Racconti Erotici > tradimenti > ELSA (PRIMO GIORNO A CAP D'AGDE)
tradimenti

ELSA (PRIMO GIORNO A CAP D'AGDE)


di lecap
03.12.2022    |    12.997    |    9 9.4
"La cosa non spiacque e neppure meravigliò Elsa, poiché si dimostravano persone per bene oltre che simpatiche e allegre..."
(Capitolo condensato)
Una rotonda che mostrava la scritta -Village naturiste du Cap d'Agde-, li accolse subito prima di una sbarra di accesso che, con una tessera magnetica, Gaston fece alzare senza dover render conto al sorvegliante nella cabina accanto.
Il taxi li fermò accanto a una banchina di un piccolo porticciolo turistico. Molte persone passeggiavano nude mentre altre, specialmente le donne, avevano microscopici parei a coprire lo stretto indispensabile.
— Avete casa qui vicino?— domandò Elsa.
— Il quartiere nudista è poco vasto. Ho chiesto all'autista di lasciarci qui, in modo che mentre ci dirigiamo a casa, possiamo inizialmente spiegarti com'è strutturato il luogo— la delucidò, Gaston.
Dopo pochi passi, si fermarono a un tavolino all'aperto di un bar per bere qualcosa dopo il volo da Parigi.
Saliti al terzo piano, dopo qualche metro di un camminamento che dava accesso a tutti gli alloggi, si fermarono davanti a un terrazzino abbastanza vasto da contenere un tavolo rotondo e relative sedie e quattro sdraio. Infilata una chiave, un motore alzò una grande saracinesca, consentendo l'accesso all'interno.
Li accolse un vasto soggiorno con una parete attrezzata a cucina su un lato. Poco oltre, da tre porte si accedeva a due stanze con letti matrimoniali, divise dai locali igienici.
Una delle particolarità che colpirono Elsa, fu la doccia.
Non tanto per la grandezza, sufficiente a ospitare più persone contemporaneamente, ma perché esterna ai locali igienici. Era infatti posizionata a metà del soggiorno e con le tre pareti esposte, in vetro chiaro e trasparente.
— Ogni volta che fate la doccia, dovrete abbassare la tapparella, oppure chiudere le tende — osservò razionalmente, Elsa.
— Pourquoi? Perché? Siamo in un villaggio nudista e stando nudi anche in casa, non c'è alcun problema se ci vedono mentre ci laviamo— rispose la francese con espressione serafica.
— Può capitare che ci vedano anche quando facciamo altro— puntualizzò Gaston, strizzandole un occhio divertito.
Dato che i due francesi si spogliarono completamente anche Elsa, pur se poco entusiasta, fece lo stesso.
— Andiamo a spiaggia?— propose l'uomo.
— Abbiamo tempo domani. Prendo due paia di sandali e due parei. Porto Elsa a vedere i negozi— gli rispose, Clairie.
— Potete andarci stasera— obiettò Gaston.
Lo sguardo di sua moglie, gli fece capire ancora una volta, quanto fosse inutile cercare di dissuadere due donne, dall'intenzione di curiosare tra le vetrine.

— Anche nei negozi si può entrare seminudi?— chiese stupita.
— Qui puoi entrare completamente nudo ovunque; pure nella filiale della banca— la informò serenamente, Gaston.
Fu così che Elsa, da lì a poco, si ritrovò a passeggiare in un luogo pubblico e tra altre persone, vestita solo di sandali e un gonnellino che, al suo confronto, quello indossato precedentemente nel parcheggio dei camionisti, pareva una gonna da educanda.

