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Gay & Bisex

Per fortuna c’è mia moglie 3


di geniodirazza
27.08.2023    |    3.653    |    0 9.3
"” “Ciao, Franco, è andato tutto bene?” “Si, amore; sei stata straordinaria; hai organizzato le cose in maniera da farmi arrivare al posto giusto al..."
Quella prima esperienza nel privè mi aprì un orizzonte di piacere a cui non avevo neppure mai pensato; con mia moglie scopavo abbastanza spesso e lei aveva preso l’abitudine di sollazzarmi il culo con diversi dildi che acquistava in internet o in un sexy shop nel capoluogo di regione, quando ci si recava per lavoro; due volte al mese, andavamo al solito privè dove ci si scatenava in tutte le maniere possibili; spesso passavo ore a succhiare cazzi e prenderli nel culo nel glory hole.
Il dato più interessante della vicenda era che Ersilia si era aggregata a noi e costituivamo un trio formidabile di amanti; in qualche modo, me ne ero innamorato e la sentivo più indispensabile di mia moglie, specialmente quando restavo solo e dovevo organizzarmi; infatti, qualche crepa era apparsa nel rapporto con Serena e mi trovavo sempre più a disagio quando si attardava in ufficio fino a notte alta o passava interi week end in viaggi ‘di lavoro’ non meglio spiegati.
Ersilia cercò di aprirmi gli occhi invitandomi a credere poco alle scuse di mia moglie; di fronte alla donna che con tanta sensibilità mi aveva aiutato a superare l’impasse della mia bisessualità, non ero affatto disposto a diffidarne, neppure quando, nel privè, lei, dopo qualche approccio comune, mi lasciava da solo a gestirmi le mie scopate e spariva spesso per ore; solo un uomo cieco per amore poteva credere normali quelle sue assenze.
Ma la mia nuova amica e innamorata davvero aveva perso la testa per me e non smise per un momento di seguirmi, consigliarmi e quasi impormi certe scelte che mi consentirono di fare chiarezza; dopo che ebbe pazientato in diverse occasioni sulle mie proteste perché Serena mi lasciava a me stesso per ore, cominciò a suggerirmi di verificare se sul serio lei lo faceva per concedermi libertà o se per prendersene troppa lei; difficile parlare con un uomo fiducioso come ero io.
Una sera però, dopo avere pazientato insieme a me per qualche tempo, mi prese per la mano e mi guidò per i corridoi del locale finché mi bloccò davanti a una finestrella che affacciava in una grande sala e mi invitò a guardare; su un enorme letto rotondo al cento dell’ambiente, riconobbi immediatamente la figura di mia moglie piantata di figa su un cazzo asinino, mentre alle spalle un altro le spaccava il culo; un terzo soggetto, accosciato sulla sua faccia, le riempiva la gola con un randello enorme.
Intorno a lei giravano come avvoltoi numerosi maschi che approfittavano di ogni occasione per stringere una tetta, accarezzare le natiche, masturbare la figa; Serena, in piena estasi di piacere, si abbandonava lussuriosa al godimento e urlava incitando tutti a sfondarla di più; Ersilia dovette sorreggermi e rincuorarmi quando vide in quale abisso di prostrazione la visione mi aveva mandato; credo che avesse molti dubbi sulla opportunità della scelta fatta.
“Franco, perdonami se ho dovuto farti male; ma preferisco che tu sappia; hai detto che sincerità e lealtà sono i fondamenti dei rapporti; sarei sleale se ti tacessi una verità scomoda; quello che la sta inculando è l’amante primario di tua moglie; da qualche mese ogni volta che viene qui se lo va a scopare in compagnia degli amici di lui tra i quali quelli che la stanno montando insieme; da qualche mese si proclama innamorata non di lui ma del suo cazzo.
Ho sentito che se lo scopa spesso anche in privato, nell’ufficio che lui frequenta spesso, in qualche bar, in auto, in motel o in albergo; so per certo che passano quasi tutti i week end, con la scusa del lavoro, in giro per l’Italia a scopare liberamente; sappi che non sono affatto interessata a prendere il suo posto nella tua vita; amo troppo la mia indipendenza per inventarmi una verginità che mi serva poi a dominare un maschio che mi fa comodo.
