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Vacanza in Corsica e le dolci susine gialle


di lecap
17.02.2021    |    11.775    |    14 8.3
"La donna, capelli corti e ricci, con le classiche forme sinuose che l’età matura dona; mentre il marito, rasato in testa, molto alto e con il fisico..."
Era tanto che volevamo fare la pazzia di un viaggio in moto dopo averla acquistata. Purtroppo il nostro mezzo non era quel che si dice un mezzo autostradale ma solo uno scooter da 200cc.
L’autostrada, specialmente in giugno, non mi attirava più di tanto anche se, la vicina Costa Azzurra dopotutto, era distante poco più di un’ora.
Girellando su internet, complice qualche giorno di ferie lasciato in sospeso, trovammo un'offerta sulla Corsica Ferries.
“Se andassimo in Corsica? Porto Vado è vicino e non avremmo l’incubo di sorpassare o farci sorpassare dai tir in autostrada” le proposi.
Detto fatto, segnammo ferie per qualche giorno. Pochi bagagli per l’esiguo spazio del baule e sotto sella della moto. Nessun problema perché avremmo fatto spiaggia, godendoci le lunghe e dolci curve che dal porto di Bastia ci avrebbero portato, scavalcando il ditone dell’isola, lungo la costa settentrionale verso Calvi.
Le spiagge di Bodri, Giunghettu, Ostriconi e tante altre da visitare prenotando via internet giorno per giorno una camera dove dormire la sera.
Il sole, la sabbia, il mare e soprattutto la tranquillità di poter stare anche nudi senza l’assillo delle proibizioni italiane. Le spiagge corse, infatti, specialmente nelle zone più distanti al loro accesso sono sempre nudiste o perlomeno, frequentate dai nudisti.
Un giorno arrivammo attraverso un sentiero dalla strada sovrastante su una lunga spiaggia dove un torrente era così debole che invece che arrivare al mare formava un laghetto.
Per evitare un assalto di zanzare procedemmo oltre approfittando delle dune poco oltre dove facemmo foto ricordo.
In fondo c’era una scogliera e per curiosità ci incamminando fino in fondo scoprendo che i grandi massi non delimitavano l’arenile ma, anzi, proteggevano una seconda, molto più piccola, porzione di spiaggia formando, inoltre, nella parte in cui avanzavano nell'acqua, una piccola insenatura dove il mare, ancora più calmo, risultava tiepidissimo.
Ci fermammo in quella specie di oasi dove c’erano già cinque persone. Una coppia matura da una parte e tre ragazzi, due maschi e una femmina praticamente accampati su un telo gigantesco dove i loro tre asciugamani quasi sparivano.
Mentre estraevamo gli asciugamani dagli zainetti, rispondemmo ai sorrisi di benvenuto degli altri e ci spogliammo senza problemi dato che anche tutti loro erano completamente nudi.
La giornata trascorse piacevolmente tra bagni e pennichelle al sole inframezzate da qualche “casta” coccola e le solite chiacchiere ci circostanza quando ci trovavamo in acqua assieme a un componente dei due gruppetti vicini di spiaggia.
La coppia, francese, aveva un’età simile alla nostra. La donna, capelli corti e ricci, con le classiche forme sinuose che l’età matura dona; mentre il marito, rasato in testa, molto alto e con il fisico piuttosto imponente ma non eccessivamente grasso; tipico di chi ha fatto sport in età giovanile.
I tre ragazzi invece erano giovani; più o meno sulla trentina e tutti longilinei. La ragazza, bruna e capelli lunghi, con la pelle olivastra tipica mediterranea. I due ragazzi col fisico tonico tipico della giovane età, erano entrambi più chiari di carnagione e mostravano pettorali e addominali invidiabili.
“Con quale dei due uscirà la ragazza?” chiesi a mia moglie.
“Non credo faccia coppia con nessuno di loro anche se sono entrambi due bei ragazzi. Penso siano solo amici tra loro” rispose.
