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Il vicino di casa


di Ciclistabo
02.12.2022    |    33.725    |    22 9.6
"Durante i giochi il piccolo disse a Marco di andare a prendere un gioco su in cameretta e così lo seguì..."
Da qualche anno ormai vive nel nostro complesso condominiale, fatto da villette a schiera, Marco, un ragazzo della nostra età, rimasto solo perché la moglie aveva deciso di scappare con un altro. Da quando è rimasto solo ci siamo avvicinati molto a lui, specialmente io che di solito tornando da lavoro quando trovavo il suo garage aperto mi fermavo apposta per scambiare due chiacchiere. Così pian piano siamo diventati molto amici, al punto di farci anche qualche uscita domenicale in bici. A causa di un impegno lavorativo dovetti lasciare casa e andare all'estero per 5 mesi lasciando mia moglie da sola con i bambini. Il primo mese sembrava andare tutto bene, Lisa riusciva a gestire il suo lavoro e gli impegni dei bambini abbastanza bene, seppur era tutto incastrato con i tempi. Dal secondo mese la stanchezza iniziò a farsi sentire e Lisa più volte me lo fece notare al telefono quando la sera la chiamavo. Riuscire a gestire quei ritmi non era facile, poi ci si mettevano anche alcuni imprevisti e la cosa iniziava a diventare ingestibile al punto da dover chiedere aiuto a Marco che ci faceva il favore di prendere i bambini a scuola o portarli a calcio.
Erano passati 3 mesi ormai, Lisa la sentivo stanca e spesso nervosa, cercava sempre di dover disturbare Marco il meno possibile anche se lui ogni volta si metteva a disposizione senza problemi. In fondo anche io l'avevo aiutato molto nei lavori a casa sua quando era rimasto solo e quindi per lui poter ricambiare era quasi un dovere. Per ringraziarlo un paio di volte Lisa l'aveva pure invitato a pranzo la domenica, per la felicità dei bambini che ormai si erano affezionati a lui. Una sera Lisa mi disse che a lavoro avevano organizzato una cena e che aveva rifiutato l'invito. Insistetti per farla andare, non mi sembrava giusto che per colpa mia e della mia lontananza si stesse perdendo tanti eventi e occasioni per uscire. Lei mi rispose di non voler andare e non voler lasciare i bambini con una baby-sitter sconosciuta e così decisi di organizzare io. Chiamai Marco e gli chiesi l'ennesimo favore, di poter stare lui a casa e dare la possibilità a Lisa di poter uscire.
- "Ok, tranquillo. Ma stavolta ti costerà caro sto favore", rispose ridendo.
- "Va bene, va bene. Mi sdebiterò sicuramente al rientro", risposi.
Chiamai Lisa e le dissi di andare, che ai bambini ci pensava Marco. Lei rifiutò, non le sembra giusto, ma era un rifiuto poco convinto. Si vedeva che aveva voglia di andare e cercava di nasconderlo per non farmi pesare la cosa. Alla fine riuscii a convincerla e accettò. La sera della cena Marco arrivò a casa un po' in anticipo a quanto stabilito.
- "Scusa l'orario, ma stavo senza fare nulla e mi sono detto di venire prima così ti do modo di prepararti in tranquillità", disse Marco a Lisa.
- "Grazie davvero. Sappi che io non volevo disturbarti, ha fatto tutto lui", rispose scusandosi.
Marco entrò e si buttò in salotto con i bimbi, a giocare con loro, nel frattempo che Lisa si preparava nel piano di sopra. Durante i giochi il piccolo disse a Marco di andare a prendere un gioco su in cameretta e così lo seguì. Arrivati al piano di sopra prima di entrare in cameretta sentì la porta del bagno aprirsi e dopo un'immensa nuvola vide uscire di corsa Lisa, completamente nuda.
- "Oh cazzo", esclamò non appena si accorse della presenza di Marco nel corridoio, per poi rientrare di corsa in bagno.
Marco restò di sasso, non si aspettava certo di vedere uscire Lisa e soprattutto di vederla così, nuda. Quando si riprese entrò in cameretta, prese il gioco e insieme al bimbo uscirono per tornare giù. In quel momento rivide Lisa, stavolta avvolta dal lungo asciugamano bianco che la copriva ma che nello stesso momento le lasciava le spalle scoperte e le belle gambe in mostra. Poi con quei capelli ancora bagnati era ancora più sexy, non poteva fare a meno di guardarla.
- "Scusami", disse lei ancora imbarazzata. "Non sapevo che eravate qui".
- "No no. Scusami tu", rispose lui ancora scioccato da quella meravigliosa scena.
