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IL RIFUGIO parte 2


di SweetMaster2023
25.07.2023    |    4.007    |    4 8.7
"“Lei devi scoparla dolcemente, non è come me…”, si raccomandò Arianna appena prima di entrare..."
La tendina, una piccola igloo a 4 posti di colore mimetico, era stata allestita con maestria su un piccolo pianoro nascosto alla vista degli escursionisti che utilizzavano il sentiero per giungere al colle, poco al di sotto, circondata da Campanula tyrsoides, una specie rara per la regione ma abbondante sul versante svizzero.
Proprio lì accanto c’era un complesso di tane di marmotta che apparteneva a una delle famiglie che stavo studiando: se non si fosse trattato delle mie amiche, avrei dovuto farla smontare immediatamente, quella tenda, prima che recasse disturbo ai roditori, che benché fossero in genere piuttosto tolleranti nei confronti del disturbo antropico, non lo gradivano assolutamente al mattino presto, allorché dovevano uscire dalle tane.

Mi auto-gistificai pensando anche che si trattava in ogni caso di una situazione temporanea di breve durata, e tanto bastò a silenziare la mia coscienza etica, un po’ meno quella professionale.

Siccome era ancora presto per andare a dormire, ci fermammo fuori a bere del thè caldo: suggerii di rimanere in silenzio per godere della luce azzurrina che precede il buio della notte, che rende le maestose montagne della catena del Monte Bianco ancor più magnifiche, ammantandole di un senso di mistero esaltato dal contrasto tra il bianco dei ghiacciai e lo sfondo scuro e misterioso delle sagome rocciose. L’aria fresca e tersa iniziava a diventare umida, e ormai anche i fischi delle marmotte erano cessati, segno che erano andate a dormire.
“E’ ora di andare a dormire”, disse Maria, “venite anche voi?”
“Mi lavo i denti e arrivo”, dissi allegramente, e mi appartai un pochino per svolgere l’operazione con l’ausilio della borraccia.
In verità speravo che Arianna mi avrebbe seguito dietro la tenda, ma non successe e un po’ me ne dispiacque: per me l’igiene orale era sempre stata importante, e avevo notato che loro avevano lavato i denti l’ultima volta dopo la cena al rifugio, ma poi avevamo bevuto insieme il thè con il miele, e sarebbe stato necessario anche per loro ripetere la procedura.
Lo so, lo so cosa state pensando, che sono un maniaco fissato, e che invece di pensare alla notte che mi si prospettava come molto molto interessante, pensavo a lavarmi i denti.. forse avete ragione, ma vi sto raccontando la verità, io sono così, un po' ingenuo e fissato, inutile fingere.

Terminata la pulizia orale, mi avvicinai alla tenda per entrarvi anch'io, dopo aver tolto le scarpe, le calze e smesso i pantaloncini corti e la maglietta lasciandoli sull’uscio, ma sollevando la tenda ebbi la prima sorpresa: le due donne si stavano baciando appassionatamente, completamente nude sopra ad un sacco-a-pelo doppio che rendeva più soffice il sottostante materassino auto-gonfiante: Maria era in posizione leggermente dominante, e teneva una mano sul pube di Arianna.
Mentre si baciavano vidi nella penombra che la mano di Maria compiva un movimento lento ma profondo di andirivieni sul pube dell’amica, segno che o le stava accarezzando la clitoride, o forse la stava già persino penetrando con le dita. Mi fu subito chiaro che Arianna svolgeva un ruolo passivo, almeno in qual momento.

Invece di entrare, indugiai a lungo sulla soglia per ammirare cotanto spettacolo che veniva regalato ai miei occhi, e ringraziai la vita ancora una volta per quel ben di dio che avevo davanti.
Mi sembrò per un attimo di essere al cinema… porno, ovviamente.

Avrei voluto passare tutta la notte a guadare quei corpi intenti nel reciproco atto di regalarsi piacere: la biondina coi piccoli seni guizzanti sul corpo esile ma comunque tonico, e la bruna con le tette abbondanti e il fisico muscoloso, con il ventre scolpito dagli addominali: sentii però presto la mano di Arianna che, protendendosi indietro, mi afferrava un braccio esercitando un chiaro invito a unirmi a loro.
Mi piacque molto anche pensare al fatto che malgrado l’eccitazione profusa nei baci con l’amica, la donna fosse anche concentrata su di me, tanto da avermi sentito arrivare malgrado fossi stato piuttosto silenzioso.

Mi risolsi quindi a unirmi a loro, ma in modo lieve, baciandole e accarezzandole entrambe dappertutto, profondendo grattini e massaggini a quelle schiene bianche e profumate, percependo distintamente il timore di rompere quell’incantesimo, e la voglia di non farlo finire mai.

