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Gay & Bisex

Vita di coppia 4


di FRANK_1987
25.08.2019    |    4.374    |    4 4.4
"Correndo, correndo finisco nel parco della mia città..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

In questo racconto non ci saranno scene di sesso (SOLO ALL’INIZIO COMUNQUE). Qui verrà narrata la storia di un ragazzo sottomesso ad uno o più maschi. SONO NARRATE SITUAZIONI FORTI. Se la sottomissione non fa per voi, consiglio cordialmente di non proseguire con la lettura.

Schiavizzato

CAPITOLO 4

Meno male che e’ mattina. Dopo aver trascorso una nottata all’insegna dell’insonnia, posso finalmente alzarmi dal letto. Faccio ogni cosa che si fa la mattina e poi mi faccio la doccia. Con l’asciugamano alla vita, i capelli arruffati dall’acqua che mi cola sul torace e i piedi umidi del vapore creatosi nel bagno, raggiungo la cucina e mi preparo un caffè. Me lo gusto sedendomi ad uno sgabello e poi arriva Mario. Mi saluta caldamente dandomi un bacio e poi va in bagno. Mentre anche lui soddisfa ogni suo bisogno mattutino, io me ne vado in camera. Mi asciugo meglio i capelli e poi mi siedo sul letto per vestirmi. Prima di andare a lavorare voglio farmi una corsetta. Prendo una maglietta che non uso quasi mai e la indosso, mi infilo un pantaloncino, i calzini, mi allaccio le scarpe da tennis e poi saluto Mario. In un cofanetto del salotto c’e’ il mio orologio e l’Ipod. Li prendo tutti e due e scendo le scale esterne. Sull’ultimo scalino mi metto le cuffie negli orecchi ed accendo l’Ipod iniziando ad ascoltare la mia musica preferita e a correre. Correndo, correndo finisco nel parco della mia città. C’e’ uno zampillo dal quale bevo un po’ d’acqua e poi mi avvicino ad una panchina allenando le gambe e le spalle con una serie di esercizi consigliatami da Donato, il mio personal trainer. Poco distante da me, si ferma un ragazzo. Ha addosso una maglietta a maniche corte nera e un pantalone chiaro così come le sue sneakers. Lo guardo lussuriosamente mentre continuo gli esercizi. Il ragazzo si abbassa per allacciarsi una scarpa e poi, mentre continua, si gira verso di me. E’ ovvio che l’ha fatto apposta perché il suo pantalone a vita bassa cala leggermente mettendo in mostra l’elastico del suo intimo e l’inizio dello spacco che divide le chiappe. Io finisco di fare gli esercizi e inconsciamente mi metto una mano sul pacco proprio mentre lui si alza e mi sorride maliziosamente. Il ragazzo mi fa cenno con la testa per andare ad inoltrarci in una zona del parco molto alberata. Il mio cazzo sta scoppiando nei miei pantaloncini e lui se ne va in corrispondenza del luogo che aveva indicato. Io mi guardo intorno con circospezione e poi mi inoltro anche io. Non vedo nessuno ma poi mi assale scherzosamente alle spalle facendomi spaventare tremendamente.
“Scusa, non volevo farti spaventare”
“Per poco non ci rimanevo secco”
“Mi dispiace. Sono Adriano e tu ?”
“Che cosa te ne frega?”, gli rispondo infilandogli la mia lingua in bocca
Adriano e’ un bellissimo ragazzo di non so quanti anni con i capelli e gli occhi castani leggermente più basso di me e con un orecchino a bottoncino ad entrambe le orecchie. Mentre ci baciamo, le sue mani finiscono sulla mia patta che e’ talmente turgida che sento fuoriuscire la cappella dall’elastico del mio boxer. Facilitato dal mio pantaloncino, il ragazzo lo abbassa e si prende in bocca la mia banana. Facendomela succhiare, io allungo le mani sul suo culo che e’ per metà fuori per colpa del pantalone e gli stimolo il buchetto umettandolo con un po’ di saliva.
