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Gay & Bisex

Vita di coppia 18


di FRANK_1987
01.12.2019    |    3.460    |    1 4.5
"Mi organizzo per poter andare a trovare la sua tomba..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

Il meccanico di fiducia

CAPITOLO 18

Un nuovo anno e’ appena iniziato portando con se una lieta notizia. Claudia e Agostino, nella metà di Febbraio, sono diventati genitori di un bambino di nome Antonello. Il neonato si va ad aggiungere alla già lunga schiera di miei nipoti per non parlare della continuità dei nomi che iniziano per A nella famiglia di mio cognato. Dopo aver ritrovato finalmente la serenità con lui, sembra che dentro di me sia passata definitivamente la gelosia che avevo nei confronti di mia sorella e anche l’ardore ogni volta che vedevo suo marito. Sono molto contento per questo così almeno possiamo ritornare ad essere una famiglia quasi normale sebbene di recente abbia scopato con Rafael ma, d’altronde, e’ comunque un mio parente anche se non di sangue e quello che e’ successo tra noi nella doccia, non conta. Un giorno ricevo un’e-mail. Il mittente e’ una mia vecchia compagna di liceo. Mi invita alla rimpatriata per i dieci anni che sono trascorsi da quando ci siamo diplomati. Non so se presenziare perché non con tutti andavo d’accordo. I pochi che mi parlavano si possono contare sulla punta delle dita e quelli con il quale avevo un rapporto molto più stretto sono molto meno di dieci. Comunque decido alla fine di esserci perché muoio dalla voglia di vedere come sono diventati i miei ex compagni. Soprattutto Benito, il biondino bullo della mia scuola. Chissà se porta ancora i piercing al naso e all’orecchio?! Chissà se ha una moglie o dei figli?! Ma soprattutto, chissà che non voglia farsi un giro con il mio culo, insoddisfatto per com’e’ andata la sua vita. La mia invece sta andando a gonfie vele. Il mio fidanzamento con Mario e’ più duraturo di prima ora che abbiamo diviso il nostro amore anche con Pietro. Era talmente tanto che due cuori non potevano sopportarlo e un terzo ha alleviato le sofferenze amorose. Voglio presentarmi alla rimpatriata elegante quindi indosso una camicia celeste e il maglione blu, inforco i miei pantaloni, prendo la giacca elegante e vado in cucina dove Mario mi sta aspettando. Anche lui verrà con me questa sera ed e’ abbigliato con una camicia a righe nere, la giacca marrone e il pantalone beige. Raggiunto il ristorante dove incontrerò i miei compagni di scuola e la prima che vedo e’ Camilla. Il mio pensiero va subito al mio ex fidanzato bisessuale Giorgio e al fatto che anche lui possa essere presente. Camilla e’ rimasta incinta di Giorgio durante la gita scolastica a Venezia dell’ultimo anno di liceo. Io e lui siamo rimasti insieme fino a quando non ci siamo iscritti ad università differenti e la vita ci ha separati lentamente. Poco tempo dopo ho saputo che i due si erano messi insieme ma solo per dare una famiglia solida al figlio e non perché Giorgio amasse Camilla, non l’ha mai fatto, anzi, la detestava. Camilla non e’ soltanto colei che ha rovinato la mia prima relazione ma e’ anche la prima ragazza che ho baciato. Nonostante stessimo giocando al gioco della bottiglia, Benito mi ha costretto a farlo altrimenti avrei pagato pegno (LA MIA ADOLESCENZA 20)¬. L’ex bullo della scuola e’ in compagnia della moglie con la quale ha avuto due figlie femmine, gemelle, e anche un maschio. Gli altri sono fidanzati/e o sposati/e con al fianco i loro partner. C’e’ anche il professore di educazione fisica, invitato da Benito come rappresentante degli insegnanti. Per avere 55anni e’ ancora un bell’uomo. Palestrato come me lo ricordavo io e la sua testa calva non gli fa dimostrare la sua effettiva età. Lo saluto timidamente, mentre Mario nota questo mio cambiamento di personalità e vado a sedermi al tavolo dove iniziamo a mangiare e parlare dei tempi passati ricordando aneddoti divertenti su gag fatte ai danni dei professori o altri studenti.
