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Gay & Bisex

Vita di coppia 19


di FRANK_1987
08.12.2019    |    3.756    |    1 4.7
"“Ahi, mi fanno male le chiappe stando seduto, ma quando comincia?”, esclama Mario “Tra un po’..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

Un miscuglio di etnie

CAPITOLO 19

Sono in fila alla cassa del centro commerciale. Davanti a me ci sono parecchi clienti che aspettano il loro turno per pagare quello che desiderano comprare. Anche dietro la situazione e’ la stessa per colpa della cassiera che e’ più lenta di una lumaca. Vorrei cambiare cassa ma mi ritroverei quasi alla fine della fila e dovrei aspettare ancora più a lungo. Soffrendo un po’ di claustrofobia, comincio a sudare e mi faccio vento con la maglietta stessa agitandola dal collo. La fila dell’altra cassa sembra scorrere più velocemente della mia. E’ chiaro che ci sono persone che hanno comprato poche cose e si sono sbrigate prima. Alla mia destra improvvisamente arriva un ragazzo con il suo carrello. Posso vedergli distintamente la nuca e una leggera barbetta dal lato sinistro della faccia. Indossa una camicia grigia, un pantaloncino nero e le sneakers. Per il caldo di Maggio, si e’ arrotolato le maniche della camicia fino ai gomiti. Allunga le mani per prendere un Kinder Cereali e ci guardiamo negli occhi. Mi sposto leggermente per facilitargli la presa ma non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Anche lui fa la stessa cosa con me e intanto le file alle casse scorrono più velocemente. Lui cerca in ogni modo di girarsi verso di me controllando il prezzo di alcuni prodotti oppure fingendo di grattarsi una spalla. Sfortunatamente riesce ad arrivare alla cassa per primo. Ancora altri due clienti mi separano per pagare quello che ho comprato e andarmene, magari per riuscire anche a vederlo bene. Lui raccoglie nelle buste i suoi prodotti e se ne va guardandomi per l’ultima volta. Avrei voglia di lasciare il carrello e andarmene ma finalmente e’ arrivato il mio turno. Pagata la merce, mi avvio verso il parcheggio e metto le buste in macchina.
“Finalmente”, mi sento dire di spalle
“Ehi, mi hai fatto spaventare”, esclamo quando mi giro trovandomi davanti il ragazzo del supermercato “volevi farmi morire?”
“Scusa mi dispiace. Ho aspettato che uscissi dal supermercato perché volevo darti questo”, mi dice porgendomi un biglietto
“Che cos’e?”, gli domando
“Il mio numero. Il mio nome e’ Saverio, contattami”
“Perché aspettare tanto tempo? Perché non facciamo adesso quello che dobbiamo fare senza rimandare a data da destinarsi?!”
Saverio sorride e poi ci avviciniamo l’uno all’altro. Riparati da una colonna, ci baciamo con passione toccandoci dappertutto. Mi prende per le spalle e mi spinge volutamente a terra. Io obbedisco al suo ordine e gli abbasso l’elastico dei pantaloncini e quello degli slip prendendomi in bocca il suo cazzo di 17cm. Glielo succhio tenendolo con una mano mentre lui mi accarezza la testa oppure mi mette le mani sulle tempie per spingere il suo bacino contro le mie fauci. I miei arti si aggrappano al suo meraviglioso culo. Mi fa sollevare prendendo il mio posto inginocchiato a terra, mi sbottona la lampo e il mio pene sparisce dentro la sua gola. Me lo lecca con frenesia, come se volesse portarmi subito all’orgasmo ma non ci riesce. Deve lavorare un bel po’ prima di assaporare la mia essenza anche perché voglio disperatamente che mi scopi. Coprendomi le pudenda per evitare che qualcuno mi veda, prendo un preservativo dalla scatola che ho appena comprato, lo indossa e mi infila il cazzo nel culo facendomi aggrappare alla colonna.
“Mmh, come e’ entrato bene”, fa Saverio
“Scopami, scopami forte”, lo incito
“Non mi era mai capitata una cosa del genere in pubblico”
“C’e’ sempre una prima volta”, gli rispondo banalmente con una frase fatta
“Sei così bello”, mi dice “come ti chiami?”
