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Gay & Bisex

Vita di coppia 9


di FRANK_1987
29.09.2019    |    4.712    |    4 5.3
"E’ quasi mezzanotte e dobbiamo fare piano per non svegliare i vicini..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

Anche se in questo capitolo all’inizio c’e’ una scena GAY, continuando a leggere troverete una scena TRANS un po’ inconsueta. Vi ho voluto avvisare per non imbattermi in commenti sgraditi ed ho voluto postare il racconto in questa categoria perché e’ quella che mi identifica.

In cerca di un cazzo, scopro un altro piacere…

CAPITOLO 9

La spogliarellista ha appena iniziato a ballare. Siamo tutti seduti su divani, poltrone o sedie. Agostino e’ al centro della stanza e la ragazza gli si avvicina sinuosamente. Anche in questa circostanza, il genere maschile ha potuto toccare le sue profondità più inesplorate cadendo in una serie di stereotipi. Io sono seduto sul divano insieme a Mario. Il ragazzo, pur essendo ormai un gay affermato, e’ stato fidanzato tanti anni con una ragazza e in qualche modo la sua avvenenza lo sta stregando. Io, sebbene sia andato a letto anche con esponenti dell’altro sesso, non mi sento affatto attratto da lei e la guardo con aria schifato. Tutti gli altri non se ne accorgono. Anzi no, quest’affermazione e’ sbagliata. Ad accorgersi del disgusto che mi fa vedere quel corpo curvilineo muoversi voluttuosamente e’ Cosimo. E’ un amico di vecchia data di Agostino e mi ha già fatto capire quanto io gli stia sulle palle quando mi ha espressamente detto che si e’ arrabbiato parecchio sapendo che sarei stato io e non lui il testimone di mio cognato. Cosimo e’ un ragazzone di 28anni, capelli castani, occhi celesti. E’ in piedi con in mano un bicchiere di birra. Mi sta guardando in cagnasco perché ha notato il ribrezzo che mi fa la spogliarellista e sorride sogghignando. Ogni tanto rivolge lo sguardo verso i suoi amici quando gli fanno notare quanto sia attraente, per loro, la ragazza. Lei, intanto, sta ballando intorno ad Agostino che non può toccarla, avendo le mani legate. E’ stata mia questa idea perché non voglio che tradisca mia sorella con qualcun’altra. Se proprio stasera deve farlo, che le faccia le corna con me, no? Quando la musica finisce e la spogliarellista smette di ballare, Agostino viene slegato e Cosimo gli si avvicina. Chiedo a Mario se ha voglia di bere ancora e così raggiungo il tavolino dove ci sono i due amici.
“Ehi, Giulio. Come va la serata?”, mi domanda Agostino
“Bene grazie”
“Mi dispiace che non ti sia potuto rifare gli occhi ma oltre a te e a Mario, non ci sono altri gay”, fa mio cognato mettendomi un po’ in imbarazzo
“Non ti preoccupare”, gli rispondo successivamente
“Ah, dovevo immaginarlo che sei un culattone”, esclama Cosimo “non riuscivo a capire perché guardava con aria schifato quella strafiga della spogliarellista”, continua “ne avevo il vago sentore ma ora ne ho la conferma”, termina sghignazzando
“E per te e’ un problema?”