Lei cercava di non palesare il proprio imbarazzo ai suoi due ospiti. Però avere praticamente l'inizio del culo in mostra e le tette en plein air, la faceva sentire in soggezione.
Vero che quasi tutte le donne che incontravano, se non erano vestite come lei, erano completamente nude o con dei copri costume come si vedono in molte spiagge italiane. Nel caso specifico, però e ovviamente, il sottostante costume da bagno non esisteva.
I moltissimi negozi di abbigliamento avevano due particolarità comuni; il carattere sexy se non addirittura esplicitamente erotico dei vestiti e l'indubbia dimostrazione che chi ideava certi abiti, aveva una fantasia inesauribile.
Pur avendo visitato almeno una ventina di negozi di abbigliamento, non le capitò mai di incappare in modelli precedentemente esposti da altri commercianti.
Alla fine, soprattutto per evitare di farsi imprestare nuovamente qualche abito da Clairie, Elsa acquistò un paio di quei “copri qualcosa” che pomposamente, in quel luogo, venivano definiti abbigliamento.
Scelse anche un paio di scarpe con un tacco vertiginoso e poi, pressata entusiasticamente dalla francese, anche degli stivali estivi alti quanto un comune paio di calze autoreggenti.
— Non sembro una prostituta, con questi addosso?
Dato che la sua risposta negativa non riuscì a convincerla, Clairie, richiamò l'attenzione di suo marito che stava parlottando fuori dal negozio, con alcuni conoscenti.
Quando quello si voltò, lei gli chiese di esprimere un parere disinteressato su Elsa e gli stivali che stava ancora indossando.
Il commento dell'uomo, assieme a un fischio di ammirazione e gli occhi sgranati, fu molto conciso:
— Che fica!
Gli applausi dei due uomini e della donna che stavano chiacchierando con Gaston, furono un ulteriore e inconfutabile muto assenso.
— Ecco! Appunto! Sembro un troione— fu il commento rassegnato di Elsa che, estratto il bancomat dalla borsetta, lo porse alla commessa.

Rientrati con le braccia piene di borse, fecero una doccia per prepararsi a uscire.
Elsa si lavò dando la schiena alla vetrata dell'appartamento. Essendoci molte persone che percorrevano il camminamento a cielo aperto, preferì vigliaccamente evitare di constatare che sconosciuti la stessero osservando mentre si lavava.
Dopo il tempo necessario per asciugarsi i capelli e truccarsi, fatalmente arrivò il momento di decidere cosa indossare per uscire.
Ovviamente Gaston insistette affinché lei indossasse gli stivaloni alti quasi fino all'inguine. Quando riapparve dalla stanza con quelle calzature e un abito corto e nero, il francese trasalì.
Ciò che Clairie l'aveva convinta ad acquistare, riusciva esplicitamente a dimostrare l'assenza completa e inequivocabile di reggiseno e slip.
Pur impedendo che, anche camminando, si mostrasse palesemente alcuna intimità, aveva sui lati, aperture trattenute tra loro solo da quattro anelli. Due all'altezza dei seni e gli altri sui fianchi.
Certo, corto com'era, quando fosse stata seduta, sarebbe stato ben arduo però, evitare agli sguardi di raggiungere l'inguine.
Elsa si sforzò di auto convincersi, ma senza molto successo, che essendo in un villaggio nudista, la cosa era certamente meno sbalorditiva che altrove.

Anche Clairie optò per degli stivali. Erano un po' più bassi; una specie di polacchini con tacchi alti. Una gonnellina di jeans, tanto microscopica da riuscire a coprire solo metà dei glutei e una canotta a rete larga, costituivano tutto il suo abbigliamento.

— Dove ci porti mon amour?— domandò la francese a suo marito.
— In giro per tutta la sera e la notte— rispose, proseguendo dopo una piccola pausa:
— Voglio far morire di invidia tutti gli altri uomini, passeggiando con due stragnocche come voi.

Tornarono al bar visitato al loro arrivo. Essendo ormai quasi le venti, i passanti erano vestiti (o svestiti) diversamente rispetto a prima.
Precedentemente, infatti, avevano incontrato persone completamente nude o con parei atti a coprire lo stretto necessario.
Ora, invece, si notavano ogni genere di mises serali tutte, o quasi, incentrate alle trasgressioni, a volte anche da parte degli uomini.
Ai vestiti palesemente erotici, si alternavano veri e propri travestimenti. Gli stili passavano da quelli tipici dei sexy club, al genere sado maso o a quelli gotici.
La fantasie carnali di ognuno, laggiù, sembravano essere una cosa consueta non solo da chi le esibiva, ma anche da tutti gli altri che eventualmente le apprezzavano.