Ma tu devi aprire gli occhi e sapere almeno con che razza di persona hai a che fare; conosco tutti i preamboli del vostro rapporto e certamente il comportamento di Serena non è coerente coi presupposti; adesso sta a te decidere cosa vuoi fare di queste informazioni; io mi sono limitata a fornirtele; adesso ti lascio con lei e le sue scuse improbabili.”
Effettivamente, il comportamento di mia moglie contravveniva ai principi base della nostra convivenza, sincerità e lealtà; ma era comunque la donna con cui vivevo da venti anni, che avevo presa giovane e casta e avevo avviato sulla via del sesso praticato insieme e con molta disinvoltura; quando tornò al punto dove mi aveva lasciato, le feci osservare che mi aveva preso per culo lasciandomi ad aspettare; si profuse in scuse campate in aria; me le feci bastare.
Per qualche settimana sembrò che avesse dato una regolata ai suoi comportamenti; addirittura mi mandava immagini di lei al lavoro quando si tratteneva fino a tardi; finché scoprii che usava lo stesso sfondo, che non era del suo ufficio, e le mie certezze ripresero a vacillare; telefonai a Ersilia per scusarmi di non averle dato credito; scegliemmo di incontrarci e finimmo per scopare io e lei, quasi a compensazione delle scopate a tradimento di mia moglie.
Nell’arco di pochi mesi, mia moglie scomparve letteralmente dal mio orizzonte ed Ersilia venne a sostituirla nella mia vita; avviai con lei una relazione assai impegnativa; affittai un miniappartamento in centro e passavo con lei tutte le serate in cui venivo avvertito che mia moglie si tratteneva in ufficio per straordinari spesso improbabili; i fine settimana che lei passava a scopare coi suoi amanti in giro per il paese erano quelli delle vacanze più belle con Ersilia.
La donna aveva immediatamente colto la natura del mio rapporto con il sesso e con mia moglie; grazie ad innate qualità organizzative, riuscì a costruirmi le più belle scopate della mia vita; mi portava in alberghi e motel dove invitava altri maschi e normalmente erano in grado di scopare con lei con molta mia gioia, perché amavo vederla godere con infinita lussuria; quasi tutti si prendevano cura anche di me, si lasciavano succhiare in fellazioni lunghe e saporite; alcuni mi inculavano assai volentieri.
Quando trovava le condizioni favorevoli, invitava due bull e ambedue ci scopavano alternandosi tra il mio e il suo culo, tra le mia e la sua bocca; lei dava volentieri anche la figa e trascorrevamo ore infinite di piacere sommo; ripresi con lei la visita quindicinale al privè e stavolta non dovevo aspettare nella glory hole che mia moglie andasse a farsi sbattere dagli amanti, ma passavo ore intere di libidine a non finire con la mia compagna che non cessava di scambiarsi con me posizioni e cazzi.
Molte volte scopavamo in tandem, nel senso che lei mi succhiava il cazzo mentre io mi facevo inculare da uno conosciuto nascosto dietro il cartongesso del glory hole; oppure ero io a incularla mentre lei succhiava una mazza dalla stessa parete; riuscì in quella stagione felice a inventarsi le scopate più belle e particolari che avessi mai immaginato; della distanza da mia moglie mi preoccupavo sempre meno e mi trovai a considerarmi separato anche se non avevamo intrapreso nessuna iniziativa.
Quando si rese conto del degrado del nostro rapporto, mia moglie ebbe un fremito di dignità e cercò di avviare un discorso, una mattina che stavamo facendo colazione insieme, dopo che per un’intera settimana non ci eravamo sfiorati; poiché sembrava cadere dalle nuvole e tentava di caricarmi la colpa di avere interrotto le pratiche sessuali tra di noi, ‘forse perché ero troppo gay per desiderarla’, scattai feroce e le buttai in faccia il caffellatte; andai via e ci ignorammo ancora per settimane.
Ersilia era ormai arrivata al punto di desiderare ardentemente di sostituire Serena nella mia vita quotidiana e non esitò a organizzarsi per sbattermi in faccia l’ultima umiliazione, quella che mi avrebbe costretto, in qualche modo, a decidere il divorzio; un mercoledì pomeriggio mi chiese di darle, senza spiegazioni, cinquecento euro di cui aveva bisogno per una transazione per contanti; non mi volle aggiungere altro e mi pregò di tenermi libero la sera.
