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(25,1) Guido 8: orgia fra le dune


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
09.08.2023    |    4.231    |    4 9.1
"“Ah, oh! Siiii! Siiii! Ah! Guido, è bellissimo! Siiii! Siiii! Ah, oh!” Ardisco ancora..."
Per i nostri lettori: Alessia, la formosa e intrigante collega del titubante cameriere-tuttofare Diego ha provveduto - anche se indirettamente - a chiarirgli le idee. Quindi, dopo questa puntata interromperemo la lettura del diario del sedicenne Guido per tornare a riferire dalla locanda posta lungo lo stradone che porta alla Capitale.

Martedì 11 luglio - alba
Torno a ieri pomeriggio sperando di poter scrivere per intero quanto accaduto: dobbiamo smontare e partire!
Come scritto ieri, nell’avvallamento fra le dune ci sono Teo e Manlio, quest’ultimo indaffarato a masturbare e leccare il culetto al primo.

Raffaello si toglie la borsetta di dosso, ne estrae alcuni preservativi, oltre ad una boccetta con beccuccio e pompetta che posa lì accanto: quasi certamente crema per lubrificare. Prevede evidentemente evoluzioni importanti.

“Eccovi il vostro Guido! Dopo potrete fargli e farvi fare tutte le porcate che vi sussurravate stamattina ma prima dovete lasciarmi svuotare per benino! Ora in ginocchio, ‘vasetti da scarico! - Mi guarda - Tu in mezzo, gli altri accanto!”
Ci disponiamo, il fustacchione davanti a noi, con le gambe larghe, comincia a roteare il bacino e lo scrotone, costretto nello slip azzurro, ancora umido macchiato per l’eiaculazione di poco prima, piroetta pesante ed elastico.
Vederlo giocare così è semplicemente spettacolare!
“Sollevare le manine con il dorso in alto e avvicinarle fra loro!”
Eseguiamo e lui vi passa sopra sfiorandole con il saccone fallico, continuando quell’andamento circolare stile lucidatrice: vedere e sentire quei coglioni da toro pesare sulla mia pelle mi manda il cazzo in tiro totale, tanto da farmi quasi male.
“Adesso voltare e pronti a ghermire la bisaccia!”
I pesanti testicoloni si adagiano a turno nei palmi, in quelle coppette così create, subito avvinghiati dalle dita vogliose che stringono e rilasciano con lussuria. Almeno le mie: questo rito di palpeggiamento, per me, appassionato di pacchi maschili in indumenti elastici, soprattutto di Lycra, è altamente arrapante.
Il suo biscione sta nel frattempo nuovamente crescendo, arrivando a scivolare sopra le sfere e palpitando in modo evidente.

Infatti indietreggia di un passo.
“Oooohhh! Ho la seconda cartuccia in canna! Questa la diamo al nostro camerierino zozzone! Tu, frocetto! - rivolto a me - Libera l’obice e dirigi le operazioni!”
Ho il grande onore di svelare l’artiglieria del guerriero!
Mi porto dietro di lui per potere meglio eseguire lo scoprimento dell’obelisco e passo con la testa sotto la sua ascella per vedere l’azione.
“Ci sai fare, piccolo recchione! Mmmhhh!”
Aggancio il bordo superiore dell’indumento con una mano, con l’altra entro nella patta ad afferrare la base della nerchia che estraggo delicatamente: il biscione lungo, liscio, non grosso né durissimo ma decisamente consistente sciabola in aria e svetta subito, certamente desideroso di fare da canna ad un altro lancio di sugo.
Impugno il pistone e abbranco da sotto le poderose sfere lisce, perfettamente senza pelo, ingrossate e tenute lontane dal pube - anche questo totalmente rasato - da alcuni anelli di gomma nera.
Principio a segare il rigido pennone e carezzo voluttuosamente le superlative palle, mentre il ricciolino si appressa.
“Vieni a ingollare!”