“No, no. Non sono io quello che ha un problema”
“Quindi tu pensi che se io sono omosessuale significa che ho un problema, che devo essere curato? L’omosessualità non e’ una malattia, coglione”, lo insulto
“Ma senti questo frocio di merda. Chiudi la bocca oppure lo faccio io con il mio cazzo”, mi offende facendomi arrabbiare “ehi Agostì, perché non diamo una lezione a questo ricchione schifoso? Tappiamogli i buchi”, prosegue Cosimo abbracciando mio cognato per il collo
Agostino si toglie con riluttanza la mano di Cosimo dal collo, mi guarda preoccupato senza dire niente e se ne va. Non ha cercato neanche di difendermi, evidentemente non si e’ mai saputo ribellare all'impertinenza del suo amico bonazzo. Tutto sommato, spero che anche adesso possa farmi quello che Cosimo gli ha suggerito di fare insieme contro la mia persona proprio perché e’ come se glielo avesse ordinato, tipo una sfida per entrare in una gang. Cosimo comunque e’ uno schianto. A renderlo così bello contribuisce anche l’abbigliamento oltre al suo fascino fisico. Indossa un maglione metà tutto blu e metà a righe bianche e un jeans sdrucito. Ha le sneakers marroni nuove, probabilmente comprate per l’occasione, e i suoi capelli selvaggi che fanno un tutt’uno con la barba lo rendono molto affascinante. Per far in modo che si avveri la minaccia di tapparmi tutti i buchi, quando Cosimo si gira a guardare la spogliarellista, faccio finta di prendermi un’altra birra e gli urto il braccio rovesciandogli addosso quella che lui teneva in mano. Le offese contro la mia sessualità non si fanno attendere ma io, adesso impaurito dai suoi occhi da squilibrato, scappo raggiungendo il resto del gruppo prima che possa prendermi per un braccio e farmi male nonostante sia stato io ora a stuzzicarlo. A metà della serata, dopo un altro ballo della spogliarellista, lascio Mario mentre parla, o flirta, con un altro amico di Agostino ed esco in veranda per potermi fumare una sigaretta.
“Sei uno schifoso frocio del cazzo, lo sai?”, mi sento rivolgere mentre una mano mi afferra per il collo da dietro e le unghie delle dita quasi mi si conficcano nella carne “l’hai fatto apposta prima a rovesciarmi addosso la birra, non e’ così? Volevi farmi arrabbiare per costringermi a farti quello che ho detto ad Agostino?”, mi dice Cosimo dandomi uno schiaffo così forte da farmi cadere e perdere la sigaretta appena accesa
“Guarda che mi metto ad urlare”
“Uh, come fanno le ragazzine?”, mi schernisce “tanto sono sicuro che tutti accorrerebbero a vedere come un frocio sta piagnucolando”
“Guarda che un frocio lo sei anche tu altrimenti non avresti consigliato ad Agostino di tappare tutti i miei buchi”
“Io non sono frocio ma quando vi vedo mi fate salire una tale rabbia che voglio farvi cambiare bandiera a suon di cazzo. Vediamo se con te ci riesco”, mi dice prendendomi per il collo facendomi nuovamente inginocchiare mentre mi ero finalmente rialzato
Cosimo mi prende per i capelli e mi fa strusciare la faccia contro la sua patta. Per essere quella di un uomo che non e’ attratto dai maschi ma che li usa solo per convertirli adoperando il suo cazzo, e’ stranamente gonfia. E’ chiaro che la scusa che ha usato prima e’ falsa altrimenti a nessun etero convinto verrebbe un’erezione come la sua con un uomo davanti. Con la bocca aperta, seguo letteralmente tutta la forma che la sua minchia ha assunto dentro i suoi pantaloni. Poi Cosimo mi spinge leggermente indietro facendomi poggiare le natiche sui miei talloni, mi sputa in faccia e toglie dalla zip un cazzo di 18cm. Prendendomi per la nuca, avvicina il mio capo alla sua attrezzatura riproduttiva ed io inglobo nelle mie fauci più centimetri possibili. Cosimo spinge il suo pene contro la mia bocca ed io, genuflesso ai suoi piedi, mi godo quest’altro cazzo conquistato con crudele astuzia da parte mia ma anche da parte sua. Il ragazzo toglie la sua nerchia dalla mia bocca e me la sbatte violentemente sulla faccia ricoprendola di ogni umore possibile prodotto sia da me che da lui. Rimettendomela in bocca, vedo Mario che mi sta cercando. Ad un tratto, proprio mentre ci stava scoprendo, Agostino si mette davanti a noi per impedire la sua visuale proprio nel momento quando il suo amico si svuota i coglioni dentro la mia bocca. E’ talmente tanta che mi fa gonfiare le fauci. E’ pastosa quindi non c’e’ problema che mi fuoriesca dai lati e così la mando giù sentendo il suo aroma lasciato sulla mia lingua. Cosimo si rimette il cazzo nei pantaloni e senza dire niente, rientra in casa.
