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Gay & Bisex

Un mese di baldorie 5


di FRANK_1987
21.06.2020    |    4.276    |    2 6.7
"Ora lui ha davanti a se un maschio italiano muscoloso quanto basta e con un cazzo di tutto rispetto che fa dentro e fuori dal suo cavo orale e non può fare..."
Festa di comple…ano

Eccomi con dei nuovi capitoli. Spero che anche questi vi piacciano. Sono da collocare dopo l’ultimo capitolo della saga “VITA DI COPPIA”. Alcuni di voi mi stavano aspettando, altri non sentivano il bisogno di leggere ulteriori miei racconti ma non mi interessa quindi buona lettura

CAPITOLO 5

Entrati nel bagno, chiudo la porta e ci metto una sedia davanti per bloccarla. Anche se ci sono altri bagni, non voglio essere disturbato. Il ragazzo ed io iniziamo a baciarci come se fosse la prima volta che baciamo qualcuno. Come se non avessimo aspettato altro nella vita di permettere alle nostre labbra di toccare quelle di un altro. E’ un bacio dettato dal desiderio, dall'impeto della passione e anche dalla fretta di arrivare al culmine di questo nostro incontro. Limonando, mi sbatte contro un armadietto e ci togliamo gli indumenti. Lui ha un vistoso tatuaggio sullo sterno e un enorme bozzo nei pantaloni che tocco alternandolo con altre parte del suo corpo tonico. I pantaloni gli si sono leggermente abbassati mostrandomi il suo intimo blu che io abbasso del tutto quando mi inginocchio per prendere in bocca il suo cazzo poggiando le mie mani all’altezza dei suoi fianchi. Lui, invece, prende il suo pene e me lo sbatte sulla lingua e sulla faccia facendomi male in prossimità degli occhi ma per me va bene così. Amo usare la violenza, non eccessiva, quando scopo qualcuno e amo quando la usano su di me. Mi rimetto il cazzo in bocca e il ragazzo mi da dei piccoli schiaffi sulle guance che si incavano ogni volta che tutta la sua virilità entra nel mio cavo orale. Quando mi alzo credo che voglia scoparmi ma ancora e’ troppo presto. Afferra la mia faccia con la mano sinistra e usa la destra per schiaffeggiarmi, questa volta più energeticamente della precedente. Il mio viso viene usato come scarico per la sua saliva che qualche volta mi finisce sulla lingua mentre altre volte mi finisce sulla fronte, colandomi lungo il naso, o sulle guance, colandomi fino al mento. Facendomi girare, agguanta una mia chiappa infilando una mano in mezzo al solco e mi stimola il buchetto con il dito ruvido, senza averlo bagnato e con fare animalesco tant’e’ che provo un leggero bruciore. Anche le chiappe vengono schiaffeggiate sia dalle sue mani che dal suo membro che poi viene bagnato di saliva e infilato nel mio retto.
“Ah que prazer”, esclama il ragazzo facendomi capire di essere brasiliano
Muovo il mio culo contro il suo bacino ma lui non e’ contento di questo mio prendere il sopravvento oscurando la sua mascolinità. Deve essere lui quello che mi ficca il cazzo nel culo ed io devo obbedire ad ogni suo movimento. Per questo motivo, mi prende per i bicipiti e li usa come perno per le sue spinte. Sono violente, e’ come se stessi facendo sesso con un coniglio che vuole solamente scaricarsi i coglioni. Magari lui mi vede così, come la sua coniglietta, e allora io sto al gioco. Le dita intorno alle mie braccia iniziano a farmi male, sembrano gli artigli di un’aquila e cerco di divincolarmi ma quando lo faccio, per poco non finisco con la testa nella vasca. Il ragazzo ne approfitta per posizionarmi a pecorina e spingere ancora nel mio culo altra sua giovane carne afferrandomi per un fianco e il braccio destro piegandomelo all’indietro in modo che lui possa mantenersi in equilibrio e dirigere la scopata. Ora come ora non mi sento affatto bene. Mi sembra di stare in uno di quei bagni pubblici stretti e claustrofobici con un cazzo nl culo pronto a sborrare alla prima spinta per evitare di essere scoperti. Il ragazzo sborra nel mio ano dandoti delle bordate brutali e anche dei pugni sui glutei per poi uscire dal mio culo e ritornare in salotto a festeggiare il compleanno di Cecilia. Anche io, dopo essermi ricomposto, ritorno ma non ho nessuna intenzione di parlare con Pablo, responsabile di questa mia scopata selvaggia.
