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Al rientro dal mare


di forcuriosity
16.05.2021    |    36.130    |    34 9.6
"E’ un bell’uomo giovane, lo fisso negli occhi e, forse perché mi ha ispirato tanta tenerezza vederlo così, mi viene naturale fargli una carezza sulla guancia..."

Ormai è passato qualche anno da quella sera, ma a ripensarci mi sembra ancora impossibile che sia successo davvero e che quella fossi proprio io.
E’ il compleanno di Carlo, il clima di fine giugno sembra perfetto per una giornata al mare. Si parte con destinazione laguna del Mort. Chi conosce il posto sa già di che tipo di spiaggia si tratta. E’ una di quelle spiagge naturiste dove può succedere di tutto e sotto gli occhi di tutti. Carlo ed io ci stuzzichiamo reciprocamente baciati dal sole e ci divertiamo ad osservare i nostri vicini che ci imitano complici...sembra di essere in paradiso! L’acqua del mare è calma ed invitante, così come sembra essere molto invitante la nostra vicina che si è appena tuffata. Ha un bellissimo corpo, capelli lunghi e neri e ha già un’abbronzatura perfetta. Un attimo prima il suo uomo la stava accarezzando sotto gli sguardi ammiccanti di due ragazzi che si godevano lo spettacolo. Lei, sdraiata apriva e richiudeva le sue gambe come in una danza e il ritmo era dettato dal movimento della mano di lui. Anche Carlo adesso è in acqua, ma è così intento a nuotare che non si accorge di quello che sta per succedere. Uno dei due ragazzi entra in mare e subito dopo l’altro lo segue. Si allontanano un po’ dalla riva e uno di loro fa un cenno alla tipa. Lei dirige lo sguardo verso il suo uomo e dopo pochi gesti, sorrisi, bacini e bacetti, incomincia a nuotare lentamente verso i due ragazzi. Pochi istanti di conversazione e i tre si fanno sempre più vicini. Si intuisce chiaramente cosa sta per nascere, ma sono abbastanza lontani da la lasciar spazio anche ad un po’ di immaginazione. Saremo circa una decina in quell’angolo di spiaggia e tutti con gli occhi puntati nella stessa direzione: loro tre. Carlo continua a nuotare e pian piano si avvicina inconsapevole al centro della scena. Ad un tratto vedo che rallenta la sua andatura, si ferma e parla con i ragazzi. Anzi, non solo parlano, ma lui si è pure avvicinato a loro. Sembra stiano ridendo, però il riverbero del sole rende sfocata l’immagine...cosa avranno da ridere?
Finalmente Carlo riprende a nuotare e si dirige verso la riva. Esce dall’acqua palesando a tutti una evidente eccitazione. Poi si sdraia accanto a me sussurrandomi “Quei due si stanno scopando la tipa”.
“Ce ne siamo accorti tutti” dico io ridendo “Guarda lui, non li perde di vista un secondo!”
“Ma tu, cosa sei andato a fare lì da loro?” gli chiedo “A controllare da vicino, pensa che lei mi ha anche preso il cazzo in mano...è per quello che ce l’ho ancora duro!”
Non dico niente, non è che la cosa mi dia particolarmente fastidio, ma se vuole il gioco pesante, lo accontento subito. Mi alzo in piedi, arrivo fino al bagnasciuga (in realtà è a pochissimi metri da noi) e girandomi verso la spiaggia, incrocio lo sguardo del compagno di quella che va a toccare i cazzi altrui. Mi sorride piegandosi su un fianco...realizzo immediatamente che gli sto coprendo la visuale. Ricambio il sorrido scusandomi, mi avvicino a lui e gli siedo accanto. Insieme ci ritroviamo ad osservare il piacevole trio e a commentare. Lui si chiama Gianni ed è visibilmente eccitato e non smette di farsi scivolare la mano sul cazzo mentre parla con me. Carlo è tranquillamente disteso a pochi passi da noi. Finalmente sembra che i tre stiano per uscire, saluto il simpatico cornuto e, anziché dargli la mano, stringo il suo membro...per un attimo riesco persino a percepire il ritmo del suo pulsare.
Raggiungo Carlo. “Perché ti sei fermata dal tipo?” Mi chiede con fare sornione. “Mi sono seduta lì per vedere meglio cosa facevano quei tre”. Silenzio.