Lisa vide lo sguardo perso di Marco, era rossa in viso per l'accaduto ma nel vedere quell'espressione si sentì desiderata, tanto che quando entrò in camera sua e si denudò davanti allo specchio, rimase lì a guardarsi e si vide ancora più bella. La lontananza si faceva sentire anche sotto quell'aspetto, più volte avevamo avuto telefonate più "calde" che avevamo dovuto interrompere perché mettevano una gran voglia addosso. E più volte Lisa, da sola nel grande letto, era arrivata a toccarsi accesa dal desiderio trasmesso da qualche scena di qualche film.
Intanto si fece l'ora di andare, dopo circa mezz'ora Lisa scese dalle scale che portava al soggiorno dove Marco giocava con i bimbi. Nel sentire il rumore di tacchi, alzò lo sguardo e la vide scendere. Ancora una volta rimase a bocca aperta. Lisa indossava un vestitino che partiva con una leggera scollatura e terminava a metà coscia, calze nere, stivaletto con tacco pronunciato e capelli raccolti in una lunga coda. Una collana d'oro bianco sottile la illuminava, così come due bei pendenti che la rendevano ancora più bella, trucco leggero, labbra di un rosa lucido. Fino a quando non scese l'ultimo gradino Marco restò a guardarla e anche lei notò con piacere che l'uomo la stava fissando in quel modo. Le venne da sorridere ma fece subito finta di nulla. Si raccomandò con i bimbi di non fare i monelli, poi disse a Marco della cena che aveva preparato per loro e anche per lui, dopodiché salutò e andò alla sua cena di lavoro.
Per tutta la serata Lisa era distratta, lo notarono anche le colleghe che più volte le chiesero cosa aveva e lei rispondeva sempre dicendo che pensava ai bambini. La cena durò un paio d'ore, mentre più di qualcuno si spostò in un vicino pub, lei preferì tornarsene a casa. Avvisò del suo arrivo Marco che la rassicurò dicendole di fare con calma e che i bimbi già dormivano. A quella risposta Lisa pensò a quello che le avevo detto in una chiacchierata qualche giorno prima riguardo Marco. Le avevo detto che se proprio voleva sdebitarsi, conoscendo gli ottimi gusti di lui, di regalargli una bottiglia di vino. Così torno dentro al ristorante, chiese di poter comprare una bottiglia con la scusa del vino che le era tanto piaciuto durante la cena, cosa tra l'altro vera seppur lei non sia una grande bevitrice, e tornò in macchina. Al suo rientro trovò Marco seduto sul divano che guardava la TV, gli chiese com'era andata e poi gli diede quel piccolo pensiero.
- "Oh grazie. Un bel primitivo. Non dovevi. Come facevi a sapere che è il mio vino preferito?".
- "In realtà non lo sapevo. Ma l'ho assaggiato durante la cena e mi è piaciuto".
- "Grazie. Ma un buon vino così lo si deve bere in compagnia".
Lisa sorrise, i due si spostarono verso la cucina a prendere i calici e un apri bottiglia. Nel vederla camminare davanti a sé Marco non riusciva a non ammirarla. Era davvero bellissima, aveva una camminata davvero molto sexy, non poteva dimenticare quella visione di poche ore prima. Era così perso nei suoi pensieri che quando Lisa si voltò e lo vide si rese conto di quello sguardo, dell'atmosfera diversa dal solito. Si sentiva desiderata, cercava di controllarsi più che poteva, sapeva che bastava un piccolo segnale e sarebbe successo qualcosa di irrefrenabile. Prese i calici, li poggiò sulla piccola isoletta della cucina e lasciò che Marco aprisse la bottiglia. Si poggiò col sedere sull'isoletta mentre Marco riempiva i calici, poi ne prese uno e brindarono. Non parlarono ma si guardarono come mai avevano fatto prima mentre sorseggiavano quel buon vino. Poi lui finalmente ruppe il silenzio.
- "Comunque devo dirtelo. Sei bellissima stasera".
- "Grazie", rispose lei imbarazzata.
- "Ora lo capisco quando lui mi dice quanto è difficile starti lontana".
- "Lascialo stare dov'è, per favore. Piuttosto, io non capisco la tua ex invece come ha fatto a lasciarti".
- "Perché?".
- "Beh, un uomo come te lo vorrebbero in tante. Sei gentile, dolce con i bambini, sempre disponibile".
- "Questo è quello che appare. Che ne sai poi come sono in altri momenti".
- "Davvero? Bisogna aver paura?".
- "E si. Sono cattivo e stronzo. Quindi stai attenta".
- "Ma io non ho paura", rispose lei decisa per poi sorseggiare un altro po' di vino.
I due si guardarono a lungo, erano vicini, molto.
- "Non sapevo fossi così coraggiosa", disse avvicinandosi a lei con la scusa di appoggiare il bicchiere sul mobile.
- "Tante cose non sai di me", rispose stuzzicandolo.