“Scopami che tra un po’ devo andare a lavoro”, mi fa
“Alzati e girati”, gli ordino mentre lui esegue quello che gli e’ stato detto di fare e inizia a sbottonarsi la patta anche se io lo giro abbassandogli i calzoni e le mutande e gli allargo il culo leccandoglielo
“Mmh, si che bello”
“Ti piace, zoccoletta?”
“Si, continua”
“Ce l’hai davvero largo”
“E tu hai una fantastica lingua. Ci sai veramente fare”, mi dice mentre la sua mano destra fa su e giù lungo il suo cazzo
Modestamente, aiutato anche dagli insegnamenti di zio Mariano, anche io come lui riesco ad usare la lingua per portare al piacere immediato chi mi capita a tiro. Pure questa volta sta succedendo e mi accorgo improvvisamente che Adriano e’ il primo ragazzo che mi scopo da quando sto con Mario senza che lui possa partecipare così com’e’ successo le due volte precedenti che abbiamo incontrato altre persone. Mi alzo, afferro il mio cazzo e glielo pianto tutto dentro facendolo spostare in avanti anche se lo acchiappo per la spalla destra e gli impedisco di cadere con la faccia nell’erba. Inizio a stantuffare il culo di Adriano che gode come la troia che effettivamente e’. Approfittando della mia mano sulla sua spalla che gli vieta di farsi male cascando, si apre le chiappe per facilitare la mia entrata. Io lo prendo anche per l’altra spalla e gli do delle bordate singole ma potenti che lo fanno gridare di piacere. Per fortuna siamo in una zona del parco che pochi frequentano. Lo fanno solo gli avventori del sesso ma questa mattina ci siamo solo noi e non corriamo il rischio di farci scoprire. Esco dal suo culo e gli faccio cenno di seguirmi verso un grande masso. Mi rimetto le mutande senza coprirmi il cazzo e abbasso i pantaloni fino alle caviglie così da aprire meglio le gambe e poter sostenere il peso di Adriano che mi si siede sopra quando io mi accomodo sul masso e si impala sul mio cazzone dopo essersi tolto i suoi indumenti. Muovo con vigore il mio bacino contro le sue chiappe scopandolo mentre lui con una mano si sega il cazzo e con l’altra si sostiene strizzandomi il pettorale sinistro. Ha la bocca spalancata per il godimento che il mio cazzo dona alle sue carni e così gli infilo le dita nelle fauci e lui me le succhia. Poi poggio le mie mani sulle sue natiche per velocizzare la scopata sbattendo il mio internocoscia contro il suo inguine e le mie palle contro i suoi glutei. Tutti e due stiamo tardando nelle commissioni da fare. Lui deve andare a lavorare ed io ho delle cose da sbrigare insieme a Mario quindi spinta dopo spinta, eiaculo dentro lo sfintere anale di Adriano che stringe le pareti del suo retto contro il mio cazzo e anche lui sborra sul mio addome che avevo esposto in precedenza sollevandomi la maglietta evitando che venisse sporcata dalla sua essenza.
“Wow”, esclama il ragazzo mentre si alza e la mia sborra scivola dal suo culo
“Ti e’ piaciuto?”, gli domando alzandomi e rimettendomi il cazzo nelle mutande per poi riverstirmi
“Certo che mi e’ piaciuto”, mi dice mentre si tampona il culo con un fazzoletto e si ricompone “io vengo a correre ogni mattina ma questa volta ho deciso di fare un altro percorso e per fortuna, aggiungerei, perché così ti ho incontrato”, prosegue
“Si e’ stato bello”
“Domani alla stessa ora?”
“No guarda non mi va. Sono fidanzato e in questi anni non mi era mai successo nulla del genere”
“Se e’ successa significa che tra di voi c’e’ qualcosa che non va”
“Non credevo di incontrare una troietta psicologa questa mattina”, gli dico facendolo un po’ innervosire “e’ successo perché l’istinto animalesco dell’uomo ha preso il sopravvento ma non succederà mai più. Io amo il mio ragazzo”, spiego ad Adriano e poi me ne vado
Torno a casa sudato dalla corsa e dalla scopata e trovo Mario ai fornelli intento a cucinare quello che poi mangeremo a mezzogiorno. Mi sale un’angoscia tale che vorrei raccontargli tutto ma ho paura di perdere anche lui come ho perso Kai e Giorgio in precedenza. Come punizione che mi auto-infliggo, decido di contattare un ragazzo della mia zona conosciuto sul sito di incontri. E’ un master e voglio che mi domini davanti a Mario per purificare il mio tradimento.
