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MAURA


di lecap
23.07.2021    |    7.131    |    2 8.8
"Così, ripiegata su stessa e ancora bagnata, si dovette insaponare prima il triangolo di peli e successivamente raderselo di fronte a tutti..."
(liberamente tratto da Il medaglione di Sissi, volutamente mai pubblicato)

Lei è Maura.
Matura, bella, sensuale.
Sicura di se, dotata di autocontrollo e positivamente decisionista.
Ha studiato molto, professionista e con parecchie persone che ricevono ordini da lei.
Mamma esemplare e quotata esperta nella sua qualifica professionale.
Ma da qualche tempo frequenta quell'uomo che ha aperto, per primo nella sua vita, delle serrature che neppure lei aveva cognizione di possedere.
Per lui, ha inventato la scusa di dover partecipare ad un inesistente corso di aggiornamento professionale.
Sempre per lui, ha accettato una prova fino a qualche tempo prima, neppure immaginabile.
Ora è lì, silenziosa e ubbidiente in quella città diversa dalla sua.
Mille fremiti le scorrono dentro, provocandole brividi gelati di paura e folate di caldo impetuoso.
Immobile ad ascoltare mille sguardi posati su di lei.
E’ nuda, indifesa, esposta indecentemente davanti a quegli individui sconosciuti, per mezzo di solide corde che le obbligano le cosce immoralmente spalancate.
Attorno a lei, giovani, maturi, ragazzi, vecchi, magri, alti, bassi, atletici, grassi. Uomini e donne. Quasi a rappresentare tutte quelle persone che, normalmente e nella normale vita di tutti i giorni, ammirano la sua bellezza e portamento, anche senza palesarlo esplicitamente.
Non una voce danza nell'aria e tuttavia, in quel silenzio assordante, riesce a udire distintamente i pensieri e le intenzioni su di lei, da parte di tutte le persone presenti.
Cosa subirà?
Sarà data a qualcuno?
Sesso? Umiliazioni? Dolore? Perversioni?
Una cosa sola le è certa pur senza che le sia stato manifestato: per avere l'assoluta sicurezza di sentirsi veramente sua, dovrà prima appartenere totalmente, indiscutibilmente e impudicamente, a qualcuno di loro.
Nel frattempo, mentre attende di conoscere cosa l'aspetterà, una lacrima le scende lungo una gota.
Emozione, paura o inconsapevole sfrontato orgoglio del coraggio di essere lì?

Oltre a tutti gli sguardi di sconosciuti, ne sente due che le scrutano l'anima e che vanno oltre al suo corpo nudo oscenamente esposto. Uno è lo sguardo del suo signore, l’uomo che ama e che poco alla volta le ha fatto scoprire e piacere il mondo della dominazione e sottomissione. L'altro è quello di una donna. Non l'ha mai incontrata e neppure conosce il suo aspetto.
Il suo lui, nel percorso che l’ha portata fino a quel momento, l’aveva iscritta in alcuni gruppi sadomaso in rete, E’ in uno di questi che aveva iniziato a conoscerla, apprezzarla per le sue opinioni e a poco a poco, entrare in amicizia con lei.
Si erano scritte per mesi, pur senza mostrare alcuna immagine dei loro volti, ma sa che è lì ed è lì per lei.
Ha la curiosità di conoscerla finalmente, di ascoltare la sua voce, di abbracciarla, forse anche di baciarla.
Ma intanto tutte quelle persone presenti la osservano, la accarezzano, la desiderano e ogni volta che percepisce un tocco femminile, cerca di capire se può essere la mano della sua sconosciuta amica.
In tutta quella baraonda di emozioni da parte di Maura e desideri e sogni su di lei da parte degli altri presenti, lui, il suo padrone, fissa attentamente gli spettatori.
Maura sentiva che egli aveva capito che era entrata in confidenza con un'altra donna; un'amicizia che forse ipotizzava poter esser diventata anche un'attrazione reciproca.
A lui sicuramente non lo infastidiva questa cosa, bensì il fatto che non gli fosse stato comunicato apertamente. Questo segreto fra quelle due offendeva il suo status di master che lei gli aveva concesso e lui, adesso, aveva la curiosità di capire chi fosse l’altra donna, nascosta in mezzo a tutti i presenti.
Un altro gioco all’interno del gioco.
Non conosceva neppure tutti perché aveva chiesto a qualche persona di portare al seguito altri purché, ovviamente, certi che fossero altrettanto introdotti nella filosofia della dominazione e sottomissione.