“Come sta Giorgio?”, chiedo a Camilla “come mai non e’ potuto venire?”, continuo mentre lei e Benito si guardano preoccupati e anche altri miei compagni ammutoliscono all’istante “che c’e’? Che cosa ho chiesto?”, domando sarcasticamente
“Non l’hai saputo?”, mi fa la mia ex compagna di scuola
“Cosa avrei dovuto sapere?”
“Giorgio e’ morto”, esclama Benito facendomi rimanere a bocca aperta mentre un’altra ex collega scolastica e’ visibilmente emozionata
“Io non lo sapevo, come avrei potuto?! Non ci siamo più sentiti da quando ci siamo lasciati. Com’e’ successo?”, domando ansioso di sapere
“Si e’ suicidato cinque anni fa”, mi informa Camilla “da circa un anno aveva scoperto di essere malato. Si, sai, quella malattia là. L’AIDS”, prosegue facendomi venire un groppo in gola “dice che l’ha preso una sera facendo sesso non protetto con un ragazzo e non riusciva più a vivere la sua vita fino in fondo. Tutti lo stigmatizzavano”
“Che bastardi”, esclama Mario
“Così ha preso una pistola e boom, si e’ sparato in bocca e i suoi genitori hanno dovuto raccogliere dal muro quello che rimaneva della sua testa”
“Sei un pezzo di merda”, grido contro Benito “come puoi dire una cosa del genere? Può succedere anche a te di ammalarti, lo sai? Non e’ la malattia dei gay, anche tu puoi essere contagiato se hai intenzione di fare le corna a tua moglie con un’altra ragazza senza proteggerti”, gli sbatto in faccia per poi allontanarmi verso il bancone
Sono davvero scosso, volevo che mi chiamasse, che mi mandasse almeno solo un messaggio prima di fare una cosa del genere. Ma e’ chiaro che non ero più nei suoi pensieri e un po’ mi arrabbio ma non voglio ricordarlo con questo sentimento dentro al cuore. Voglio ricordarlo con il sorriso, con i suoi capelli castani al vento e gli occhi verdi che ancora mi fissano come facevano quando ci baciavamo. La sua non e’ stata un’esistenza facile dopo che suo padre ha abusato di lui e la vita quotidiana non gli ha riservato niente di positivo nella vita. Non ha potuto neanche godersi la gioia di essere diventato padre perché anche questo gli e’ stato impedito. Lo so, ha deciso lui di togliersi la vita ma se e’ tutto già stato scritto e destinato, allora il suicidio gli e’ stato in qualche modo “consigliato” dal potente lassù, per fare finire tutto così. Assorto in questi pensieri, vengo riportato alla realtà dal professor Christian.
“Giulio, mi dispiace per Giorgio”
“Grazie professore”
“So quanto voi due eravate legati. Era davvero un bravo ragazzo. Un ottimo studente”
“Era il migliore. Anche più di me”
“Si, tu eri un po’ più scavezzacollo”, mi dice Christian facendomi sorridere un po’
“Insegna ancora?”, gli chiedo
“Si, ne ho ancora per qualche anno”
“E gli sono capitati altri alunni froci?”
“Certo”
“E anche con loro si e’ comportato come con me e Giorgio? Anche a loro struscia il suo cazzo duro fra le chiappe quando cerca di insegnargli gli esercizi?”, gli chiedo alzando un po’ la voce “anche loro vengono scopati nel bagno di una discoteca durante una gita scolastica? Pensava che mi sarei dimenticato di tutto quello che mi ha fatto?”