“Giulio, tutto bene?”, mi chiede Agostino poggiato al frigorifero del cucinotto lontano da tutti
“Si, tutto bene, perché?”
“Ti vedo un po’ accaldato. C’entra qualcosa Cosimo?”
“Come sai di lui?”
“Ero sicuro che ti avrebbe fatto piacere fargli un pompino”
“E tu come lo sai?”, gli domando stupefatto
“Sono stato io a dirgli che se si sarebbe fatto avanti, tu avresti capitolato. So della sua passione sessuale per i frocetti come te e quindi non avrebbe avuto problemi”
“Sei stato tu a dirgli di venire proprio in quel momento in veranda per farsi succhiare il cazzo?”, gli domando e lui mi sorride senza dire nulla ma io capisco che così sta confermando “quindi quando Mario mi stava cercando e tu gli hai impedito di trovarmi, c’avevi visti?!”
“Ovviamente. Ti e’ piaciuto il cazzo di Cosimo? Così almeno non sbaverai sul mio anche se non hai mai avuto l’occasione di vederlo”
“E qui che ti sbagli. Io l’ho visto il tuo cazzo”, gli dico lasciandolo senza parole “l’ho visto mesi fa in una foto che avevi mandato a Claudia dall’ospedale dicendole che con il tuo cazzo l’avresti sventrata appena tornato a casa”, gli spiego “ma quello di Cosimo non e’ minimamente paragonabile al tuo. Il tuo e’ sicuramente più lungo e più grosso”, continuo sbattendolo contro il frigorifero e afferrandogli il cazzo da dentro i pantaloni
Lo faccio arrabbiare così tanto che i suoi occhi diventano iniettati di sangue e mi da un pugno sul naso facendomi sanguinare. Il rumore di alcuni bicchieri che cadono attirano l’attenzione dei suoi amici e anche di Mario al quale devo mentire dicendogli di aver sbattuto contro lo sportello di un mobile aperto.
“Congratulazioni”, fa Agostino a Cosimo “sei appena diventato il mio testimone”, prosegue togliendomi l’incarico che mi aveva dato quando eravamo in vacanza a Riccione
Dopo essermi medicato, torno a casa con Mario. Non mi va di mentirgli ancora come quando non gli ho raccontato di aver scopato con un ragazzo nel parco della nostra città quindi gli racconto ogni cosa. Di Cosimo e Agostino, che si sono messi d’accordo, fino al pompino che ho fatto al primo e all’avances esplicita fatta al secondo. La mattina dopo devo svegliarmi presto per presenziare al matrimonio di Claudia e Agostino. La mia assenza come testimone dello sposo turba mia sorella, che pensa possa esserci stato qualcosa tra me e il futuro marito, ma io le dico che non voglio che il prete faccia qualche scenata per il fatto che un gay non debba fare da testimone per un matrimonio eterosessuale. Claudia sembra convinta anche perché lei conosce benissimo la posizione della chiesa cattolica sulle persone omosessuali. L’ora di andare in chiesa e’ arrivata. Cosimo e’ nella postazione che doveva essere mia e mi guarda con segno di sfida. Al ricevimento dopo le nozze, sembra di stare all’inferno. Non vedo l’ora che finisca. Quando mia sorella si e’ sposata la prima volta con Pedro, il suo amico Rafael si e’ fatto succhiare il cazzo e poi mi ha introdotto nella trasgressione di bere piscio. Vorrei chiedergli di farlo di nuovo ma non mi va di fare uno sgarbo alla mamma e anche al mio fratellastro Esteban sebbene, in questi tempi, i due si sono trovati un ragazzo bisessuale che possa scopare lei e farsi scopare da lui. Per fortuna arriva la sera e la festa per il secondo matrimonio di Claudia e’ terminata. Passato un bel po’ di tempo da quel giorno, chiedo a Mario di poter andare nel locale gay che frequentavo da ragazzo. Sono anni che non ci vado e mai ci sono stato insieme a lui. Magari tutto questo può farmi dimenticare la disavventura con Cosimo. Arrivati davanti al locale, facciamo la fila per poter entrare e poi finalmente ci ritroviamo in mezzo alla gente. E’ esattamente come me lo ricordavo, solo la tappezzeria dei divani, dove mi sono seduto parecchie volte con tipi diversi, e’ cambiata.