Aveva qualche intuizione osservando le donne presenti, ma ancora nessuna certezza. Anche l'altra non voleva essere riconosciuta dato che era un segreto tra loro due.
La curiosità continuava ad assillarlo e a divertirlo; doveva in qualche modo farla uscire allo scoperto.
L'unico modo era quello di aumentare l'imbarazzo e il patimento di Maura. Decise così di invertire al contrario la sua ricerca; non chi era lei, ma chi senz'altro non potesse essere lei.
Decidere il mezzo da usare era facile: la svizzera.
Un donnone alto quasi 1,90 dalla stazza più che robusta. Era, come al solito, vestita solo da lunghe strisce di spesso cuoio che le percorrevano il corpo lasciando comunque nude le zone intime e le sue mammelle imponenti che parevano quasi uno scudo della sua mascolina imponenza.
Sapeva benissimo che Maura, per i suoi gusti estetici e propensioni, non avrebbe mai potuto affezionarsi ad una così.
La sua voce echeggiò come un tuono nella sala:
“Petra, vuoi occuparti tu della mia Maura?”
I passi pesanti della energumena che si avvicinavano, anticiparono di poco la voce dal forte accento tedesco tipico del Cantone svizzero tedesco da dove proveniva.
“Noi, vorrai dire” rispose indicando con gli occhi il suo inseparabile compagno. Questi era alto come lei e indossava un lungo giaccone di pelle che arrivava quasi a metà dei polpacci che spuntavano da spessi anfibi alti con placche di metallo sulle punte.
L'indumento era completamente sbottonato rivelando che sotto indossava solo dei calzoncini, anch'essi in pelle, che palesavano addome e petto completamente glabri.
Giunta accanto a Maura ordinò qualcosa in tedesco al marito; non ci fu bisogno di capire perché fu subito palese cosa avesse chiesto. Con gesti sicuri e capaci l'uomo sciolse i legacci che la obbligavano in quel modo per poi, attraverso una legatura shibari, farla rimanere sollevata a circa un metro e mezzo di altezza dal pavimento e con le gambe e braccia messe a X.
Petra girò attorno alla sua vittima finché, nuovamente all'altezza delle sue gambe, alzando una mano che teneva un frustino rigido con l'estremità piatta, sferrò un colpo all'interno di una sua coscia facendola sobbalzare.
Si avvicinò ancora di più al suo corpo, avanzando nello spazio delle sue gambe costrette spalancate e osservando il suo sesso da vicino.
Maura teneva la vulva e l'ano completamente rasati lasciando solo un bellissimo triangolo sul monte di venere, contrariamente a molte donne e come la stessa Petra, esplicitamente depilata.
Portò la sua manona sopra il pube e afferrando alcuni peli, parlò a voce alta con la classica intonazione teutonica dei madre lingua tedeschi.
“Come ti permetti di mostrarti non completamente nuda in pubblico?”
Il grido di dolore di Maura accompagnò il suo gesto perentorio che le strappò via alcuni peli.
Il divertimento di una e il tormento dell'altra continuarono per alcuni minuti mentre pube, ventre, seno e glutei venivano colpiti a volte con lo scudiscio e a volte col palmo dell'altra mano libera.
Il volto di Maura era stravolto dal dolore e dall’umiliazione mentre le sue lacrime le sporcavano il viso col mascara degli occhi ormai sciolto.
Sapeva che pronunciando la safeword, tutto sarebbe cessato immediatamente ma non voleva arrendersi a quella sfida con se stessa.
Il donnone si allontanò raggiungendo il buffet che offriva dolci vari agli ospiti, ritornando reggendo una torta multistrati di soffice crema. La spalmò sommariamente sulla sua bocca, il collo e per tutto il busto oltre che sulla sua fica spalancata e le cosce; dopodiché si allontanò invitando i presenti a gustare il dolce, ovviamente senza usare le mani.
Innumerevoli bocche, fameliche e volgari, passarono, lambirono, leccarono e succhiarono la sua pelle senza sosta e senza rispetto. Era diventata il giocattolo di tutti mentre tratteneva a stento un pianto umiliato.
Poco tempo dopo per i presenti ma tantissimo per Maura, a seguito di un altro ordine della donna al marito, si ritrovò slegata e in piedi, lorda di rimanenze di crema e di salive sconosciute.