“Spero che tu stia scherzando”, fa Mario sbalordito
“No, assolutamente no”, gli rispondo sena scompormi
“Tesoro, vuoi capire che quello che hai intenzione di fare e’ pericoloso?”
“Perché? Abbiamo già invitato qui altre persone”
“Solo una. Quelle trans le abbiamo incontrate a metà strada ricordi? E poi quel ragazzo era praticamente sottomesso a noi, se voleva farci del male l’avremmo messo subito k.o.. Ma tu invece adesso stai parlando di far entrare in casa nostra tre ragazzi. Tre delinquenti che ti faranno le cose più umilianti, e’ davvero quello che vuoi?”
“Si, e’ quello che voglio”
“Spero per te che si limitino a fare quello che hai in mente e che non ci derubino o ci ammazzino”
“Fidati di me per favore”
“Io mi fido di te ma non di loro ma se la cosa ti può far contento, me ne starò in disparte”
“Non in disparte. Tu devi riprendere tutto. Ogni cosa che mi faranno quei ragazzi deve essere documentata”
“Ok, ma devi dirglielo che ci sarò io con la telecamera altrimenti si tratteneranno un po’ senza avere l’intenzione di farci del male”
Bacio Mario che, nonostante non abbia capito perché io voglia portare a termine questo mio desiderio, acconsente a realizzarlo. Mi metto subito al computer contattando il ragazzo master e gli scrivo di poterci incontrare. Purtroppo prima del weekend non e’ libero ne’ lui ne’ i suoi amici che lo seguiranno e per questo devo aspettare quattro giorni prima di concretizzare questa mia fantasia. Da quando ho scopato con Adriano nel parco compiendo il mio primo tradimento nei confronti del mio fidanzato, non sono più andato in quel posto. Ho fatto sempre jogging in luoghi ben frequentati ma non da cercatori di sesso. Non voglio cadere di nuovo in tentazione altrimenti finirò per farmi fare le cose più sadiche dai miei master e potrei non resistere a lungo. Finalmente e’ sabato mattina. Come di routine svolgo ogni cosa. Faccio anche la mia corsetta e mi viene voglia di andare nella “zona proibita”. Vorrei farlo perché almeno avrò un motivo per mandare avanti il mio progetto perché in tutto questo lasso di tempo ho pensato di annullare l’incontro. Ma non perché non mi sento più in colpa ma perché non so come possano reagire quei bulletti. L’appuntamento che ci siamo dati e’ per le 15 in piazza. E’ Mario che va a prenderli perché loro decidono di venire da noi in treno per risparmiare sulla benzina. Mi sono preparato psicologicamente vedendo dei filmati porno su internet e decido di farmi trovare da loro a quattro zampe. Quando sento lo scatto della serratura, i loro schiamazzi, vedendomi in posizione canina, mi fanno rabbrividire tutto il corpo ma tranne la rosellina che mi pulsa e il cazzo che mi vibra dal piacere. Sono tre giovani ragazzi di età compresa tra i 18 e i 22anni. Quello che ho contattato io, Serafino, ha 18anni, capelli neri, occhi neri, indossa una maglietta blu, un jeans grigio e delle sneakers celesti. Achille, ha invece 19anni, capelli neri e occhi verdi e’ vestito con una tuta nera e le scarpe da tennis bianche. Infine Emiliano, il 22enne, ha i capelli castani, gli occhi celesti e veste con una maglia viola scuro, un jeans blu e un paio di scarpe scure dal taglio a metà tra il classico e lo sportivo. I tre ridono, fanno baccano e si danno delle leggere spinte di intesa mentre io li guardo voluttuosamente e Mario li invita ad accomodarsi anche se prima offre loro delle birre.