La serata proseguì con una cena presso un ristorante raffinato, accanto a una piscina. Bicchieri di cristallo per acqua e vino, tovaglie e tovaglioli in pregiato cotone e camerieri in divisa. Anche le portate dimostrarono di essere qualitativamente apprezzabili.
I discorsi tra i tre, come in precedenza al bar e durante le passeggiate nel villaggio, erano spesso interrotte dai saluti che Clairie e Gaston, si scambiavano con persone che evidentemente, conoscevano da tempo.
Anche durante la cena, una coppia che aveva appena terminato di mangiare, passando accanto al loro tavolo, li salutarono.
— Demetrio. Francesca. Che piacere rivedervi. Vi fermate a lungo?
— Ciao a voi. Ancora qualche giorno. Domenica, purtroppo rientriamo in Italia— rispose la donna con un buon francese.
Erano una coppia matura. Francesca più o meno dimostrava la medesima età di Elsa. Anch'essa non era molto alta ma ben proporzionata; capelli mossi neri e tenuti abbastanza corti, su lineamenti del viso delicati e due occhioni verde chiaro.
Lui era molto più alto, ma comunque nella media italiana. I capelli brizzolati ormai tendenti al bianco, dimostravano che aveva ormai passato i sessanta anche se l'abbigliamento sportivo e la simpatia, avrebbero fatto invidia a molti quarantenni insulsi.
Alla fine, dietro le insistenze dei tre, si sedettero al loro tavolo in attesa di bere un caffè, tutti assieme.
Fuori dal ristorante, i francesi insistettero affinché i due italiani proseguissero la serata con loro. La cosa non spiacque e neppure meravigliò Elsa, poiché si dimostravano persone per bene oltre che simpatiche e allegre.
— Dove pensavate di andare dopo cena?— chiese loro Gaston.
— Di solito andiamo al Melrose perché mi diverte osservare Francesca, quando si mette a ballare sui tavoli e osservare gli uomini che la guardano e la desiderano. Purtroppo però ieri ha preso una storta ed è già stata una fatica per lei, mettersi i tacchi per uscire — rispose Demetrio.
— Siete usciti solo per cena come due bravi e irreprensibili coniugi?— li punzecchiò Clairie, sogghignando.
— Giammai Madame. Come spesso ci accade, siamo usciti divertendoci a lasciare che eventi inattesi ci stravolgano— rispose altrettanto allegramente, Demetrio.
— Ho paura a chiedere quali imprevedibilità inattese possano accadere qui— sospirò Elsa.
— Una è quella di aver incontrato Clairie e Gastone e conosciuto te. Per noi è stato piacevole— rispose Francesca.
— Grazie e scusatemi. La mia osservazione, non voleva essere una critica— disse Elsa.
— Perché mai dovresti scusarti? Siamo qui anche per divertirci e se capita una pazzia che ci attira, la si vive— la rassicurò Demetrio.
— Dove si va allora? Al Melrose c'è comunque troppa calca. Al club privè non ho voglia di andare e neppure voglio rincasare tardi— domandò Clairie, precisando contemporaneamente.
— Altro shopping?— propose Gaston.
— Preferisco farlo di giorno— rispose sua moglie.
— Non rimane che sedersi da qualche parte e bere qualcosa— osservò suo marito.
— Ancora bar? Ci siamo stati appena arrivati al villaggio e prima di cena. Avanti, sorprendici con qualche colpo di genio— lo sfidò Clairie.
Gaston rimase in silenzio cercando una proposta originale ma poi, arreso, chiese aiuto al suo amico:
— Non voglio scomodare addirittura Leonardo Da Vinci, tuttavia il motore a scoppio, l'idromassaggio, la radio, il microchip, il telefono, la pila elettrica e chissà quante altre diavolerie, le avete inventate voi italiani. Forza Demetrio, aiutami a non fare la figura del fesso.

L'uomo rimase un pochino a riflettere e poi, sorridendo, domandò riferendosi alla loro abitazione:
— Avete sempre casa sulla terza corsia?
— Oui, naturalmente.
— Si va a passeggiare su corsie diverse da quella dove state. Le ragazze vanno avanti da sole e se trovano gente che va loro a genio, ci imbuchiamo in qualche festa.
Le corsie, erano i larghi passaggi che davano accesso ai moltissimi appartamenti di quella porzione di Port Nature. Spesso, complice il largo muretto opposto alle abitazioni, moltissime persone lo usavano come appoggio per bevande, mentre chiacchieravano con eventuali loro ospiti, oppure solo per osservare il passeggio serale al piano strada.
— Voglio vedere la vostra faccia se accettiamo l'invito a entrare, da qualche gruppo di uomini che hanno affittato un alloggio lassù— commentò divertita Francesca.
— Staremo bravi, bravi a osservare— rispose pronto Gaston.
— Sicuri?— rintuzzò divertita, Clairie.
— Certamente— confermò Demetrio aggiungendo però, subito dopo:
— Basta che poi abbiate ancora un po' di forze, quando poi ci porterete, ognuna, a casa nostra.
— Elsa, tu sei d'accordo?— le domandò cortesemente, la francese.
— Non vedo perché dovrei dire di no e rovinare la vostra idea. Temo solo di non essere pronta a eventuali circostanze che dovessero evolversi— rispose Elsa, lasciandosi in serbo un'eventuale scusa, per potersi disimpegnare.