“Un Bellini, per favore”, fa una voce accanto a me “ciao”, mi sento dire da un ragazzo seduto su un altro sgabello vicino al mio
“Ciao”, lo saluto
“Sono Elia”
“Piacere, sono Giulio”, gli rispondo stringendogli la mano notandolo meglio
“Sei qui da solo?”
“No, sono con il mio fidanzato”, gli spiego “e’ andato un attimo al bagno”
“Peccato, stasera mi andava di divertirmi e tu potevi fare proprio al caso mio”, fa Elia prendendo il bavero della mia camicia giocherellandoci un po’
Il ragazzo si prende il drink che il barista gli ha offerto e poi si allontana
“Aspetta”, gli intimo girandomi con lo sgabello ma senza alzarmi e lui si ferma “forse potremmo divertirci ugualmente”, continuo andandogli incontro “io e il mio fidanzato non siamo la tipica coppia monogama che pensi tu. Ci piace divertirci con altri”, lo informo accendendo una strana luce nei suoi occhi
Io ed Elia raggiungiamo il corridoio del bagno dal quale, dopo un po’, arriva Mario.
“Tesoro, volevo presentarti Elia”
“Ah, vado a svuotarmi un attimo la vescica e tu già mi rimpiazzi?”, dice il mio fidanzato
“Scusate non volevo essere inopportuno”, fa Elia andandosene anche se io lo fermo per un braccio
“Potremmo divertirci tutti insieme”, dico a Mario “l’abbiamo già fatto no? Ti interessa?”
Il mio fidanzato guarda Elia da capo a piedi. In effetti e’ davvero molto bello. Indossa una camicia grigia e un pantalone elegante nero. Ha i capelli e gli occhi castani e una leggera barbetta seducente. Ci sediamo al divanetto e ordiniamo un altro drink. Parliamo un po’ di noi, io gli spiego in grandi linee le ultime esperienze fatte con il mio fidanzato e poi raggiungiamo casa. E’ quasi mezzanotte e dobbiamo fare piano per non svegliare i vicini. Entrati nel soggiorno, iniziamo immediatamente a baciarci. Continuando ad infilare le lingue nelle nostre rispettive bocche, raggiungiamo la camera da letto. Elia ha le mani che sembrano quelle della Dea Hindu Kali. Ci accarezza il petto e anche i cazzi che si stanno risvegliando al contatto con i suoi arti sebbene ancora siano dentro i nostri calzoni. Le mie mani invece non finiscono sul suo membro ma sul suo culo perché ho voglia di scoparmelo e non mi interessa verificare quanto gli sia cresciuto. Forse interesserà a Mario ma non ha la possibilità di tastarlo perché Elia e’ praticamente attaccato a me. Il ragazzo ci spoglia togliendoci i maglioni e ci lecca gli addominali. Pure io lo privo della camicia e i suoi pettorali sono appena accennati quasi come se avesse una prima di seno. La cosa più strana che noto immediatamente sono due cicatrici che ha poco al di sotto dell’aureola ma non comprendendo cosa siano e per non farlo vergognare chiedendogli una spiegazione, lascio correre e mi inginocchio. Non percepisco nulla mentre gli palpo il pube e penso che lui possa essere solo passivo e per questo motivo non gli serve l’erezione da poter utilizzare con gli altri. Le mie previsioni non trovano riscontro quando al posto del cazzo c’e’ una vagina. Il ragazzo e’ un trans FTM nato donna e diventato uomo, ecco spiegato anche il motivo delle cicatrici, sono i segni dell’operazione per asportare chirurgicamente le mammelle. Elia, che da ragazza si chiamava Eliana, ci guarda sorridendo un po’ vergognandosi. Guardo Mario che e’ sbalordito, poi io gli faccio segno con la testa che io vorrei continuare e allora avvicino la faccia verso la sua patata e inizio a leccarle il clitoride leggermente allungato per via degli ormoni assunti. E’ da tanto che non lecco una vagina ma leccare quella di una persona che sembra un ragazzo mi manda su di giri e devo liberare il mio cazzo che mi sta scoppiando nelle mutande. Anche Mario, intanto, si e’ denudato completamente e si fa masturbare da Elia che, a sua volta, si sta facendo sgrillettare la fighetta da me.