“Piacere, mi chiamo Giulio”, esordisco porgendo la mano ad Emiliano che me la porge anche lui evitando scherzosamente di stringerla cosa che invece fa Achille mentre Serafino mi porge il piede destro e mi saluto con quello “Voglio che mi facciate tutto ciò che ho descritto nei messaggi che vi ho inviato in tutto questo tempo”, continuo mentre Mario mi guarda tristemente e si accinge a prendere la telecamera
Non appena inizia a riprendere la scena, Emiliano mi da una spinta facendomi cadere con la schiena a terra. Gli altri due ridono ammassandosi l’uno sull’altro e poi tutti e tre si alzano e cominciano a bere le loro birre. Serafino mi sputa in faccia il contenuto della sua bocca. Sa di alcolico e poi anche Achille ed Emiliano eseguono la stessa pratica messa in atto dal loro amico. Achille mi da un calcio al braccio destro mentre Serafino ed Emiliano mi mettono sul viso le loro scarpe. Vogliono che io gliele lecchi lucidando non sono la calzatura stessa ma anche la suola che e’ sporca anche per colpa del nostro pavimento. Prendo con le mani il piede destro di Serafino e quello sinistro di Emiliano e tiro fuori la mia lingua posizionandola sopra le loro scarpe. Alzando un po’ gli occhi verso Mario, lo vedo che con una mano filma tutta la scena e l’altra se la posiziona sul suo cazzo bello duro massaggiandoselo. A chiunque tutto questo potrebbe risultare bullismo e provare ripulsione nella lettura o anche immaginando di fare determinate cose, ma io invece provo solamente piacere. Talmente tanto che pure il mio membro mi si indurisce nelle mutande. Continuando a pulire con il mio organo gustativo le scarpe di Serafino ed Emiliano, Achille mi da dei piccoli calci con la parte laterale del piede lungo il mio fianco destro. Quando mi fanno respirare un po’, decido di liberare il mio cazzo dandogli un po’ di piacere con le mani ma mai cosa fu sgradita agli occhi dei miei giovani master.
“Che cazzo fai, ricchione?”, mi domanda Achille
“Per favore, fatemi segare”, gli rispondo
“Per essere una checca ha un bell’attrezzo”, fa Emiliano
“Quasi, quasi glielo stacco e l’attacco al mio”, dice Serafino “la mia ragazza ne andrebbe pazza”
“Se volete glielo posso dare senza staccarmelo ma ora fatemi masturbare”
“Non pensarci nemmeno”, urla Achille poggiando la suola della sua scarpa contro la mano che ho intorno al cazzo
Preme così tanto da farmi male alle dita costringendomi a togliere la mano ma il suo piede finisce sopra il mio pene che viene leggermente schiacciato dal suo arto. Dopo avermi fatto riprendere dal dolore costringendomi a rimettere il cazzo dentro ai pantaloni e ordinandomi di non toccarlo, i tre ragazzi mi fanno inginocchiare per terra aprendomi la bocca. Ad un ad uno iniziano a sputare nel mio cavo orale. Cerco di non ingoiarla accumulandone più che posso ma quando la loro saliva inizia a scarseggiare nelle loro bocche, danno qualche sorso alle birre, shakerano il contenuto bevuto nelle loro fauci e poi me lo sputano in faccia. La saliva mi cola sul volto depositandosi insieme a quella che ancora non ho ingerito costringendomi a farlo. Bevo alcolici ma adesso mi sembra di bere tre birre contemporaneamente. Serafino, Achille ed Emiliano si siedono sul sofà privandosi delle scarpe. I loro calzini sono giallognoli o ingrigiti a testimonianza del fatto che si sono tenuti le scarpe per tutto il giorno come gli avevo chiesto io nei miei messaggi. Di tutti e tre lecco i loro piedi ancora confezionati nei pedalini. Il loro odore e’ pungente e per sopportarlo meglio, Mario mi porge una bottiglietta di Popper. Inalato il contenuto, sento una graduale euforia invadere il mio corpo. Questa sensazione mi fa così eccitare che privo i ragazzi dei loro calzini e lecco e succhio le loro dita nude. Achille si alza dal divano e viene dietro di me. Con i suoi indici mi allarga la bocca in modo che Serafino possa inserirci tutte le sue falangi puzzolenti e scoparmi le fauci.