“A proposito, gli ho anche preso il cazzo in mano!” Fatta e tornata in men che non si dica. Carlo non ha il coraggio di replicare se non per dirmi che sono libera di prendere in mano tutti i cazzi che voglio.
Ormai è pomeriggio inoltrato e, avendo anche saltato il pranzo, ci viene voglia di stuzzicare qualcosa. La strada del ritorno è lunga e l’intenzione sarebbe quella di raggiungere dei nostri amici a Bibione prima di sera. Così raccogliamo le nostre cose e ci incamminiamo. Carlo è silenzioso, non vorrei se la fosse presa per prima, ma non è la prima volta che coinvolgiamo altre persone nei nosti giochi, non è da lui. Dopo una lunga camminata raggiungiamo l’auto e da lì proseguiamo fino ad una paninoteca ad Eraclea. “Sei silenzioso, c’è qualcosa che non va?”
“No” fa lui “Stavo pensando a prima, a quei due con la tipa. Mi sarebbe piaciuto se ci fossi stata tu al suo posto”.
“Non sarebbe la prima volta, sai che se capita l’occasione...ma oggi è andata così!”
“Potremmo fare qualcosa che non abbiamo mai fatto prima...è da un po’ che ci penso, ma so che non lo faresti mai, per cui è inutile parlarne”.
“ Cosa ti fa pensare che non lo farei? Perché non mi dici cosa ti frulla in testa senza tanto girarci intorno? Se poi hai ragione tu e non mi va, lo dico e basta, mica mi arrabbio!”
“Mi piacerebbe portarti al cinema, quello di Lugugnana”.
“E quale sarebbe la novità? Mi hai già portato più di una volta a fare la troia nei cinema e non ti ho mai detto di no! Se vuoi ci torniamo, nessun problema”.
“Ci andresti da sola? Cioè, mi piacerebbe aspettarti fuori da qualche parte”.
“Tu sei fuori di testa! No, non credo di sentirmela. Se vuoi facciamo come quella volta che siamo entrati ognuno per conto proprio e abbiamo fatto finta di non conoscerci, ma da sola non mi va!”.
“Ok, lo immaginavo...come non detto”.
Finito lo spuntino fugace, risaliamo in auto e raggiungiamo i nostri amici a Bibione.
La moglie di Angelo, il padrone di casa, ci accoglie un po’ freddina e anche lei non dice che poche parole.
“Hanno litigato prima del nostro arrivo, me l’ha detto Angelo un attimo fa...” mi spiega Carlo.
“Forse è il caso di lasciarli soli, che dici?”
Annuisco e troviamo subito una scusa per togliere il disturbo.
Risaliamo in auto e ci apprestiamo a tornare a casa. Ci vorrà più di un’ora, magari ceneremo strada facendo.
Arrivati all’incrocio di Lugugnana Carlo non accenna minimamente al cinema, ma prosegue dritto in direzione Portogruaro.
“Perché non hai girato? Hai cambiato idea sul cinema?”.
“Non ho cambiato idea, ma se a te non va non insisto...”.
“Ma perché ci tieni tanto a farmi andare da sola?”
“Perché mi piace fare il cornuto”.
“Neanche questa è una novità, mi pare. Lo sai che poi gioco anche con altri, non è abbastanza per sentirsi cornuti?”
“Non è la stessa cosa”.
“Va bene, torna indietro” non so perché ho detto così, devo essermi rincretinita del tutto.
Ma ormai Carlo sta già facendo inversione.
Già sto pensando di far finta di entrare e poi nascondermi nell’attesa di risalire in auto. Sì, ma come? E se si accorge?
Mentre cerco di escogitare uno stratagemma, siamo già parcheggiati in prossimità del cinema. Carlo mi fa togliere l’intimo, mi bacia e mi tocca fino a che non sente di avermi eccitata a dovere.
Mi apre lo sportello e mi fa cenno di andare. “Ci vediamo qui tra un’ora, dovessero esserci problemi fammi uno squillo, io rimango qui vicino”.
E adesso come faccio? Se non entro se ne accorge. Se entro ed esco subito c’è il rischio che mi veda...ed intanto, eccomi alla cassa.