“Allora fa sesso con entrambi” affermai sapendo di prenderla in giro.
“Possibile che non riesci mai a stare serio? Pensi solo a quello.”
Ridendo, proseguii:
“Non è vero! Penso anche alla signora francese. Peccato che suo marito non è conforme ai tuoi canoni”.
“Mica vero. Tutto sommato è un bell'uomo e poi, dato che sto con te, al confronto tutti sono belli”. Rispose ridendo, compiaciuta di essere stata lei questa volta a prendermi in giro.
Ci ritrovammo quasi tutti a mangiare nel medesimo momento, ciò che ognuno aveva portato con se e a un certo punto, visto che la signora matura mostrava a suo marito la bottiglia dell’acqua ormai vuota, mia moglie si alzò e si diresse verso di loro portando alcune susine gialle molto succose che avevamo con noi.
La coppia gradì e i tre si fermarono a parlottare tra loro.
Tornata, mia moglie mi informò che i due l’avevano informata che qualche centinaio di metri dietro le dune, un viottolo portava a un chioschetto dove si potevano acquistare bevande e qualche genere alimentare.
“Viene buio tardi in questa stagione, potremmo rimanere qui e fare anche cena in spiaggia” le proposi.
“Dobbiamo ancora cercare un posto dove dormire. Non mi va di girare tutta la sera per trovare una stanza” obiettò.
Proseguimmo alternando bagni e sole finché verso le 18, lei mi disse che aveva sete avvertendomi che anche le nostre bottiglie d’acqua erano ormai vuote.
“Vai tu al chioschetto? Sto così bene qui in questa tranquillità” chiese ben sapendo che, come ogni moglie, aveva comunque già deciso che sarei stato io a farmi la scarpinata.
Infilai il costume da bagno rimasto dentro lo zainetto e una t-shirt ma prima di allontanarmi, giocai le mie carte.
“Prenderò anche qualcosa da mangiare. Prenota con internet una stanza vicino e se non hanno problemi di orario per il check in, mangeremo a spiaggia invece che fare cena da qualche parte”.
“Uffa, che noioso. Vai, vai che ho sete” e intanto prese il cellulare per cercare un alloggio per la notte.
Ridendo le dissi: “Aspettami qui, mi raccomando”.
Per tutta risposta lei proseguì la battuta:
“Se non mi vedi qui, vuol dire che sono andata via assieme alla coppia dei francesi oppure con i tre ragazzi. Ci rivedremo domani mattina...forse”.
Dopo aver percorso qualche sentiero, alla fine, chiedendo informazioni a due persone che rientravano dalla spiaggia arrivai al baretto e vidi che il francese, conoscendo l’itinerario, era giunto nel frattempo.
Ci salutammo e scambiammo due parole forti che all’infarinatura del mio francese, l’altro riusciva a esprimersi con qualche parola di italiano. Mi disse che avrebbe preso bevande fresche e qualcosa da mangiare più tardi. Anche loro evidentemente volevano sfruttare il caldo della giornata fino all’ultimo.
Acquistai tre bottiglie di acqua, due fette di torta di verdura e ancora qualche frutta e carico come un asino iniziai il ritorno. Il francese mi disse che sarebbe rimasto a parlare un poco col proprietario della baracchetta che conosceva da tempo, mentre finiva di bere una birra.
Arrivato in prossimità della spiaggia voltai verso destra per raggiungere la nostra porzione di spiaggia direttamente dalla piccola duna che la sovrastava di un paio di metri. Ormai nella spiaggia più grande tutti erano andati via e a parte il nostro gruppetto, la spiaggia pareva appartenere a un’isola deserta.
Lei non era più sul suo tela ma era accanto alla donna francese che chiacchierava; mi sedetti poco distante approfittando che c’era un bidone dell'immondizia per fumarmi una sigaretta e avere successivamente un luogo dove gettare il mozzicone.