“Si, scopagli la bocca”, fa Achille verso Serafino
“Se si succhia così un piede, figuriamoci un cazzo”, fa Emiliano
“Ma che dici? Non vorrai fartelo succhiare?”, gli domanda Achille stupefatto
“Certo che no, stronzo. Era solo per dire”, chiarisce il più grande dei due “puoi darmi una forbice”, fa Emiliano a Mario che continua a riprendere tutto
“Sono nel terzo cassetto”, gli indica
“Che cosa vuoi fare?”, chiede preoccupato Serafino che ora mi struscia la pianta del piede in faccia
“Guarda che hanno una telecamera, ci stanno riprendendo”, gli dice Achille che mi da dei piccoli sputi sulla fronte
“Non voglio fare niente di criminale, tranquilli”, gli rassicura l’amico che si prende un piede e inizia a tagliarsi le unghie “voglio fare un giochetto con questo rotto in culo”, continua
“Sbrigati che ho voglia di schiaffeggiare ancora quella sua faccia da troia”, lo rimprovera Achille accendendosi una sigaretta
“Continuate voi perché io ne avrò per molto”, fa Emiliano
Serafino si prende la sua scarpa e mi ficca in bocca la sua punta. Mi ordina di spalancare le mi fauci e poi sputa sulla suola per far scivolare la saliva direttamente nella mia bocca. Anche Achille usa l’ingegnosa idea del suo amico e così sono costretto a gustarmi pure la sua saliva. Emiliano finalmente smette di tagliarsi le unghie dei piedi tenendosele strette in un pugno e poggia la forbice sul tavolo.
“Chiudi gli occhi, frocetto ed apri la bocca estraendo la lingua”, mi dice mentre io scuoto la testa mugolando “avevi detto che facevi tutto quello che ti ordinavamo di fare e devi mantenere la promessa, hai capito?”, mi domanda minacciosamente tirandomi i capelli
Annuisco impaurito, poi chiudo gli occhi e apro la bocca tirando fuori la mia lingua come facevo dal pediatra quando ero un bambino. Percepisco che Emiliano si e’ posizionato di fronte a me sempre seduto sul divano e delle scaglie vengono spolverate sulla mia lingua mentre sento gli altri due schiamazzare sbalorditi e Achille fa cadere la cenere della sua sigaretta sul mio organo gustativo. Non brucia molto perché al contatto con la mia saliva si spegne. Quello che mi da più fastidio sono le scaglie posate da Emiliano. Sono dure e quando il ragazzo mi fa chiudere la bocca con l’intento di ingoiare qualsiasi cosa mi abbia depositato sulla lingua, capisco cosa sono. Mi sta ordinando di mangiare le unghie dei suoi piedi. La cosa potrebbe anche farmi piacere se non fosse che l’effetto del Popper sta iniziando a svanire e un conato di vomito mi si ferma nell’esofago quindi apro gli occhi e sputo le unghie dei piedi contro Emiliano che mi prende per i capelli e mi schiaffeggia. Lo so, ho chiesto a Mario di partecipare e filmare la mia punizione per il tradimento che ho consumato ai suoi danni ma anche se lui non e’ a conoscenza del vero motivo, non fa niente per difendermi come se invece sapesse tutto e non voglia intervenire per salvarmi dall’ira di quei prepotenti figli di puttana.
“Ma come cazzo ti e’ venuto in mente una cosa del genere?”, chiede Achille ad Emiliano
“L’ho già fatto una volta”
“Cazzo, mi hai fatto eccitare”, fa Serafino
“Ficcaglielo in bocca”, gli consiglia Emiliano
“Manco morto. Il mio cazzo entrerà solo in buchi femminili”
“Ma lui e’ una femminuccia, vero?”, mi domanda Emiliano mentre io faccio cenno di si con la testa tenendo la bocca aperta e la lingua penzoloni “prima non hai mangiato le mie unghie ma adesso ti facciamo bere un po’, che ne dici?”