Aveva già vissuto situazioni carnali assolutamente fuori dal normale, ma per lei era già stata una cosa insolita acquistare quegli stivali assieme all'abito cortissimo e ancor di più, indossarlo.
Ritrovarsi o meglio, accettare l'invito di sconosciuti, era evidente un conseguente consenso, se non addirittura ricerca, di avance sessuali.
Vero che indiscutibilmente erano di più le donne abbigliate come lei, che quelle con abiti più convenzionali.
Anche Francesca era vestita decisamente osé. Oltre a scarpine con tacco, indossava un abito tanto scollato che faticava a trattenere il seno abbondante come il suo. Anche la lunghezza del vestitino, non sarebbe stata sufficiente a nasconderle l'inizio dei glutei, casomai si fosse dovuta chinare per raccogliere qualcosa da terra.

Le successive parole di Demetrio, assieme all'espressione assenziente di Gaston, la meravigliarono quanto le affermazioni degli uomini, durante la folle esperienza nel club ad Amsterdam.
— Qui nessuno obbliga nessuno. Le eventuali proposte o speranze di qualcuno, non possono e non devono essere un obbligo per altri. Si scherza o si gioca, solo se tutti assolutamente concordi.
Quel mondo trasgressivo continuava a sorprenderla.
Pareva che più che il desiderio carnale con sconosciuti, valessero il rispetto, l'educazione e la correttezza.
Sempre poco convinta, Elsa pronunciò:
— Ok, proviamo a vedere che effetto fanno tre donne che girellano da sole e vestite in questo modo.

Si misero in cammino solo loro tre, con Gaston e Demetrio, discretamente molto più indietro come se non fossero in loro compagnia.
Immediatamente iniziarono ad attirare molti sguardi compiaciuti da parte di altre coppie e soprattutto, di alcuni uomini soli.
Un gruppo di sei coppie che stavano parlottando tra loro all'inizio della scala che portava al primo piano delle cosiddette corsie, fece un applauso divertito quando a metà della salita, per la posizione sopraelevata, i glutei di loro tre apparirono ben visibili ai loro sguardi ammirati.
Anche loro, girandosi allegre, accennarono un inchino deferente, in ringraziamento alla loro esternazione di complimenti.
Ridevano compiaciute tenendosi a braccetto, sentendosi delle ninfe dell'amore e in effetti, parevano indiscutibilmente tali.
Non avendo trovato alcuna occasione che le intrigasse, giunto al fondo del camminamento, salirono la rampa successiva, per raggiungere la corsia superiore.
Anche a quel piano, varie coppie o piccoli gruppi di persone, indugiavano tra i terrazzini e il camminamento, ma pur avendo ricevuti saluti, sorrisi e più o meno palesi inviti a bere qualcosa, le tre donne preferirono proseguire nella loro passeggiata. Quasi al termine di quel secondo piano, una coppia assieme a un altro uomo, erano appoggiati sul muretto esterno, sul quale c'erano un paio di bottiglie e dei bicchieri.