“Quando ti farò uno squillo e avrai il mio numero telefonico, ti invierò un messaggio con il mio nome”, gli rispondo
Saverio non sembra contrariato della cosa e mi scopa accarezzando leggermente le mie chiappe. Mi solleva la maglietta da dietro facendomi sentire un leggero venticello. Sebbene faccia caldo, siamo comunque in un parcheggio sotterraneo dove non batte il sole. Si aggrappa ai miei fianchi e mi fa aderire al suo petto. Ci baciamo mentre mi sego il cazzo ed il suo e’ dentro il mio culo. Lo faccio uscire dal mio buchetto e raggiungiamo la mia macchina. Per fortuna siamo in un posto isolato del parcheggio e quindi lo faccio entrare dentro e lui si accomoda sul sedile del guidatore. Si masturba il cazzo foderato dal condom mentre io mi tolgo una gamba del pantaloncino e mi siedo su di lui. La cadenza delle spinte di Saverio e’ ritmata e mi abbraccia per la schiena mettendomi una mano intorno al collo. Saltello felicemente sul suo cazzo incontrato senza preavviso nel supermercato dove ero andato a comprare soltanto alcune cose che servono per la casa. Poggio le mie mani all’indietro sulle sue gambe leggermente pelosette e le accarezzo voluttuosamente. Saverio sbatte il suo inguine contro le mie natiche schiacciandosi i coglioni al contatto con la mia pelle ma l’esperienza estrema che sta vivendo, lo porta a farmi scendere dal suo cazzo e a sborrarmi in faccia dopo averlo liberato dal profilattico. Gustato lo sperma del ragazzo, scarico il mio a terra.
“Grazie, e’ stato bellissimo farlo così all’improvviso. Non l’avevo mai fatto”, mi dice mentre si rimette il cazzo nei pantaloni
“E’ un peccato, anche altri devono godere di questo bel cazzo”, gli faccio notare alzandomi da terra pulendomi la bocca con il dorso della mano
“Anche il tuo non e’ niente male”
“Ti ringrazio”, gli rispondo
“Ci rivedremo? Ti ho dato il mio numero”
“Non lo so, devo parlarne con il mio fidanzato”, gli rivelo facendogli strabuzzare gli occhi perché e’ lampante che non si e’ mai trovato in una situazione simile “se lui mi dice che posso continuare a vederti, allora ti farò uno squillo, altrimenti…”, continuo incamminandomi lasciandomelo alle spalle
Tornato a casa, scarico la roba da dentro le buste ma mi dimentico di conservare la scatola dei preservativi prima che la trovi Mario. Cosa che però succede. Capisce che e’ stata aperta, che un profilattico e’ stato usato e mi domanda con chi. Gli racconto tutto per filo e per segno perché così ci siamo ripromessi. Anche se il racconto della mia sveltina nel parcheggio del supermercato lo eccita tantissimo e posso vederlo dall’enorme bozzo nascosto nei suoi pantaloni, il mio ragazzo sfortunatamente mi dice di non incontrare più Saverio e di non fidarmi di lui. Non lo conosciamo neanche, sottolinea, e non gli va di farlo entrare nelle nostre vite. Lo so, succede con tutti gli altri che incontriamo, ma almeno con loro c’e’ un piccolo scambio epistolare telematico e nonostante non possiamo sapere se siano o meno degli squilibrati mentali, almeno con loro c’e’ stata un’intensa conversazione prima dell’incontro. Mario e’ così, non si fida delle persone e quindi decido di strappare il biglietto con il numero di cellulare del ragazzo ma non prima di averlo segnato sulla mia rubrica telefonica. Ho avuto una bella idea, vero?
“Giulio sbrigati o faremo tardi”, grida Mario dal salotto
“Eccomi, sono arrivato”, gli dico correndo dalla stanza da letto
“Cosa dovevi prendere?”