All’ingresso ci sono due tipi che non mi tolgono gli occhi di dosso, sento che commentano sotto voce, ma posso solo intuire ciò che stanno pensando di me. Il tipo alla cassa mi informa che le donne entrano gratis e mi indica l’entrata.
“Se qualcuno le da fastidio, mi chiami pure, non si faccia scrupoli”.
“Non si preoccupi, la ringrazio!”
Entro. Il cuore batte a mille, ora sono tra le due tende e sento l’audio del film. Pian piano prendo coraggio e scosto la tenda che precede la sala. Sullo schermo le solite scene. Cerco di non farmi notare, ma inutilmente...c’è uno appoggiato alla parete che si sta masturbando e nel passargli davanti, lui si sposta fino a sfiorarmi il braccio. Decido di non andarmi subito a sedere, faccio fatica ad orientarmi. La sala è semivuota, saranno in tutto una decina di persone e qualcuno si accorge della mia presenza. Non ci sono altre donne, era prevedibile. Entro veloce nel bagno delle donne con l’idea di rimanerci chiusa fino allo scadere dell’ora. Ecco, adesso mi sento al sicuro. Ho chiuso a chiave la porta alle mie spalle e mi accendo una sigaretta. Intanto sento dei movimenti nell’antibagno, qualcuno prova ad aprire la porta, bussa...ma io sono irremovibile e non fiato.
Dopo una decina di minuti circa qualcun altro cerca di entrare, bussa insistentemente...”Signora, tutto bene?”
E’ il proprietario.
“Sì, tutto bene, stia tranquillo”.
“Vuole che l’accompagni all’uscita? Mi dispiace se qualcuno l’ha importunata, ma c’era da immaginarlo, una bella donna da sola in un posto così...coppie se ne vedono spesso, ma donne da sole mai”.
Le sue parole mi rassicurano e finalmente trovo il coraggio di aprire quella porta.
“Grazie, è davvero gentile a farmi da scorta, è che non ho avuto nemmeno il tempo di entrare che già mi son sentita tutti gli occhi puntati contro e non solo gli occhi!”.
“Mi rendo conto, nessun problema, mi segua pure, l’accompagno io”.
Usciamo dal bagno e dove prima c’era quello appoggiato alla parete, ora ce ne sono quattro e tutti orgogliosi si esibire le loro grazie a me. Arriviamo in prossimità della tenda e non so come, ma trovo il coraggio per chiedergli di fermarsi ancora un attimo con me. Con lui vicino mi sento tranquilla, anche se immagino che non starà lì ancora a lungo. Però comincio a sentirmi meno agitata, quelli in piedi mi guardano e sorridono, dopotutto sembrano innocui. Che sarà mai, penso tra me e me, loro sono qui per quello, sono io quella fuori posto.
“Cosa pensa di fare? L’accompagno all’uscita o si ferma ancora un po’?”
“Credo che andrò a sedermi lì...mi faccia la cortesia di venire a controllare di tanto in tanto...le dispiace?”.
“Non mi dispiace affatto, si rilassi e si goda il film. Torno tra poco.”.
Se ne va e a me tremano un po’ le gambe, ma solo adesso mi rendo conto di essere piuttosto eccitata. Quegli sguardi su di me, quei quattro uomini che si masturbano, stanno facendo l’effetto che Carlo avrebbe gradito.
Ho deciso, subito mi siedo.
Ma prima di avviarmi verso la poltrona, lancio l’ultima occhiata a quegli sconosciuti in piedi sbottonandomi maliziosamente un po’ la camicia. Uno di loro, quello più vicino a me, mi accorgo che sta per godere. Solleva la testa e lascia partire un fiotto di sperma dirigendo il getto verso di me. Distinguo le gocce bianche arrivare a pochi centimetri dai miei piedi...sono quasi fiera della mia reazione. Non solo non sono fuggita, ma quasi mi dispiace che quello schizzo non sia stato un po’ più lungo. Non paga delle mie “prodezze” mi avvicino a lui, con il cazzo ancora gocciolante in mano. E’ un bell’uomo giovane, lo fisso negli occhi e, forse perché mi ha ispirato tanta tenerezza vederlo così, mi viene naturale fargli una carezza sulla guancia. Anche lui sembra colpito dalla mia reazione, però io devo avergli ispirato tutt’altro, perché ricambia il mio gesto infilando la sua mano sporca di sperma sotto la mia camicia. A questo punto anche un altro mi si avvicina, ma riesco a tenerlo a debita distanza.