— Secondo voi si sono portati un singolo a casa?— sussurrò Francesca.
— Probabile. Adesso verifichiamo— rispose Clairie che, giunta all'altezza dei tre, sorridendo, augurò loro con un “prosit”, una buona bevuta.
I sorrisi compiaciuti dei due uomini alla vista delle tre donne che li salutavano, precedette la proposta di uno di loro:
— Grazie, gentili signore. Possiamo avere il piacere di invitarvi a bere con noi? Champagne et pamplemousse.
— Pompelmo?— sussurrò Elsa, sorpresa.
— In Francia è solito mettere un poco di sciroppo concentrato di pompelmo, nello champagne— le chiarì, Clairie.
— Entro a prendere tre bicchieri— disse sorridendo la lei del gruppo, forse soddisfatta di avere altre donne con cui parlottare.
— Non siamo sole, due nostri mariti sono rimasti indietro a chiacchierare tra loro. Forse erano stufi dei discorsi femminili— la informò Federica.
— Pas problème. Porto cinque bicchieri così quando arrivano, bevono anche loro— rispose cortese.
—Se, invece, non arrivano, è ancora meglio— aggiunse ridendo simpaticamente, l'altro uomo.
Dopo le presentazioni di rito, Caroline, Bernard e il loro amico Serge, riempirono i bicchieri per un brindisi collettivo. A Elsa piacque il gusto che il concentrato di pompelmo donava al vino.
Le chiacchiere amichevoli vertevano sui soliti argomenti; da quanto erano nel villaggio, di dove erano originari, dove avevano cenato. Oltre, ovviamente, ai complimenti per i loro abiti.
Caroline, a parte dei sabot, indossava solo un gonnellino formato da innumerevoli catenelle di strass; forse non era uscita quella sera oppure, essendo già rientrata, si era messa in libertà.
Dopotutto, essendo in un villaggio nudista, essere con qualcosa addosso oppure senza nulla, poco variava.
I due uomini, invece e come quasi tutti gli altri alla sera, indossavano scarpe chiuse, calzoni lunghi e una polo.
Erano oggettivamente tre belle persone di un'età apparentemente intorno ai quaranta e forse, per quanto riguardava l'ospite, anche qualche anno in meno.
Lei longilinea con poco seno, ma con due glutei torniti che agilmente facevano capolino tra le strisce luccicanti del gonnellino. Pelle corvina e lunghissimi capelli lisci e neri, trattenuti sulla nuca in una lunga coda.
Il marito, con capelli castano chiaro, aveva spalle possenti ed era molto alto. Indubbiamente un bell'uomo.
Il loro amico, leggermente più basso dell'altro, era il tipico mediterraneo con capelli ben curati e una barba tenuta elegantemente corta, che gli davano un'aria da fico maledetto.
A poco a poco l'atmosfera si faceva sempre più frizzante. A una battuta cortese di Bernard, sua moglie lo baciò sulle labbra, ma subito dopo che Serge affermò di invidiarlo, Caroline baciò anche lui sulla bocca.
Poco più tardi, sempre scherzando, Serge mise il braccio attorno alle spalle di Caroline e suo marito, lamentandosi che gli aveva portato via la moglie, finse disperazione.
— Viens içi, mon cher— lo consolò altrettanto allegramente Clairie, che lo abbracciò appiccicandosi al suo corpo.
— Temo che la situazione stia degenerando— sussurrò Elsa a Francesca.
Quando Clairie decise di salutarli, conoscendola, ero certa che non avrebbe bevuto e basta. Spero che arrivino Gaston e mio marito; non voglio far qualcosa di piccante, senza che Demetrio sia presente e soprattutto d'accordo— rispose l'altra.
Essendo meno coinvolta da quei giochi di seduzione, Elsa aveva osservato anche in tutte le direzioni. Sempre sussurrando, informò l'italiana che il marito e Gaston erano saliti sul camminamento superiore e leggermente scostati, si stavano godendo la scena, osservandole.
— Che maiali— commentò divertita Francesca che subito dopo aggiunse:
Adesso glielo mostro io uno spettacolo. Vediamo se poi non mi raggiunge.
Armata di un sorriso malizioso, Federica fingendo di voler confortare anch'essa Bernard, si rivolse a Caroline e Serge, lamentandosi che la donna, pur bella, era avvantaggiata dal fatto di essere seminuda.
Il mediterraneo, stando allo scherzo, rispose divertito che la soluzione più semplice fosse che anche lei si togliesse qualcosa di dosso.
— Senza mio marito presente, non potrei mai farlo di mia spontanea volontà— rispose l'italiana, fingendo insicurezza e incoraggiandolo nello stesso tempo.
Immediatamente dopo, divertiti, Serge e Caroline le si avvicinarono e presto le loro mani, dopo aver abbassato la zip dell'abitino, lo fecero scivolare a terra, lasciandola col solo perizoma e rivelando il suo corpo abbronzatissimo.

