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La ragazza con l'orecchino di perla - Capitolo 7


di Bellastronza69
06.01.2022    |    2.327    |    3 9.9
"Lei provò a toglierlo ma la bloccai tenendola per la spalla..."
Entrate in camera da letto ripresi a baciarla.
Molto lentamente, con passione, volevo che quel momento fosse intenso e speciale.
Portai le mani sui suoi fianchi mentre lei portò le sue dietro la mia nuca.
Le carezzai la pelle nera e il gluteo perfetto.
Presi coraggio.

Molte cose erano cambiate in quel weekend. Michele era praticamente morto, era nata Paola dalle sue ceneri. Un ragazzo che non aveva mai avuto una relazione, non aveva mai avuto dei rapporti, aveva scoperto la sua vera natura grazie ad una sconosciuta.
All’inizio era pura curiosità, ma lei, quella ragazza dai neri capelli ricci e gli occhi color zaffiro, mi aveva aperto la porta ad una nuova vita. Una vita che in cuor mio speravo di vivere.

Tolsi le labbra dalle sue. Percorsi il suo collo esile e arrivai all’incavo che si crea alla base ed iniziai a passare lentamente la lingua.
La sbattei con la schiena al muro e continuai a leccarla.
Scesi ed arrivai al capezzolo. Dapprima disegnai la circonferenza dell’areola, poi iniziai a morderlo, senza farle male.
Lo sentii diventare turgido.
Scesi sul ventre piatto e mi trovai a tu per tu con il suo pene grande, nero e pulsante.
Lo baciai a partire dalla base. Notai che si stava inturgidendo a vista d’occhio.
Iniziai a percorrere con la lingua ogni vena che ricopriva il tronco.
Mi spostai e indugiai un po’ sulle palle, mordendole con delicatezza e poi accogliendole nella mia calda bocca.
Ritornai sull’asta, con la mano lo scappellai meglio anche se era già quasi completamente esposto e iniziai lentamente ad alternare piccoli colpi di lingua a piccoli baci dati sulla cappella.
Aprii maggiormente la bocca e sporsi un po’ la lingua.
Lentamente lo feci scivolare. Lo sentii arrivare all’ugola ancor prima che riuscissi a prenderlo tutto. Provai a farlo entrare ma sembrava che la mia gola non volesse.

Mi carezzò il viso con le dita e disse: “È tutto ok. Non devi sforzarti, sta tranquilla”.

La presi come sfida personale. Mi sforzai, sentii la cappella oltrepassare l’ugola e occupare tutto lo spazio disponibile dietro la lingua.
Sentii nuovamente l’urto del vomito ma lo cacciai indietro.
Iniziai a muovere la lingua.
Ormai non ero più in grado di respirare con la bocca.
Mallory iniziò ad ansimare e gemere di piacere. Si portò una mano tra i capelli e chiuse gli occhi, mentre con l’altra mi teneva la testa.
Io strinsi forte le sue natiche con le mie.
Continuai imperterrita a tenere il suo pene nella mia bocca mentre con molta delicatezza iniziai a stimolarle l’ano, facendo entrare e uscire il medio senza sosta.

“Paola, ti prego, sto venendo.” Urlò lei portando la testa al muro e rilassando le spalle in segno di resa.
Lasciai andare un poco il pene dalla mia morsa ed iniziai a succhiare con più forza e vigore.
Un fiotto caldo riempi la mia bocca.
Poggiai le ginocchia a terra. Tirai fuori il pene dalla mia bocca e le mostrai tutto il cavo orale pieno.
Chiusi la bocca, sorrisi e mandai giù.
Sebbene fosse calda, la sensazione per me fu la stessa di bere dell’acqua a grandi sorsi in una calda giornata di agosto.
Mallory si accovacciò e mi baciò ancora.

“Prendimi” mi disse.
Si poggiò con le mani sul materasso e si piegò.
Il suo ano era perfettamente visibile, aperto, pulsante e pronto per accogliermi.
Il mio uccello era completamente eretto e mostrava orgoglioso i suoi diciassette centimetri di lunghezza.
Poggiai la cappella con delicatezza.
Sentii molto attrito, faceva male.
Mallory lo capì subito e prese l’iniziativa.
Si sedette sul letto e poggiò la testa sul bordo.