“Scopatemi, ragazzi. Voglio che mi scopiate”, ci dice Elia
“Tranquillo che lo faremo”, risponde Mario
“Non ci faremo perdere questa occasione. Hai visto quanto ci fai eccitare?”, gli chiedo “non vedo l’ora di scopare la figa ad un maschio”, continuo
Prima di farlo veramente, lo facciamo inginocchiare e quasi lo obblighiamo a lucidarci i manici di scopa. E’ come se volessimo punirlo per averci ingannato, per averci fatto credere di essere un ragazzo ma invece e’ un trans. Mentre Elia succhia il cazzo di Mario, io gli sbatto il mio sulla fronte e all’altezza degli occhi e lo stesso fa il mio fidanzato quando sono io a usufruire della bocca del ragazzo transgender. Elia, alternando i nostri peni nella sua bocca, si sfrega freneticamente la vagina. Mario lo fa alzare e lo getta sul letto a gambe aperte. Si sdraia in modo che la sua faccia finisce sul suo ventre e gli lecca e succhia il clitoride. Io salgo sul materasso e mi inginocchio davanti alla faccia di Elia che mi lavora il cazzo con le sue labbra pronunciate che fanno trasparire il suo passato da una ragazza. Dopo aver smesso di leccare la figa di Elia, Mario si inginocchia tra le sue gambe e si prende il cazzo in mano. Mentre il ragazzo mi lecca, io gli trastullo il buco dove il mio fidanzato tra poco entrerà e infatti lo fa subito dopo. Spinge la sua minchia in una vagina dopo tanto tempo dall’ultima volta. Era dei tempi del liceo che non scopava una ragazza da quando, per capire cosa ci piaceva nella vita, ha voluto comprendere quale strada intraprendere se quella eterosessuale o omosessuale, finendo per scegliere definitivamente l’ultima. Il pene di Mario entra ed esce dalla figa di Elia e il suo clitoride che sembro un piccolo funghetto che spunta nel bosco, si strofina lungo l’asta del mio compagno.
“Questo e’ per averci ingannato, bastardo”, gli dico mentre gli ficco il cazzo in bocca “potevi anche dircelo che avevi la figa”
“Mi sembra che non sia un problema per voi”
“Non ti permettere di dirlo di nuovo”, gli faccio prendendogli una tetta da prima misura e gliela strizzo facendogli male
“Strizzagliela ancora”, fa Mario
“Perché?”, gli chiedo
“Perché quando l’hai fatto ha ristretto la figa per il dolore”
Afferro adesso tutte e due le tettine del trans FTM e gliele strizzo come mi ha ordinato Mario. Effettivamente ha ragione perché Elia stringe le gambe per il dolore che gli sto facendo provare e di conseguenza si restringe anche la sua vagina. Mario si accascia sul corpo del ragazzo e lo bacia mentre muove energeticamente il suo bacino contro il pube del transessuale. Smettendo di scoparlo, si alza ed esce dal buco lasciando a me il piacere di entrarci dentro. Io però voglio cambiare posizione, quindi faccio alzare Elia e mi sdraio sul letto poggiando la schiena alla spalliera. Elia si siede su di me, prendo la mia minchia in mano e la indirizzo verso la sua calda e morbida fighetta che e’ un piacere, per me, chiavare. Sono esattamente 53mesi che non scopo con una donna. Sebbene Elia voglia essere considerato come un maschio, per me ha comunque la vagina ed e’ da tanto che non me ne scopo una, da quando ho scopato con la mia amica Marcella. (IL FIDANZATO DI MIA SORELLA 33) Afferro Elia per le spalle da dietro e le uso come perno per scoparmi il suo caldo buco che non verrà mai usato per generare una nuova creatura perché il ragazzo si e’ fatto togliere l’utero e le ovaie per far si che sui suoi documenti venisse scritto il suo nuovo nome da maschio. Mario sta sditalinando Elia sfregando il suo dito contro il mio cazzo. Io invece lascio la presa dalle spalle del ragazzo e uso le mie dita per stimolargli il clitoride come se fosse il plettro di una chitarra. Elia si sta praticamente scopando da solo perché io sono attratto dal suo corpo pieno di cicatrici chirurgiche che mi eccitano un casino.