Avvertii nuovamente un invito da parte di Arianna a sostituirmi a lei nel baciare l’amica: iniziai quindi a succhiarle le labbra dolcemente, ma la sentii immediatamente cambiare intensità e affondarmi la lingua, mantenuta dura, in bocca, con foga, in modo quasi prepotente che mi sorprese un pochino: evidentemente cercava cose diverse a seconda che facesse sesso con una donna o con un uomo.

Essendo io naturalmente predisposto alla dominazione, decisi di prendere il sopravvento su di lei, quindi la afferrai per un orecchio e le torsi la testa in malo modo, fino a sentirla gemere di dolore. Contemporaneamente però sentii una mano che mi afferrava i testicoli e iniziava a stingerli in modo vigoroso, quindi gridai a mia volta per il forte dolore provato!
“Lasciala immediatamente!”, mi ordinò Arianna con voce stentorea e profonda.

Mollai subito la presa, molto dispiaciuto che il mio gesto non fosse stato apprezzato e, soprattutto, che potesse essere interpretato coma un sopruso bello e buono.
Sentii quindi arrivare un forte ceffone dall’altra parte, e Maria che diceva:“Non provarci mai più, o sarai allontanato, coglione!”.

Coi testicoli dolenti e la guancia arrossata chiesi scusa con voce appena percttibile e contrita, vergognandomi di me stesso: non sapendo quanto fosse stato percepito come grave il mio rozzo tentativo, rimasi in silenzio e in attesa degli sviluppi: ci pensò Arianna a sbloccare la situazione, trasformando la presa sui testicoli in una sorta di dolce massaggio dall’intento antidolorifico, benché blando vista la precedente vigorosa stretta, ma contemporaneamente sentii che con un dito mi stava accarezzando l’ano in modo sempre più preciso, finché non ebbi più alcun dubbio che volesse entrare; si fermò un attimo, si inumidì con la saliva il medio e finalmente, dopo averla usata per lubrificarne l’ingresso, mi entrò a fondo:“Devi pagar pegno”, mi disse sorridendo, per stemperare la tensione.
“E ricorda che non sono io la sottomessa", mi suggerì Maria all’orecchio, stavolta con voce molto più dolce, ma che conteneva anche una spiccata componente maliziosa.
“Hai solo sbagliato persona, scemotto”, mi disse quindi Arianna iniziando a baciarmi molto dolcemente.

Che idiota che ero stato a non interpretare correttamente la situazione! E dire che di primo acchito mi ero accorto che tra le due la bionda sembrava dominare sull’altra: non mi ero fidato di quell’intuizione, e avevo sbagliato. Ci stavo ancora male.

Ora baciavo la bionda mentre Arianna mi infilava il culo e mi masturbava il cazzo con l’altra mano, godendosi stavolta lei lo spettacolo di noi che ci scambiavamo lingua e saliva in modo finalmente rilassato: Maria ed io eravamo in ginocchio sollevati uno di fronte all’altra, cosicché ad Arianna venne facile smettere di menarmi il cazzo e iniziare a lavorare anche la sua amica da dietro, non sapevo ovviamente in quale orifizio. Ci stava masturbando entrambi, con le mani affondate nelle natiche di entrambi, e finalmente si unì ai nostri baci offrendoci anche le sue lingua e bocca, che si mescolarono armoniosamente alle nostre. Realizzai che a quelle due piace un sacco baciare, sembravano non averne mai abbastanza!

Estraendo le dita da Maria, Arianna mi invitò poi a succhiarle con tutti gli umori che le bagnavano abbondantemente: non esitai a farlo, ma non nascondo che ebbi un momento di incertezza pensando alla questione sanitaria. Intuii però subito dal gradevole odore che la microfauna batterica doveva essere sana, in quanto priva di qualsiasi nota sgradevole o pungente, e questo mi tranquillizzò almeno in parte. D’altronde, pensai, da lì a poco sarei sicuramente stato chiamato a dar loro soddisfazione con la lingua, quindi avrei comunque dovuto espormi a quel rischio.

In affetti, quando furono finalmente soddisfatte dei lunghi giochi con la bocca, si misero senza pudore alcuno a gambe spalancate verso di me, e se la fecero leccare a lungo.

Non sono mai stato molto bravo nel cunnilingus, anche perché mi stanco in fretta e la mascella mi duole dopo pochi minuti, solo che non appena accennavo a rallentare il ritmo mi arrivava un ceffone, una tirata per i capelli, una presa per le orecchie o una strizzatina ai testicoli, per fortuna non forte come la prima, con le quali entrambe mi facevano capire non solo che avrei dovuto continuare, ma che provavano grande piacere nel trattarmi come uno schiavetto al loro servizio.