“Giulio. Giulio, svegliati”, fa una voce maschile ovattata da tutto lo champagne bevuto la sera prima “vuoi alzarti dal letto? E’ quasi mezzogiorno”, dice zio Mariano ora più riconoscibile “hai deciso di passare tutta la giornata a letto?”, continua
Mi sveglio prono nel letto con i piedi che urtano contro la spalliera e le braccia che penzolano giù dalla pediera. Ho un terribile mal di testa che si aggrava sempre più ogni volta che lo zio mi parla fino a quando non entro in bagno e mi butto sotto la doccia. Ma anche qui, la testa continua a farmi male soprattutto in corrispondenza delle tempie, le cui vene sento pulsare con vigore ed ho quasi paura che possano esplodere ridipingendo le mura con il liquido che mi scorre dentro. Mi sento vittima di uno stupro. Quando ero piccolo e cominciavo ad avere i primi istinti sessuali ma con nessuno riuscivo a metterli in pratica, fantasticavo stupidamente di quanto avrei gioito facendomi stuprare. Uscendo di casa, andavo sempre dalle parti di un vecchio fabbricato fatiscente con la speranza che poteva esserci qualcuno che mi prendesse di spalle con l’intenzione di abusare di me ma io gli avrei detto che non opponevo resistenza, solamente per sapere cosa si provasse ad avere un cazzo nel culo. Ora, invece, seppur non vergine e avendo fatto sesso consensualmente con quel ragazzo, mi sento come le vittime di quei maniaci sessuali. Durante il pranzo sembra che la situazione sia migliorata. Pablo continua a chiamarmi al telefono e a mandarmi sms. Non voglio rispondergli perché e’ stato lui a mandare quel ragazzo da me ed e’ stato lui, seppur inconsapevolmente, l’autore di quella scopata consumata solamente per far godere uno dei due partecipanti e questo non sono di certo io. Nel pomeriggio, però, decido di fare pace con lui. Non voglio rovinare il rapporto creato tra di noi e quindi sistemo le cose dandoci appuntamento alla sera successiva per scopare. Mentre guardo il panorama dalla terrazza della mia stanza, sento lo scatto della serratura e il rumore di una porta che si chiude. Scendo la scala a chiocciola convinto che sia lo zio ma invece e’ Jorge, il nipote di Cecilia.
“Che cosa ci fai tu qui?”, gli domando un po’ alterato, in inglese
“La zia mi ha dato la chiave”
“E perché non l’hai usata l’altro giorno per entrare invece di bussare?”, domando come se fossi un avvocato dell’accusa, pronto ad arrivare alla conclusione che ho pensato
“Perché l’avevo dimenticata a casa”
“Non ci credo”, gli dico facendogli smettere di parlare “secondo me ti sei fatto dare la chiave solo di recente, sperando di trovarmi da solo in casa per fare…”, interrompo la frase poggiando un braccio sul piolo della scala con fare seducente anche se non sono abbigliato in tale modo
Jorge non fa cosa dire. Ho capito le sue intenzione e ora che gliel’ho fatto notare, si e’ imbambolato. Mi guarda con i suoi occhioni spauriti mentre indossa una maglietta a maniche corte nera ma con il cappuccio celeste e dei pantaloni di jeans. Io, invece, porto una maglietta grigia e il pantalone di una tuta, rossa. Sembra balbettare qualcosa ma lo metto immediatamente a suo agio, dicendogli, mentendo, che non pensavo quello che gli ho detto sebbene tutto di lui mi diceva di aver colto nel segno. Lo faccio accomodare sul divano mentre io mi siedo su una poltron di fronte a lui. Mi accorgo che anche con la tuta, il mio pacco e’ voluminoso e gli occhi di Jorge cadono proprio lì. Comincio a fargli alcune domande per conoscerlo meglio. Mentre lui parla, si accarezza leggermente le gambe glabre e il mio cazzo, inizia a muoversi tra le mie mutande. Gli domando se ha una fidanzata o un fidanzato ma lui mi dice di no e allora io gli rivelo di essere a conoscenza della perdita della sua verginità anale grazie a mio zio quando avevo solo 16anni. Il rossore delle sue guance stona con il colorito del resto del corpo quindi io mi alzo e vado a sedermi accanto a lui mettendogli una mano sulla coscia destra ed entrando in contatto per la prima volta con la sua epidermide.
