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Prime Esperienze

BADANTE PER CASO - RELOADED - Capitolo 4


di asdomar
23.04.2020    |    1.266    |    1 9.6
"Intanto mi sciacquo, mi faccio passare l’asciugamano da Jolanda e mi asciugo per bene, “aspettaci di là, in cucina”..."
La Padrona monta a cavalcioni sopra di me e sento di avere la fica davanti alla bocca, mi basta tirare fuori la lingua e sfioro le sue labbra che penzolano fuori.

All'improvviso un dolore acutissimo al petto, una strizzata al capezzolo. Non c'è bisogno di dire nulla, non dovevo farlo.

"Tieni la bocca ben aperta e non perdere una goccia"

Calda e salata, lì per lì non percepisco altro, sono concentrato ad eseguire l'ordine. Me ne concede poche gocce, e mi sento felice.

Il sapore è terribile, ma sono felice e mando giù. È la sua pipí, un dono che mi sta facendo, non la deludo. Mi dispiace solo di non averla vista, vedere la fontanella gialla che sgorga da una donna è un’immagine deliziosa, incredibilmente eccitante.

Mi tocca le guance per controllare: "bravo, hai bevuto la mia urina, segno che mi adori e che vuoi essere mio e solo mio. Ora resta fermo"

Si alza e poi si rimette sopra di me, ma più in giù e dandomi le spalle.

Afferra il cazzo, "Adesso è il momento di far godere la Padrona" e se lo infila dentro. È bagnata ma stretta, molto più stretta di Jolanda, la sensazione è bellissima e il mio mugolío lo conferma.

"Senti la differenza, eh? Questa è una patata che ti fa godere davvero. Allunga il braccio e accendi la lampada, così questa vecchia zoccola con la fica sfatta può vedere come si fa".

Con la luce fioca dell'abat jour finalmente la vedo, sopra di me, di spalle, lo spacco tra le mele emerge appena, anche se seduta si vede che è un culetto piccolino e secco, osservo la schiena e colgo le differenze tra le due donne.

Maria Cristina ha la pelle secca, a tratti grinzosa, con molte macchie sulla pelle ma pochissimi nei, e a dispetto dell'età appare come una figura agile e flessuosa, la schiena si inarca all'indietro con grazia e sensualità.

Jolanda è il contrario esatto, ed è sempre lì legata accanto a noi in silenzio, a subire l'oltraggio di vedere il fidanzatino che scopa con la sua amica.

“Cosa posso fare per darti il massimo piacere?”

La Padrona attendeva questa domanda e inarca la schiena all’indietro, verso di me: “accarezzami il seno”, io allungo le braccia attorno al suo busto stretto e mentre inizio a palpeggiarlo delicatamente lei inizia un movimento rotatorio del bacino.

Il mio cazzo è duro da far male, sento la cappella che batte sul punto più interno della fica, se non fosse per le grinze del culo schiacciato sulla mia pancia mi sembrerebbe di scopare una ventenne.

“Slega questo braccio alla vecchia troia, gli altri se li può sciogliere da sè”.

Anche mentre gode, continua a organizzare e disporre, una vera Padrona, penso tra me.

Interrompo il massaggio ai seni e sciolgo il nodo, Jolanda - con un pò di difficoltà - libera prima l’altro braccio e poi le gambe, con sommessi lamenti che fanno capire quanto sia stato doloroso restare a lungo in quella posizione.

“Vieni qua davanti troia, e leccamela mentre mi faccio scopare dal tuo fidanzatino”.

Jolanda si accovaccia sul letto con la faccia davanti al mio cazzo che penetra la fica pelosa della Padrona e poi inizia a leccarla sul clitoride.

L’effetto è immediato, i movimenti del bacino si fanno più frenetici, irregolari, la sento che ansima, provo a stringere un pò di più le mani sui piccoli seni, arrivando a solleticare i capezzoli con il polpastrello dell’indice, non mi dice niente, posso continuare, là sotto la saliva di Jolanda e gli umori intimi della Padrona danno la sensazione di affondare in un morbido laghetto di burro, mi concentro per ritardare il più possibile la mia venuta mentre la Padrona esplode nell’orgasmo urlando tutto il suo piacere; poi si rialza in avanti e prende Jolanda con forza per i capelli, strusciandole la faccia sulla fica, prima di rilassarsi.

Dopo pochi secondi la Padrona riprende il movimento rotatorio col bacino e sento l’altra che mi lecca le palle, ho sempre il plug nel culo, non so come descrivere quanto è bello, non posso resistere oltre e urlo che sto per venire, soprattutto per capire se posso venirle dentro o devo fermarmi.