In quel momento Marco non riuscì più a contenersi. Si avvicinò a lei e prendendola per i fianchi se la tirò a sé, baciandola. Fu un bacio lungo, caldo, intenso. Le loro labbra non si staccarono l'una dall'altra, le loro lingue non smisero di cercarsi. I loro corpi attaccati, lei riusciva a sentire l'eccitazione di lui, ma non le bastò sentirla solo con il corpo, volle toccare con mano quella protuberanza, lo toccò stringendolo con forza, lo voleva. E lui la accontentò subito, la girò, le alzò il vestito e tirò giù collant e mutandine e con un colpo deciso fu dentro di lei. Era bagnatissima, ne sentiva il bisogno da mesi ormai, Marco iniziò a scoparla con un ritmo deciso e forte tenendola ferma con le mani dietro la schiena che bloccava con una sua mano e l'altra mano sul collo di lei con un dito che cercava le sue labbra.
Più volte ci eravamo chiesti il motivo del perché la ex lo avesse lasciato e scappato con un altro. Forse non è un grande amatore, forse non la soddisfava abbastanza o forse ce l'ha piccolo. Tutte supposizioni che tiravamo fuori io e Lisa scherzando. Ma in quel momento Lisa dovette ricredersi, nulla di ciò che avevamo pensato corrispondeva. Piccolo non lo aveva per nulla, anzi, più grosso rispetto al mio, anche se ancora non aveva avuto modo di vederlo, ma lo sentiva eccome. E anche le altre due opzioni erano sbagliate. Marco ci sapeva fare e gliene diede ancor di più dimostrazione quando la prese e la tirò su facendola sdraiare sull'isola della cucina. Liberò le sue gambe da quei collant e mutandine che le impedivano di aprire per bene le gambe e si buttò in mezzo alle sue cosce con bocca e lingua che sapeva benissimo dove andare a stuzzicarla e morderla. Per di più si aiutò con 2 dita che la penetravano, dita che poi divennero 3 e persino 4. La portò ad avere diversi orgasmi, Lisa tremava, non sapeva più dove tenersi per cercare di resistere a quel piacere immenso. Non contento continuò a scoparla ancora e poi la tirò giù e la fece inginocchiare davanti a lui. Le diede la possibilità di fargli vedere cosa sapeva fare con la sua bocca, poi la aiutò nel lavoro tenendola ferma per la testa e scopando le la bocca, fino a farglielo prendere tutto fino alla gola. E non smise fin quando anche lui arrivò, e lo fece venendole sul viso e riempiendola tutta per poi farsi ripulire il cazzo entrando nella sua bocca. A quel punto prese dello scottex, la ripulì nella parte degli occhi, dandole la possibilità di farsi guardare e Lisa si accorse di quello sguardo beffardo di Marco. In altre situazioni le avrebbe dato fastidio, ma in quel momento di sentì libera da un peso che teneva dentro da troppo ormai.
Da quella volta ebbero modo di scopare ancora per i mesi successivi. Lo fecero dove e quando potevano, sul divano ma non utilizzando la seduta, ma dalla parte posteriore, la piegava a 90 facendola appoggiare con la pancia sulla spalliera e la prendeva in quel modo, tirandole la testa indietro. In lavanderia, in garage e ancora in cucina anche quando a casa c'erano i bambini. Come quella volta che uno dei figli entrò in cucina.
- "Dov'è la mamma?", chiese il piccolo vedendo Marco aldilà dell'isola.
- "Mi sa che è andata su", rispose lui tenendo Lisa in ginocchio col suo cazzo in bocca. "Hai bisogno di qualcosa?", continuò.
- "Ho fame".
- "Ti faccio un panino con la Nutella, ok?".
- "Si si", rispose tornandosene felice in soggiorno.
- "C'è un panino da fare", disse Marco rivolgendosi alla loro mammina.
Lisa fece per alzarsi ma lui la bloccò.
- "Dove vai. C'è un lavoro da finire", le disse sbattendole il cazzo sulle labbra a mò di manganello con il suo solito sorriso beffardo.
Lisa fece quanto ordinato fino a quando lui non venne e come sempre lo fece sul suo viso, riempiendola.
Da circa un mese ormai sono tornato a casa riprendendo i miei vecchi ritmi e abitudini. Una domenica dovevamo uscire, Lisa aveva già messo i bimbi in macchina e mi cercava. Non trovandomi vide il garage aperto di Marco, pensò che fossi andato da lui a chiacchierare. Si avvicinò ma il garage era vuoto. Mi chiamò più volte, poi chiamò anche Marco che in quel momento arrivò entrando dalla porta che dava sulla lavanderia.
- "Eccoci", esclamò lui.
- "Eccomi. Siete pronti amore?", dissi anche io uscendo dalla stessa porta.
- "Si si. I bimbi sono già in macchina", rispose lei un po' sorpresa.
- "Bene. Buona passeggiata allora. Dai pure a me", disse Marco riferendosi a quei strappi di scottex che avevo in mano, "li butto io", continuò prima di salutarci ancora una volta con il suo solito sorriso beffardo.
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