“Veramente speravo di no perché conosco i ricchioni come te. Certe cose non le dimenticate neanche se vi farebbero l’elettroshock”, mi dice dandomi le spalle
Continuiamo la serata anche se io non sono più lo stesso dopo quella tragica notizia. Ritornando a casa, Mario mi chiede come mai tra me il professor Christian c’era maretta e gli racconto ogni cosa che lui mi ha fatto, sebbene, come mi ha ricordato, aver rievocato quei ricordi mi ha fatto tornare il sorriso sulle labbra sia perché ero più giovane e libertino di adesso e soprattutto perché durante quegli avvenimenti, stavo con Giorgio. Mi organizzo per poter andare a trovare la sua tomba. Era un ragazzo originario della provincia del capoluogo calabrese, quindi ci metto parecchio prima di raggiungere il cimitero. La fotografia della lapide riesco a riconoscerla. Ce la siamo scattati proprio poco prima della fine della nostra ultima estate insieme. Ha i bordi sfumati e non si vede più la mia mano sulla sua spalla ma la riconosco perfettamente. Dopo avergli reso omaggio, decido di andare a parlare un po’ con la madre. Negli anni trascorsi da quando ci siamo lasciati, aveva finalmente trovato il coraggio di confessarle che l’abuso subito dal padre lo aveva cambiato, l’avevo portato ad amare anche il cazzo e non solo la fica. La mamma non gliene ha mai fatto una colpa perché non e’ stato lui l’artefice di tutto questo. Il padre, lo stupratore, non si e’ neanche fatto vedere durante i suoi funerali. Poco prima di riprendere il viaggio e ritornare nella mia città, passo nuovamente davanti al campo santo. Tutto quello che ricordo di lui mi fa desiderare di essere un mago, un indovino, uno stregone insomma tutto quello che si può essere per poter riportarlo in vita come succedeva nel suo telefilm preferito. Ritornati a casa, decido di mettere su un mobile la foto che ho di lui. E’ la stessa del cimitero, ci sono anche io e voglio ricordarlo così, per sempre. Davanti alla sua immagine, gli prometto che mai più farò sesso non protetto, che non permetterò al morbo che se l’e’ portato via di avanzare nel mondo contagiando un’altra persona. Quando mia sorella ritorna a casa dall’ospedale, organizziamo per lei e il bambino una bella festa. Papà, mamma, Salvatore, Rafael ed Esteban accolgono la puerpera. Anche i miei nipoti Andrea e Agnese, i fratellastri di Antonello, sono ben felici di vedere il nuovo arrivato senza provare gelosie perché ormai sono già grandicelli per pensare una cosa del genere.
“Prendilo in braccio”, mi fa Agostino
“Ho paura”, gli rispondo
“Di cosa?”
“Di fargli male”
“Ma se con Andrea e Agnese non e’ successo e anche con i figli di Salvatore…”, mi fa notare il mio bellissimo cognato
“E’ passato tanto tempo”
“Solo tre anni, che sarà mai. Va beh che vai in palestra ma non avrai di certo sviluppato una forza tale da stringere un neonato semplicemente cullandolo un po’”, fa Agostino mettendomi in braccio suo figlio
Antonello e’ un amore, somiglia molto al padre soprattutto per l’intenso colore verde dei suoi occhi. Mio cognato, indossante un costume elegante, si allontana da me mentre io comincio a cullare mio nipote. Mario mi guarda e mi sorride. Ha capito che il mio desiderio di paternità e’ di nuovo riaffiorato. Non succedeva da quando ho perso il bambino che Sofia, la sorella di Rafael, portava in grembo. Cullandolo un po’ mi accorgo che sotto la cenere arde ancora la brace perché in teoria sto facendo la ninna nanna allo sperma di Agostino. Nel bene o nel male, una parte di lui verrà toccata da me ogni qualvolta farò una carezza ad Antonello, oppure quando lo prenderò per la manina. Tutto questo mi porta a osservarlo con più precisione notando il suo culo marmoreo fasciato nel pantalone classico. Per non pensare troppo a queste cose che avevo accantonato e che non voglio riportare in superficie, riconsegno il bambino nelle mani della madre proseguendo a giocare con gli altri che si sentono un po’ messi da parte, ma ingiustamente.
“Ho capito cosa stavi facendo poco fa”, mi dice Mario dopo essere ritornati a casa
“Cosa?”
