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incesto

Sporco segreto


di Linguacce
16.10.2018    |    3.338    |    6 7.5
"Un sospiro leggero dalle sue labbra, la sua mano tra i miei capelli credo sia ancora immerso in quel sogno, mi guida innocente verso il suo inguine..."
Il volume anche se basso Mi aveva svegliata. Scendo dal letto e a piedi nudi seguo la fonte di disturbo al mio sonno; so già cosa troverò: lui mollemente rilassato sul divano, le dita lunghe e affusolate da pianista avvolte intorno al telecomando mi guarderà e le sue bellissime labbra Si distenderanno in un sorriso amorevole.
Lo schermo manda immagini di un film Action Movie che abbiamo visto tantissime volte insieme con una ciotola di popcorn fra noi. Si è addormentato, lo osservo a mio piacimento senza nessun timore, non come quando si prepara per la piscina ed io sono seminascosta dalla porta della stanza. Il suo respiro mi dice che è stanco dalla settimana, il borsone lasciato all'ingresso mi ricorda come si aggirava poche ore fa per casa nel suo slip nero da piscina. Come io lo osservavo camminare mentre cercava affannato la cuffietta d'ordinanza; il suo essere virile che ogni volta lacera cuore corpo, il suo odore che mi rimanda ad una sola parola "casa".
Mi avvicino ancora lui incerta se svegliarlo per farlo andare a letto oppure se accoccolarmi al suo fianco. I ciuffi scomposti cadono sulla sua fronte e quella barbetta che ha iniziato a tenersi sul viso, gli sta così bene... Sta sul divano con i pantaloni del pigiama, il torso nudo Si solleva leggero. Lo osservo, il mio sguardo scende centimetro dopo centimetro verso i pantaloni e quella protuberanza che si staglia abbastanza chiaramente alla luce soffusa della TV accesa. Divarica le gambe e si muove in modo inequivocabile, la virilità si delinea sempre più chiara, sono inchiodata al pavimento e lo osservo mentre la sua mano si muove morbida verso l'elastico dei pantaloni, lo guardo in faccia pronta ad andarmene in camera ma i suoi occhi sono ancora chiusi.
Dovrei andarmene via lo so, ma non riesco anzi, i miei piedi si muovono nella direzione sbagliata. Lo osservo dall'alto, posizionata oramai fra le sue cosce muscolose; è evidente cosa sta facendo forse un sogno erotico accompagna le sue dita mentre si accarezza con dolcezza l'uccello.
Dovrei scappare via, veloce, senza voltarmi fino al letto ma lui nell'incoscienza del sonno lo tira fuori dall'elastico. Il mio cuore batte più veloce, un brivido corre lungo la schiena le ginocchia cadono sotto il peso del desiderio a lungo trattenuto.
"Un assaggio"mi dico "solo uno per sapere che gusto ha, per accompagnare i miei sogni"
Osservo le sue dita muoversi sicure sull'asta, ma questa voglia di sapere almeno per una volta per un breve attimo, mi spingono lì sopra al suo uccello. Voglio assaggiarlo velocemente, adesso che lui dorme adesso che ho il coraggio di farlo. Uno sporco segreto da custodire solo nella mia testa. Lo accarezzo con la lingua, la tentazione di andare oltre mi solletica la nuca; non posso spingermi oltre lo so eppure...
Un sospiro leggero dalle sue labbra, la sua mano tra i miei capelli credo sia ancora immerso in quel sogno, mi guida innocente verso il suo inguine. Pochi peli biondi trattengono il suo odore che accarezza il mio naso come io accarezzo il suo uccello con la lingua. Alzo gli occhi per accertarmi il suo sonno mentre lo succhio per la prima volta.
Uno sfarfallio di ciglia mi avverte e si sta svegliando, il confine tra il sonno e la realtà si è assottigliato.
È troppo tardi per me; troppo tardi per lui.
Cerca di allontanarmi dal suo uccello io ad un respiro dalla sua verità lo guardo dritto negli occhi identici ai miei.
"Ti prego papi..... Sono quattro anni che ti muoio dietro." Allungo la lingua in una lunga leccata su di lui "Consideralo il regalo per la mia maggiore età"
"Sofia" osservo i suoi occhi neri lottare tra il desiderio, dovere, morale, etica.... e i muri sgretolarsi uno ad uno e finalmente le sue mani mi guidano verso di lui. Lo volevo da quando lei se ne era andata, lasciandoci immersi nello stupore e nel dolore, non ci aveva mai voluti lei e così ad un certo punto ci ha voltato le spalle lasciandoci. Ma non volevo pensare a quella brutta storia, non questa sera che finalmente posso avere mio padre. Mi sente ispirare il suo odore, mentre la mia bocca lo circonda so esattamente quello che sto facendo. Lo faccio al massimo delle mie capacità ingoiandolo fino in fondo per poi alzare la testa e guardarlo negli occhi. Un filo di saliva che ci unisce per un secondo e poi ancora giù, lo circondo con le labbra la mia lingua lo accarezza gentile mentre lui sospira. Lo voglio, voglio tutto di lui, le mie dita accarezzano gentili il sacchetto ancora morbido sotto all'uccello scendo a leccare anche lì cercando la sua approvazione, il suo sguardo.
" Sofia, tesoro, basta adesso altrimenti...." mi alzo dal pavimento dal nido sicuro che sono sempre state le sue gambe. Senza abbandonare l'unione di sguardi, le mie dita si avvicinano ai fianchi, lo sfido a fermarmi mentre le mutandine di cotone bianco scendono verso le caviglie e le mie dita sfiorano leggere la mia femminilità.
"Papà, è il mio compleanno. Ti chiedo solo questo, solo una volta. Mostrami come mi vuoi bene" gli dico mentre con quelle dita gli sfioro gentile le labbra. So che sente il mio odore di femmina, so che è tentato di assaggiare. Lascio le dita li, in attesa della sua mossa. E lui cede alle mie richieste scende con me e per me all'inferno. sento le mie dita risucchiate tra le sue labbra il calore circondarle, i suoi occhi fissi nei miei sempre più neri.
"Togli la maglia" mi dice "Fammi vedere"Osserva i miei seni alti e sodi ancora un po' acerbi, la mia vita sottile e quel ombelico che ha sempre definito perfetto.
Mi accarezza i fianchi, sorrido tremante di fronte al suo sguardo. Le sue dita corrono su di me, sono un lago, tremo di aspettativa mentre lui mi accarezza non più come un padre ma come uomo.
"Papi, ti prego, è tanto che aspetto. Sono morta di gelosia per ogni donna senza volto con cui sei uscito. Con cui hai scopato."
Comprende la mia urgenza, Tira giù i pantaloni li calcia lontano. Vorrebbe forse assaggiarmi, ma non ho tempo. Non c'è tempo. Sono già cavalcioni su di lui, le mie dita tremano sulla sua virilità mentre lo guido in me. Ci guardiamo dritti negli occhi, mentre mi impalo; una smorfia la mia il suo sguardo orripilato nel momento in cui comprende.
"Ti ho aspettato papi"e gli spiego così la resistenza del mio corpo, il sorriso incerto delle mie labbra ed il mento che tremola.
"Oh tesoro, mia Sofia"sussurra lui mentre mi dona il nostro primo bacio famelico disperato amato.
Le nostre lingue che si trovano per la prima volta mentre io affondo completamente nel suo grembo, il suo uccello stretto dentro di me. La verginità perduta.
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