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Emilia ci racconta della grande festa sado al farm


di maktero
25.01.2024    |    220    |    0 8.0
"Lo guardammo mentre menava il suo cazzo ed arrivava sborrando copiosamente, per poi accasciarsi in posizione fetale nell'angolo..."
Per alcuni giorni passammo per la solita routine;
Io ed in nuovo schiavo senza nome e di poche anzi nessuna parola passavamo la giornata e la nottata condividendo ill lurido materasso della nostra stanza.
Emilia veniva a portarci il cibo e l'acqua, e ci portava notizie e chiacchiere dall'esterno.
Lui era praticamente muto, aveva uno sguardo perso e non parlava se non con monosillabi.
Ammiravo il suo corpo coperto da ciccatrici che si univano ai nuovi segni.
Infatti ogni tanto entrava qualche "bruto" per portarci fuori, talora assieme talora separatamente.
Io amavo uscire dalla routine dalla stanza, ma al breve vacanza consisteva in genere ad una dura fustigazione e violenza sessuale da parte degli ospiti paganti del Farm.
Passarono alcuni giorni in cui io e il nuovo schiavo trascorremmo in un simile abbruttimento, mentre i nostri corpi si coprivano di segni e piaghe per le frustate.
Noi sfogavamo le nostre sofferenze e le conseguenti eccitazioni inculandoci e spompinandoci a vicenda; un pò toccava a me un pò a lui, ci divertivamo.
Tutto sommato era un periodo dolcemente felice.
Un giorno Emilia entrando portandoci i vassoi con il cibo, si espresse entusiasticamente annunciandoci una grossa novità.
A quanto pare i dirigenti del Farm avevano organizzato una grossa festa.
Sarebberò stati presenti molti utenti utenti del Farm, i più sadici a cui sarebbe stato riservato uno spettacolo eccezionale in cui il nuovo schiavo sarebbe stato il protagonista.
Lui a quelle parole non fece una mossa un cenno, mangiava indifferente al destino che Emilia prospettava.
Emilia mi disse tutta eccitata che stavano organizzando le cose in grande e che saremmo stati coinvolti in tanti, e che avremmo subito di tutto.
Aveva sentito che sarebbero stati presenti molte decine di clienti con diversi desideri perversi.
Io mi sentii entusiasta e chiesi ad Emilia quando sarebbe avvenuto questo evento; lei mi rispose domani sera.
Eccitata dalla novità abbandonai il mio pasto e presi Emilia e la possedetti; anche lei era infoiata e lei reagì con soddisfazione al mio cazzo che la chiavava nella figa, strillava ed urlava felice mentre la pompavo, era veramente contenta.
Pensai che non era solo il mio cazzo a farla godere ma anche la nuova prospettiva che ci aveva annunciato e che la stava facendo sognare.
Godetti nella sua figa mentre il nuovo schiavo continuava indifferente a consumare il suo pasto.
Io ed Emilia ci adagiammo esauste mentre il nuovo schiavo si allontanò e si accasciò in angolo della stanza dove cominciò a masturbarsi solitariamente.
Lo guardammo mentre menava il suo cazzo ed arrivava sborrando copiosamente, per poi accasciarsi in posizione fetale nell'angolo.
Io ed Emilia ci guardammo interrogativamente; capivamo che quel tizio aveva subito traumi terribili fisici e psichici che lo avevano colpito profondamente.
La notizia della festa doveva significare per lui un destino di ulteriori dolori e sofferenze.
Comprendendo il suo trauma, ed il suo desiderio masochista, ed essendo io di nuovo arrappata ed eccitata come una scimmia mi avvicinai a quel corpo straziato, lo sollevai per i fianchi e cominciai ad incularlo violentemente, lui accolse il mio cazzo passivamente lasciandomi fare.
Gli sborrai dentro, mentre Emilia ci guardava masturbandosi.
Mi ero da poco sfilata da quel culo, che la porta della stanza si aprì, apparvero due bruti che crudelmente mi presero di peso per portarmi fuori.
Sapevo cosa significava; la solita sessione di tortura per soddisfare le esigenze degli ospiti paganti del Farm.
Mentre i bruti mi trascinavano fuori salutai Emilia che continuava a masturbarsi.
Lei accennò un saluto presa com'era dal suo godimento.




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