Petra l'afferrò per i capelli e la costrinse a seguirla in un locale attiguo che ospitava un'enorme stanza da bagno, tipica delle residenze di un certo rango.
La fece entrare in una larghissima vasca da bagno, obbligandola a mettersi supina.
Di nuovo il vocione rimbombò rivolto ai presenti che le avevano seguite:
“C'è una cagna sporca che non merita neppure che si sprechi dell'acqua. Chi vuole lavarla col proprio piscio?”
Quell'offerta lasciò molti titubanti.
Molti, ma sfortunatamente per Maura, non tutti.
Il marito di Petra, con un lampo degli occhi, si era già abbassato i pantaloncini di cuoio e qualche altro uomo, facendosi strada tra chi stava loro davanti, iniziarono ad avvicinarsi per eseguire l’operazione.
“Noooo. Questo no!” urlò una voce dal gruppo degli spettatori.
Una donna bruna di capelli e con due bellissimi occhi verdi, avanzò ancora e dopo essersi voltata verso gli altri, implorò:
“Vi prego, non fatelo. Maura non merita questo”.
Il proprietario di casa avanzò, soddisfatto di aver concluso positivamente la ricerca della amica segreta della sua discepola e rivolgendosi a Petra, esaudì la preghiera:
“Per stavolta basterà l'acqua. Ovviamente dovrà riparare all'offesa che ti ha fatto mostrandoti i peli.”
Senza una parola sollevò la doccetta flessibile e fece in modo che l'acqua lavasse il corpo insudiciato di Maura.
Finito di lavarla, ordinò a Petra di farla sedere sopra il bidet rivolta verso gli astanti e dopo aver aperto un cassetto porse a Maura una bomboletta di schiuma da barba e una lametta.
Così, ripiegata su stessa e ancora bagnata, si dovette insaponare prima il triangolo di peli e successivamente raderselo di fronte a tutti.
Quando finalmente quella sua vergogna terminò, si ritrovarono nuovamente nella grande sala e il suo padrone, prendendo per mano la donna che aveva implorato non subisse le piogge dorate, chiese a voce alta a chi appartenesse.
Appena il suo uomo si avvicinò, gli chiese ignorando l’opinione della donna che teneva saldamente per un polso:
“Si è dimostrata coraggiosa oltre che premurosa verso la mia Maura. Tuttavia, visto che si è dimostrata in sintonia, mi pare dovrebbe essere nuda come lei, non credi?”
L'altro annuì concordando e subito il donnone svizzero fu chiamato nuovamente in causa.
Senza neppure rispondere e con un sorriso soddisfatto per poter vendicarsi di essere stata interrotta precedentemente nelle sue oscene intenzioni per il lavaggio, si avvicinò alla donna e con secchi movimenti le strappò il lungo vestito da sera lasciandola col solo perizoma. Ad un'occhiata della donna, il marito di Petra capì e portatasi alle sue spalle, l'afferrò da sotto le ascelle sollevandola in modo che Petra potesse sfilare con facilità le sue calzature e il piccolo slip.
Ora erano vicine, nude ed esposte, ma finalmente consapevoli dell’identità una dell’altra.
Il padrone di Maura si rivolse nuovamente all'uomo della donna appena denudata:
“Mi piacciono le donne coraggiose. Ma il coraggio non può evitare la punizione. Vorrei possederla. Tutta e ovunque, se tu sei d'accordo ovviamente. Altrettanto ovviamente, avrai ogni diritto su Maura; sarà completamente ai tuoi ordini e potrai farne, o farle fare, ciò che desideri.”
L'uomo fissò negli occhi la sua donna per ricevere un segnale.
Ogni coppia veramente pratica dei giochi di sottomissione, riesce a capirsi anche senza parlare.
Infatti dopo qualche secondo lei abbassò gli occhi e lui, che evidentemente sapeva che quel movimento equivaleva ad un suo si, accettò lo scambio.
Maura rimase a fissare il suo master che saliva le scale preceduto dalla sua amica che aveva voluto salvarla da quella schifosa umiliazione collettiva. Lui la fissava con un sorriso crudele come farle capire che aveva scoperto il loro segreto e che i futuri amplessi con e dentro la sua amica, sarebbero stati parte delle prossime punizioni che avrebbe dovuto subire oltre che, presumibilmente e di lì a poco, dover soddisfare le voglie, l'uccello e gli ordini dell'uomo della sua amica.
- continua (forse) -
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