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Lui & Lei

Villaggio turistico 1


di geniodirazza
16.09.2022    |    11.573    |    2 9.7
"” “Senti, amatissimo stronzo, non so cosa hai sentito; faccio sesso, volentieri, non ai livelli della tua casta consorte, ma con chiarezza e..."
Impiegano almeno due mesi, mia moglie Imma, Immacolata all’anagrafe, e le sue quattro amiche, venticinquenni come lei, tutte impiegate nella mia azienda, per individuare il villaggio vacanze in Calabria più opportuno per le nostre esigenze; i mariti, tutti trentenni anch’essi dipendenti della mia azienda, si limitano a chiedere di avere qualcosa più di una settimana da passare al mare; io, Carlo, trentaduenne proprietario dell’azienda, aspetterò la settimana di ferragosto.
Quando l’azienda chiude per ferie, parto per raggiungere l’allegra brigata al mare; decido di non avvertire del progressivo avvicinamento ed arrivo sulla spiaggia appartata e isolata dove stazionano dal mattino; mi colpisce l’atteggiamento disinvolto di mia moglie, in acqua con uno striminzito bikini, presa in mezzo dai quattro amici e da due giovani sconosciuti, che la chiudono in una sorta di muro; mi occorre il binocolo per rendermi conto che uno dei quattro la solleva sul ventre e le tiene infilato in figa un cazzo assai notevole.
Vedo e sento che lei gode molto; le gambe strette intorno ai fianchi di lui segnalano che partecipa con molta lussuria alla scopata; la tengono sollevata sulla linea di galleggiamento e le sue mani vagano sui cazzi nudi che la circondano; quando il corpo del maschio si tende allo spasimo, capisco che le sta vuotando in figa una saporosa sborrata; appena esce, la trasportano verso uno scoglio, dove si appoggia a pecora; molte mani la stimolano in figa e nel culo; qualcuno le palpa le tette.
Uno si va a sedere sullo scoglio e le offre il cazzo alla bocca; lei lo ingoia fino ai peli del pube, mentre un altro la infila da dietro, favorito dalla posizione a pecora; dagli sforzi che fa e dalle reazioni di lei capisco che le sta sfondando il culo; la sento che gli urla di spingere a fondo, alla faccia del cornuto assente; nell’arco della mattinata, i sei si alternano nei buchi di mia moglie assaggiandoli tutti e sborrando anche tre volte, una in ciascuno; lei sembra inalterabile dall’impegno sessuale.
So che dovrei rimettermi in auto e scappare altrove a cercare requie; ma ho guidato per ore e non riesco a scuotermi; mentre me ne sto inebetito senza reagire, si avvicina una delle compagne di avventura di mia moglie, Concetta detta Tina, della quale diffido molto per le voci che girano sulla sua dubbia moralità, ma alla quale riconosco senza dubbio una lealtà che spesso si fa brutalità fastidiosa e feroce ma sincera e leale, nel dire le cose.
“Cristo, sei arrivato in anticipo e proprio nel momento peggiore, per scoprire quanta merda c’è dietro il tuo invidiabile matrimonio! … Non mi guardare come il bambino sorpreso con la mani nella marmellata; tu non ne sai niente, ma tua moglie è zoccola per natura; da quando era ragazzina è stata ‘gola profonda’ perché amava fare pompini a chiunque oppure ‘quella che la da a tutti’ perché si è scopata tutto il paese.
Tu, povero scemo, sei arrivato impreparato, hanno preparato il piattino, te la sei sposata e, quel che è peggio, hai dato per anni amore ad una troia che non prova per te nessun sentimento ed ha cercato solo il benessere che le potevi garantire; era giusto che sapessi, ma non con questa violenza e sfacciataggine.”
“Se la scopano in molti, in azienda?”
“Carlo, perdonami ma in questo momento non credo sarebbe opportuno chiamarti ingegnere o capo come faccio in azienda; mio marito e gli altri tre Giuda, ma anche tanti altri che lavorano con te, in presenza ti lisciano e ti adulano, in realtà ti odiano profondamente e alle tue spalle se la scopano appena possono perché godono a farti le corna, non perché provino qualcosa per lei; e lei, come vedi, li cambia facilmente col primo ragazzo ben piantato che la tocca.”
“Anche di te si dicono cose non belle; non avete nessuna idea di cosa sia l’amore, quindi!”