“Basta così. Io non mi formalizzo, sentitevi pure liberi di fare ciò che volete, ma non statemi addosso, altrimenti me ne vado!”.
Così dicendo finalmente riesco ad accomodarmi. Avevo fissato le mie regole con chiara fermezza, adesso vediamo se saranno rispettate.
Attorno a me si forma un capannello di persone. Sono seduta sulla poltrona esterna e su quella alla mia destra ho posato la borsa in modo che nessuno si avvicini troppo.
Alla mia sinistra, in piedi c’è uno di quelli di prima che continua a masturbarsi, davanti a me altri due e dietro, per il momento, preferisco non saperlo.
Ostento indifferenza e fingo di non vederli.
I due davanti a me assumono le pose più acrobatiche affinché io possa ammirare i loro attributi, ma continuo a far finta di nulla tenendo lo sguardo fisso sullo schermo.
Ora nel resto della sala non c’è più nessuno, sono tutti attorno a me.
“Tutto bene?” sentire la voce del proprietario premuroso mi solleva.
“Sì grazie, per il momento è tutto a posto”.
Girandomi per rispondergli, la prima cosa che vedo è una fila di persone schierata dietro di me.
“Sempre che i suoi clienti rimangano al loro posto”.
“Avete capito? Comportatevi bene...” e se ne va.
I due nella fila davanti sono diventati tre e uno ha il braccio appoggiato sullo schienale. Sta cercando il modo di allungare la mano verso il mio ginocchio. Io continuo a fingere interesse al film e non guardo che lo schermo. Eccolo là, è riuscito a sfiorarmi la gamba, cambio posizione.
Alle mie spalle avverto una presenza un po’ troppo vicina. Mi giro di scatto per dirgli il fatto suo e per poco non mi acceca col suo pisello...era talmente vicino che ne ho avvertito l’odore. Un altro spettatore lo prende per un braccio e lo fa indietreggiare.
“Non vorrete mica che se ne vada? Siamo in troppi, lasciatela tranquilla”.
Ma niente, dopo qualche istante avverto ancora la stessa presenza di prima, però stavolta distinguo chiaramente il rumore di una sega...si masturba attaccato alla mia guancia destra. Faccio finta di nulla e intanto quello che prima provava a toccarmi, adesso ce l’ha fatta. Ho la sua mano sul ginocchio.
“Se rimanete al vostro posto mi lascio andare anch’io, ma così non ci riesco. Non voglio essere toccata!”.
A quelle parole finalmente tutti i presenti si allontanano, tranne quello dietro di me.
Sbottono per bene la camicia e comincio a toccarmi i seni. Quello dietro, per godersi meglio lo spettacolo, si sporge ancora di più e adesso sento il suo cazzo che è letteralmente appoggiato sulla spalla. Decido di ignorarlo. Adesso che gli altri sono tutti più distanti li guardo anch’io e la cosa mi eccita da morire. Sollevo un po’ la gonna e mi sgrilletto, esattamente come stanno facendo loro. Essere guardata così mi manda in estasi. Neanche iniziato il divertimento, si accendono le luci in sala, la prima proiezione è finita. Sono imbarazzatissima, mi ricompongo e vado a chiudermi di nuovo in gabinetto raccomandando a tutti di lasciarmi il posto libero.
Però stavolta non mi chiudo a chiave, che senso avrebbe? Mi accuccio per fare pipì e all’improvviso qualcuno apre la porta.
“Perché non la lasci aperta?”
“Se avessi voluto chiuderla avrei usato la chiave”
“Posso rimanere qui?”
“Lì dove sei adesso va benissimo”
Nel frattempo lui estrae il cazzo e, accarezzandolo lentamente, mi fissa negli occhi.
Finito di fare pipì mi alzo, ma per uscire sono costretta a passargli molto vicino, talmente vicino che il contatto con lui è inevitabile.
“Voglio godere, ti fermi ancora un attimo?”
“Ok, ti guardo, ma stai attento che non entri nessuno, d’accordo?”
