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Lui & Lei

Quei maledetti piedi sul cruscotto


di Follemente_Noi
10.07.2023    |    670    |    1 9.5
"Sono un uomo di 40 anni, di professione faccio il dirigente e un giorno dovetti accompagnare la mia segretaria appena assunta da poco tempo a un corso di..."
Sono un uomo di 40 anni, di professione faccio il dirigente e un giorno dovetti accompagnare la mia segretaria appena assunta da poco tempo a un corso di aggiornamento.
In macchina ovviamente c’era un silenzio tra noi, la confidenza era ancora poca. Lei era molto più giovane di me, 28 anni ancora da compiere, e fino ad oggi si era mostrata molto abile e intelligente a lavoro ma soprattutto molto intraprendente, caratteristica che a me piace molto dei miei dipendenti.
Il silenzio tra noi finalmente si ruppe quando d’improvviso iniziammo a parlare di balli, danza e argomenti simili siccome alla radio avevano appena annunciato l’apertura di una nuova scuola professionale nella nostra città. Al quel punto lei disse “era ora! Quando volevo farlo io non c’era” e mi disse che aveva praticato ballo fin da piccola tentando anche di entrare in qualche talent in tv.
A quel punto le dico “forse non tutti i mali vengono per nuocere” e aggiunsi che secondo me sono programmi pilotati, e che la danza è qualcosa di difficile e bisogna nascere con i piedi da ballerina. Non era intenzione offenderla e di certo non mi riferivo a lei ma sentendosi presa in causa contraddicendomi sfilò i piedi dalle sue scarpe e appoggiandoli sul cruscotto mi disse “osserva il mio piede, ecco non creda che questo piede sia da ballerina?” Ci volevo fegato era davvero una tipa diretta.
Io che per un attimo rimasi allibito, da buon datore di lavoro ripresi l’autorità in mano dicendole “ Abbassa i piedi e rimetti le scarpe!” A quel punto imbarazzata esclama lei “Mica perché puzzano? Chiedo scusa!” Non avrei voluto metterla in imbarazzo in nessun modo, e le dissi “Assolutamente no! Più che altro per contegno!” Credo che a quel punto lei furba com’era aveva già capito tutto. “Non mi dica che i piedi la eccitano?” Esclamò! Io sbarrai gli occhi senza rispondere ma lei comprese tutto e non contenta alzò il piedino avvolto dalla calza chiara color carne vicino al mio viso dicendomi “con le calze o senza?” a quel punto ero fregato aveva capito già molto, mi feci coraggio e risposi rimanendo sul vago “Sono una parte del corpo molto sensuale, ma niente di particolare.”
Credevo che rispondendo così tutto finisse subito ma invece lei rispose “Ma non mi dica che se le chiedessi di baciarmeli lo non farebbe?” Ormai non c’è la facevo più, ero davvero in estasi e per di più avevo paura di uscire fuori strada per mezzo di quei piedi, mi stava mettendo in difficoltà e avevo perso il controllo della situazione.
In preda alle forte sensazioni che provavo risposi “Certo! pagherei per farlo!” “Addirittura? Io che volevo lascartelo fare gratis!” e contemporaneamente avvicinò le dita vicino la bocca. A quel punto non riuscivo a concentrarmi più sulla guida quindi fermai l’auto ormai il gioco era completamente nelle sue mani.
Appena fermi portò il piede sempre più giù fino ad arrivare nel punto più critico “Ti eccitano sul serio allora!” entusiasta disse. In effetti avevo una bella erezione in quel momento. La mia segretaria allora mettendosi più comoda si appoggiò allo sportello dell’auto e mentre con un piede mi accarezzava la testa io presi l’altro iniziandolo a baciare. Quelle calze che avvolgevano il piede avevano un bellissimo odore di crema alla pesca, era caldo, morbido peccato che oltre non potevo andare poiché indossava i pantaloni. Forse fu meglio così altrimenti con la gonna avrei combinato un bel guaio ma sarebbe stato davvero pazzesco.
In tutto questo anche lei iniziò ad eccitarsi per la situazione, si sbottonò i pantaloni infilandosi una mano all’interno e mentre io giocavo con il suo piede lei si toccava la fica. Presi il piede che mi accarezzava e facendo uscire il mio uccello duro fuori dai pantaloni lo appoggiai vicino. L’atmosfera era surreale, la mia segretaria si faceva leccare nella mia auto il piede e con l’altro toccava il mio uccello mentre si masturbava.
In quel momento avevo perso la superiorità di datore di lavoro e la cosa andò avanti altri minuti fino a quando lei portò anche l’altro piede giù stringendo il mio uccello tra i due piante e iniziò lentamente a segarmi . Era brava, sapeva muovere bene quei piedi, con gli occhi chiusi continuava a toccarsi e nel momento in cui la sentì ansimare le venni abbondantemente sui suoi piedini. A quel punto togliendosi la mano dai pantaloni mi fece notare quanto fossero bagnate le sue dita e che aveva avuto un orgasmo anche lei poco prima. Poi mi disse “Allora me li sono meritati i soldini? Hai detto tu che avresti pagato! Ricordi?” Come uno stupido mi ero fregato da solo e ovviamente per evitare conseguenze le diedi una banconota da 50 euro che lei accettò senza problemi.
Velocemente riaccesi l’auto per portarla al corso e ripartimmo.
Da quel giorno ogni volta che andavo in ufficio sapeva benissimo come chiedermi qualcosa, i suoi piedi erano diventati la mia rovina.
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