“Al tempo, amico mio; io non amo mio marito, non l’ho mai amato e lui lo sa; al massimo, ho per lui un affetto di poco diverso da quello che provo per mio fratello; ma non sono mai arrivata in due ore a farmi sfondare in tutti i buchi da sei energumeni che appena conosco; io so perfettamente cosa è l’amore; ma il mio forse è senza speranza e comunque diretto da un’altra parte.
Tua moglie è perfida ed ha calcolato che, se fai scoppiare uno scandalo, tu ci perdi moltissimo, lei al massimo vedrà confermata la sua realtà di puttana; puoi chiedere il divorzio ma se trova un avvocato avvoltoio e in gamba, ti spellano vivo; tu sei ricco ed hai tutto da perdere se chiede gli alimenti; lei è parassita per vocazione e zoccola per professione; non esiterebbe di fronte a niente, si scoperebbe tutti gli avvocati del foro ma riuscirebbe a farsi riconoscere un vitalizio da signora.
Bada che le prossime sere ha già annunciato che ti verserà un potente sonnifero nel prosecco che ti offrirà dopo cena; quando sarai crollato addormentato, andrà a farsi sbattere da tutti quelli che sbavano per lei, anche con orge multiple; se non vuoi trovati nella merda, cerca di ricambiare la cortesia e versa da qualche altra parte l’amore che finora hai scaricato nella sua fogna; faresti del bene a te stesso e ad una qualsiasi donna che ti amasse sul serio.”
“Con la tua fama, ne conosci qualcuna che sia a tiro di voce?”
“Mi consideri puttana più di Imma?”
“Non ho sentito cose belle, su di te; anche se devo dire che ti ho scoperta già da tempo leale e sincera fino alla brutalità; io adoro la lealtà e la sincerità; in cambio, accetterei qualsiasi condizione.”
“Senti, amatissimo stronzo, non so cosa hai sentito; faccio sesso, volentieri, non ai livelli della tua casta consorte, ma con chiarezza e determinazione; il sesso è quella cosa che lavi via nella doccia; io spesso lavo via dalla figa la sborra che strappo ai miei amanti occasionali; ma l’amore che coltivo lo conosco solo io; e quello non si sporca con una scopata occasionale.”
“Stai cercando di dirmi che fai sesso con sconosciuti ma sei innamorato di uno al quale non lo hai dichiarato?”
“Già! Ne sono incantata, lo adoro da quando sono entrata a lavorare da lui e non ho il coraggio di farglielo capire; mi basterebbe che per qualche ora mi concedesse quell’amore infinito che sua moglie racconta e non sa apprezzare; i fastidiosi e inutili preliminari che lei disprezza, io vorrei viverli per qualche ora e perdermi in lui in quei momenti!”
“Stai dicendomi che sono stato così stupido da non capire che stavi parlando del tuo amore per me?”
“Sei un grande e ti ammiro in ogni momento; con le donne, avresti bisogno di un corso rapido di aggiornamento; non le capisci e ti lasci raggirare; in questo momento anche io potrei prenderti per culo e raccontarti favole in cui non credo … “
“Dolcissima Tina, ti ho già detto che sono più che convinto che dici le verità più aspre con la disinvoltura dell’innocenza; io so che non stai mentendomi e sono convinto anche io che davvero devo scegliere se riversare nel tuo amore quello che ho sprecato finora con una puttana indegna o affrontare l’incognita di una guerra per il divorzio; visto che ho bisogno della nave-scuola per muovermi, cosa suggerisce il mio personale pilota?”
“Glissa su quello che hai visto; fai il pesce in barile, evita di bere il prosecco della buonanotte e vediamoci quando Imma va a farsi sbattere; se te ne verrà voglia, mi darai una notte d’amore; se non ti verrà dal cuore, saremo due amici che si godono una serata di stelle in riva al mare; sono disposta anche a sentirmi dire che stai operando un transfert e che nel tuo cuore c’è tua moglie, mentre stai con me; ti amo davvero e mi basta averti, anche a mezzadria.”
“Se mi succede di innamorarmi di te, non ci sarà mezzadria; la troia imparerà cos’è l’ira di un buono tradito e umiliato. Tina, se ti chiedo di lavorare in vacanza come mia assistente, mi accusi di tirannia?”
“Non sono la tua assistente … “
“Ti posso promuovere sul campo e rendere poi definitiva la promozione; mi devi solo accompagnare ad un incontro di lavoro e prendere appunti …”
“Capo, ti adoro; dammi cinque minuti e andiamo.”