“Siete tutti così, in Italia?”, mi chiede
“Così come? Belli da morire?!”, faccio lo spavaldo
“No. Così sfacciati”
“E non hai ancora visto niente. E poi pensavo che ti riferissi al mio corpo”, gli dico notando il suo pomo d’Adamo fare su e giù “vuoi dare un’occhiata?”, gli chiedo prepotentemente
Jorge pensa un po’, poi accenna un movimento con la testa facendomi intuire la sua voglia di esaminare il mio corpo ed io gliene faccio uno con la mia di testa per invitarlo a fare qualsiasi cosa abbia in mente di fare. Jorge mi spinge con la schiena contro il divano abbassandosi tra le mie gambe per poi calarmi leggermente il pantalone della tuta rossa e prendere in mano il mio cazzo barzotto. Lo sbatte contro la stoffa del mio indumento e poi se lo mette in bocca. Il suo cavo orale e’ umido ma allo stesso tempo caldo e le sue labbra rosa mi fanno impazzire. Sembrano quelle di una bambola gonfiabile sebbene io non ne abbia mai usata una. O non ancora. Il nipote di mia zia Cecilia prosegue a succhiare il mio membro, ormai diventato bello duro, aiutandosi con la mano oppure me lo lecca insieme alle palle mettendosele singolarmente in bocca come se volesse surgere il mio nettare bianco direttamente da loro, senza aspettare che passi attraverso la fine della mia uretra lunga, nella parte finale, 19cm. Mi levo la maglietta facendogli ammirare ancora una volta il mio torace e le sue mani si poggiano all’altezza delle mie scapole per poi scendere giù fino al mio pube. E’ evidente che lo zio gli ha insegnato tutti questi trucchetti che ora sta usando anche con me e prima, con gli altri uomini che l’hanno scopato. Lo faccio staccare dal mio pene dandogli la possibilità di togliersi la maglia mentre il suo organo riproduttivo ha deformato verso sinistra il suo pantaloncino di jeans, allora Jorge si abbassa la cerniera e se lo prende in mano cominciando a segarselo mentre io, liberato ogni centimetro della mia pelle dagli ormai ingombranti vestiti, mi avvicino a lui e muovo il cazzo a destra e a sinistra giocando con la sua bocca che non riesce a inglobarlo. Quando finalmente lo fa, gli prendo la testa e gli fotto quella boccuccia da pompinara che si riempie di abbondante saliva e presperma carico già di qualche spermatozoo.
“Ti ha insegnato mio zio a succhiare il cazzo così?”, gli domando mentre lui alza gli occhi verso di me e fa cenno di si con la testa continuando a succhiarmi
I suoi occhioni, visti dall’alto, sono davvero eccitanti. Ora lui ha davanti a se un maschio italiano muscoloso quanto basta e con un cazzo di tutto rispetto che fa dentro e fuori dal suo cavo orale e non può fare altro che subire le mie attenzioni come il mio corpo subisce le sue che sono concentrate soprattutto nelle sue mani, le quali, fanno su e giù su di me. Lo allontano sgarbatamente liberandogli la bocca e, d’istinto, si siede sul divano mostrandomi il cazzo che prima avevo notato solo di sfuggita. Jorge ne possiede uno di 18cm che finisce tra le mie labbra. Adesso e’ lui che poggia le mani sulla mia testa scopandomi la bocca come avevo fatto precedentemente io con la sua. E, devo dirvi la verità, mi piace.