Era un ruolo a cui non ero abituato, e che con le donne non mi era mai stato congeniale, ma ovviamente feci buon viso a cattivo gioco, perché comunque si trattava di un’esperienza bellissima, che però avevo la netta sensazione di non essere ancora riuscito a interpretare correttamente.

Mi impegnai con entrambe, ma riuscii a far venire solo la mia preferita, Arianna, che ebbe un forte orgasmo inarcando la schiena, sussultando e gemendo piuttosto forte. La posizione isolata della tenda rivelava adesso tutta la sua utilità.

“Sei pronta?”, sentii Maria chiedere all’amica, che rispose con un mugolio sommesso che solo chi la conosceva bene poteva interpretare.
Io lo capii perché si mossero entrambe in modo che, nella piccola tenda, mi ritrovai sopra di lei, aperta e bagnata, inequivocabilmente bisognosa di cazzo.

Memore della figuraccia precedente, appoggiai il glande alle grandi labbra con l’intento di entrare dolcemente, ma Maria all’orecchio mi incitò, diventando improvvisamente volgare:“Sfondala, la troia! E’ una vacca da cazzo grosso, una puttana!”

Quelle parole, di per sé terribilmente sconvenienti, ebbero su di me l’effetto di una frustata e mobilitarono litri di adrenalina e testosterone, con l’effetto di eccitarmi terribilmente: le entrai quindi con un colpo terribile, che la fece gridare dal dolore, e sebbene fosse anch’essa molto bagnata, non riuscii ad arrivare in fondo, così mi ritrassi un pochino e tornai alla carica, stavolta andando con la cappella a contatto con la bocca dell’utero.

La pompai ripetutamente in modo selvaggio, predisponendomi a contare, come mia consuetudine, i primi 100 colpi, solo che dopo una trentina stava già di nuovo venendo e sussultando.
“Continua a sfondarla!”, mi incitò Maria mettendosi sopra di lei, in modo da piazzarle la figa in faccia e farsela leccare.

Ero di nuovo in una posizione fantastica, dalla quale potevo ammirare Arianna che leccava con gusto la figa all’amica, e da lì mi accorsi anche che potevo coi miei colpi variare la frequenza e l’intensità dei suoi: più si sentiva penetrata a fondo, più acuiva il mugolio e aumentava la velocità della lingua sulla clitoride dell’amica; in pratica, guidavo io, ed era una meravigliosa sensazione :-)

Mano a mano che si eccitava, Maria diventava più aggressiva nei miei confronti, dapprima insultandomi con frasi del tipo:“Sei un porco maiale!”, poi, probabilmente perché vicina all’orgasmo, cercò di nuovo di mollarmi un ceffone in faccia. Questa volta però non glielo permisi, e afferrandole il braccio che già proiettava il palmo della mano contro di me, la sbilanciai in avanti e le offrii di baciarmi al posto che picchiarmi.
Voleva essere un piccolo gesto di ribellione, e lei, non potendo comunque fare altro, accettò il baratto di malavoglia, offrendomi una bocca e una lingua moto meno entusiaste di prima.
Almeno, le avevo fatto capire chiaramente che non ero disposto a sottomettermi a lei.

Finalmente la lingua di Arianna ebbe il suo effetto, e anche Maria venne copiosamente nella sua bocca, emettendo un gridolino acuto lunghissimo, molto buffo, che non avevo mai sentito da una donna mentre viene: stava anche strofinando con forza la figa sulla bocca dell’amica, tanto che temetti che le potesse fare male. Invece, lo spettacolo regalò anche a lei un nuovo orgasmo, propiziato dai miei forti colpi, che non avevano smesso nemmeno per un secondo di accanirsi nella sua vagina.

Ci prendemmo una pausa, tutti e tre esausti, mentre io iniziavo anche a percepire la stanchezza accumulata dalla giornata di lavoro; eravamo tutti molto sudati, benché l’aria della notte ormai fonda fosse fresca. Uscii dalla tenda per recuperare almeno la maglietta, mi dissetai e porsi loro la bottiglia dell’acqua, alla quale si attaccarono con piacere.

“Cosa vuoi fare, Gabriele, sei già stanco? Vuoi dormire?”, mi chiese provocatoriamente Arianna col sorrisino beffardo di circostanza, dopo essere a suo volta uscita dalla tenda e avvicinata.

In altri tempi e occasioni forse avrei accettato la sfida a costo di sfinirmi, per dimostrare la mia forza e resistenza sessuali, ma per la prima volta in vita mia percepii distintamente che non mi interessava affatto farlo:“Se posso esser sincero, vorrei che mi faceste godere penetrandomi ancora il culo e permettendomi ancora di scoparvi, per poi addormentarmi dolcemente tra le vostre coccoline, abbracciati e nudi. Questo è ciò che realmente desidero!”, dissi appassionatamente.