L’occasione è effettivamente di lavoro; soggiorna in un hotel nei pressi un architetto che sta progettando una nuova urbanizzazione per la zona est della città; la mia azienda è coinvolta nel progetto; ho già avuto incontri e contatti con lui; per sfuggire al clima dei falsi amici e della moglie troia, ho telefonato per fare appuntamento; ci aspetta con la moglie nel ristorante dell’albergo; pranziamo in allegria e ci spostiamo nella piscina.
Tina è ancora incerta; quando ci rifugiamo in una sala privata io e lei da soli; coglie il senso della situazione e mi salta al collo.
“Ti amo, maledettissimo uomo; era tutta una scusa per imboscarci e fare l’amore … “
“Non bestemmiare e impara che si possono fare tante cose insieme; ci siamo accordati per gli sviluppi del progetto, non hai sentito? Adesso siamo liberi di amarci come vogliamo, sempre che tu non preferisca rinviare a stasera, in clima di resa dei conti.”
Mi sta abbracciando e baciando con una passione che non ricordo di avere mai sentito in una donna, meno che mai in mia moglie di cui adesso capisco anche il senso delle distanze che pone tra me e lei; mi lascio travolgere dalla fragrante freschezza del corpo giovane, per niente coperto dal leggero vestito di seta che va giù con un tocco; sento riscaldarmi il cuore, il cervello e il cazzo, soprattutto; ho voglia di lei e di sperimentare la sua capacità amatoria.
La stanza contiene solo un ampio divano, sufficiente per farci tutte le evoluzioni amorose che si vogliano; faccio cadere a terra il vestito; mi appare stupenda e scultorea nel bikini ridotto che esalta le sue forme; la spingo supina sul divano; le sono addosso in un attimo e la mia voglia esplode in un’erezione incontrollabile; mi impongo di fermarmi per non rischiare un’eiaculazione precoce; mi accuccio accanto al corpo disteso e prendo a carezzarlo e leccarlo, succhiarlo e mordicchiarlo in ogni dove.
Non abituata a ricevere spesso attenzioni del genere, si sente che freme in ogni ganglo ed è continuamente attraversata da brividi forti di piacere.
“Tina, se è troppo per te … “
“Sarà troppo quando dovrai chiamare la Croce Rossa per soccorrermi; per ora, succhiami l’anima dalla figa e fammi sentire la tua adorazione anche tra le dita dei piedi; vorrei riuscire a dirti quanto ti amo ma non ho parole adatte.”
“Allora godi e taci; sappi che amo sentirti godere in bocca!”
Non avrei nessuna voglia di affrettare i tempi e non devo rendere conto a nessuno delle mie decisioni; ma siamo comunque ospiti dell’architetto e non possiamo sparire per molto; avverto Tina che non possiamo restare isolati in eterno; dobbiamo rinviare a sera una scopata lunga e vera; per ora ci deve bastare rompere il ghiaccio.
“Non puoi negarmi una scopata bella e sazia; ho visto quello che Imma definisce spregiativamente il tuo ‘pisello da bambino’ e lo voglio nel ventre tutto, a costo di farmi molto male; un giorno chiederò a tua moglie da quale galassia arrivano bambini con un pisello che sfonderebbe le porte della camera per venirmi a riempire la figa; è sempre più chiaro che l’incontentabile capricciosa ha costruito la tua demolizione per sentirsi giustificata, senza possibilità di farlo, dei suoi tradimenti.”
“Amore, io non ho una moglie; non ce l’ho più; quello che mi resta è una donna che sto imparando ad amare per come aderisce al ruolo che ha scelto, compagna, complice, assistente, innamorata e amante ma in senso etimologico, di persona che ama; io voglio essere lo stesso per te, amico, compagno di lavoro, marito che si vanta della bellezza di sua moglie, come ha equivocato felicemente la moglie dell’architetto.
Chi cerca di far materializzare tra me e te il fantasma di Imma vuole il nostro male e lo esorcizziamo con le arti delle fattucchiere; dimentica i nostri matrimoni e dammi l’amore che prometti.”