Per tutta risposta si appoggia alla porta impedendo così a chiunque di entrare.
I suoi movimenti si fanno sempre più veloci.
“Fammi vedere le tette!”.
Mi sbottono di più la camicia.
“Lasciati toccare”
Sono come in trance, potrebbe chiedermi qualunque cosa. Così muovo un passo verso di lui e lo lascio fare.
“Non riesco a venire” mi fa lui “E’ la seconda sega che mi faccio stasera”.
A quelle parole lascio scivolare la borsa a terra e comincio ad accarezzarlo. Lui mi bacia i seni e io lo masturbo...pochi attimi e mi viene tra le mani.
“Grazie, sei bellissima!”
“Non servono i ringraziamenti, ma aspetta solo un attimo che mi sciacquo le mani e mi rivesto.” Invece, non appena girata verso il lavandino, l’uomo se ne va ed un altro si intrufola al suo posto.
A quel punto mi incazzo e gli urlo di andarsene.
“Ma poi torni in sala o te ne vai?”
“Torno, torno, ma per adesso basta così!”
Ritorno in sala, mi siedo al mio posto e riprendo la visione del film.
Di nuovo gli animi si surriscaldano e ricominciamo da dove eravamo rimasti prima dell’interruzione, l’unica differenza è che adesso quello davanti mi accarezza le gambe e quello dietro, sempre col cazzo appoggiato su di me, mi sbottona un po’ di più la camicia.
Un poco alla volta, vedendomi più serena e disponibile, anche gli altri cominciano ad accarezzarmi. Quello dietro mi palpa le tette e i capezzoli diventano turgidissimi. Il suo cazzo continua a strusciare sulla mia pelle nuda ed è una sensazione che incomincio ad apprezzare. Un altro mi si avvicina di fianco, si inginocchia accarezzandomi l’interno coscia...sbrodolo. Non appena una mano mi sfiora il clitoride, godo all’istante e stavolta sono io ad inarcare la schiena così tanto da ritrovarmi il cazzo di quello dietro sulla faccia. Rimango ancora così facendo in modo che il tipo possa approfittare della mia posizione per sfiorare con la sua cappella gocciolante le mie labbra socchiuse.
Non resisto più, decido di lasciarmi andare e così spalanco la bocca per assaporare quel cazzo sconosciuto. Intanto sono praticamente nuda e ho mani che mi toccano ovunque. Mi giro con le gambe sul poggiolo esterno lasciando così la mia figa a disposizione di dita e lingue che si alternano voracemente mentre io continuo il pompino appena cominciato. Lui mi viene in bocca quasi subito e non ho nemmeno il tempo di deglutire che già un altro prende il suo posto. Questo sì che è un signor cazzo, grosso, duro, nodoso ed ha un buon sapore. Sento che qualcuno mi sborra addosso, ma adesso la mia concentrazione è tutta per questa meraviglia che mi affonda in gola. Sento ancora schizzi su di me, mi piace un casino! Il tipo a cui sto succhiando la cappella estrae un preservativo.
“Vuoi venire col preservativo?”
“No” mi fa lui sorridendo “Voglio scoparti, posso?”
“Certo che puoi, con quell’affare puoi farmi quello che vuoi”
“Anche il culo?”
“Intanto scopami, maiale!!!”
E così esco dalla fila di poltrone con la mia borsa in mano, mi appoggio ad una di esse e finalmente mi sento penetrare da quella meraviglia della natura. Davanti e a fianco a me ci sono tutti gli altri presenti, persino il proprietario vorrebbe la sua parte.
Ormai non ho più freni e godo a ripetizione. Il tipo che mi scopa da dietro si stacca un attimo, mi prende per mano e mi accompagna fino alle poltrone di mezza sala, in modo da avere più spazio a disposizione, si siede e mi fa salire a cavalcioni su di lui. Effettivamente così è più comodo anche per gli altri. Sono rimasti in cinque o sei compreso il titolare. Con la coda dell’occhio scorgo che un altro si infila il preservativo, si vorranno dare il cambio? Non mi sembra che il tipo che cavalco abbia alcuna intenzione di muoversi da lì. Succhio, sego, bacio tutti e sono sporca ovunque di sborra. Adesso capisco il perché di un altro preservativo, qualcuno mi sta leccando dietro e con le dita umide cerca di farsi strada. Chiunque sia è bravo, le mie poche resistenze crollano in pochi secondi e accolgo quasi supplicandolo l’altro benvenuto ospite.