“I miei occhiali da sole”
“Potevamo comprarli lì”
“No perché avremmo speso troppi soldi. E poi non andremo in vacanza”
“Ok ma fai presto o perderemo il taxi per arrivare all'aeroporto”, dice il mio fidanzato uscendo di casa per raggiungere il tassista
Stoccolma. L’arena dove si terrà l’Eurovision Song Contest può contenere fino a 12.000 persone ed io e Mario siamo tra loro grazie ai biglietti che uso zio ha trovato all’ultimo minuto. Ha dovuto pagarli un occhio della testa ma ne e’ valsa davvero la pena. La capitale della Svezia e’ una città poliedrica. Si espande su più di 10 isole collegate tra loro da numerosi ponti. Ci sono molto cose da visitare e la più bella, secondo me, e’ il Museo di Arte Nordica, dove sono raccolte tutte le opere che esaltano la nazione. Ma anche la popolazione e’ da tenere d’occhio. Non e’ vero che tutti gli svedesi sono biondi e con gli occhi chiari ma quelli mori e con gli occhi scuri di certo non li butto via. Soggiorniamo all'hotel Sheraton, uno dei più importanti e poi facciamo un giro per la città. E’ lunedì mattina e l’evento al quale dobbiamo assistere, non inizierà prima di domani quando si svolgerà la prima semifinale. Ci sono diversi gruppi di persone di varie nazioni ma non abbiamo ancora trovato italiani. Non ci credo proprio che siamo stati i soli fortunati ad avere quei biglietti. Lo so, costano tantissimo ma chi ha un gruzzoletto messo da parte oppure chi lavora e guadagna più degli altri, sono sicuro che ha avuto la nostra stessa idea. Noi non e’ che guadagniamo molto ma questa volta non abbiamo dovuto spendere chissà quanto, solo il necessario per pagarci l’aereo e poter vivere questa settimana divertendoci un po’ invece di starcene chiusi sempre nella nostra stanza. Dopo aver girovagato per la capitale svedese, e’ arrivato il momento di far il nostro ingresso nell’arena. Mi sembra di essere anche io uno di quei cantanti in gara. La Ericsson Globe Arena e’ davvero grande, sembra di perdersi tra la gente che la affolla. Il nostro posto e’ molto lontano rispetto al palco ma almeno possiamo sederci e goderci ogni perfomance senza essere disturbati. E poi siamo a pochi metri della Green Room, una zona esistente sempre nell’arena dove i cantanti vanno ad accomodarsi dopo aver finito di esibirsi, insieme al loro entourage. Vicino a noi ci sono diversi rappresentati di altri paesi. Tra di loro spicca un giovane dai capelli biondi, gli occhi celesti e il fisico snello. Una camicia e un pantaloncino di jeans coprono la parte superiore e inferiore del corpo.
“Ahi, mi fanno male le chiappe stando seduto, ma quando comincia?”, esclama Mario
“Tra un po’. Ho visto salire poco fa i presentatori ma perché non ti alzi?”, gli dico
“Ah, buona idea”
“Scusate”, fa il ragazzino nel suo italiano stentato “italiani?”, ci chiede
“Si, siamo italiani”, fa Mario
“Io amo Italia. Io venire Roma per gita con scuola”, ci spiega “molto bella Italia. Colosseo, Foro Romano…”, continua
“You have chosen two long and big things” (Hai scelto due cose lunghe e grosse), gli faccio notare e lui sorride
Facciamo subito amicizia con il ragazzo di nome Oldrich. E’ della repubblica ceca, ha 25anni e fa il barista presso un locale gay molto conosciuto nella capitale. Dopo qualche minuto, lo spettacolo comincia. Tutti i cantanti in gara, esclusa l’Italia, si esibiscono sul palco. La kermesse non dura molto ed e’ più scorrevole del nostro Festival di Sanremo. Sono passate da poco le 23 ma io e Mario non abbiamo voglia di tornare all’hotel e decidiamo di andare in discoteca.