“Sto aspettando di sentirti nel ventre; scopami e fammi urlare di gioia, di piacere, di lussuria; te l’ho già detto; ti sto sposando e ti prometto, davanti al prete, di esserti fedele; se mi riesce, metto i paletti intorno a questo signor cazzo meraviglioso e giuro che ti scoperò tanto e con tanto amore da farti passare qualsiasi voglia di cercarti un’altra figa; se anche tu lo vorrai, da questo momento sono la tua amante, la donna che ti ama alla follia, e tu sei il mio amato, l’unico uomo a cui do tutta me stessa.”
Passiamo buona parte del pomeriggio a darci passione e lussuria; la scopo finalmente in figa e devo prendere atto che davvero, rispetto a quel che si dice, ha una vagina quasi verginale, segno che scopa poco e moderatamente; invece io mi scateno e sono quasi violento quando le infilo la mazza in figa e la spingo fino alla testa dell’utero cercando di farla godere col clitoride, prima, con la vagina mentre la monto e con l’utero quando le esplodo dentro la più bella sborrata che ricordi.
Ci riassettiamo in fretta e ci ricongiungiamo coi nostri ospiti in tempo per un drink nel tardo pomeriggio; dopo le conferme degli appuntamenti futuri, ritorniamo al villaggio dove scopriamo che ‘la banda’ è già riunita al ristorante per la cena; mia moglie, neanche a dubitarne, sta amoreggiando con uno degli animatori e scatta verso di me per recitare al meglio il ruolo della mogliettina affettuosa.
“Finalmente ci incontriamo, impegnatissimo marito che anche in vacanza non smette di lavorare! Come mai non hai avvertito che stavi arrivando?”
“Batteria scarica. Per la verità, sono qui da stamattina; se non fossi stata troppo impegnata coi tuffi e coi giochi a mare coi tuoi amici, forse te ne saresti accorta!”
“Scusami, caro; lo sai che quando mi diverto perdo il senso delle cose; ma so che sei molto paziente e disponibile … “”
“E’ una caratteristica dei muli da fatica e degli asini obbedienti che devono solo lavorare e produrre perché altri dilapidino i capitali accumulati.”
“Sei cattivo; io non ti considero affatto un asino … “
“Lo so che preferisci il mulo, si sa bene perché … “
Prendo Tina per le spalle e la conduco verso il suo posto, le porgo la sedia, faccio spostare suo marito e mi siedo accanto a lei; Imma si è già seduta accanto al suo animatore preferito; tutto è smaccatamente chiaro e volgare; la cena si consuma rapidamente tra i lazzi goliardici degli amici a cui mi sottraggo volentieri; alla fine, mia moglie decide di uscire allo scoperto.
“Carlo, dopo cena noi andiamo un po’ in giro perché è la notte delle stelle cadenti; tu sono certa che sei stanco del viaggio e non ami certe manifestazioni; per favore, accetta il prosecco della buonanotte e avviati; io ti raggiungerò presto.”
Tina urla che c’è qualcosa di strano nel cielo e tutti gli sguardi si rivolgono dove lei indica; rovescio il vino drogato in una pianta che ho a portata di mano; quando Tina si ricrede e l’attenzione torna a me, il bicchiere è vuoto; mia moglie si complimenta e si avvia facendo svolazzare la gonna; Tina mi si accosta ancora; le faccio scivolare una mano sul culo meraviglioso e le sussurro un ‘ti amo’ che dice tutta la passione che ho per lei.
“Dopo cena, quando la puttana va a battere, dove ti trovo?”
“Uscendo, davanti al tuo bungalow; non sai quanta voglia ho di passeggiare con te, di parlarti di cazzate a cuore aperto, di sentirmi in sintonia, forse anche di abbracciarti e di amarti, ma solo se lo sentiremo come empito del cuore.”
Sono appena entrato nel bungalow e mi sto versando un bicchiere di prosecco freddo, quando la porta si apre e lei entra con un sorriso che è un invito.
“Lo sai che solo i traditori bevono da soli?”
“Stavo aspettando Venere; vuoi bere con me?”
“Voglio fare tante cose, con te!”
Evitiamo di lasciarci andare a manifestazioni di lussuria e di piacere, perché vogliamo sperimentare la nostra capacità di vivere momenti di dolce esaltazione amorosa, prima di scatenarci col sesso; usciamo abbracciati e non evito, anzi lo faccio apposta, di passare la mano vogliosa sul culo perfettamente disegnato; Tina mi ricorda che effettivamente è il 10 agosto e che tutti i villeggianti si sono dati appuntamento sulla riva per ammirare lo spettacolo delle stelle cadenti.