“Stavi pensando ad un bambino”
“No, non e’ vero”
“Si invece e’ la verità. Stavi pensando a quanto ti sarebbe piaciuto poter cullare tuo figlio se Sofia quella notte non avesse avuto un aborto spontaneo”
“Hai ragione, ci stavo pensando”
“Non l’hai più rivista? Nemmeno quando e’ nato Esteban e’ venuta in Italia per conoscere suo nipote?”, mi chiede Mario ed io scuoto la testa rispondendogli in questo modo “perché non chiedi a Rafael notizie di lei? Sai, secondo me quell’aborto se l’e’ procurato da sola perché forse non voleva avere un figlio da te”
“No, non penso. Non credo che sarebbe arrivata a tanto”, gli dico anche se mi ricordo che per il breve periodo della sua gestazione, malediceva la dimenticanza di non avermi fatto indossare il preservativo
“Ehi, abbiamo un messaggio sul sito di incontri”, mi dice Mario facendomi avvicinare a lui con un pezzo di pizza in mano “guarda che bel bocconcino”, continua
In effetti la foto allegata al messaggio non e’ niente male. Un fisico massiccio e prestante leggermente pelosetto appare sul nostro monitor. Le braccia del soggetto sono dipinte con dei tatuaggi tribali.
“GIOVANE MECCANICO 33ENNE AVREBBE IL PIACERE DI INCONTRARVI PER SANO DIVERTIMENTO. ASTENERSI SE NON SI VUOLE USARE PROTEZIONI”
Fa proprio al caso nostro e dopo una serie di messaggi convenzionali, Mario riesce a strappargli un appuntamento tra due giorni. Abbiamo solo poco tempo per preparare questo incontro anche se non c’e’ niente da mettere a punto. Il ragazzo, di nome Raniero, non vuole incontrarci a casa. Nella nostra città ha persone che lo conoscono e non vuole fargli scoprire della sua omosessualità quindi ci diamo appuntamento nel bosco alle 16 del pomeriggio. Per fortuna e’ una bellissima giornata di sole anche se un po’ fredda nonostante siamo in pieno inverno. Capisco il suo timore di incontrarci di nascosto, anche io l’ho avuto quando una volta ho fatto sesso con un albanese. Dopo dieci minuti di ritardo, il suo SUV arriva come se stesse surfando sulle onde ma invece sono solo gli avvallamenti del terreno a farlo muovere in questo modo. Scendiamo dalla macchina e gli andiamo incontro. Quando lui scende dalla sua vettura riceviamo una folgorazione. Un uomo massiccio dai capelli castano scuro e gli occhi celesti si avvicina a noi con fare deciso. Indossa una camicia rossa a scacchi, di sotto ha una canottiera bianca, uno jeans e gli stivali.
“Sono molto contento di incontrarvi”, esordisce
“Anche noi”, gli dico io
“Sei veramente una favola”, fa Mario
“Grazie. Pure voi siete fantastici. Per questo vi ho scelto. Fate di me ciò che volete”, dice Raniero aprendo le braccia come a volersi lasciare andare
Eccone un altro. Pensavo di poter usufruire del suo cazzo ma invece e’ venuto qui, da noi, per farsi fare il culo e non viceversa. Pazienza, poco importa. Gli vado dietro abbracciandolo per il collo mentre Mario si inginocchia tra la terra umida e le foglie bagnate sbottonandogli la patta e tirando fuori il suo cazzo di 19cm. Il mio fidanzato se lo mette in bocca mentre gli infila una mano sotto la canottiera salendo. Anche io lo faccio scendendo lungo il suo corpo e incontrando l’arto del mio fidanzato. Bacio Raniero sul collo mentre Mario gli lecca il cazzo, ci sputa sopra e poi glielo ripulisce leccandoglielo nuovamente.
