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Lui & Lei

Segreti svelati


di Linguacce
04.02.2021    |    824    |    0 8.8
"Sapeva cosa stava facendo anche se era nuova a quelle dinamiche..."
Il rosso del mantello occhieggia fra i grigi tronchi che decorano il bosco; il colore fa scappare le prede ed attira l'attenzione dei predatori che vi dimorano.
È tardi, lo sa, proprio per questo aveva tagliato attraverso l'assordante silenzio del bosco. Le sue amiche l'avevano trattenuta più del dovuto ma nonostante l'arrivo della sera stava andando comunque dalla sua cara nonna. I suoi passi sulle foglie autunnali erano l'unico suono, otre quello degli uccelli che decoravano il silenzio. In molti le avevano detto che era pericoloso, che nel groviglio di rami, alberi siepi si nascondeva lui: il lupo. Non credeva molto a quella storia, sorrideva dolcemente a chi la metteva in guardia da quel luogo.
L'odore di legna bruciata le accarezza le narici: solo un'occhiata, si vuole accettare soltanto che non sia un incendio. Il cappuccio del mantello scivola dai capelli biondi, i suoi occhi cercano il bagliore del fuoco intorno a sé. Si avvicina, lo scricchiolio delle foglie sotto i suoi piedi: è un bivacco umano. Forse qualche campeggiatore
"Nessuno le ha detto che questo posto è pericoloso?" una voce maschile la sorprende alle spalle. Il cuore palpita rapido nel petto di lei, il respiro mozzato, un grido attraversa la foresta: il suo.
"Signorina, tranquilla, non voglio farle del male" le dice, mentre lei si gira. Le dita femminee sul petto come a trattenere il cuore, il rosso mantello che ondeggia intorno al suo corpo flessuoso.
"Sono Sebastiano, un cacciatore del paese qui vicino verso nord." le dice mentre le prende la mano. La sua voce virile e roca, il calore della mano, lo sguardo sereno ed intenso, qualcosa in lui le provoca un'ondata di calore in tutto il corpo. Sente quel calore sul viso, tra le cosce nascoste dalla lunga gonna.
"Sono serena.... cioè mi chiamo Serena" balbetta timida lei. La piccola mano bianca che scompare fra quella grande e scura di lui; l'imbarazzo ed una sottile aspettativa aleggia fra loro. Lo guarda negli occhi, quasi persa in quel nero pece, il calore della mano di Sebastiano diventa liquido fra le cosce di lei. Tutto è fumoso nella mente di Serena mentre guarda l'uomo che ha davanti. Si sente vogliosa, languida, mentre osserva il cacciatore sconosciuto. Un bacio profondo, forse chiesto con gli occhi, li unisce in un corpo solo. Serena sente quelle mani sotto al mantello, il calore diffondersi sulla pelle. Cerca di scostarsi, di andarsene ; respinge quel corpo a lei estraneo con entrambe le mani guardando spaventata gli occhi neri di quel cacciatore.
"Non scappare Serena" dice lui "sento la tua eccitazione" e guida la mano della ragazza sul suo corpo "senti la mia. Mai nessuna ha avuto questo effetto su di me". Le dita di lei si stringono esitanti su quella verga. Sapeva cosa stava facendo anche se era nuova a quelle dinamiche. Lo sguardo di Sebastiano era rovente sulla pelle di lei, tra le sue cosce, nella sua mente. La spinge con gentile fermezza ai suoi piedi. La osserva inginocchiarsi, il mantello rosso allargarsi intorno a lei. Solo una parola:
"Fallo" la voce suadente e virile, lo sguardo fermo negli occhi di lei. Nessuna via di uscita, lei non ne vuole, il legaccio dei pantaloni di lui si scioglie fra le dita sottili di Serena. Voleva toccare quella pelle, quella verga dura che appena si intravede attraverso il tessuto grezzo delle braghe di lui. Osserva le sue dita avvicinarsi, guarda incantata Sebastiano ed il suo sorriso invitante e sfrontato.
"Non aver paura piccola. Ti darò solo piacere. Toccarlo" la istruisce.
È caldo sotto le dita pallide, lo sfiora timida sotto lo sguardo attento del cacciatore, lo afferra, lo osserva per la prima volta nella sua interezza.
L'istinto la guida, in quel bosco, fra il totale silenzio. Solo i loro respiri. La passione annebbia il cervello, si lascia andare all'esplorazione. Lei lo accarezza e lo assaggia, Sebastiano guida i suoi movimenti: lenti, languidi, profondi e poi ancora veloci fino ad affondare completamente nella gola della fanciulla. Il mantello di lei si scioglie e scivola silenzioso fra i loro respiri. Il cazzo di Sebastiano esce della bocca di Serena, umido, un filo di saliva a collegarlo alle labbra gonfie di lei. Prende il mantello rosso e lo sistema a terra, solo un cenno e lei si distende docile sul tessuto. La guarda eccitato mentre lei scopre le cosce e poi, la sua perlacea femminilità. Non oppone nessuna resistenza la ragazza: anche lei lo vuole. Lo osserva inginocchiarsi fra le sue gambe, la mano che la sfiora per la prima volta. Un calore nuovo, dalla sua figa fino al cervello. Un assaggio, e la lingua calda di Sebastiano la accarezza. Come lava si dispiega la sensazione di quella lingua fino al cervello. Un desiderio basilare mai provato prima. Quella lingua che la colpisce lì nei suoi desideri più segreti e profondi; non può fare altro che aprirsi ancora di più, sentire quelle labbra maschili suggere per le prima volta la sua intimità. Sospira e mugola, il desiderio di lei che serpeggia sempre più forte.
"Sei pronta Serena. Mettiti carponi". La istruisce lui.
Il culo in alto, bianchissimo. Entrambi sanno cosa sta per accadere, lei si muove invitante. Sente le mani di Sebastiano sulla sua pelle candida; ha voglia, ha fretta, ha fame. Sebastiano spinge il suo uccello sulla fighetta stretta. Sa che ci vorrà tempo, il mugolio di lei lo convince che quello è un giardino segreto tutto da esplorare. La sente stretta fin da subito anche se molto bagnata. Vuole far piano, godere di quella stretta virginea, piccoli movimenti fino a quando con un singhiozzo lei lo accoglie per intero dentro di sé.
L'odore metallico del sangue, il lamento quasi silenzioso di Serena, il calore di quella fighetta intorno al suo cazzo. Tutte queste sensazioni in un colpo solo. La stringe forte per i fianchi, la impala violento mentre i singulti diventano godimento. La figa sempre più bagnata ed accogliente, lei che geme vogliosa, tanto, troppo.
Si appoggia su di lei mentre scarica tutto il suo piacere. Silenzio. Solo i loro respiri pesanti, lei che cerca di spostarsi, lui che la trattiene per la vita. Ancora un corpo solo.
"Fermati, aspetta che la sensazione passi.". Le sussurra all'orecchio.
"Vedi piccola umana. Ti avevano avvertita sul lupo cattivo. Non proprio lupo in realtà... ma mutaforma.". Le lecca il collo "lo hai proprio adesso dentro la tua fighetta bagnata. Siamo agganciati insieme attraverso il nodo." La sensazione di unione si scioglie; si scosta da lei, osserva lo sperma scivolare dalla femminilità arrossata e gonfia verso le cosce pallide di lei.
"Dovresti stare attenta a chi incontri piccola Cappuccetto Rosso" le sussurra ironico mentre si allontana dal giaciglio lasciandola lì senza forze e soddisfatta.
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