Ci avviamo alla battigia e canticchiamo un motivo in voga che piace ad entrambi; si ferma a baciarmi e mi dice estasiata che perfino in queste piccole cose sente una sintonia che lei considera senza dubbio amore; passeggiamo a lungo sulla linea estrema della risacca, a piedi scalzi bagnandoceli nell’acqua tiepida della notte di agosto; mi fa un giocoso sgambetto e finiamo sulla sabbia; rotolandoci tra baci appassionati e lussuriose carezze, sentiamo di amarci.
Guardiamo intorno a noi le coppie ferme, incantate davanti allo spettacolo immenso del cielo stellato dove si cercano freneticamente le stelle che cadono accompagnate da desideri inespressi; ci sono persone di tutte le età, dagli anziani dolcissimi nella persistenza dell’amore e teneramente appassionati anche se contenuti dall’etica e dal senso comune, ai giovanissimi più spudorati che approfittano del momento per bere calici di spumante e scambiarsi effusioni al limite della decenza.
Chiedo a Tina se per caso ha individuato da qualche parte mia moglie e i suoi accompagnatori; mi sorride ironica e mi avverte che le persone come quella non frequentano gli spazi pubblici; mi prende per mano e mi accompagna oltre una duna finché sbuchiamo in una caletta isolata nella quale vedo corpi che si muovono freneticamente; mi indica al centro il corpo nudo, statuario, di Imma che si muove come un’ossessa tra gli altri corpi; mi accosto il più possibile e mi nascondo dietro un cespuglio.
Finalmente la vedo stretta in circolo dai suoi amanti, ancora sei in tutto, con cazzi ritti che le battono su tutto il corpo; distribuisce baci a tutti e carezze sui cazzi che desidera in maniera evidente; si trattiene a masturbarne alcuni, poi la vedo piegarsi a novanta gradi e prenderne uno in bocca; è bello grosso ed ha qualche difficoltà a farlo entrare in gola; ma, tra lui che spinge e lei che succhia, le labbra arrivano a toccare il pube; alle sue spalle, uno si è fatto strada con le dita nella figa.
Quando è nella posizione più opportuna, quello dietro infila il cazzo in un solo colpo; lei lancia un gemito perché la botta è stata notevole, comincia la sarabanda tra i due che si armonizzano a scoparla in bocca e in figa; altri ragazzi le prendono le mani e le portano sui cazzi per farsi masturbare alla grande; altri le afferrano le tette, che pendono per gravità, e titillano i capezzoli; molti si staccano per strofinare i cazzi sulle natiche, sui fianchi, sulle braccia.
Prendendo per un momento la direzione dell’iniziativa, spinge uno per terra supino e si siede a montarlo alla cavallerizza; il cazzo è entrato in figa e lei si masturba mentre saltella per scoparsi; spinge indietro il culo; un altro le va alle spalle e infila il cazzo nel culo; ora sono in due a scoparla armonizzandosi per riempirla dappertutto; un terzo soggetto si pianta davanti a lei, sulla testa di quello supino, e le offre il cazzo da succhiare; altri due si stendono a fianco e lei manipola i cazzi contemporaneamente.
Il sesto resta fuori; ma azzarda l’ultima possibile mossa; accosta il cazzo all’ano, a fianco di quello che la sta inculando, e spingono insieme; con orrore vedo lo sfintere dilatarsi e due mazze possenti, difficili da gestire da sole, entrare nello stesso buco; inorridisco davanti a tanta violenza cercata e subita da una che vorrebbe far credere che vuole combattere il maschilismo e si fa straziare da sei cazzi contemporaneamente, mi viene da vomitare e scappo via terrorizzato; Tina mi ferma e mi prende la mano.
“Carlo, te la senti di fare l’amore nonostante quello che hai visto?”
“Come si può degradarsi fino a quel punto?”
“Basta perdere qualunque senso del limite; ho fatto anche quell’esperienza; ti assicuro che dopo me ne sono vergognata, come credo che farà Imma; anzi, forse lo spero soltanto, per lei; ma in quel momento è tale il senso del dominio, dell’onnipotenza, che ti senti dea e vedi gli altri come omuncoli proni alla tua figa; ce la fai a reggere il sesso con amore o preferisci che per stasera lasciamo stare?”
“No; adesso andiamo al bungalow e ti amo come ritengo bello e giusto amarti; se hai bisogno di quelle sensazioni di onnipotenza, vai a cercarti altro; io, più della dolcezza, non saprei cosa offrire.”
