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La vita pervertita continua


di maktero
01.04.2023    |    499    |    0 8.0
"Hanno voglia di pisciare e mi pisciano in bocca; mi sfilano brutalmente il dildo dal culo e me lo infilano merdoso in bocca..."
Dal dialogo con la dogsitter è stato stabilito un appuntamento tra poche ore.
Giovanna e Luisa mi portano in bagno per prepararmi.
Mi sfilano gli aghi dai capezzoli e mi sciaquano il sangue che mi esce con l'acqua del water.
Hanno voglia di pisciare e mi pisciano in bocca; mi sfilano brutalmente il dildo dal culo e me lo infilano merdoso in bocca.
Poi mi prendono a calci; non risprmiano nessuna parte del mio povero corpo.
Quando sono contente mi abbandonano ansimante, con il cazzo finto in bocca, ed escono spegnendo la luce e chiudendo la porta.
Rimango là, per terra dolorante, per terra, mi brucia il culo, ho la bocca che sà di piscio e i capezzolli mi dolgono da morire.
Sò che tra non molto verrò offerta a dei cani per soddisfare i loro desideri.
Tutto questo mi eccita tremendamente e non posso fare a meno di masturbarmi, la prospettiva di cosa mi aspetta e la condizione in cui mi trovo mi sconvolge e mi fà arrivare in pochi colpi di mano in una sborrata gigantesca.
Mi assopisco sodissfatta.
Quasi adoormentata mi rendo conto a stento che la porta del bagno viene aperta all'improviso.
Sono le due ragazze che cicalando mi dicono che è l'ora dell'appuntamento.
Rendendosi conto che sono un pò rincoglionita dal sonno, mi alzano e mi sbattono violentemente sotto la doccia.
Fanno scorrere violentemente il getto freddo della doccia; urlando mi risvefglio del tutto, ogni ombra di sonnolenza mi abbandona.
Dopo avermi scacquata le due troie mi fanno uscire dalla doccia, dal bagno a calci in culo.
Mi buttano a terra in salotto, mi riempiono di graditissimi calci, che mi piacciono molto.
Sono eccitata per il dolore e loro, quelle stronze, mi prendono a calci sul mio cazzo duro per ridurre la mia erezione.
Effettivamente mi ammoscio; poi dicono che si sta facendo tardi, mi tirano su e mi spingono verso la macchina.
Mi buttano nel bagagliaio.
Viaggio spesso nel bagagliaio dell'auto dove sul pavimento è stato messo un ruvido zerbino in modo da farmi soffrire per lo sfregamento sul mio corpo nudo durante il tragitto,
Il caldo nel baule è terribile, stò sudando terribilmente; la macchina però si ferma e rimane ferma a lungo, penso che le due vogliano farmi restare a sofrire nel bagagliaio.
Mi piace moltissimo e mi masturbo per il piaceredi questa sofferenza.
Però non voglio arrivare, voglio continuare a rimanere eccitata per quello che mi aspetta.
La mia mente folleggia freneticamente per quanto suppongo stia per avvenire.
All'improvviso aprono il coperchio del baule, sono abbacinata dalla luce che colpisce i miei occhi, intontita sento le urla di Luisa e Giovanna che mi ordinano di scendere.
Scendo, mi ordinano di mettermi a quattro zampe e di avanzare verso una stuttura, un fabbriccato abbandonato.
Sempre a quattro zampe, riempiendomi di calci, mi fanno entrare dentro l'edificio diroccato.
Mi portano in un salone; un locale squallido, con i muri scrostati, coperti da muffa e colature di umidità; alcune pozzanghere di acqua putrida e puzzolente coprono parte del pavimento.
Mi fanno gettare nuda su una di quelle chiazze d'acqua sporca e mi ordinano di rotolarci dentro.
Mi dicono di bere quell'acqua putrida; lo faccio con piacere perchè mi piace.
Sò che poi starò male, ma mi piace succhiare quel putridume e leccare quel pavimento innondato.
Riempio la bocca di quello schifo lo ingoio, mi accascio nuovamente per raccogliere altro liquido e lo sputo davanti alle ragazze.
Credo di aver svotato una intera pozzanghera, ed aver riempito il mio stomaco di quello schifo,mi piace moltissimo mi fà sentire una fogna umana ingoiare tali schifezze.
Sono a quattro zampe con il cazzo eretto, duro, parallelo al suolo.
Poi Giovanna riceve uno squillo al suo cellulare.
Capisco che la sta chiamando la dogsitter.
Infatti Giovanna mi avverte che Sonia, la dositter, sta arrivando con i suoi cani.
Dopo pochi minuti infatti arriva una ragazza con quattro cani di diversa taglia al guinzaglio.


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