Mentre alla guida della mia macchina mi portava a destinazione, mi consegnò una fiche simile a quelle dei casinò, solo con due scene porno sulle due facce; mi disse che l’avrei esibita per una scopata assi particolare; la sede era un hotel fuori mano; lei mi avrebbe lasciato all’ingresso e sarebbe tornata dopo qualche ora a recuperarmi; andai alla reception, mostrai la fiche e mi consegnarono una mascherina pregandomi di indossarla.
In una vasta sala con un enorme letto al centro, con le luci abbassate al minimo, tanto da vedere poco o niente, mi trovai con altri cinque soggetti mascherati come me; ci spogliammo ciascuno nel suo angolo, si aprirono le cortine intorno al letto ed apparve una meravigliosa donna nuda e già grondante, con un maschio dalla mazza cavallina; impiegai un attimo a riconoscere mia moglie e il suo amante, quello che avevo visto incularla nel privè.
Cominciarono a scoparla, secondo un ordine dettato dalla disposizione delle sedie vicino al letto; il primo fu aggressivo e violento sin dal primo impatto; la cosa che sentivo di più era lo ‘sciaff’ del ventre contro il culo di lei mentre la montava a pecorina; continuò scopandola in ogni buco e in tutti i modi; per quasi un’ora il soggetto la montò alla grande facendola urlare di piacere; talvolta il suo amante la carezzava e le si rivolgeva con affetto oppure la scopava in coppia con l’altro.
Il secondo fu più delicato ma picchiava duro contro l’utero con un cazzo assai lungo; sentivo Serena gemere, di dolore più che di passione, mentre il suo stallone la fotteva con foga; quando le ficcava il cazzo in bocca, sembrava quasi che volesse soffocarla; quando la scopava da dietro, in figa o in culo, la sua gioia era picchiare il culo a mano aperta con un tipico rumore; provai orrore per un momento; ma la faccia di lei che godeva di essere malmenata e quella dell’amante che consentiva mi frenarono.
Si alternarono i primi quattro e la scoparono lungamente e violentemente; venne il mio turno; non sapevo se temere o sperare che riconoscesse il cazzo di suo marito, quello che per vent’anni l’aveva fatta godere; ma non si accorse di niente e si meravigliò che fossi tanto silenzioso; mi derise perfino definendomi ‘funereo’; la rabbia che mi montò si scaricò tutta nella violenza con cui la sbattei sul letto come una bestia.
Poiché conoscevo tutto di lei, mi fu facile farle patire le pene dell’inferno anche quando la scopavo nella maniera più semplice; strofinare il pube sul clitoride, dolorosamente, era una delle cose che odiava di più e che puntualmente misi in atto; non amava sentire la figa picchiata dal cazzo duro; lo feci anche a sproposito; quando cercò di lamentarsene, l’amante le suggerì di non fare storie per non disgustare l’amico; neppure sapeva chi fossi.
Non avrei saputo dire se era maggiore il tormento mio di fronte alle umiliazioni che subiva supinamente mia moglie o quello mio che le imponevo tutte le varianti della scopata che meno le gustavano; alla fine, riuscii a scoparla per un’ora e, sollecitato dall’amante a concludere, esplosi in una ricca sborrata che, poiché sapevo che la disgustava, sparai direttamente sul viso impiastricciando occhi e volto.
Mentre l’ultimo cliente prendeva il mio posto, scesi nella hall e trovai i quattro seduti intorno ad un tavolo; mi aggregai per l’istinto del gregge ma intuivo che sarebbero scesi anche gli altri protagonisti; puntualmente, dopo un’oretta scesero insieme l’ultimo cliente e i due protagonisti; poiché ci eravamo tolti le maschere mia moglie mi riconobbe immediatamente.
“Tu che cazzo ci fai qui?”
“Sono venuto a testare quella fogna che un tempo era una figa straordinaria!”
“Mi hai scopata anche tu? E non me ne sono accorta?”
“Ormai non sei in grado di riconoscere più niente!”
“Ma tu chi cazzo sei?!
“Zitto, Barnaba; è mio marito!”
“Sbagli, signora puttana; dalle vostre chat risulta che sono il cornuto contento, il cuckold, il frocio, l’impotente, lo stronzo, tutto quello che vuoi ma non azzardarti mai più a definirmi marito!”
“Va bene; è il cornuto; è allora? Che succede?”
“Succede che vi mando in galera per istigazione ed esercizio della prostituzione!”
“Eh, no, caro amico; io scopo molto e volentieri, ma non prendo soldi ... “
“Come mai, allora, per vent’anni ho avuto gratis la tua figa quando era bella fresca e oggi ho dovuto pagare cinquecento euro per questa fiche che mi dava diritto alla tua fogna? Se fai un po’ di conti, siamo in sei, per un totale di tremila; quanto ne è andato a te? O il tuo magnaccia, il tuo parassita, il tuo protettore, il bastardo che ti domina ti incula anche sui soldi?”
“Dai, Serena; a te piace il cazzo, a me piacciono i soldi; a lui piacciono le corna; ci siamo andati bene tutti e tre ... “
“Mi hai rotto il cazzo; ragazza, ascolta bene quello che dirò e fanne tesoro ... Pronto? Sono Franco; fammi parlare con Bernardo, per favore ... Ciao Dino carissimo; sono Franco, anzi per te Franchino; come ti butta? ... Hai saputo del palco di corna che mia moglie mi ha servito, no? ... Ecco, per ora lei lasciamola fare; è ancora mia moglie, solo per poco; quando saremo divorziati faremo altre valutazioni; invece c’è il suo amante privilegiato che mi offende continuamente.
Sai già chi è? Meglio ... no, niente soluzione finale; mettilo a sedere; basterà questo e durerà più a lungo; si, mi sono accordato con don Cesare; accetto di fare il ragioniere ma voglio un ruolo pari al tuo; non posso perdere in vecchiaia la gara con te a chi arriva più in alto; prima o poi ci si rivede e ti faccio conoscere Ersilia, la mia nuova compagna ... La conosci già? Mi fa piacere; è una donna meravigliosa e mi ha aperto gli occhi su molte cose. Ciao, amico mio. Stronza, hai capito tutto?”
“Hai accettato l’affiliazione ai Capone? Non eri stato sempre contrario a quella famiglia?”
“Sì, fino a che avevo una moglie infedele ma leale e sincera; da quando ho scoperto che è puttana dentro, ho deciso di picchiare duro e quella è la via migliore; in fondo, torno all’adolescenza e ricostituisco il duo terribile dei fratelli di sangue, Dino e Franchino: Visto che ci conosci da allora, saprai anche che senso hanno le cose dette.”
“Già, non mi fai ammazzare perché sono ancora tua moglie e forse ancora sei legato a me da qualche bava di sentimento; per il bastardo parassita invece si preparano ossa rotte che lo spediranno in carrozzella; a questo punto, mi fa così schifo l’idea che abbia venduto la mia figa a sconosciuti che neppure mi turba l’idea che finisca assai male, come merita.”
“Ciao, Franco, è andato tutto bene?”
“Si, amore; sei stata straordinaria; hai organizzato le cose in maniera da farmi arrivare al posto giusto al momento giusto ... “
“Scusa, ma quell’amore era casuale o voluto?”
“Non sapevo che conoscessi anche Bernardo, Dino per me; dice che sei giusta per me; devo credergli?”
“ Se ti basta che sia più leale e sincera di tua moglie, non credo di dovertelo dimostrare ... Andiamo?“
“Franco, cosa faremo adesso?”
“Io, di quello che fai tu, me ne sbatto allegramente; ti consiglio di fare la stessa cosa; domani vai dall’avvocato Abate; ti darà da firmare una domanda di separazione consensuale senza oneri; se firmi, in una settimana ti cancello dalla mia vita; se fai obiezione, in tribunale solleveremo un po’ di merda ma alla fine mi basterà dare il via libera a chi sai ... “
“No;questo l’avevo già capito; ti chiedevo se vieni ancora a casa nostra.”
“Esiste ancora una casa nostra? Quella dove tu da mesi non compari se non come un fantasma senza curarti di niente e di nessuno? Da quando non pranziamo o ceniamo insieme? Da quando non dormi più con me?”
“Scusami, ho sbagliato tutto; speravo che potessimo ancora parlare e tentare di rabberciare qualcosa dalla frana che ho scatenato; ma è chiaro che sono fuori tempo massimo. Vai a stare con Ersilia? Devi prendere qualcosa dalla casa che fu nostra?”
“Neanche ti sei accorta che negli ultimi mesi ho trasferito ogni cosa altrove; non c’è più niente di mio nella ‘tua’ casa ... “
“Ersilia, mi puoi dare un passaggio fino a casa; ormai non voglio neppure sentire l’odore di questo Caino ... “
“Sei sempre mia amica, anche se hai dato tanto dolore all’uomo che amo; andiamo e cerca di pacificarti con te stessa!”

Fine
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