“Si, trombami Giulio. Trombami”
“Ti metto incinta”
“Non puoi più farlo”
“Ma mi piacerebbe molto”, gli dico “mi piacerebbe avere un bambino da te. Veder crescere la tua pancia da donna mentre hai l’aspetto di un uomo”
“Sei veramente un porco”
“E tu un zoccolone”
Mentre continuiamo a insultarci scherzosamente a vicenda, Mario afferra Elia per i capelli tirandogli all’indietro la testa e sborrandogli in faccia. Il ragazzo assapora ogni goccia della vera essenza di un maschio e poi gli ripulisce il cazzo. Io invece continuo a martellare incessantemente la figa di Elia ma poi lo tengo premuto per i fianchi e gli scarico dentro tutto il succo dei miei coglioni. Elia scende da sopra la mia minchia, la lecca pulendola meticolosamente e poi si sdraia accanto a me trastullandosi la fica. Poco dopo il mio sperma non riesce più ad essere contenuto dal suo ex organo riproduttivo e macchia il copriletto. Mario prende la mia sborra e me la passa in faccia con sdegno per essergli venute dentro. Lo so, ho corso dei rischi ma tanto ormai Elia non può procreare e l’unico rischio e’ stato quello di ammalarmi ma allora che cazzo si arrabbia Mario se anche lui, senza avergli sborrato nella fica, poteva contrarre qualcosa? E’ passata mezzanotte, fuori fa freddo e decidiamo di far dormire Elia insieme a noi. Non ce la sentiamo di mandarlo via dopo averci fatto riprovare un sapore nuovo che non provavamo da tempo. Lo facciamo sdraiare nel nostro letto e noi, come se fossimo i suoi genitori, ci stendiamo ai suoi lati abbracciandolo. Poi la mattina dopo ognuno fa la propria doccia ma quando tocca ad Elia, entriamo in bagno per vederlo per l’ultima volta. Il suo corpo insaponato mi accende di nuovo il desiderio ma questa volta non voglio scoparlo, voglio qualcos’altro. Pulisco il bordo della vasca dall’acqua e mi siedo. Faccio avvicinare Elia e inizio a sfregargli la patata.
“Oh cazzo, che bello”
“Ti piace, eh?”
“Mmh, si non sai quanto”
“Immagino puttanella”
“Dai, facci vedere come sborri”, la incita Mario
“Continua, continua”
“Dai vieni. Vieni, troia”
Trastullare la patata ad una donna l’ho già fatto altre volte e basta poco per far squirtare Elia che mi prende per la nuca e mi avvicina ancora di più alla sua fregna quando viene schizzando tutto il suo orgasmo il quale mi finisce in faccia e anche in bocca ed io lo ingoio leccandomi le labbra. Mario, invece, me lo lecca via dal viso pulendomi sapientemente apprezzando un aroma che forse non aveva mai assaggiato prima d’ora. Così come siamo entrati, usciamo dal bagno e ci vestiamo. Mentre facciamo colazione intimiamo ad Elia di lasciare la nostra casa. Non vogliamo che la nostra diventi una relazione duratura. Il ragazzo trans ci rimane un po’ male ma sono sicuro che troverà altri a cui piacerebbe infilare il loro cazzo nel suo buco femminile dall’aspetto così maschile. Quando Claudia e Agostino tornano dalla luna di miele, le cose tra noi non cambiano. Credevo di aver riconquistato la sua fiducia dopo averlo chiamato omofobo ma adesso sono sicuro che non potrà fidarsi mai di più. Mi vede soltanto come un gay affamato di cazzo che farebbe di tutto pur di avere il suo, persino fare del male a mia sorella, ancora. Questo fatto mi rattrista molto ma in fondo e’ meglio così. Se devo avere altri cazzi, meglio averli al di fuori della mia famiglia, e’ il mio obiettivo per questo nuovo anno.

FINE CAPITOLO 9

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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