“Ehi, I find you” (Ehi, vi ho ritrovati), esclama Oldrich un po’ su di giri
“Hi, we go to the disco” (Ciao, noi andiamo in discoteca), fa Mario
“Do you want to join us?” (Vuoi unirti a noi?), gli chiedo
“Of course, friends?” (Certamente, amici), ci risponde Oldrich abbracciandoci per il collo, con lui in mezzo a noi, e allontanandoci dall’arena che ha ospitato l’Eurovision
Il ragazzo ci porta in un posto che lui conosce. Ci fidiamo nonostante non lo conosciamo abbastanza ma sappiamo che non potrà portarci in un locale pieno di gente cattiva. Non so se abbiano intenzioni sbagliate o meno ma tutti quelli che popolano la discoteca scelta da Oldrich sono per la maggior parte ragazzi omosessuali. Per essere un semplice barista conosce posti che non potrebbe mai permettersi di frequentare ma forse c’e’ stato con alcuni amici qualche sera prima perché non sappiamo quando sia arrivato a Stoccolma e se abbia avuto modo di conoscere altri luoghi come questo prima d’ora. Ordiniamo da bere della birra e quando ci viene portata, Oldrich la manda giù tutta come se fosse assetato da anni. Iniziamo a fare una conoscenza più approfondita parlandogli del nostro lavoro in comune e della nostra relazione aperta. Sentendo queste parole, i suoi occhi si illuminano. Mario si assenta un attimo per andare in bagno e, approfittando di un mio momento di distrazione dovuta all'eccentrica esibizione sul parco della discoteca gay, il ragazzo ceco si abbassa sotto il tavolo e inizia a ravanare sulla mia patta proprio quando il mio fidanzato ritorna dalla toilette. Le sue manine a contatto con la stoffa del mio boxer mi fanno sussultare.
“Tutto bene?”, mi chiede Mario
“Si, ho il singhiozzo”, gli dico “oh”, continuo simulando le contrazioni del mio diaframma toracico anche se e’ stato proprio in quel momento che Oldrich si e’ preso il cazzo in bocca
“Dov’e’ andato Oldrich?”, mi domanda
“Non lo so, forse a ballare”, continuo mentendo
Il ragazzo mi sta succhiando la minchia sotto il tavolino di un locale gay al cospetto del mio fidanzato che non si e’ ancora accorto di niente ma per poco. Infatti la sensazione calda sul mio pene causata dalla bocca di Oldrich cessa improvvisamente e Mario emette il mio stesso sussulto.
“Tutto bene?”, gli domando ripetendo il suo stesso interrogativo
“Si, ho il singhiozzo”, mi risponde scherzosamente e facendomi intuire di aver capire finalmente che la mia era solo una menzogna
“Si, ho capito che tipo di singhiozzo hai”, gli dico osservandolo mentre si gode il pompino
Oldrich da lo stesso numero di succhiate e leccate all’uccello di Mario e poi si alza da sotto il tavolo sedendosi e pulendosi la bocca dalla saliva fuoriuscita. Ci dice che vorrebbe continuare quello che ha interrotto nella nostra camera d’albergo. Mario e’ un po’ restio per colpa di tutta la storia della mia scopata con Saverio nel parcheggio del supermercato ma io lo convinco a portare il ragazzo con noi. Usciamo dalla discoteca gay svedese e prendiamo un taxi. Raggiundiamo il nostro hotel e saliamo in camera. Ci baciamo unendo le nostre tre lingue nella bocca di ogni di noi e poi ci spogliamo completamente nudi. Il ragazzo non ha il coraggio di prendersi di nuovo in bocca le nostre nerchie e allora io lo sbatto con la faccia contro il muro e inizio a sculacciarlo. Anche Mario ci prova e devo dire che gli piace un sacco sentir uscire dalla bocca di Oldrich tutti quei gridolini che gli procurano le nostre mani. Poi lo afferro tenendolo per il collo e l’addome e lo getto a pancia in giù sul materasso. Il suo culo e’ di nuovo alla nostra mercè ma più precisamente sotto le grinfie di Mario che glielo allarga e gli lecca la rosellina. Io invece cerco di tenere il ragazzo fermo per le spalle in modo che non si muova e mentre il mio fidanzato titilla il buchetto di Oldrich con le dita o la lingua ed io gli tengo aperte le chiappe, lui si prende in bocca il mio pene e ricomincia a succhiarlo come faceva sotto quel tavolino, riparati da occhi indiscreti.
