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Punita nei bagni


di Follemente_Noi
10.07.2023    |    930    |    3 9.7
"Mi trovavo in un pub, una serata tra amici..."
Ferma, nel bagno. Attaccata con la forza alla parete. Quando avvertì un’aria fresca passare tra le mie chiappe, capì che quell’uomo che era alle spalle mi aveva sollevato la gonna, dopo di che sentì uno strappo, provenivano dalle mie calze bianche, me le stava rompendo e con la sua mano grossa e pelosa mi aveva spostato le mutandine bianche. Avvertivo sulla mia pelle il suo grosso dito passare nelle mie natiche: da su scendeva giù, e viceversa.
Lentamente con una voce affannata da vecchio maiale e contemporaneamente eccitata mi disse “lo sai che hai delle bellissime chiappette?” era quasi soddisfatto mentre lo diceva. Poi mi fece piegare ancor di più lasciando il sedere sporgente in bella vista con le gambe leggermente divaricate. –Che goduria! non parli eh? Ti comincia a piacere? - io non riuscivo in nessun modo a parlare. Ero pietrificata da quello che mi stava accadendo, avevo voglia di piangere ma non potevo crollare, dovevo continuare a fare la dura e non dargli almeno quella soddisfazione. - su su non ti disperare! Vedrai farò più in fretta possibile! Qualcuno lo dovrà fare prima o poi e un peccato altrimenti - ero sfacciata ormai.
Mi trovavo in un pub, una serata tra amici. Indossavo una gonna bianca stretta molto corta che arrivava sotto il mio sedere con delle calze bianche; forse avevo esagerato. Ed era proprio questo il punto che aveva fatto perdere la testa a quell’uomo su una cinquantina di anni, mentre io ne avevo appena venticinque. Mi aveva vista mentre ero andata in bagno e seguendomi mi ha costretto a sottostare a lui. Da come avevo capito si era fissato per il mio sedere.
Ormai ero da cinque minuti con la gonna sollevata, le calze rotte le mutandine spostate con il suo dito che mi accarezzava nel solco del sedere. Poi mi mise un dito in bocca per farmelo succhiare, cosa che subito feci poiché avevo paura - brava cosi!! -Dopo avermelo fatto succhiare per bene riscese la mano mettendomi il dito sul mio buchetto, stringevo le chiappe per istinto perché avevo capito che me volesse mettere tutto dentro. L’istante dopo mi mise una mano in bocca forse per non farmi urlare per il dolore quando avrebbe ottenuto quello che voleva. Il suo dito era più potente e d’improvviso sentì un bruciore che come un lampo mi squarciava la pelle, me lo aveva appena infilato tutto dentro. Rimasi senza respiro avvertivo una lama entrarmi nel sedere. - vedi? E tutto apposto! Ora ferma qualche altro secondo-. Stava continuando a entrare e uscire velocemente nel mio buco del sedere. Il dolore era troppo ma ormai non ero più in grado di capire cosa mi stesse accadendo.
Passarono qualche altro minuto che diventavano infiniti e poi disse: - Ecco fatto, puoi andare -. Mi stava lasciando, si era limitato solo a infilarmi un dito nel culo. –
Eccoti una bella lezione!La prossima volta vedi di non prendermi in giro!Che resti tra noi - mi disse minaccioso e soddisfatto. Ma io non ero in grado di rispondere. E proprio per questo mi prese le guance con quelle mani grosse e mi disse - ci siamo capiti??? - io con un filo di voce dolorante riuscì appena a dire - si certo -
Ora avevo capito tutto. Era la stessa persona che avevo stuzzicato mentre ballavo strusciandogli il sedere involontariamente. Sicuramente mi ha sentita mentre dicevo alla mia amica – che ci fa questo? Dovrebbe stare in una casa di riposo! ridendo -
Non ci potevo credere, ero stata inculata dal suo dito e per fortuna si era accontentato soltanto di quello mi aveva risparmiato il peggio.
Comunque quando tornai, avevo la faccia sconvolta e camminavo come se avessi qualcosa che bruciava in mezzo alle chiappe, però stetti più zitta che mai. Mi sedetti di nuovo al mio posto con difficoltà, il dolore era ancora molto fresco e forte e quell’uomo dall’altra parte della sala mi guardava e rideva. Da quel momento ancora scossa evitai di uscire la sera, abbandonai il mio stile di vita sempre a cazzeggiare e decisi di concentrarmi del tutto sugli studi di canto soprattutto per dimenticare e per fortuna tutto ciò servì perché qualche mese dopo riuscì finalmente ad entrare in accademia. Ormai quel brutto ricordo era sempre più lontano, ma ogni tanto ripensavo che fu proprio quell’episodio che mi portò a dedicarmi agli studi seriamente.
Per fortuna venne il giorno in cui il mio segno si realizzò e quando entrai nella sede dell’accademia pronta iniziare la mia nuova vita scoprì una cosa che mi lasciò senza parole: il maestro di musica era quell’uomo del bagno. La porta per uscire era alle mie spalle ero pronta ad andare via, avrei cambiato sede, invece andai verso di lui.
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