“Si, si, ho sete”, rispondo soggiogato
Serafino mi spinge di nuovo a terra e insieme agli altri due mi mette i piedi in faccia. Due o tre arti inferiori sul mio viso si alternano anche sul mio torace che a volte viene colpito con dei leggeri calci oppure pressato in prossimità dello sterno o dello stomaco il tutto ripreso sapientemente dalla nuova vena artistica di Mario. Achille si siede sul divano e chiede al mio fidanzato di procurargli una bottiglia di plastica vuota. Quando Mario gliela porge, Achille estrae in suo cazzo lo avvicina al collo della bottiglia e ne riempie metà con il suo piscio. Non vuole mescolarlo con gli altri e quindi inizia a farmelo bere. Dopo che ho bevuto tutto quel liquido inebriante al gusto birra, e’ il turno di Serafino che invece estrae il suo cazzo duro segandosi. Quando arriva al punto di non ritorno, anche lui fa come il suo amico ma prima sborra nella bottiglia, poi aspetta che il suo cazzo si ammoscia e piscia dentro. La sborra depositata nel fondo inizia a galleggiare in un liquido giallastro che io bevo fino all’ultimo sorso. Un po’ di sborra e’ rimasta attaccata al collo della bottiglia perciò Serafino la raccoglie con il mignolo, me la strofina sulla lingua ed io la mando giù. Un altro filamento e’ rimasto attaccato invece al fondo della bottiglia ma il piscio di Emiliano lo riporta in superficie facendomelo gustare. Poi scuote la bottiglia sul mio capo bagnandomi leggermente i capelli con le poche gocce gialle rimaste al suo interno.
“Cazzo, come mi sono divertito”, esclama Serafino “non vedo l’ora di tornare dalla mia ragazza e scoparmela per quanto sono eccitato”
“Lo sono anch’io, amico. Questa volta si che e’ stata divertente. Più dell’altra volta”, fa Achille
“Quella checca frignava come una cagna mentre questa ha obbedito, vero troietta?”, mi domanda Emiliano mentre io annuisco con la bocca aperta “anche se non ha voluto mangiare le mie unghie ma la prossima volta lo farai o ti farò male e non me ne fregherà un cazzo se ci riprenderete”, mi minaccia dandomi un calcio contro le gambe
“Tu hai ripreso tutto?”, chiede Achille a Mario
“Si, ogni cosa”, gli risponde “ho documentato tutto quello che gli avete fatto”
“E tu sei contento?”, mi chiede Serafino mentre si infila le scarpe insieme agli altri
“Si, siete stati davvero bravi. Mi avete proprio trattato come volevo. Sono molto soddisfatto di voi, padroni”, gli rispondo
“Ora dobbiamo andare. Se vuoi di nuovo farti trattare per la troia che sei, basta contattarci”, fa Emiliano e poi tutti e tre escono dalla nostra casa
Mario si abbassa su di me e mi accarezza dolcemente la guancia destra che e’ ancora sporca dei residui di saliva dei ragazzi. Lo bacio anche se ho la bocca puzzolente di piscio e lui mi infila la lingua dentro per assorbire un po’ di quel sapore ma anche un po’ di umiliazione subita. Mi alzo a fatica e vado a farmi la doccia. Finalmente l’onta del tradimento compiuto e’ stata lavata via a suon di sberle, calci, sputate in faccia e bevute di piscio. Lo so che invece dovrei confessare tutto ma non ne ho il coraggio, non ce la faccio proprio. Ricordandomi quanto sia stato maltrattato dai miei master, mi viene duro e così mi sego sborrando nell’acqua che mi cade addosso dalla cipolla della doccia e poi finisce nello scarico insieme al sapone. Il mattino dopo mi sveglio un po’ dolorante ma fortunatamente senza lividi evidenti. Per precauzione, comunque, uso una pomata lenitiva dove sento maggior dolore. Vado di nuovo a fare jogging evitando ancora una volta la zona dove ho fatto sesso con Adriano. Non voglio ricadere nella tentazione di entrare nuovamente nel suo culetto caldo sebbene sia stato un bel ricordo che conservo gelosamente nella mia mente. All’inizio di Giugno, un’altra ossessione si fa strada tra i miei pensieri. Un’ossessione che ho avuto già in passato, che ho potuto fortunatamente esaudire, ma che ritorna prepotentemente a galla come se fosse un nodo al pettine. In fondo e’ un chiodo fisso che hanno molte donne e anche molti di noi: riprovare ancora una volta il cazzo nero.

FINE CAPITOLO 4

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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