Quando Elsa si chinò a prendere il vestito di Francesca, affinché non rimanesse dove molti camminavano, Serge le suggerì:
— E' meglio che reggi anche queste— quindi, infilate le dita appena sotto l'elastico delle mutandine, attese un muto consenso dallo sguardo di Francesca che, sorridendo, gli domandò:
— Pensi davvero che patirei il caldo con questi mutandoni addosso?
— Sicuramente si. Sarebbe un peccato vederti sudare— fu la risposta dell'uomo che prontamente si chinò, aiutandola a sfilare l'indumento intimo dalle caviglie, dopo averglielo abbassato.
Serge rimase inginocchiato col volto davanti alla passera della donna e avvicinando il naso, respirò profondamente e compiaciuto, come se stesse annusando una rosa appena sbocciata.
La scena apparve molto erotica anche a Elsa vedendo Francesca nuda, baciare sulla bocca Caroline fingendo un amore saffico, mentre il bell'uomo inginocchiato davanti a lei, aveva il viso premuto contro il suo pube.

Con lo sguardo, discretamente, fissò verso l'alto vedendo i due uomini divertiti dalla scena.
Poco dopo, Caroline, propose:
— Entriamo in casa?
Elsa rimase a osservare interrogativamente Francesca con il suo vestito e perizoma nelle mani, che a sua volta le domandò discretamente all'orecchio:
— Sono ancora fermi lassù o stanno raggiungendoci?
—Fermi— la informò.

Senza altre parole, Francesca, presa per mano Elsa, si avviò prima verso il terrazzino e oltrepassatolo, entrò nell'appartamentino dei due.
Appena le raggiunsero anche gli altri quattro, come se fosse a casa sua, propose:
— Possiamo chiudere la porta finestra e lasciare le tende scostate? In questo modo quando passeranno di qui i nostri mariti cercandoci, ci troveranno.
Ovviamente nessuno obiettò. L'ingresso soggiorno della casa era più o meno largo come quello dei suoi amici; solo l'arredamento era diverso.
Invece che un divano, c'era un letto matrimoniale. Subito Caroline si stese sul letto, immediatamente seguita da Clairie e Bernard che, nel frattempo, si era sfilato la sua polo.

Elsa non sapeva cosa fare. Quest'avventura la stava indubbiamente emozionando, ma da un lato si sentiva di troppo e dall'altro, si sentiva intimidita.
Mentre Clairie e Bernard si stavano spogliando a vicenda, il bel Serge le si avvicinò prendendole gentilmente i vestiti di Francesca dalle mani e dopo averli riposti su un tavolino, disse:
— Non è bene che tu stia in disparte.
Quindi chinatosi, fece scorrere verso il basso le zip degli alti stivali e dopo averla fatta sedere sul bordo del letto, la aiutò a sfilarli. Non passò molto che altre mani, molte mani, le togliessero il vestitino, lasciando anche lei completamente nuda.
In quella massa di corpi che si baciavano e esploravano, Elsa sussurrò nuovamente alle sue due amiche, approfittando che gli altri tre non parlassero l'italiano:
— Gaston e Demetrio non si arrabbieranno?
— Tranquilla, poi li faremo entrare— rispose Clairie
— Poi? Quando?
— Quando saremo soddisfatte della nostra vendetta— rispose Francesca, con un lampo divertito negli occhi.

Elsa avrebbe voluto scostarsi e sedere su una delle poltroncine presenti, ma la sua pelle ormai eccitata, la bloccò. Prima il viso di Serge accanto al suo, subito dopo le sue labbra e la sua lingua contro la sua bocca, la convinsero a contraccambiare un bacio intimo.
Nel frattempo, le mani di Bernard iniziarono a esplorare le sue cosce e la sua intimità. Clairie abbassò il volto sull'inguine di Serge, accogliendo la sua asta già eretta nella bocca. Terminato di limonare, Elsa non fece in tempo a rendersi conto di come erano posizionati i vari corpi, che due mani iniziarono a carezzarle le turgide mammelle. Era Francesca che fingendo di baciarle il collo, le sussurrò:
— Abbiamo spettatori e sono più di due.
Volgendo cautamente gli occhi verso la due grandi ante a vetro dell'ingresso, Elsa vide Demetrio e Gaston osservare interessati e dietro a loro, altri tre uomini sconosciuti che stavano godendosi lo spettacolo.
— Li facciamo entrare?
— Ancora no. Lasciamoli fuori ancora un po'— le rispose Francesca.