Manlio indossa un costume bianco. Cioè era bianco probabilmente molto tempo fa perché la gobba è tempestata di macchie di varie dimensioni e tonalità di giallo, sovrapposte le une alle altre, evidenti risultati di eiaculazioni e non solo.
Il pisello sottostante il tessuto è disposto obliquamente in su, in corrispondenza della cappella trasuda una bolla bianchiccia di sperma - evidentemente appena emesso - dalla quale una chiazza umida si allarga verso il basso, terminando lateralmente subito sopra un testicolo.
Il ragazzo precede tutti i possibili commenti di disgusto:
“Ogni tanto mi sego qui dentro ma soprattutto mi faccio schizzare addosso dagli altri. La uso come ricordo. Sono appena venuto, verniciami anche tu, prego!”
“Vieni qui, luridone! Tu Guido mettimi il glande dentro quel lerciume di mutanda ché gliela riempio di sburro fresco così avrà la sua nuova patacca-souvenir, il porco! Ahahahah!”
Scostando il bordo sull’inguine infilo la punta sotto il tessuto.
In questa posizione risulta piuttosto difficile masturbare l’asta ma Raffaello mi toglie la mano:
“Tranquillo, faccio io! È talmente schifosa questa cosa che mi eccita! Ooooggghh! Eccomi, ti faccio il pieno! Oooooggghhh!”
Osservo il fallo mentre irrora di panna gli spazi fra tessuto, pene e coglioni. Terminata l’emissione l’uomo lo allontana.
“Fatti guardare, maiale!”
Il fluido comincia presto a bagnare le fibre sopra le cipolle mentre due rivoli candidi e densi scivolano lentamente sulle cosce pelose.

Il biondo mi guarda:
“Vai a leccare!”
Sono fortemente attratto da quel liquido ma l’idea di trovarmi con il naso a pochi centimetri dal sicuramente olezzante bozzo mi fa titubare.
“Avanti! Il seme non va disperso!”
Mi accuccio ai piedi del giovane e, cercando di trattenere il respiro, con alcune ampie e ben assestate linguate mi porto via il tutto.
Ovviamente la mia apnea non poteva essere totale per cui un po’ del tanfo acre e pungente arriva alle mie narici.

Sono ancora inginocchiato e l’occhio mi cade sul piccolo Teo il quale fino a questo momento è rimasto a guardare. Ma non è stato fermo: una sua mano si muove veloce sul suo bel pistolotto robusto.
Le chiappotte nude biancheggiano al sole: visto che poco fa quegli oggetti del mio desiderio - oramai da due settimane perché era il 28 giugno! -, erano sottoposti alle attenzioni del barista sporcaccione, penso sia giunto il momento di gratificarli di egual trattamento. Ma da parte mia e certamente non solo esternamente!
Aggiungo: poiché il fiero combattente ha dichiarato di avere varie cannonate in serbo, dopo la seconda dovrà un po’ ‘ricaricarsi’, per cui intendo verificare se la sua frase ‘Non hai capito che a me i maschi non piacciono?’ risponda a verità - non dimenticando le ‘sue dita malandrine sui miei glutei e il medio arrivato addirittura a spingere deciso contro il mio buchino’!
Insomma, che il vedere tre giovanetti giocare fra loro contribuisca ad un più rapido ritorno alla pressione di esercizio del batacchio?

Guardo il ragazzotto con un sorriso sornione e gli faccio segno con l’indice di avvicinarsi.
Giunto a tiro, lo prendo per i fianchi per voltarlo e avere quelle meravigliose cupolette davanti agli occhi. La giovane pelle liscia e setosa, la quasi perfetta sfericità mi fanno rimanere in adorazione per lunghi momenti.
Do un cenno anche al porcello boccoloso perché venga ad occuparsi oralmente dell’altrettanto succoso salsicciotto. Infatti non indugia nell’imboccarlo per iniziare un rapido avanti e indietro.