“Mmh, mi sa che mi divertirò alla grande”, fa Raniero
“Perché non gli facciamo succhiare i nostri cazzi?”, domando a Mario
“Certo, buona idea”, fa lui alzandosi
Io e Mario ci sbottoniamo i pantaloni tirando fuori le nostre minchie. Raniero si prende in bocca quella del mio fidanzato per ringraziarlo del pompino ricevuto mentre noi due ci baciamo ed io mi sego il cazzo sbattendolo ogni tanto sulla spalla destra del meccanico. Stufo di aspettare che qualcosa di caldo avvolga le mie carni, giro la testa di Raniero facendogli smettere di sbocchinare Mario, dandogli la mia banana. Me la sega leccandola e Mario avvicina la sua strofinandola sulla mia. La lingua di Raniero tira la cera su tutti e due i pezzi di carne bollente per non scontentare nessuno. Di certo sta avendo su di noi una buona impressione e, se fosse possibile, gli faremmo pubblicità sia come buon meccanico che come buon succhiatore di cazzi. Mario smette di baciarmi, prende la faccia del ragazzo e la muove verso il mio pube senza che io debba spingere i miei centimetri nelle sue fauci. Poi faccio lo stesso anche io con la nerchia del mio fidanzato. Facciamo alzare Raniero, apro lo sportello del mio pickup e lo faccio posizionare a novanta gradi con i gomiti poggiati sul sedile. Mi allungo per prendere la scatola dei condom nel cruscotto e ne do’ uno a Mario. Mentre lui riveste il suo cazzo, io mi abbasso tra le natiche pelose di Raniero slinguazzandogli il culo preparandolo per la scopata. Mario si sputa sul membro lubrificandolo di saliva e poi penetra il meccanico che mugola. Io libero una gamba dal pantalone, faccio il giro ed entro dalla parte del passeggero. Mi inginocchio sul sedile accanto ed offro la mia minchia a Raniero nella sua bocca.
“Mamma mia che culo Giù”, afferma Mario
“Com’e’?”, gli chiedo voglioso
“Caldo. E’ quasi come stare dentro un forno perché il mio cazzo fuori si stava congelando mentre adesso ha ripreso vigore”
“Scopatelo, scopatelo”, lo incito
Raniero ha in bocca il mio cazzo e lo succhia e lecca come un bastoncino di zucchero natalizio. Mario lo scopa afferrandolo per i fianchi oppure per le spalle. Noi non siamo tanto mingherlini ma vedere un ragazzo più muscoloso di noi farsi scopare il culo da due persone più snelle, mi fa eccitare di brutto. Fotto la bocca del ragazzone con più energia di prima. Lui ogni tanto si fa venire dei colpi di tosse o sono io a causarglieli per il troppo vigore usato nelle mie spinte pelviche. Raniero si solleva facendosi uscire i nostri cazzi dalla bocca e dal culo, si gira verso Mario e lo spinge supino contro il sedile del passeggero. Mi fa cenno di passargli un profilattico e lo faccio. Il mio ragazzo si lecca le dita e le friziona contro la sua rosellina prima di essere penetrata ma non deve aspettare molto. Raniero e’ già dentro di lui e Mario si toglie il condom usato per scoparlo e glielo getta in faccia. Io continuo a restare inginocchiato sul sedile del passeggero e a farmi succhiare la nerchia questa volta da una bocca che conosco perfettamente. Il meccanico fotte Mario con tutta la sua forza. Deve averne molta in corpo perché gli serve per lavorare e ora la sta scaricando tutta attraverso il suo attrezzo incanalandone anche un po’ verso le mani strette intorno alle caviglie del mio ragazzo ancora avvolte nel pantalone. La mia anima gemella si sega mentre io gli accarezzo il corpo e lui fa la stessa cosa con quello di Raniero usando l’altra sua mano libera di andarsene dove le pare.