“Now I fuck you” (Ora ti fotto), fa Mario
“Yes, I want to hear it all” (Si, voglio sentirlo tutto), fa Oldrich
“You’re a bitch”, lo apostrofa
“Yes I am” (Si, lo sono), dice il ragazzo mentre Mario si mette il preservativo e gli sputa sulla rosellina lubrificandolo “mmh, what a tasty dick” (Mmh, che cazzo saporito), ripete succhiandomi la minchia
Mario lo posiziona a novanta gradi, gli poggia una mano sulla chiappa e gli infila dentro il buco il suo cazzo. Il ragazzo ceco mugola con la mia nerchia nella bocca mentre io gli tengo una mano sulla nuca scopandogli le fauci. Il mio fidanzato comincia la scopata di quel culetto morbido e liscio, privo di peli ed io accarezzo i capelli di Oldrich con tenerezza ma poi gli tappo il naso e gli ficco la mia banana dentro la gola. Lui non riesce a respirare bene e agita un po’ la testa. Quando glielo tolgo dalla bocca, lui sputa sul tappeto tutta la saliva accumulata e poi mi morde la cappella. La sensazione di dolore provata mi porta a dargli uno schiaffo che riecheggia nella stanza facendogli tanto male quanto ne ho fatto a me perché lo faccio cadere interrompendo la scopata di Mario. Il mio ragazzo lo rimette nuovamente a pecorina affondando di nuovo nelle sue carni già collaudate. Oldrich geme e fa delle espressione doloranti ed io lo afferro ancora per la sua capigliatura avvicinandogli il cazzo sulle labbra. Non vuole aprire la bocca ma con le giuste pressioni, riesco ancora una volta a farmelo succhiare. Mario lo prende per i fianchi e lo scopa. Io lo tocco sulla schiena e poi arrivo fino alle sue chiappette toccando anche le mani del mio fidanzato. Ci diamo il segno del cinque per congratularci tra di noi proseguendo ognuno a scopare un buco diverso di Oldrich.
“What a whore” (Che puttana), esclama il mio fidanzato
“Fuck me, fuck me” (Scopami, scopami), continua a ripetere il ragazzo
“What a soft and cozy ass” (Che culo morbido e accogliente), dice Mario “com’e’ la bocca?”, mi domanda
“Calda”, gli rispondo “You have a very hot mouth” (Hai una bocca molto calda), proseguo riferendomi al barista
“Excuse for before. I did not want to bite your cock” (Scusa per prima. Non volevo morderti il cazzo), mi dice con la bocca occupata
“Don’t worry, keep sucking” (Non preoccuparti, continua a succhiare), lo incito
Mario prosegue nell’incessante scopata del culetto di Oldrich. Mette le sue mani allineate ai fianchi e spinge il suo membro muovendo solo il bacio. Fortunatamente il barista ha in bocca il mio cazzo che gli permette di restare a pecorina perché, con le mani arpionate sul mio culo, sarebbe caduto con la faccia sul materasso. Il mio fidanzato fa entrare ed uscire il suo membro dalla rosellina del ragazzo e poi lo scopa con vigore. Sento la pelle del suo inguine fare il classico rumore di sbattimento e percepisco ancora i denti di Oldrich sopra la pelle del mio cazzo. Non vuole di nuovo mordermelo ma con le spinte di Mario sta perdendo il controllo del pompino. Faccio cenno alla mia metà di smettere e così lui gli esce dal culo. Prendo Oldrich dalle caviglie, lui si posiziona a pecorina davanti a me ma io lo ribalto a pancia in su. Lecco il suo forellino pieno dei suoi umori e della saliva di Mario. E’ davvero allargato allora prendo un preservativo e lo srotolo sul mio cazzo. Senza farlo aspettare troppo, glielo pianto dentro. Visto così ha un corpo efebico davvero eccitante, non sembra della sua età. Dimostra meno anni di quelli che ha veramente e mi viene il sospetto che abbia potuto mentire sulla sua età, d’altronde si sa che vestiti facciamo un’altra impressione rispetto a quando siamo nudi. Non potendo ormai tornare indietro, essendogli già entrato dentro, lo afferro per l’inguine e comincio a fottermelo mentre lui si sega il cazzo di 17cm.