“Amore, non dire cose sciocche; hai chiesto dove era tua moglie e te l’ho indicato; ho cercato di spiegarti quale leva spinge a certe aberrazioni e non mi meraviglio che la tua sensibilità ne sia rimasta scossa; ho fatto con te discorsi profondamente diversi, opposti addirittura; ti chiedo di darmi l’amore che sai e che mi vuoi dare; ti offro il mio, verginale per quel che può esserlo, rinnovato, pulito; se vuoi, diciamoci l’amore attraverso il sesso; se sei shoccato, rimandiamo a domani.”
“No; scusami, amore mio; e stavolta te lo dico col senso più implorante che puoi immaginare; andiamo da me, facciamo l’amore, facciamone tanto, fino a morirne se necessario, ma continuiamo ad essere i ragazzini che guardano il cielo e cercano le stelle cadenti; Imma è ormai un incubo del passato da cui non so se e come posso liberami; ma tu devi essere il presente che scaccia il passato, l’amore pulito che cancella quello sporco; anche se so che potresti sentirti offesa, ti vorrei mia, stasera.”
Ci rifugiamo nel bungalow vuoto e ci sediamo al tavolo da cucina; apro una bottiglia di bianco freddo, spingo Tina per terra e le verso il liquido nell’ombelico; è inserito in un conca sufficiente a tenere qualche decilitro di vino; immediatamente lo raccolgo con la lingua e ne approfitto per leccarle tutto il ventre; ripeto più volte l’operazione e sento che, insieme, mi carico di voglia e le stimolo profonde sensazioni di piacere; prima che mi sposti sulla figa, mi spinge via e riempie un bicchiere.
Mi blocca in piedi contro il tavolo, sfila il pantaloncino, accosta il bicchiere al cazzo e ve lo immerge; va a succhiare il vino direttamente dalla mazza; per farlo, mi lecca accuratamente tutta l’asta strappandomi brividi di piacere; continua e bagnarlo fino a che ha vuotato il bicchiere e succhia come non ci dovesse essere un domani; per fortuna, ho una buona capacità di resistenza e, frenando più volte l’orgasmo che mi preme dalla prostata, faccio durare a lungo il ‘pompino al vino’ che ci delizia.
Mi porta sul letto, si stende supina e mi chiama su di se; la scopo alla missionaria, tirando in lungo la scopata e facendola sborrare più e più volte; comincia da lì la nostra lunga notte di sesso; nell’arco di poche ore, si è stabilito tra noi un feeling che avverto sempre più chiaro e articolato; ho ben presente che Tina può essere ideale per il lavoro, per il sentimento, per il sesso; anche se mi rimorde un poco la coscienza per il male che dovrò fare, sono determinato a costruire con lei il nuovo percorso.
Cominciamo proprio da quella serata in cui dobbiamo conciliare l’esperienza, la maturità ed anche certe perversioni con una dimensione di candore e di verginità ideale che ci ha guidato e che vogliamo tenere come linea guida; quando mi abbasso sulla sua figa a succhiare, Tina mi si offre con l’ansia dell’adolescente che scopre la leccata di figa; poi mi guida a toccare i punti che conosce come particolarmente erogeni e mi chiede di succhiare, leccare o mordere come le piace di più.
Anch’io, però, quando si inginocchia a prendere in bocca il cazzo, mi trasformo in guida e mentore e le spiego i movimenti più lussuriosi per il mio cazzo; il 69 diventa l’apoteosi di due amanti che hanno scoperto il piacere orale e lo mettono in pratica alternandosi a succhiare e a farsi succhiare finché gli orgasmi reggono; l’accenno a manipolare il culo è l’occasione, per lei, per ribadire la sua quasi verginità a certe pratiche; l’inculata è tra queste; decidiamo che la penetrazione anale avverrà poi, al meglio.
In questa logica di armonia ingenua e determinazione adulta passano le ore fino verso le quattro, quando il sonno ci stende tutti e due; decidiamo che può anche dormire con me; Imma non tornerà a casa e andrà direttamente in spiaggia coi suoi animatori; Riccardo, se non troverà la moglie, si limiterà a bestemmiare; ma Tina non rinuncia a sperimentare da che lato dormo e in che posizione, se russo e quante volte, nel dormiveglia, la scopo per pressione d’amore.
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