I miei pollici prendono a roteare, premono delicatamente, le mie labbra sfiorano, il suo corpo freme.
“Ah, oh! Siiii! Ah! Guido, mi piace! Ah, oh!”
Oso di più.
Anche gli altri polpastrelli si spostano per sondare le dolci collinette, in punta di lingua picchietto delicatamente.
“Ah, oh! Siiii! Siiii! Ah! Guido, è bellissimo! Siiii! Siiii! Ah, oh!”
Ardisco ancora.
Le falangi stringono le sode natichine, comincio a leccare, passaggi sempre più ampi e umidi.
“Ah, oh! Aaaafffhhh! Siiii! Siiii! Siiii! Guido, ancora! Ancora! Siiii! Siiii! Aaafffhhh, oh!”
Arrischio oltre.
Impasto con maggiore decisione quelle magnifiche polpette, le lappate si concentrano sempre più sul solchetto centrale.
“Ah, oh! Aaaafffhhh! Siiii! Siiii! Siiii! Siiii! Guido, è magnifico! Siiii! Siiii! Siiii! Aaafffhhh!”
Azzardo ulteriormente.
Allargo leggermente i monticelli, le pennellate si fanno bagnate e più profonde, in quella fenditura, promessa di delizie.
“Ah, oh! Aaaafffhhh! Siiii! Siiii! Siiii! Siiii! Siiii! Guido, è fantastico! Fantastico! Siiii! Siiii! Siiii! Ma non di più! Aaafffhhh!”
Lo sento un po’ irrigidirsi, devo aver raggiunto il limite.
Affondo.
Divarico i palloncini e la rosetta tanto bramata è lì, la vedo palpitare, non so se per piacere o per timore.
Le sue mani sembrano volermi allontanare: è il momento dell’atto finale. Immergo la faccia e lui cede: quel deretano tanto desiderato ora è mio.
Inizio una tempesta di baci, spatolate, risucchi, gustando il sapore indefinibile ma superlativo di quell’antro finalmente conquistato.
“Aaaahhh! Aaaaggghhh! No, Guidooooooooo! Noooooooo! Aaaaggghhh! Aaaggghhh! Nooooo! Aaaaannnfffhhh! Siii! Siii! Siii! Aaaaannnfffhhh!”
Non soddisfatto, mi spingo ad assestare morsetti leggeri alle masse carnose e schiaffetti decisi.
È l’apoteosi. Per me ma sorprendentemente anche per lui:
“Guidoooooooooo! Lo voglio in culo! Dammi il tuo cazzo in culo! Aaaaagggghhhhhh! Subito! Diretto! Senza niente! Aaaaaahhhh!”

Inutile dire che il mio tarello è vigile e pronto!
Concludo quel sublime cunnilinguo cesellando una serie di fradicie spinte esattamente sull’orifizio.
Sono infoiato alla grande: mi rialzo, abbraccio il soffice ventre, impugno il mio bastone, trovo in un attimo il bersaglio e lo spingo tutto in una volta nello sfintere di Teo.
Non so perché l’ho fatto, così violento e senza preparazione ma il malcapitato sembra apprezzare.
“Aaaahhh! Aaaaggghhh! Siiiiiiiiiiiii! Aaaaggghhh! Aaaggghhh!”

Si solleva anche Manlio, dal flacone preleva dell’unguento, se lo sparge sul buco, infila un goldone al mio posseduto quindi gli si mette di schiena, abbassa lo slip e si infilza a sua volta.

Passano solo pochi secondi: una punta si appoggia al mio burello e il pistone del biondo fustone percorre tutto il mio canale.

Quattro maschi, nascosti fra le dune di una spiaggia assolata, sono in piedi, uno dietro l’altro. Non si vede, non solo aderiscono fra loro ma sono anche uniti. Uniti tramite i rispettivi membri e ani. I loro corpi ondeggiano appena, deliziandosi di questa danza tanto intima quanto depravata e innaturale secondo il pensare comune ma che li sta estasiando.

Mentre ci muoviamo in perfetta armonia e sincronia, ognuno beandosi del proprio possedere e/o essere posseduto, ripenso ad Ernesto, al magnifico ‘Vecchio’ che mi ha insegnato la differenza fra una scopata meccanica e un amplesso di sensazioni ed emozioni interiori.
Confronto le due situazioni: quella di Venerdì scorso, quando fra i due statuari gemelli - come ho scritto e ricopio - ‘ho potuto godere di un perfetto equilibrio fra sesso di corpo di anima, di sensazioni fisiche ma anche mentali’ e quella odierna, con il siluro di questo ‘Vichingo’ piantato nelle mie terga e il mio in quelle del timido, timoroso, dolcissimo paffutello.

Sento che le escursioni dentro me si stanno ampliando e accelerando: l’apice del biondo si avvicina!
“Pronti, finocchietti! Sta per partire il terzo missile! Spruzziamo in serie e tutti in galleria!”
Colpi secchi, grugniti animaleschi, poi il tronco si arresta, completamente affondato nel mio retto e comincia a pulsare.
“Aaaarrrggghhh! Aaaaggghhh! Spruzzo! Spruzzooooo! Aaaggghhhh!”

Alcuni attimi dopo assesto anche io alcune stantuffate decise e comincio a scaricare il mio potente orgasmo nel sederino del fanciullo.
“Uuuufffhhh! Teo! Eccomi! Ti dono il mio seme! Ooooggghhh!”

Non ho finito di iniettare che anche lui urla l’arrivo del proprio piacere nel dotto del sudicio cameriere.
“Siiii! Aaaaahhhh! Aaaaahhhh! Aaaaahhhh! Vengooooo! Aaaahhh!”