“Do you like our cocks?” (Ti piacciono i nostri cazzi?), gli chiedo
“Yes a lot” (Si, tantissimo), mi risponde il ragazzo
“You have a fantastic ass” (Hai un culo fantastico)
“And you a very big cock” (E tu un cazzo grandissimo), mi dice Oldrich
“Thanks, bitch” (Grazie puttana), gli dico proseguendo a scoparlo
Spingo forsennatamente il mio pene dentro l’orifizio del barista. I suoi capelli biondi si muovono sulla sua faccia ad ogni mia spinta. Mario sale sul letto inginocchiandosi e si fa leccare il cazzo oppure e’ lui che se lo sega. Gli infila anche delle dita in bocca e gliele fa succhiare al posto del suo membro. Sta usando il suo cavo orale come un sostituto del buco del culo che invece viene martoriato dal mio cazzo. Oldrich tiene la bocca aperta per tutto il tempo facilitando l’opera del mio ragazzo. Io mi metto le sue gambe perpendicolari al mio corpo e gli succhio le dita dei suoi piedi. Sanno di scarpa da tennis e la cosa fa ingrossare ancora di più il mio cazzo. Il ragazzetto riprende a masturbarsi il pene schizzando tutta la sua essenza sull’addome. Mario ficca nelle fauci di Oldrich la sua mazza ancora più in profondità, se e’ possibile, e lo sento mugolare mentre il pomo d’Adamo del ragazzo fa su e giù. Capisco che il mio fidanzato gli ha sborrato in bocca e lui se l’e’ bevuta tutta quanta. Quando Mario estrae la sua nerchia ripulita e lucida di saliva, il barista ha ancora altra sborra sulla lingua e Mario lo costringe ad ingoiarla baciandolo. Io mi tolgo dal culo che sto scopando, sfilo il preservativo e vengo sul cazzo del ceco ritornato alle sue dimensioni naturali.
“You are crazy” (Voi siete dei pazzi), esclama riferendosi alla nostra foga usata nel scoparlo
“You are a slut” (Tu sei una troia), gli dico
“Your breath stinks” (Ti puzza l’alito), gli dice Mario
“For your fault, asshole” (Per colpa tua, stronzo), gli grida
“Go take a shower” (Vai a farti una doccia), gli suggerisco
Oldrich si alza dal letto e va in bagno a darsi una lavata. Poi tocca a noi farci la doccia e consigliamo al ragazzo di dormire nella nostra stanza perché ormai e’ notte fonda e non ci va di farlo uscire fuori con la gentaglia che circola. Mai cosa fu tanto stupida.
“Cazzo, cazzo, cazzo”, sento improvvisamente gridare Mario
“Cosa e’ successo?”
“Quello stronzo ci ha rubato tutto”, mi informa il mio fidanzato
“Che cazzo dici?”, faccio io alzandomi dal letto e andando a controllare le mie cose
Nel mio portafogli non c’e’ rimasto neanche un soldo. Pure l’orologio di Mario e’ scomparso. Ora ho capito come ha fatto Oldrich a pagarsi un viaggio così costoso fino in Svezia. Il suo stipendio da barista non gli basta e quindi deruba le persone con le quali fa sesso e noi ci siamo cascati come dei polli. Fortunatamente ho ancora un po’ di contanti conservati in un posto che non ha potuto controllare perché altrimenti mi avrebbe svegliato e con quelli riusciamo a proseguire la nostra vacanza svedese ma dobbiamo limitarci a non spendere troppo e a partecipare solo a feste che si tengono nel salone del nostro hotel. Finalmente l’Eurovision e’ finito e con lui anche la nostra vacanza idilliaca trasformata in un incubo. Ritornati a casa, nel mese di Luglio, riceviamo l’invito per il matrimonio della figlia del cugino di mia madre. Siamo invitati a partecipare tutti raggiungendo il loro ranch in Texas. Infatti lui, andandosene via dall’Italia, ha fatto fortuna aprendo una catena di ristoranti negli Stati Uniti. Decido di andare anche io allo sposalizio insieme a Mario. Arrivati in città, il cugino della mamma ci fa pernottare ognuno in una stanza diversa. Il fidanzato della figlia, che sebbene se mia cugina di terzo grado, e’ davvero uno schianto ma mai quanto uno dei testimoni dello sposo. Alto 185cm, capelli biondi che danno sul rosso, occhi verdi e in tight sta da Dio…

FINE CAPITOLO 19

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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