“Cosa ne pensi? E’ di tuo gradimento?”, mi domanda prendendomi in giro perché adesso, succhiandogli il cazzo mentre lui da il ritmo al pompino, la puttana sono io
E’ vero, lo sono. Ma sfido chiunque a non succhiare il cazzo di un giovane brasiliano, nonostante Jorge non abbia la tipica carnagione scura. Ora lo sto facendo dando tutto il meglio di me. Tutto quello che ho imparato da quando ho perso la verginità, lo sto dimostrando succhiando il bastone di questo ragazzo. Ma non voglio dargli la soddisfazione di avermi in pugno. Non sono io quello che deve essere scopato. Smetto di spompinarlo e mi allontano leggermente. Lo sento parlare nella sua lingua natia senza capire cosa voglia. Forse preferiva che avessi continuato nel mio servizietto ma invece gli ordino di alzarsi e quando lui non lo fa, lo aiuto io e poi lo spingo contro lo schienale del divano posizionando a 90°.
“Che cosa vuoi fare?”, mi chiede
“E me lo domandi? Ti scopo”
“Ma io pensavo…”
“Cosa? Che succhiando il cazzo come fa una puttana me lo avresti messo nel culo? Chi? Tu? E poi l’altro giorno stavi quasi morendo quando mi hai visto la prima volta e adesso ti faccio vedere che cosa ho da offrirti”
Mi sputo copiosamente sulle dita, spalmo la sostanza sul suo buchetto e poi poggio la cappella facendola entrare delicatamente. Ma il resto del cazzo, no. Quello glielo schiaffo dentro con tutta la forza del mio bacino facendolo gridare come se fosse la sua prima volta. Prendo Jorge dai fianchi e inizia a scoparlo. Lui si poggia con le mani sullo schienale del divano posizionando il suo busto orizzontalmente al mio cazzo così che possa entrare maggiormente dentro di lui. Ha la pelle delicata che sembra quello di un bambino e per questo sento il mio pene pulsare nel suo culo. Ma non pensate male. Non mi sto eccitando all’idea di scoparmi di un bambino. Mi piace solo il pensiero che un ragazzo della sua età sembri ancora così giovane. Sicuramente quando diventerà vecchio, dovrà ancora mostrare il documento di riconoscimento per entrare in un locale perché gli anni se li porterà benissimo. Fottermi il culo del nipote di Cecilia e’ bellissimo. Lo prendo per un braccio portandoglielo dietro la schiena tenendolo fermo con una mano all’altezza del coccige e poggiando l’altro mio arto sullo schienale facendo forza e spingendo ancora in profondità nel suo budello, il mio membro italiano.
“Voi italiani siete così energici”, si complimenta
“Anche lo zio era così?”, gli domando avvicinandomi al suo orecchio
“Mmh, si, anche lui. Mi ha aperto per bene”, confessa
“E non hai ancora visto niente”, lo minaccio
Lo sdraio completamente sul sofà senza uscire dal suo buchetto. Poggiando le mani all’altezza delle sue scapole, trombo Jorge con maggiore veemenza. Gliel’avevo promesso. La posizione di prima non e’ niente rispetto a questa o a quella che dopo gli farò provare. La sua testa si muove a sincrono con il resto del corpo ad ogni mia spinta, allora gli afferro i capelli e proseguo nella scopata. Non riesco a capire se le sue urla siano dovute al mio pene nel suo retto o ai capelli che sono intrecciati praticamente tra le mie dita. Sapete una cosa? Non me ne frega niente. Adoro afferrare le troiette per la loro capigliatura. Rende la scopata più animalesca. E poi, devo reggere il confronto con lo zio. Non so se qualche altro italiano prima di me lo abbia scopato ma visto che il suo sverginatore e’ stato quel toro di Mariano, voglio fargli capire che, anche se non tutti gli italiani, almeno gli uomini della mia famiglia sono uguali nel far godere gente come lui. Uscito dal suo culo, Jorge fa fatica ad alzarsi. Lo aiuto io e lui mi abbraccia. Questo mi fa capire che ama essere trattato come ho appena fatto e la cosa mi soddisfa pienamente dandomi il coraggio di proseguire nell’amplesso ma prima voglio dargli un po’ di sollievo, voglio fargli riposare il buchetto prima che sia di nuovo trapanato a dovere dal mio cazzone così glielo faccio succhiare.
“Pensa che fino a poco tempo fa era nel tuo culo che ti scopava”, gli dico accarezzandogli i capelli biondi medio lunghi
“Quando rientra?”