“E poi sarei io quello che ha il culo caldo?”, fa Raniero “il tuo sembra l’Inferno altro che il mio paragonato ad un forno”
“Scopami, figlio di puttana”
“Sei solo un troia”
“Ehi bada a come parli”, gli grido guardandoci malamente a vicenda
Scendo da sopra il sedile passeggero e lo reclino. Fanno segno a Raniero con la testa di raggiungermi, lui esce dal culo del mio fidanzato e gira dietro la macchina. Intanto io mi metto il preservativo e lui si toglie il suo e lo getta tra l’erba. Entra in macchina sdraiandosi sul sedile e io mi accomodo tra il sedile stesso e il cruscotto. Mi sputo sulla mano e ungo il suo buchetto per poi infilargli il mio cazzo. Inizio a scoparlo tenendolo per i piedi mentre lui si sega il cazzo e succhia quello di Mario appollaiato sul sedile posteriore della mia macchina. Ogni tanto il mio fidanzato ne approfitta per leccargli il suo e Raniero mi infila le mani sotto il maglione toccandomi il corpo. Sebbene ci siamo scambiati in questi giorni numerose foto dei nostri toraci e dei nostri corpi, ancora non ce le siamo visti dal vivo perché il freddo del bosco non c’ha permesso di spogliarci completamente. Mario riprende a farsi lucidare il membro dalla lingua di Raniero tenendolo dolcemente per la nuca. Il meccanico prosegue a segarsi e sborra sul suo pube così il mio fidanzato si ficca in bocca il cazzo sporco e glielo ripulisce. Prima che possa farlo lui, con l’indice e il pollice raccolgo un po’ di sperma del giovane e me lo gusto. Esco dal culo del meccanico e scendo dalla macchina. Apro l’altro sportello posteriore in modo da avere la sua faccia a portata di cazzo e gliela vernicio con la mia sborra. Ha tutta la barba imbiancata e mentre lui si gusta quella che gli e’ finita in bocca, io lecco la mia essenza depositata tra i peli della sua faccia e poi gliela faccio gocciolare nelle fauci. Anche Mario eiacula sopra il torace di Raniero che si gusta pure il secondo latte sparato contro di lui.
“E bravo il nostro meccanico frocetto”, gli dico schiaffeggiandolo leggermente
“Ragazzi, dobbiamo rifarlo”, fa lui
“Naturalmente”, risponde Mario
“Però in un ambiente decisamente più caldo”, dichiaro strofinando le mani sulle mie braccia
“Il mio numero l’avete e anche la mia e-mail. Per non parlare del mio profilo. Potete scrivermi quando volete e sarò ben disposto a ricevere nuovamente i vostri cazzi”, afferma il meccanico palesemente contento per la scopata selvaggia consumata tra la natura
Ci rivestiamo e torniamo a casa. Nei giorni e nei mesi successivi, io, Mario e Raniero ci siamo incontrati diverse volte. Nel mese di Marzo, mia madre viene a scoprire che Rafael si incontra segretamente con la transessuale Ayako. Il loro matrimonio vacilla ma non perché il mio patrigno ha tradito la moglie con una donna con le tette e i coglioni ma perché gliel’ha tenuto nascosto. Fortunatamente si sono riappacificati. In fondo mamma deve imparare a gestire le trasgressioni che la mente del marito gli porta a compiere. Se ha saputo digerire il fatto che si scopava il figlio, può benissimo perdonargli questa scoperta. Ad Aprile, per il giorno del compleanno di Giorgio, ritorno al cimitero per portargli dei fiori. Lì incontro suo padre Giovanni. Mi rivela che non se l’e’ mai sentita di ritornare nella vita del figlio e anche di andare ai suoi funerali e poi mi da la colpa di averlo circuito e di essere io il responsabile dei suoi abusi sul figlio. Nella sua mente malata, pensa che se io mi fossi concesso prima del tempo, non avrebbe costretto Giorgio a praticargli sesso orale immaginando che quella bocca fosse la mia. Mi verrebbe voglia di denunciarlo ma so che ormai le autorità non possono fare più niente. Giorgio non c’e’ più, non può testimoniare gli abusi subiti e il padre la passa franca anche questa volta. Sta arrivando ancora l’estate, anche se manca più di un mese, ma da noi il clima e’ talmente caldo che sembra che sia già sopraggiunta. Un giorno, Mario mi dice che suo padre gli ha fatto avere dei biglietti per un importante evento musicale europeo. Ha faticato troppo per averli ma finalmente e’ riusciti a procurarseli…

FINE CAPITOLO 18

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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