“Fottimi la bocca” mi disse. La aprì e ci infilai completamente il cazzo dentro.
Lei iniziò a ricoprirlo di saliva, poi dopo circa un minuto lo tirò fuori.
Il mio pisello era completamente umido, sembrava ricoperto da gel.
Lei si rimise a pecora ed io ripresi.
Questa volta entrò quasi senza sforzo ed iniziai ad affondare dei colpi lenti e precisi.
Mallory nel frattempo iniziò a segarsi. Questo mi eccitò ancora di più ed io aumentai il ritmo.
Lei poggiò il petto sul materasso. Poggiai i miei pollici sulle sue fossette di venere e la scopai con violenza.
La schiaffeggiai con la mano destra. Ad ogni colpo lei urlava e mi implorava di dargliene ancora, e ancora, e ancora.
Venni.
Lasciai il pene pochi secondi all’interno e poi lo tirai fuori. 
Il buco ben dilatato lasciava spazio per circa due dita. 
Mallory era ancora ferma con la schiena inarcata e le gambe divaricate.
Si formava dello spazio tra il suo bacino e il materasso.
Poco vicino al suo uccello era pieno di sperma che le era fuoriuscito mentre la inculavo.
Portai sotto la testa, con i capelli che le sfioravano il ventre. Leccai tutto, non ingoiai e riportai la lingua nel suo culo.
La sentii tremare. Continuai così, finché non iniziò a contrarsi ripetutamente.
Mallory tremò e cadde di ginocchia per terra.
Si rialzò goffamente, si sedette sul letto e mi tirò a sé.
La baciai ancora e ci distendemmo.
Continuammo a baciarci e a toccarci per circa dieci minuti, finché non sentì il suo enorme arnese di venti centimetri diventare nuovamente di marmo. 
Lei mi guardò e sorrise. Io ricambiai il sorriso. 
Mi sentivo pronta. Mi girai di pancia all’aria e divaricai le gambe. 
Lei si era già portata su di me, continuandomi a baciare.

“Forse girata ti farebbe meno male” mi disse.
“No” le risposi. “Voglio vedere i tuoi occhi”.

Poggiò la cappella umida sul mio ano. Iniziò a spingere. Sentii un bruciore fortissimo. Digrignai i denti e iniziai a lacrimare. Lei provò a toglierlo ma la bloccai tenendola per la spalla.
Una mano stringeva il materasso quasi fino a strapparlo.
“Ho detto che lo voglio.” le dissi.
Lei spinse. 
Venti centimetri di cazzo stavano entrando nel mio culo.
Era un po’ come il capodanno a Times Square.

Prima o poi la palla, in questo caso due, sarebbe arrivata alla base.
Finalmente entrarono tutti. 
“Adesso, scopami” le dissi e lei iniziò a muoversi, dapprima lentamente, poi sempre più forte.
Il mio cazzo era di nuovo enorme e duro e strusciava contro il ventre di Mallory.
Non riuscii a trattenermi e sborrai.
Prima che lo facesse lei, venni un’altra volta.
Infine, sentii un getto riempirmi la parte finale dell’intestino.
Lei rimase dentro, mi baciò. 
Poi, non appena iniziò ad ammosciarsi, tirò fuori il pene. Ci abbracciammo e ci scambiammo l’ennesimo bacio della serata.

La mia prima volta fu completamente diversa da come me l’ero sempre immaginata ma non fui delusa.

Le disegnai la linea dei fianchi con le dita. Poi scesi attorno ai glutei e le passai due dita sul buco. Era ancora ricoperto di sperma, così le aprii le natiche e ci infilai due dita.
Le tirai fuori completamente ricoperte del mio umore. Ridemmo e le passai le dita sulle labbra.
Lei lecco avidamente. Fece lo stesso con me, ma mi fece aprire la bocca e infilò la mano. Ripulii avidamente e le sorrisi.

Ci addormentammo, l’una avvinghiata all’altra.
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