“Tra poco, prima leccalo”, gli ordino
“Non resisto, per favore”
“Smettila”, gli grido contro dandogli uno schiaffo facendogli smettere di lucidarmi il manico per prenderlo per una mano costringendolo ad alzarsi e raggiungendo la mia stanza da letto dove lo getto sul talamo posizionandolo supino
Stimolo il buchetto di Jorge con il mio indice intriso di saliva, poi gli sollevo la gamba sinistra, lo tiro a me e gli entro ancora dentro. Riprendo a scopare il suo povero culo mentre lui si sega per la prima volta durante la scopata perché mentre eravamo in salotto, doveva usare le sue mani per arpionarsi al divano. La sua sega e’ frenetica visto che la mano fa su e giù sul suo cazzo a intervalli irregolari per colpa delle mie spinte. Quando salgo con le ginocchia sul letto ponendolo come una rana rovesciata, Jorge lascia andare il suo pene mentre io posso osservare meglio il mio che si fa strada dentro di lui. Con la bocca fa mille espressioni e mi manda alcuni bacetti per caricarmi ancora di più. Gli schiaffeggio le chiappe che man mano diventano sempre più rosse. Vederlo così inerme e’ una cosa incredibile e il suo culo cambia colore ogni volta che la mia mano urta prepotentemente contro la sua cute. Con i miei peli pubici gli solleticano il perineo che accarezzo stimolandogli anche il membro che vedo leggermente vibrare mentre io continuo a martellargli il budello con il mio martello. Esco da lui e mi posiziono sul letto, seduto come se fossi su una panchina, con le spalle ben poggiate alla spalliera e le gambe stese sul materasso. Il ragazzino efebico si alza dal letto, viene su di me e, prendendosi il cazzo, lo indirizza nuovamente da dove e’ uscito sedendocisi sopra.
“Troia, sei una troia”, lo schernisco
“Si, fottimi”
“Gli cambio i connotati a questo culo”
“Come vorrei avere anche il cazzo di tuo zio dentro al mio culo, adesso, con il tuo”, mi spiega, delucidandomi sulle sue voglie
“Tranquillo, lo faremo”, lo rassereno
“Adoro la doppia penetrazione”, mi informa
“Così ti apri meglio”
“Si, come una baldracca”
“Una lurida baldracca brasiliana”, preciso
Rannicchiato su di me con il mio pene nel suo culo, Jorge si sdraia sul mio petto e gira la testa incrociando la mia bocca. Lo abbraccio per i fianchi e lo fotto evitando che sia lui a saltellare sopra il mio pube. Quando lo lascio, un po’ stanco per la posizione delle mie gambe nonostante sia steso sul materasso, lascio che sia lui a scoparsi da solo. Il ragazzo si muove freneticamente facendo entrare ed uscire dal suo pertugio ogni centimetro del mio organo sessuale. Sembra quasi posseduto o che abbia acquisito il potere della super velocità ma concentrata solamente sulle sue chiappe, mosse con estrema agilità dovuta alla sua statura. Jorge si infila il mio bastone tutto dentro, fin quanto ne riceve. Ma ne riceve abbastanza visto che le mie palle vengono schiacciate contro le sue chiappe e le sue cosce strusciano contro i peli delle mie sapientemente accarezzate dalla sua mano destra mentre con quella sinistra e’ ancora arpionato al mio collo scambiandoci saliva e intrecciando le nostre lingue in un bacio appassionato. Poi, gli agguanto i fianchi e continuo a scoparlo senza sosta mentre le mie palle continuano ad essere schiacciate dal suo peso perché adesso sono io che gli permetto di sbatterci sopra fottendolo e facendomi anche un po’ male tant’e’ che devo allentare un po’ le spinte finendo per fargli entrare solo metà asta nel suo retto pieno di lubrificante che cola sulle lenzuola di seta.