La Padrona aumenta il ritmo, premendo ancor più sul mio bacino, “sentito troia? il tuo fidanzatino sta per venirmi dentro!” e improvvisamente si ferma, io sono lì lì per venire, mi concentro al massimo per non farlo, capisco che ancora non è il momento.

“Mordiglielo, lì alla base, forte!”

Non faccio in tempo ad elaborare che sento i denti di Jolanda che affondano sul tronco del cazzo, mentre la cappella è ancora beatamente dentro la Padrona. Un gran dolore, un urlo che non riesco a trattenere, un movimento di troppo, “Padrona mi dispiace, sto venendo” Sento un gran dolore e godo nello stesso tempo, non avevo mai provato questo mix di sensazioni

“Lo so, apprezzi il regalo della tua padrona? Queste sono sensazioni che anche se può sembrare strano in pochi provano”.

“Si Padrona, grazie, è stato bellissimo, con l’emozione di venire dentro di Lei”

In effetti, la morbidezza della sensazione, i nervi tesi per il dolore, il piacere per quello che mi stanno facendo queste due nonnine, l’eccitazione per la situazione che si è creata, tutto fa sì che io possa godere come non ho mai goduto, un piacere intenso e lunghissimo, che vorrei riprovare ancora e ancora, anche a costo di qualsiasi umiliazione.

Una volta scaricato tutto il mio seme la Padrona allontana la testa di Jolanda ed estrae fuori il cazzo, si lascia scivolare in avanti e ordina a Jolanda di raccogliere lo sperma che fuoriesce con la bocca.

“E ingoia, ingoialo tutto, tanto se davvero lo ami è quel che vuoi, giusto?”

Naturalmente, parato dal busto della Padrona, mi perdo la scena.

“Ti è piaciuto troia?”

“S..Si”

“Bene, allora faremo in modo di fartene avere quanto ne vuoi” e ride sfacciatamente.

Chissà cosa intende.

“Spengi la luce”.

Di nuovo al buio, si alza e si riveste, ancora il suo ruolo impone che io non la possa vedere nuda davanti. Poi è lei ad aprire la porta e indicarci di andare in bagno per una sciacquata, prima di dedicarci al pranzo.

“Inizia tu”

Conosco bene questa vasca da bagno, ho vissuto qui la mia prima esperienza con Jolanda, la mia prima esperienza con una nonna, la mia prima esperienza sessuale - diciamo così - particolare.

Scavalco il bordo, “togliti il plug e dàllo a Jolanda che te lo sciacqua”, lo faccio uscire lentamente, glielo porgo, lo prende e si gira verso il lavandino, “che cazzo fai idiota, non capisci proprio un cazzo, lo devi sciacquare con la bocca!”

Jolanda chiede sommessamente scusa, poi lo porta alla bocca, ricoperto da una patina di sapore del mio intestino. La sua espressione dice tutto, deve essere terribile, inizia a tossire e ad avere conati di vomito, “tienilo ancora e puliscilo bene, quando me lo rendi non deve avere nè odore nè sapore”.

Esegue facendolo scorrere avanti e indietro nella bocca, come se gli facesse un pompino, ormai del tutto devota alla sua volontà e lo restituisce come nuovo. La Padrona lo annusa e esprime l’apprezzamento con un cenno della testa.

“Tu lavati per bene, poi te lo rimetti” e intanto mi guarda mentre mi passo la spugna insaponata dappertutto., compreso il cazzo sul quale è rimasta ancora l’impronta dei denti di Jolanda; per fortuna che il dolore è passato.

“Sei davvero un pò sovrappeso, non va bene, il mio servo deve avere un fisico perfetto, se vorrai essermi gradito dovrai rimetterti in forma, capito?”

“Si”.

Intanto mi sciacquo, mi faccio passare l’asciugamano da Jolanda e mi asciugo per bene, “aspettaci di là, in cucina”.

Le mie due nuove nonne restano chiuse in bagno per quasi mezz’ora, nel frattempo ho pensato che anche la Padrona si sia lavata, senza farsi vedere da me, e in più che non voglia lasciarci soli, io e Jolanda.

Quando mi raggiungono in cucina Maria Cristina ha un’espressione cordiale che non le ho mai visto, quasi affettuosa, sembra proprio una nonna che ha invitato il nipote preferito al pranzo della domenica, anche Jolanda sembra un pò più rilassata, anche se il volto tradisce la stanchezza per lo sforzo fisico subìto.

Jolanda si siede e Maria Cristina si mette al lavoro ai fornelli, “un quarto d’ora e si mangia, intanto facciamo un brindisi!”

Sono le 12:50, chissà quanto sarà ancora lunga questa giornata.
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