Lei mi vide e sorridendo mi indicò alla francese. Risero parlottando come se si fossero confidate qualcosa. Facile tra nudisti specialmente se i discorsi (l’ho saputo dopo) vanno sulla più famosa località nudista: Cap d’Agde.
La francese mi osservò di nuovo e dopo avermi sorriso, presa una delle susine che gli avevamo regalato, la portò alla bocca e poi reggendola solo con i denti si avvicinò al volto di mia moglie invitandola a mangiare anch'essa assieme a lei, il frutto, senza usare le mani.
La scena pur se semplice era molto intrigante e divertente. Anche i tre ragazzi videro cosa stavano facendo le due donne e applaudendo, le invitarono a far mangiare anche a loro la frutta come stavano facendo. Dopo aver riso le due donne si guardarono un momento e poi, la cinquantenne francese alzatasi, porse la mano a mia moglie affinché si mettesse in piedi anche lei.
Mia moglie mi guardò per osservare la mia espressione. Non abbiamo mai avuto bisogno di parole perché in certi frangenti (come presumo faccia ogni coppia affiatata), si capiscono domande e relative risposte senza dover parlare.
Mano nella mano le due donne raggiunsero il grande telo dei ragazzi e tutti e cinque iniziarono a mangiare tra di loro i succosi frutti senza usare le mani. Il succo bagnava le loro bocche e molto succo, scendendo dal mento, gocciolava lungo i loro petti e ventri.
Da lì a poco, labbra e lingue iniziarono a detergere altrui corpi e da lì, i baci e le carezze divennero presto più audaci e intimi.
La sigaretta era finita da un po’ e feci per alzarmi e raggiungere anch’io la compagnia. Un mano ferma sulla spalla mi impedì di sollevarmi: era il marito della donna che nel frattempo aveva raggiunto la spiaggia.
“Non andare da loro, lasciamoli fare ancora per un po’. Non ti eccita la scena?”
“Certo che mi eccita. Ma il gioco mi piace anche viverlo” e dopo una pausa, per spiegarmi meglio nel timore che non avesse capito:
“Non sono uno che ama guardare e basta”.
“Un cuckold? Mai pensato tu lo fossi e non lo sono neppure io. Ma c’è tempo. Godiamoci lo spettacolo” propose il francese.
Avevo già visto e partecipato a orge in qualche club privè, ma devo ammettere che il groviglio di corpi nudi alla luce naturale, è molto più incantevole che con l’oscurità delle stanzette con i foutons.
Dopo molti baci saffici e non, carezze intime e cunnilingus, vidi la donna francese, coricata supina, invitare mia moglie a mettersi sopra di lei in senso opposto. Mentre la donna le leccava la passera da sotto, il volto di mia moglie, chinata la testa, scomparve tra le cosce carnose della moglie del mio complice spettatore.
Uno dei ragazzi si staccò dalla giovane amica e si inginocchiò dietro a mia moglie, carezzandole la schiena al pari della francese stesa sotto di lei nel loro 69. La donna accorgendosi della presenza del ragazzo lasciò scorrere le sue mani fino al sedere di mia moglie e dischiuse le sue chiappe, mostrò il suo sesso palpitante e umido di umori e della lingua che le donava fremiti.
Il ragazzo colse immediatamente il silenzioso invito e dopo aver frugato nel suo zainetto accanto a lui, estrasse un profilattico.
Aperta abilmente la confezione con i denti indossò la protezione sul suo cazzo turgido e subito dopo lasciò che le mani della francese dischiudessero le labbra della fica di mia moglie per permettergli un’agile penetrazione. Il giovane con dolcezza e determinazione iniziò a possederla invadendola totalmente. Vedevo il suo bacino scontrare contro i suoi glutei facendoli ondeggiare sensuali, mentre la scopava.
Gli altri due ragazzi si misero in ginocchio tra le cosce aperte della francese e mentre il ragazzo continuava a limonare la giovane ragazza, avvicinò il suo pube alla testa di mia moglie che continuava a leccare la fica della francese. Dopo aver distolto la mano dal ventre della ragazza accarezzò la testa di mia moglie che, sollevato il capo, si ritrovò il suo membro turgido davanti agli occhi.