“Lo voglio tutto in bocca”
“Cosa credi? Non ho ancora finito con te”, lo avverto
“Mi fa male il culo”
“E’ il prezzo da pagare per essere una puttana”
“Allora sono fiero di pagarlo”, mi dice
Piego Jorge sul fianco destro e gli alzo la gamba sinistra per scoparlo. Così sono un po’ impossibilitato a scoparlo con tutta la mia virilità ma non fa niente, almeno riesce a sentire il mio cazzo completamente dentro il suo culo che lo fotte mentre prima, muovendomi agitatamente, non riusciva a percepirlo al meglio. Il ragazzo sega i suoi centimetri e poi sborra sul suo addome e lo sperma inizia a colare lungo il fianco destro finendo sulle lenzuola. Io smetto di scoparlo, gli abbasso la gamba e lo abbraccio da dietro baciandolo sul collo mentre il mio pene percepisce gli ultimi spasmi che il suo cazzo produce scaricando i residui della sborrata appena compiuta. Sembra di abbracciare un bambolotto perché la pelle della sua faccia e’ così lucida e tirata da farmi venire il sospetto che qualche ritocchino estetico, operato dalle sapienti mani di un chirurgo, sia già stato effettuato su di lui. Subito dopo mi levo dal suo culo e Jorge si distende sul mio letto mentre io mi avvicino alla sua faccia inginocchiato e inizio a masturbarmi. Ogni tanto mi prende il cazzo e se lo mette in bocca oppure me lo lecca soltanto per facilitare la mia eiaculazione. Ma, anche senza farlo apposta, in questo modo gli faccio capire quanto io sia duro a venire ma, quando lo faccio, sparo tutta la mia essenza scrotale sulla sua lingua e sul suo mento osservando, dall’alto, come il suo gozzo faccia su e giù assaporandola. Jorge si prende solo la cappella nuovamente in bocca per ripulirla degli avanzi biancastri depositatisi su di lei ma io gli afferro la testa dalla nuca e gli pianto nelle fauci, tutto il mio attrezzo. In questo modo, la sua bocca e’ più collegata al resto della sua gola e posso scopargliela guardando come scompare nel suo buco orale facendomi credere di non avere più un cazzo ma una fica al suo posto. Quando lo estraggo, tutta la saliva gli cola lungo la guancia macchiando il cuscino.
“Mi ha detto Jorge che l’hai scopato”, mi dice Mariano a cena
“Si, l’ho scopato”, gli rispondo con strafottenza
“Mi ha detto anche che sei stato un animale e che hai retto il confronto”
“Con chi?”
“Con me”, fa lui altezzoso “dice che sei il mio degno erede”, continua
“Dovremmo dargli una dimostrazione insieme e poi, se vuoi, potrai usufruire anche del mio culetto dopo averti scopato il suo”
“Giulio basta”, fa zio Mariano per rimettermi in riga
“D’accordo, d’accordo. Ho capito. Questo tuo atteggiamento da moralista del cazzo mi fa schifo”, gli grido in faccia alzandomi dal tavolo per andarmene in camera mia come fa un adolescente
Che ci sono venuto a fare in Brasile se non posso avere il cazzo dello zio? E’ ovvio che non esiste solo lui ma credevo di poter ritornare ai bei vecchi tempi quando mi riempiva di sborra e piscio ma e’ chiaro che dovrò cercare altrove. Per il momento mi accontento del cazzo di Pablo. Anche se la parola “accontentarsi” non dovrei usarla visto il cazzo che si ritrova. Per questo motivo ogni volta ci incontriamo a casa sua per poter scopare. Pablo e’ solo attivo e a me sta bene così. Io ero solo passivo all’inizio ed incontrare uno come lui e’ una manna dal cielo, non mi fa neanche sentire il bisogno di riprovare il culetto di Jorge o cercarne altri da fottermi. Nel bagno di casa sua, subito dopo ogni chiavata, mi fa sdraiare nella vasca e mi bagna con il suo caldo liquido giallo. Mi irrora tutto il corpo partendo dal torace, per poi bagnarmi il cazzo, le gambe e infine la faccia. Alcune volte, per darmi una punizione, evita di pisciarmi in faccia per non farmi assaporare il gusto acre del suo piscio. Intanto i giorni da passare a Rio de Janeiro si accorciano. La vacanza sta per terminare. Per questo motivo, decido di avere più membri maschili a disposizione per godere come fa una vera troietta in calore. Scendere in spiaggia a trovarne alcuni oppure usufruire di quelli degli gigolò dello zio, non mi basta più. Voglio allargare gli orizzonti e i locali notturni fanno proprio al caso mio. Quali posti migliori al mondo esistono per accalappiare altre prede?

FINE CAPITOLO 5

TO BE CONTINUED

Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA VITA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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