardo della Padrona, che sale sul letto, lo afferra e inizia a toccarlo, su e giù, molto lentamente.

Con una lingua che mi lecca il buco del culo e una mano che mi sega con sapienza sono in estasi.

"Brava Jolanda, l'hai fatto eccitare bene il tuo fidanzatino, adesso mi posso godere questo bel cazzo duro. Tu intanto continua a tenere la lingua nel culo, va bene?"

E mentre lo dice le strizza violentemente un capezzolo, facendola mugolare dal dolore.

Poi si alza e spenge l'abat jour, riportandoci al buio totale.

Approfitto del momento e accarezzo le tettone di Jolanda, che sotto di me continua a farmi godere leccandomi il culo.

Poi sento il fruscio della veste della Padrona che scivola a terra.

Sarebbe la prima volta che si denuda. Il suo corpo esile, che immagino con un seno quasi piatto e un culo piccolo e secco è ben lontano dai miei gusti, ma lei adesso è la Padrona e mi accorgo di desiderarla, di essere pronto a tutto per averla.

Però devo fare attenzione, non so cosa posso e cosa non posso fare, devo attendere indicazioni prima di fare qualsiasi mossa, non devo farla arrabbiare.

Resto fermo a godermi la lingua di Jolanda che mi scopa il culo, mentre lei sale sul letto, mi si mette accanto, mi sfiora il torace con le unghie facendomi scuotere da brividi intensi. Le sue mani scorrono su tutto il busto, sul collo e sul viso, al buio ogni attimo è una sorpresa.

"Questa vecchia troia è buona solo per leccare il culo, adesso facciamo sul serio, io e te. Sdraiati".

Finalmente libero Jolanda dal mio peso e mi stendo accanto a lei, dandole le spalle; una mano afferra il cazzo e lo stringe con forza, un seno piccolo e sodo, con un capezzolo duro come un sassolino mi preme sulla bocca, lo bacio con passione, sforzandomi per tenere ferme le mani.

"Vorresti toccarmi, vero? Mi desideri, dillo!"

"Si Padrona, ti desidero da morire, sono pronto a tutto"

"Bravo schiavetto, intanto rimettiti questo", e mi passa il plug che inumidisco con la saliva e poi ficco nel culo.

"Sono tuo"
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