Evidentemente molto sorpresa dalla risposta, Arianna si commosse e le vennero le lacrime agli occhi, mi gettò quindi le braccia al collo di slancio e mi baciò intensamente, sussurrandomi, stavolta con mia enorme sorpresa:”Lo sai che da oggi sono tua, vero?”

Quelle parole straordinarie mi provocarono immediatamente una nuova, forte erezione, e mentii spudoratamente:“Shhtt!! Lo so, lo so benissimo, non devi aggiungere altro…”.
La strinsi a me con forza e rimanemmo abbracciati in silenzio, seminudi, ad ascoltarci il respiro, mentre una sottile brezza fresca ci accarezzava lievemente; le presi quindi la mano e la guidai sul pene, per renderla partecipe dell’effetto che mi aveva fatto, cosa che gradì a sua volta iniziando di nuovo a masturbarmi dolcemente.

“Quando voi piccioncini avete finito, potete rientrare e chiudere la tenda, che ho freddo?”, sentimmo dire a Maria dall’interno, con finto tono di rimprovero: ebbi la netta sensazione che lei sapesse già da tempo come sarebbero andate le cose.

Ci guadammo con uno sguardo di intesa, e sorridendo a lei dissi all’altra:”Ancora un momento, Maria, perché devo fare pipì, poi arriviamo”.
Presi Arianna per mano, la portai per un breve tratto dietro la tenda e mi misi a pisciare davanti a lei, in modo evidentemente scostumato, per vedere la sua reazione, che non si fece attendere: prima mi prese in mano il pene divertendosi a dirigerne il getto, poi, terminata la minzione, me lo ripulì prendendolo tutto in bocca, come mai aveva ancora fatto fino a quel momento: non osai ripetere l’errore di prima spingendoglielo troppo a fondo, essendo grosso non entrava infatti che per metà circa della sua lunghezza, ma fu lei stessa a spingerselo più a fondo possibile, con ostinazione, fino ad avere dei conati di vomito. Le piaceva anche farsi scopare la bocca, e ci teneva a farmelo capire, quindi mollai a mia volta gli ormeggi e le spinsi la testa con forza, tenendole il pene fermo in gola per svariati secondi ad ogni colpo.
Quando la sollevai, vidi che le lacrime le scendevano sulle guance, ma contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non stava piangendo – anzi, sorrideva! Era semplicemente l’effetto dell’averle spinto a fondo il cazzo dentro.
“Amo la sottomissione, e sono in questo piuttosto esperta, l’hai capito vero?”, mi chiese fissandomi negli occhi intensamente.
“Lo so, tranquilla che ti userò a fondo, fino a dove me lo permetterai…”
“Anche oltre, Gabriele, anche oltre….ho bisogno di questo!”, affermò a bassa voce, ma quasi con fierezza.

Si abbassò a fare a sua volta la pipì, e come prima lei aveva fatto con me, una volta terminato la pulii leccandola a fondo, poi sorridendo entrambi, gli occhi nelgi occhi, rientrammo con la felicità tipica dell’innamoramento nel cuore.

“Lei devi scoparla dolcemente, non è come me…”, si raccomandò Arianna appena prima di entrare.
“Stai tranquilla, ho imparatola lezione...e poi ho una paura matta che tu mi faccia a pezzi i testicoli!”, risposi divertito.

Mentre penetravo con cautela l’amica, Arianna si occupò del mio culetto con dedizione, leccandomi a lungo l’ano e lavorandomelo poi nuovamente con le dita come aveva fatto prima, solo che stavolta ne infilò due, sempre più a fondo, con mio grande piacere.
Il ritmo divenne sempre più intenso, e quando diedi finalmente una decina di colpi forti anche a lei, Maria venne di nuovo, gridando in modo buffo come poco prima: con un ultimo colpo di reni, affondai completamente in lei e venni a mia volta, facendola gridare e rantolando come un porco.
In quel momento esatto, pensai che avrei voluto esser dentro ad Arianna, ma fu un pensiero poco gentile che non mi lasciai sfuggire.

Il breve resto della notte trascorse esattamente come avevo chiesto, con le coccole delle due ragazze che mi consegnarono in breve tempo nelle braccia di Morfeo fino al mattino dopo, allorché, come avevo immaginato, lasciai molto presto la tenda alla volta della colazione che mi aspettava al rifugio, mentre le ragazze rimasero a dormire, seppi dopo, fino a tardi.

Una nuova passione era nata, si trattava ora di coltivarla col concime dell’amore, della passione e della sessualità, ben sapendo che non sarebbe stato facile unire due mondi così diversi: ma valeva assolutamente la pena provarci!
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