Lei non disse una parola e mentre ansimava per il cazzo che la penetrava e la lingua femminile che continuava a dedicarsi al suo clitoride, dischiuse le labbra. Feci in tempo a vedere la verga scomparire nella bocca di mia moglie che la voce dell’uomo accanto a me disse:
“Ora è tempo che ci diamo da fare anche noi”.
Pochi passi e senza esserci messi d’accordo iniziammo ad accarezzare la giovane ragazza poiché, oltre che bellissima, era l’unica del gruppo poco “indaffarata”. Lei gradì immediatamente le nostre intenzioni e dopo qualche minuto era a carponi con il mio uccello in bocca mentre il francese la penetrava da tergo. Ci scambiammo più volte i ruoli con la ragazza messa sempre a carponi finché, esausta dai numerosi orgasmi, si abbandonò soddisfatta sulla stuoia.
A quel punto mia moglie e la francese furono al centro delle attenzioni di noi quattro uomini e godetti anche del caldo, sensuale e morbido corpo della francese. Sopra di lei, tra le sue cosce la penetrai mentre il suo seno generoso accoglieva il mio petto ogni volta che affondavo dentro la sua fica bagnata.
Quando capii che il francese voleva giocare anche con sua moglie, mi tolsi da sopra di lei e dopo essermi tolto il preservativo entrai in acqua per sciacquarmi.
Le grida degli orgasmi delle due “mogli” riempivano il pomeriggio che stava via via perdendo di luminosità.
Tornato nel gruppo, mi avvinai a mia moglie che a cavalcioni di uno dei ragazzi muoveva ritmicamente il bacino mentre, davanti a lei, l’altro aveva appena terminato di ricevere piacere dalla sua bocca.
Mi avvicinai da dietro e dopo averla dolcemente fatta stendere in avanti, inizia ad accarezzarle il culo schiudendo le sue chiappe vellutate.
Lei si voltò e fingendosi seccata mi sgridò:
“Di nuovo con questa tua fissazione della doppia penetrazione? Lo sai che non voglio.”
Poi sorridendo, mi sorprese: “Avanti brutto porco, proviamo. Ma se dico che mi fa male averne due dentro contemporaneamente, la smetti subito.”
Infilai una piccola parte della cappella nel suo culo e rimasi immobile. A poco a poco il suo ano si distese e il mio cazzo si ritrovò totalmente dentro sentendo attraverso i suoi tessuti interni, l’altra verga che ritmicamente le stava scopando la fica.
Venni qualche secondo dopo del ragazzo, inondandola di sperma.

Mangiammo tutti e cinque le cose acquistate precedentemente alla baracchetta, tra risate e allegria e ci ritrovammo di nuovo in acqua e poi ancora tutti stesi a godere e ricevere, ricambiando, le mani e le bocche sapienti delle tre donne.
Abbandonammo tutti la spiaggia poco prima che l’oscurità della sera ci impedisse di procedere. Presa la moto, raggiungemmo l’hotel che lei aveva prenotato col telefono dalla spiaggia. Dovevamo solo apporre le firme sui documenti perché lei aveva già inviato numero di carta di credito e immagini dei nostri documenti.
Mentre lei, ricevuta la chiave della stanza, ringraziava l’albergatore, gli rivolse una domanda spiazzandomi e sorprendendomi:
“Possiamo rimanere due notti invece di una come da prenotazione? Mio marito è stato così entusiasta della spiaggia dove siamo stati oggi che penso ce lo riporterò anche domani”.
Poi giratasi verso di me, mentre mi carezzava una guancia sorridendo, sussurrò strizzandomi l’occhio:
“Chiudi quella bocca da tonno lesso. Andiamo a dormire, suppongo tu sia stanco e domani presumo...”nuoterai” di nuovo molto come hai fatto oggi.”


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