A Elsa era già capitato di essere osservata mentre faceva sesso promiscuo ad Amsterdam; però quella volta, essendo all'interno di un club privè, era una cosa diversa. Adesso, invece, era dentro una casa privata e gli spettatori, oltre che i due suoi amici, erano persone qualunque che stavano passando casualmente da lì.
— Non credo riuscirò a fare qualcosa con tutta quella gente che ci osserva— dichiarò Elsa.
— Non ti eccita?— le domandò Clairie
— No. Non so. Un po' forse. Ma non riesco a concentrarmi e lasciarmi andare se li osservo— rispose Elsa, confusa.
— Ti attrae che ti vedano, ma non ti piace guardare loro. Comprensibile. C'è sempre una soluzione a tutto— rispose Francesca che spingendola leggermente indietro, la fece stendere sul dorso con la testa dalla parte opposta alla finestra. Prima che potesse pensare a cosa fare, Clairie si mise a cavalcioni sopra di lei sormontando il suo seno, ma dandole la schiena.
— Rilassati cherié. Mostriamo al mio Gaston e a Demetrio, quel che si stanno perdendo.
Subito dopo, chinatasi in avanti, le divaricò le gambe mostrando alla platea la sua patatina spalancata. Successivamente, non contenta, abbassò ulteriormente il busto portando il volto sulla sua intimità.

Elsa immaginava la scena che si palesava agli uomini bloccati dalle vetrate, ma si sforzò di non pensare a quello. Un aiuto, sicuramente non voluto, glielo diede Serge che inginocchiatosi accanto al suo volto, le offrì il cazzo da succhiare.
Le sue orecchie avvertivano molteplici e diversi ansimi attorno a lei.
Si era sempre domandata cosa si provasse durante un'orgia, pur non avendo mai avuto la curiosità di sperimentarlo. Ora era consapevole dei corpi e più spesso, solo di parti di essi, che si alternavano in un caos libidinoso e carnale.

Le posizioni dei cinque variarono sovente e a un certo punto, dopo essere stata leccata sulla passera da entrambi gli uomini oltre che da Clairie precedentemente, si ritrovò a quattro zampe messa di fianco rispetto ai finestroni. Bernard, dietro di lei, le domandò se poteva indossare il preservativo e penetrarla.
Elsa aveva goduto per le lingue che si erano alternate dedicandosi al suo clitoride. Ormai erano i suoi sensi a comandare e non più la sua razionalità e nonostante fosse in mostra agli uomini assiepati subito fuori, accettò.
Sentì il cazzo nerboruto del francese farsi strada dentro di lei mentre, proprio davanti al suo volto, si stese Serge con le gambe rivolte verso le porte finestra. Federica si mise seduta sulla pancia del giovane uomo e fissando spavalda suo marito e Gaston dietro ai vetri, presa una bustina col preservativo l'aprì coi denti.
Estratto il profilattico, con attenzione lo infilò sul cazzo di Serge e quindi, continuando a fissare le vetrate, avanzò col corpo in avanti e schiudendo la fica con le dita, abbassando il busto, si lasciò penetrare.
Mentre si muoveva per il coito, approfittando che le loro teste erano vicine, sussurrò ansimando a Elsa:
— Credi che lo spettacolo sarà di gradimento a Demetrio?
Anche Elsa stava godendo dei colpi del francese alle sue spalle e ormai prossima all'orgasmo, ogni remora scomparve e la lussuria assieme alla spudoratezza, presero il sopravvento.
Stimolata da Francesca a partecipare attivamente a quella rappresentazione erotica, si stupì di se stessa.
— Possiamo fare meglio— le disse.
Dopo aver fissato anch'ella i due amici, pentiti di averle lasciato qualsiasi iniziativa e decisione, avvicinò il suo volto a quello della donna.
La fissò negli occhioni verdi e spinse la lingua fuori dalle labbra, subito imitata da Francesca.
Unirono le loro lingue esternamente alle loro bocche, mentre godevano delle penetrazioni dei due uomini appena incontrati e conosciuti.
Un tempo indefinito più tardi, il suono degli orgasmi lasciarono posto a respiri affannati, finché il silenzio e l'immobilità vinse i corpi delle quattro donne e dei due uomini.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per ELSA (PRIMO GIORNO A CAP D'AGDE):

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni