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Lui & Lei

La tenacia del ragazzo 3


di geniodirazza
20.10.2023    |    1.668    |    0 9.3
"Quando si sveglia abbastanza tardi, la mattina seguente, Gerardo è già uscito; si prepara per il mare e va all’ombrellone; Lia, che sapeva delle sue..."
Albeggia ormai, quando Caio decide di trasferirsi nella sua camera singola e Vera può finalmente abbandonarsi a qualche ora di sonno ristoratore; suo marito, se non si ferma al mercato per tutta la mattinata, potrebbe anche tornare assai presto e, se non dorme almeno un poco, non sarebbe facile nascondere i postumi di una notte decisamente ‘brava’ con un amante imprevisto e imprevedibile; Gerardo però non passa dal mercato, rientra poco dopo e in silenzio si infila a letto con lei.
Non ha nessuna intenzione di darle fastidio ed evita qualunque movimento brusco che possa disturbarla; ha passato la notte a meditare sui discorsi avviati la sera prima e vuole davvero cominciare con lei una storia nuova, o almeno rinnovata, per imparare ad amarla e ad accettarla come se fossero vergini e pronti a votarsi l’uno all’altra; almeno lui, ha tanta voglia di amore che è disposto a qualunque sacrificio della sua cultura arcaica per trovare un’intesa.
Dormono saporitamente per tutta la mattinata; si svegliano che l’ora di pranzo è vicina; passano entrambi dalla doccia per scuotersi di dosso le fatiche, lui quelle della pesca, lei quelle dell’amore; al momento di vestirsi, lui, che ha indossato un elegante pantalone bianco e una camicia sul celeste di buona fattura, invita la moglie ad indossare un abito a fiori che gli è particolarmente caro; lei lo guarda stupita e gli chiede il perché della richiesta, strana per lei.
“Non si è detto che, se accettiamo certi presupposti, oggi cominciamo la vita su una nuova e diversa piattaforma? Non credi che possa essere un buon indizio andare a pranzo, io e te senza Caio, eleganti e innamorati come forse non siamo mai stati? Quel vestito è perfetto per fare emergere tutta la tua bellezza, per te, per me e per gli invidiosi che ci guarderanno!”
“Vuoi dire subito e al mondo che siamo due persone rinnovate, capaci di esibire tutte le loro qualità e suscitare invidia nei rosiconi? Ci sto; voglio far crepare di invidia tutte le donne della spiaggia e tutti gli uomini che spesso non mi guardano con lo stesso desiderio con cui guardano le altre; bada che quel vestito è molto provocante e sensuale!”
“Per questo, vorrei che lo indossassi; te lo ripeto, per me, perché possa sentirmi orgoglioso di essere il marito di tanta bellezza; per tutti quelli che ci guarderanno con invidia e gelosia; ma soprattutto per te, per farti sentire più bella e sicura di te; se ti turba, scegli quello che preferisci; io amerei vederti esibire con molta sicurezza e, perché no, con degnazione.”
Lei si convince e, per essere coerente, sceglie anche scarpe a tacco altissimo, di quelle che usa poche volte e solo in occasioni speciali; si trucca con molta cura ed esce dal bagno che veramente è uno schianto; lui si lustra gli occhi e non ha il coraggio di baciarla per timore di sciupare il lavoro fatto per avere un trucco perfetto; scendono nella sala del ristorante; ci mette poco lei a rendersi conto che suo marito non ha esagerato; tutti gli occhi sono per lei; istintivamente, ancheggia sensualmente.
Il cameriere li guida ad un tavolo d’angolo, appartato e decorato con fiori e candele profumate; lo guarda con aria interrogativa e l’altro avverte con sussiego che è il tavolo prenotato proprio per loro; guarda suo marito che sta parlando al telefono con il loro figlio per indicargli di andare a pranzo da solo, perché i genitori hanno da fare; il cameriere le offre la sedia e versa del prosecco in due calici; Gerardo si accosta al tavolo, le offre uno dei calici e lo fa tintinnare sul suo brindando ‘alla bellezza fatta persona’.
Rapidamente, senza che ci sia comanda, viene portata in tavola un’aragosta freschissima.
“Gerardo, mi dici per favore che cos’è questa scenografia?”
“Questa è la preda più bella della pesca di stanotte; l’ho trovata in una mia nassa; ci ho letto un segno del destino per il nuovo inizio ed ho chiesto al cuoco di prepararla per noi. Ho fatto male?”
“Vuoi scherzare? E’ la sorpresa più bella che potessi inventarti per noi; è così bella che non posso neppure sciuparla con la confessione che devo fare e che volevo fare adesso ma che a questo punto mi tocca rinviare. ... “
“No, amore; perdonami, ma nel protocollo di intesa del nuovo corso della vita in comune abbiamo detto che le prime regole saranno la lealtà e la chiarezza a qualunque costo, anche se fossero verità dolorose; volevi dirmi forse che hai passato una notte col tuo nuovo amato? Bada che non sei brava a cancellare tracce; mi sono accorto immediatamente che il letto era disfatto come dopo una notte di sesso, le macchie di organico sono ancora umide e tu eri troppo disfatta per avere dormito.”
“Quindi, sapevi tutto già prima di chiedermi di indossare quel vestito?”
“Il vestito è stato la cartina di tornasole per convincermi che il nostro matrimonio è uscito indenne da una notte ’brava’; ti chiedo troppo se voglio sapere chi è il fortunato che ti ha dato amore e sesso?”
“Ho molte difficoltà ad essere esplicita; primo, per la privacy; secondo, perché è stato un episodio che non avrà nessuno sviluppo; terzo, perché il corpo era un altro, ma dentro c’era il giovane Gerardo che mi amava, forse senza la tessa sensibilità, ma che mi amava, che mi ama e che io amo con la stessa intensità e convinzione; quarto, perché non ha cambiato niente nei rapporti tra me e te; addirittura, direi perché è della stessa radice e pasta. Mi perdoni o salta l’accordo?”
“Amore, qualche volta tu dimentichi che per raggiungere i risultati che ho ottenuto devo per forza sapere leggere anche particolari invisibili; se metto insieme alcune cose che ho visto e sentito, tu hai avuto due soli grandi amori, tuo marito e tuo figlio; Caio, da quel che si sente nell’aria, ha trasferito l’amore per te alla moglie dell’avvocato e Gigi non ha fatto una piega; credi che io possa risentirmi se sua madre si è ripresa nel corpo il figlio?
Sono sconvolto e lo sai; per la nostra cultura, la mia e la tua bada, l’incesto è peccato imperdonabile; ma Caio, il frutto del nostro amore, è diverso profondamente da noi; per lui l’amore per te viene prima di ogni cosa; se mi dici che è stato un empito d’amore e il bisogno di una diversa sensibilità, non posso che ammettere di essere ancora in ritardo per certe idee e per certe abitudini che non conosco.
Mi dici almeno se è migliore di me, come uomo e come amante; come cicisbeo, ci vuole poco a intuire che ti ha colmato di quelle dolcezze che io per vent’anni ti ho fatto solo desiderare; ti ha insegnato qualcosa di nuovo e di attuale sul fare l’amore?”
“Stanotte Caio è stato superbo; sono dolorante dappertutto; forse stasera non sarò in grado di fare fronte ai tuoi assalti; ma domani ti farò copiare tutti i compiti che ha svolto lui; vedrai tu cosa puoi apprendere e migliorare; lui è bravo, ma tu sei sempre stato un grande creativo; già a scuola ti inventavi le cose dal niente.
Ti basterà apprendere quel che ignori e che lui impara da internet o dagli amici; poi anche la nostra vita sessuale avrà una spinta nuova e saremo amanti perfetti, io e te, perché Caio soltanto per qualche ora si è arrogato la delega e, mentre amavo te nel cuore e nella testa, lui mi dava l’amore del corpo; ti è chiaro, amore mio?”
“Posso farcela, ad aspettare fino a domani sera per scoprire in che modo la mia ‘nuova’ Vera è in grado di condurmi a fare l’amore; vogliamo mangiare?”
Il pomeriggio passa dolcemente per Vera che, nel languore che la novità della situazione le provoca finisce per sciogliersi in una svenevolezza che quasi disgusta lei stessa, per quanto è smaccata; ma Gerardo è quasi implacabile; da bravo ‘apprendista stregone’ esercita tutte le sue immense doti di uomo intelligente e pronto ai cambiamenti per essere il più dolce e servizievole dei corteggiatori; avendo capito che sua moglie vuole recuperare gli anni giovanili, si comporta di conseguenza.
A lei non dispiace affatto di avere accanto un giovane innamorato che non lesina attenzioni, premure e dolcezze; è solo allora, forse, che il senso vero e totale dell’esperienza fatta in una notte di passione col figlio assume i termini reali del problema; davvero lei ha voluto ricreare in Caio suo marito giovane che l’ama profondamente ma anche esprime il suo amore concretamente; passano un pomeriggio da sogno tra giochi infantili e sbaciucchiamenti in pubblico.
La sera, purtroppo deve pregarlo di dormire leggermene distante da lei; le conseguenze della violenta sessione di sesso e di amore che suo figlio le ha regalato sono ancora operanti; e tutto vuole, tranne che disgustare il suo uomo, il suo amore vero, suo marito insomma, rischiando improvvisi dolori che possano inficiare un rapporto amoroso intenso; lui capisce e si fa da parte; ma lei avverte per tutta la notte il disagio di lui che forse va un volta a masturbarsi in bagno.
Glielo chiede, la mattina mentre sono stesi al sole; le risponde piccato di preoccuparsi delle cose di sua competenza; i malesseri del marito non devono rovinarle le giornate; ma lei insiste che il presupposto dell’essere insieme è proprio che si dicano veramente tutto; se lui ci è stato male, lei ha il diritto di sapere almeno per scusarsi e farsi perdonare una defaillance assolutamente ingiustificabile; la risposta la spiazza decisamente.
“Vera, è chiaro che non mi turba, accettandolo senza riserve come faccio senza problemi, che tu abbia preso l’amore fisico da nostro figlio che è parte di te; ma dovrebbe esserti altrettanto chiaro e facile da capire che mi assilla l’interrogativo di cosa sia cosa sia successo tra voi due e di cosa abbia fatto Caio così intenso da metterti fuori uso per un’intera giornata; anche se cercassi di impormi di non pensarci, vederti rifiutarmi perché sei dolorante mi impone di chiedermi che cosa sia successo tra te e un ragazzo di diciotto anni ... ”
“Hai ragione; ho peccato anch’io di grave egocentrismo, ignorando i tuoi sentimenti; io sto bene con me stessa perché so cosa è successo e mi sono già perdonata; ho ignorato che forse tu vorresti sapere tutto, anche i particolari; ma forse temevo anche che potessi rabbuiarti a sentire quello che è stato, perché non ci vuole molto a capire che può essere umiliante verificare la distanza fra i vostri due mondi ... “
“Quindi, mio dolce amore, il protocollo salta perché viene disatteso il presupposto di base; se non sbaglio si era detto che la verità va detta tutta, anche quando può fare male; adesso il tuo pietismo rischia davvero di umiliarmi; non vuoi descrivere perché potrei sentirmi offeso o perché mi hai offeso davvero?”
“No Gerardo; non lo pensare nemmeno; il racconto particolareggiato non è da vantarsi e io non so come fare a parlarti per dire cose certamente difficili da digerire ... “
“Okay; confermi quindi che il protocollo della lealtà e della sincerità non si può applicare perché chi deve confessare giudica anche per l’altro e nasconde quello che gli fa paura; scusami se mi sono sbagliato; cercherò di pareggiare i conti delle corna; se e quando riterrò di poter considerare ripagate le offese che mi hai fatto, forse riprenderemo a parlare di un nuovo inizio.”
“No, amore; aspetta, perdonami; hai ragione; ho deciso anche per te che erano inaccettabili le cose che però io ho fatto, senza preoccuparmi che fossero tanto offensive; è vero; siamo ancora in una crosta di egoismo contraria alla libertà che vorremmo realizzare; possiamo provare a ricominciare davvero, abituandoci anche a questa brutalità della verità che vogliamo porre come presupposto ma che alla fine mi fa paura più dei gesti avventati che non esito a realizzare?”
“Io dall’altro ieri sera, quando ponesti il problema in termini chiari, non ho fatto che sforzarmi di corrispondere al nuovo modello di compagno che dichiari di volere; il pallino è a te; non ho niente da farmi perdonare, nel presente; per il passato, sono errori di educazione, non colpe; tu per lo meno dovresti rendere conto di un adulterio con un giovane che io ho individuato ma che tu non hai confessato ... “
“Forse se comincio da capo non commetto ancora errori; il fatto è che tutto è precipitato a valanga in una settimana e troppe cose si sono accumulate e sono rotolate giù; ho parlato con chiarezza ma non avevo le idee chiare; ho saputo chiedere ma non ho saputo prendere impegni; vogliamo provare a ricominciare seriamente?”
“Vera, ti ripeto che ho ricominciato dall’altro ieri sera, quando sono andato a pescare portandomi in testa e nel cuore le cose che mi hai sbattuto in faccia; ho fatto i conti con la mia cultura cavernicola e sto cercando di correggerla; ma tu che mi avevi messo alla gogna non ti sei preoccupata di coprire le tue parti scoperte e vi hai aggiunto altre trasgressioni; per dirla con la franchezza che stiamo invocando solo a parole, io posso solo stare ad ascoltare; se parli e ti confidi, si apre un orizzonte; se continui a bluffare e a menare il cane per l’aia, la prospettiva è diversa e non rosea.”
“Ti prego, amore; non precipitarti a distruggere; sono confusa, ma voglio davvero assere un’altra Vera, per te; lasciami prendere coraggio e non avrò difficoltà a parlarti col cuore in mano.”
Lui si chiude in un mutismo quasi polemico e Vera cerca le parole per raccontare; ma è in chiara difficoltà, lì in spiaggia, davanti a tutti, a parlare della notte di sesso con suo figlio; ancora le remore dell’educazione materna, quella che ha rimproverato a suo marito, la bloccano su un altro versante, quello del pudore e del senso di colpa, del peccato e dell’inferno; quasi si augura che lui decida di rinunciare a sapere e decida di tornare all’antico; ma è stata lei a scatenare la frana e deve far fronte alle conseguenze.
“Aspetta Gerardo, tutto è cominciato all’inizio dell’estate; quando abbiamo occupato i soliti posti in albergo e in spiaggia, non ho potuto fare a meno di osservare nostro figlio che letteralmente sbavava perla bella professoressa; è mio figlio e sono innamorata di lui perché mi ricorda tanto il ragazzo di cui mi innamorai ed al quale mi concessi con amore; stessi cromosomi, stesso sangue, stessi connotati fisici e caratteriali, me lo coccolavo come il mio Gerardo.
Ho assistito impotente a tutte le loro manovre per comunicarsi quell’amore che io avrei voluto per me senza avere il coraggio di prendermelo; quando mercoledì mattina capii dal loro viso e dai loro movimenti che avevano fatto l’amore per tutta la notte, mi indignai forte e odiai lui e lei; peggio ancora, quando venerdì arrivò l’avvocato e vidi nostro figlio diventare più nero di un temporale per la gelosia, scattò in me una rabbia impotente contro di lui.
Paradossalmente, furono lui stesso e Lia a spiegare e a convincermi a cambiare; lei mi disse fuori dai denti che si era presa, col ragazzo diciottenne, il ricordo del marito che la conquistò quando aveva l’età di nostro figlio; lui precisò che, mentre copulavano, aveva telefonato il marito e si erano chiariti che era per lei una sorta di toccasana per guarire dalla nostalgia dei ricordi; Caio era stato un mezzo per cementare il rapporto col marito.
Tuo figlio spifferò che tu mi trattavi come la donna di casa legata al focolare; lei mi spiegò che dovevo far crescere la mia autostima e farmi bella per piacere a me ma soprattutto a te e stuzzicarti con la gelosia facendomi ammirare da tutti; per questo, andai al centro estetico e cambiai tutto di me; avevo capito che dovevo riconquistarti perché ti amo e non voglio perderti; a quel punto riesaminai la nostra storia e presi atto che dovevo fare i conti in sospeso con la vita ... e con te.
La stessa Lia mi suggerì che Caio non era innamorato di lei ma aveva operato un transfert perché io avrei inorridito all’idea dell’incesto e lui invece era proprio me che voleva, almeno per una volta, e non solo idealmente ma anche fisicamente; non so cosa mi prese, ma decisi di impossessarmi di mio figlio e di tirarlo su dalla depressione che l’avvocato gli aveva provocato; me lo portai a passeggio e lo coccolai come un giovane innamorato.
I gesti che faceva non erano da Romeo romantico, ma da amante vero ed eccitato; non perdeva occasione per toccarmi i seni o le natiche; addirittura riuscì a sfiorarmi il pube mentre giocavamo in acqua a spruzzarci; non ero da meno, sia chiaro; anch’io palpavo le sue natiche dure e sode appena potevo, aprivo le labbra quando cercava di infilarmi la lingua in bocca; arrivai a tastare l’uccello mente giocavamo a spruzzarci; dovevamo solo decidere di fare sul serio e amarci fisicamente.
I discorsi fatti con te li conosci benissimo; dipendevano tutti dalla scoperta che avevo fatto di me stessa, della nostra storia e del mio desiderio di un giovane sostituto del mio ’ragazzo’ di venti anni fa; la notte ‘brava’ di amore e sesso fu una coincidenza meravigliosa; proprio quella sera tu andasti a pescare ed io decisi di prendermi nostro figlio nell’utero da dove era nato; forse fu un pazzia; oppure no, visto che ho scoperto del sesso quello che non avrei mai saputo senza di lui.
Ora tu vorresti il resoconto particolareggiato delle nostre copule; lo so e lo trovo anche ragionevole e lecito; ma non me la sento di parlarne qui, in pieno sole, davanti a tutti; non credi che potremmo parlarne stasera, a letto, solo noi due, mentre mi possiedi con amore e, come ti ho già detto, fai il copia e incolla di quello che ti racconto di aver fatto con Caio, per imparare a farlo tu con me, ora e per il resto dei giorni fino alla vecchiaia?”
“Non ho detto che ti chiedevo di parlarne alla luce del sole; mi sta bene parlarne stasera, a letto, mentre facciamo l’amore; mi basta sapere che sarai leale e sincera come ci siamo promessi.”
Finalmente la porta della camera si chiude alle loro spalle e Vera può afferrare bel suo abbraccio tentacolare il marito che aspettava, inconsciamente, da sempre; il bacio che gli stampa sulla bocca è quello di una idrovora insaziabile; non smette di succhiare la lingua e di passare la sua su ogni lembo della bocca, dal palato alle gote fino all’ugola, quasi; lui resta un attimo sconvolto; poi si da da fare e dimostra di essere un abilissimo linguista, un talento che neppure sapeva di possedere.
“Hai cominciato così anche con tuo figlio?”
“Sì; ma lui è più esperto e mi ha insegnato tutto, mi ha quasi sommerso nella libidine che mi scatenava e nel piacere che mi dava; Caio è decisamente un grande amante.”
Lo attira a sé, sedendosi sul letto, gli abbassa il pantaloncino e il costume da bagno; il sesso le balza in faccia già ritto e duro come le è sempre piaciuto; lo afferra col piglio della donna calda e vogliosa e lo lecca accuratamente e lussuriosamente dall’ano alla punta; poi si lo spinge in gola fino quasi a star male, tanto lo spinge in gola.
“Anche questa è lezione di Caio?”
“Tutto quello che farò con te l’ho imparato e sperimentato con mio figlio; ti ho detto che avresti fatto il copia e incolla delle sue esperienze che sono molto più ricche delle tue.”
“Gia! Lui ha appreso da internet; io mi sono limitato ad amare la donna della mia vita ... “
“Non te le prendere; semplicemente tuo figlio è migliore di te; ha un fallo più lungo e più grosso del tuo, lo usa con molta abilità e mi ha fatto godere moltissimo; anche Lia mi ha detto che ha goduto molto con lui, ma lei ha in Gigi un riferimento migliore; sei tu che sei assai sprovveduto!”
“Mi pare che tu goda a dirmi che perdo largamente nei confronti che stai facendo!”
“No; ma ammetterai che c’è un certo gusto a dire, ad uno che è sempre il più bravo, che c’è qualcosa in cui deve cedere alla bravura degli altri!”
“Comincio a non provare più tanto piacere nel farmi umiliare da mia moglie perché mi ha fatto le corna con mio figlio!”
“Non dire sciocchezze; non ho fatto le corna a nessuno; mi sono presa con mio figlio un pezzo di vita passata vissuta forse male, con un ragazzo imbranato ... “
“Se dici un’altra cattiveria, rinnego tutti gli impegni ... “
“Dai non farla lunga; stiamo solo discutendo; leccami adesso, mio figlio l’ha fatto da dio.”
“Perdonami, ma non sono esperto nel ramo; guidami tu!”
Vera si è denudata e si è stesa sul letto con le gambe che sporgono fuori, aperte al massimo; lui si china sulla vulva e comincia a leccare; lei gli prende la testa e lo guida sui punti erogeni che sente più sensibili; guaisce, geme e quasi si lamenta dal piacere; inevitabilmente, e stupidamente, continua a commentare come dove e quanto suo figlio la leccasse cercando il punto G e la mandasse in paradiso; non si accorge che Gerardo soffre molto i commenti e cerca di adeguarsi.
Si stanca, l’uomo, e si stacca da lei; la fa stendere al centro del letto e le monta addosso, penetrandola a missionaria; lei lo blocca ed impone il ritmo, con i piedi intrecciati sulla sua schiena; ancora una volta i commenti di paragone colpiscono il marito come frustate; il fatto che l’altro a cui lei fa riferimento sia il loro figlio, a quel punto non conta più; lei sta esaltando, per confronto, un amante che l’ha posseduta per una notte intera; e la gelosia si scatena soffocata a malapena.
Lui non arriva all’orgasmo e Vera è quasi delusa.
“Perché non godi completamente? Caio mi ha dato cinque bellissimi orgasmi, in una notte; anzi, con la sveltina conclusiva, sono state sei le volte che ha eiaculato in me.”
“Vera, quando avevo la sua età ti montavo fino a tre volte al giorno; io ora ho il doppio di quell’età; possibile che la tua smania di ritornare al passato ti impedisca di vedere un fatto elementare come la mia vecchiaia?”
“Tu non sei vecchio; sei solo pigro, antico e svogliato; se volessi, sapresti amarmi meglio e assai più .a lungo ... “
“Devo dedurre che andrai a cercarti altri amanti giovani e forti, quando sarai stanca dell’incesto?”
“Non è da escludere, se continuerai a centellinare il sesso con me!”
“Vera, ti rendi conto di quello che dici o parli per dare aria ai denti?”
“Dai, non prendere cappello ogni volta; poi mi hanno spiegato che tra sesso e amore c’è un abisso; al massimo, posso dare e prendere da altri il sesso e riservare a te l’amore!”
“Quando lo farai, ricordati che per me amore e sesso vanno insieme; non so copulare come una bestia o amare come un damerino; se sei di altra opinione, dillo subito!”
“Ma no; lo sai che ti amo molto e che mi piace fare sesso con te; sono venti anni che copuliamo; adesso ti inalberi perché ti dico che con mio figlio ho avuto una notte di grande passione; ti ho già detto che sarà un episodio unico, senza conseguenze; puoi evitare di prendertela?”
“Non è quello che è stato a darmi fastidio; ma un confronto, un commento acido non credo che ti farebbero piacere; tu li stai snocciolando uno dopo l’altro ... “
“Va bene; lascia stare; adesso vienimi dietro e leccami a lungo ... “
Lo fa e prende ad assaggiarla con gusto dal monte di venere al coccige; infilando la lingua nell’ano, si rende conto che è molto elastico e che tende a rilassarsi.
“Gli hai dato anche il lato B?”
“Sì; è stato meraviglioso, altro che i pericoli minacciati! E’ stato dolcissimo e mi ha penetrato più volte e a lungo ... “
“Mi pare di capire che è stato dentro di te, da ogni entrata, per tutta la notte!”
“Sì; quando non mi possedeva in vagina o nell’ano, me lo metteva in bocca e si faceva succhiare; è stato un vero paradiso!”
“Complimenti alla madre e alla troia!”
“Dai, non esagerare; non sono stata una troia; ho fatto tanto amore con l’uomo che dopo di te, amo di più al mondo.”
“Spero che davvero sia finita lì.”
La prende a pecorina e si esalta picchiando il ventre contro le natiche compatte e dure di lei; evita di eiaculare; sposta la cappella verso l’alto e la penetra analmente senza preparazione, senza lubrificazione oltre gli umori abbondanti che lei ha emesso dalla vagina; Vera urla di dolore e di meraviglia; non si aspettava tanta violenza dall’uomo che ama; è portata a rimproverare; poi si rende conto che comunque un briciolo di gelosia e di rabbia glielo deve concedere.
Sta zitta e subisce la penetrazione che non ha niente del paradisiaco che gli ha descritto; lui la monta quasi con ferocia, in assoluto silenzio; poi con un grugnito animalesco le scarica nel ventre un fiume di sperma; si appoggia sulla sua schiena rilassandosi, si stacca, quando il fallo è scemato abbastanza da consentirlo senza danni e si sdraia supino a lato; lei si stende al suo fianco e si gira ad abbracciarlo; ma lo sente distante; non sa cosa dire, in un momento così difficile.
Gerardo sembra addormentarsi pacificamente e il respiro si fa regolare; Vera non ha più il coraggio di parlargli; va in bagno, scarica dal ventre lo sperma, si lava e torna a mettersi a letto; si sdraia di spalle a lui e prende sonno; nonostante tutto, la stanchezza la vince; avrebbe voluto una notte di fuoco; si deve accontentare di una copula risicata; adesso si rende conto di avergli fatto più male di quanto volesse; ma resta comunque sempre un arrogante e, se abbassa un po’ la cresta, non gli fa male.
Quando si sveglia abbastanza tardi, la mattina seguente, Gerardo è già uscito; si prepara per il mare e va all’ombrellone; Lia, che sapeva delle sue speranze di recupero, le chiede come sia andata; le racconta tutto quello che è capitato e vede l’altra rabbuiarsi, quando accenna ai riferimenti fatti a Caio; non trova né elegante né opportuno il discorso fatto e le chiede se per caso abbia in mente di arrivare a una rottura, anziché a una ripresa su altra base; Vera, a quel punto, non sa.
Si rivolgono a Gigi per avere un’idea sulle conseguenze di un’eventuale divorzio che Vera ormai non considera tanto impossibile, vista la piega che i rapporti stanno prendendo; lui si informa prima sulle condizioni del matrimonio e, a naso, stima che un buon avvocato potrebbe strappare a Gerardo anche la metà del suo patrimonio, considerati i venti anni di convivenza e la presenza di un figlio grande.
Le donne esultano, perché quanto meno lei avrebbe gli strumenti per condizionare suo marito; quando l’avvocato però le chiede notizie sui rapporti del marito con certi personaggi, di colpo la prospettiva si stravolge; Vera infatti chiarisce che suo marito, pur non condividendone i modi e i principi, è figlioccio amato da don Cesare, il capo del clan dominante nel territorio, e che è amico fraterno del suo ‘braccio armato’ Nicola, detto ‘il macellaio’ che è stato suo testimone di nozze.
Gigi è costretto ad avvertire che la situazione si ribalta; a sua moglie spiega che in certi ambienti la legge dello Stato è debole e a dominare è la volontà di certi potenti; se Gerardo, messo alle strette, decide di appellarsi al suo padrino, a rischio è persino la vita di Vera e di suo figlio Caio, che potrebbero sottrarre alla ‘famiglia’ un consistente patrimonio; Vera obietta che suo marito non è uomo da accettare certi condizionamenti.
Gigi è costretto a farle capire che, se lei agisce contro di lui, la reazione è certa, come dimostra negli affari dove diventa spietato quando è messo alle strette; non si rinuncia facilmente al lavoro di vent’anni per una adultera incestuosa; e decisamente lei non si è comportata diversamente da una donna senza principi; Vera sa che deve riflettere a lungo.
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