“Troia, puttana, succhia mentre ti inculo…”
Quelle parole ottengono il risultato sperato e raggiungo un altro orgasmo da urlo! E urlo davvero... Un altro mi viene addosso mentre gli altri due continuano a stantuffare avanti e indietro senza sosta. Ora è il turno di uno che neanche avevo notato prima, sale in piedi sulla poltrona a fianco segandosi come un invasato, mi prende la testa tra le mani e con forza mi costringe tenerlo tutto in bocca mentre vi riversa dentro una generosa quantità sborra. Quello che mi incula in doppia dopo un po’ si ferma, mi solleva, scambia uno sguardo di intesa con il suo dotato complice e lì capisco che vogliono che cambi posizione. Mi dicono di girarmi, che vogliono scambiarsi i ruoli. Quindi mi siedo nuovamente sullo stesso, ma stavolta lo faccio scivolare nel culo. Lo faccio entrare molto lentamente, in modo da godermi ogni suo centimetro. Mi sdraio all’indietro, sollevando leggermente le gambe in modo da agevolare l’altro che adesso si appresterà a scoparmi. Sono in loro balia. Pochi colpi ancora e quello che ho di fronte si stacca da me, sfila veloce il preservativo e mi viene addosso strofinandomi poi il cazzo su tutta la faccia. Lo pulisco con cura e ci salutiamo. Poi realizzo che è tardi, mi ricompongo alla meno peggio, la mia faccia e tutto il mio corpo sono pieni di crema densa dall’odore inconfondibile. Guardo l’ora e sono in ritardo di una decina di minuti. Chiamo subito Carlo.
“Amore sto arrivando!”
Il tipo che avevo sotto di me mi guarda interdetto, come a dire “E io?”. Lo invito a sfilarsi il preservativo e a seguirmi che per lui ho in serbo una sorpresa. Usciamo di corsa ed io sono ancora mezza nuda, raggiungiamo Carlo in macchina e faccio salire il giovane dietro.
Salgo dal lato passeggero, bacio il cornuto per fargli sentire il sapore che ho in bocca e passo la sua mano sul mio corpo che è ancora grondante di tutte le sborrate ricevute.
“Adesso te ne stai seduto qui e ci guardi, cornuto!”
Così scendo e raggiungo quel bel giocattolo seduto dietro. Glielo estraggo con foga...si è un po’ afflosciato. Meglio così, forse adesso riuscirò a farlo scivolare tutto in bocca fino in fondo. Ma bastano pochi miei movimenti per farlo ritornare duro e grosso com’era poco prima.
Mi dedico a lui con tutta me stessa. Lo succhio, ci sputo sopra, lo sego con entrambe le mani e poi di nuovo cerco di farlo scendere il più possibile in gola. Carlo intanto mi osserva incredulo e compiaciuto. Il giovane amico cerca di rallentare, sento che vorrebbe durare ancora per prolungare il piacere, ma io non gli do retta, anzi, aumento volutamente il ritmo...lui capisce che è arrivato il suo momento, smette di opporre resistenza e si abbandona al mio volere stringendomi i seni fino a farmi male. Sento, accarezzandogli i testicoli, che qualcosa di incredibilmente copioso stava spingendo per uscire. Mi fermo giusto un attimo per guardarlo negli occhi.
“Sei pronto?”
E senza aspettare risposta, sono di nuovo su di lui...quasi mi soffoco. Quello che sento è il grido, seppur soffocato, di un orgasmo lungo, selvaggio, liberatorio. Lo faccio uscire dalla bocca solo per ammirare da vicino gli ultimi suoi schizzi e poi rimango ancora un po’ lì a coccolarmelo, a baciarlo senza mai perdere il contatto con Carlo, prima di salutarlo per sempre.
Non so come si chiamasse il tipo e non lo vorrei nemmeno sapere.
Non sono pentita affatto di ciò che è successo quella sera, però dubito che lo rifarei.
D’altra parte, quando un film lo hai già visto...


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