Grondanti di sudore rimaniamo ancora attaccati fra noi finché gli uccelli non si ritirano e ci lasciamo andare sul lenzuolone.
Chiudo gli occhi, assaporando la sensazione dell’anello anale ancora un po’ dilatato quando qualcosa oscura il sole. Alzo le palpebre e una figura controluce si staglia: è la compagna di Raffaello! Ahi! Attendiamo tuoni e fulmini!

Invece quella giunonica femmina, in un provocante bikini rosa, si abbassa accanto al suo uomo il quale si gira di fianco. Lei gli toglie il profilattico stando attenta a non farne uscire l’abbondante sciroppo bianco e me lo porge:
“Per te, caro! Fanne ciò che vuoi!”
Sollevo quella sorta di palloncino gonfio mentre lei imbocca l’arnese, iniziando un sapiente pompino.

Teo intanto si è messo vicino al ricciolino e ha cominciato a segargli l’ammennicolo sopra il sudicio costume. Ha ancora il ‘gommino’ attaccato, pieno del suo stesso sperma, per cui glielo sfilo con cura. Sorride contento:
“È stato bellissimo! Non l’avrei mai immaginato! Se non ci fosse stato Manlio che stamattina mi ha convinto ti avrei evitato per sempre!”
Penso dentro di me: ‘almeno una dote quel torbido elemento l’ha!’
Accelera un po’ e mi accorgo che il cameriere sta venendo solo perché una goccia di bianco umore trasuda dal tessuto.

Porgo il mio saccottino a Teo:
“Scambiamoci! Puoi decidere di berlo o versarlo sul paccozzo di questo maialotto! Io di certo voglio assaporare il tuo! Mmmhhh!”
Sverso nella mia bocca il prodotto delle gonadi dell’ormai deflorato ometto - trovandolo decisamente sapido con una punta dolce - e lo ingoio centellinandolo. Lui mi imita a ruota.
Lo vedo trattenere abbastanza a lungo, il pomo di Adamo salire e scendere una volta, infine la sua bocca aprirsi sopra il pube del ricciolino e lasciarvelo colare.
Un altro ‘cimelio’ su quella carta geografica di emissioni maschili.

La verga di Raffaello, sottoposta alle cure orali della ragazza, ha nel frattempo riacquistato il suo pieno turgore.
I nodi del due pezzi vengono sciolti e le generose curve si presentano ora senza alcuna barriera.
“Finito lo ‘sborratoio’ tocca a me, ragazzi!”, esclama la moracchiona mentre si siede sul suo maschio per farsi infilzare la pelosa sorca.
Una veloce cavalcata con inoculazione diretta conclude questa altra, straordinaria esperienza.
Purtroppo sarà l’ultima - almeno per il momento - all’aperto e al caldo.

Lascio i quattro tornare per conto loro al campeggio. Io vado a cercare Ernesto: nonostante oggi abbia ‘già dato’ (il culo), un secondo sondaggio non mi dispiacerebbe. Con lui poi!
Non c’è. Al baretto del porticciolo mi dicono essere uscito con la barca con i due gemelli e un biondino magro magro: avrà irretito e conquistato un altro giovane virgulto come me, il birbante!
Ancora non so che - almeno per questa vacanza - non lo rivedrò più. Lascio comunque un bigliettino di saluti.

Un anziano con baffoni e barba lunga, seduto in un angolo in disparte a fumare la pipa mi fa cenno. Mi avvicino, gentilmente mi dice che ho un culetto molto carino. Capisco l’antifona, mi giro, abbasso lo slip quel tanto e lo lascio palparmi e anche leccarmi le chiappe. È delicato e piacevole, vedo l’altra sua mano lavorarsi il pisello da fuori il pantalone e poco dopo capisco da un sommesso e rauco mugolio che è venuto.
Me ne vado seguito dal sorriso complice e compiaciuto della simpatica cicciona dietro il banco: mi piace pensare di aver fatto una buona azione.

Tornato alla nostra caravan mi viene riferita la ferale notizia: il ritorno a casa è per il mattino seguente, cioè oggi. Dopo raggiungeremo un importante centro produttivo della nostra azienda, situato in mezzo ad una foresta ad alcune ore di auto dalla nostra città in direzione della Capitale. Dovrò andarci anche io ‘per imparare il mestiere’.
Mi dispiace per la vacanza marina più breve rispetto al solito ma amo anche visitare posti nuovi. E magari fare nuovi incontri…

Serata di gelato con Dino che sprizza di gioia. Dopo averlo messo a letto, Francesca chiede di fare una passeggiata con me sulla spiaggia. Anche lei è felice e finiamo per fare all’amore sulla sabbia ancora calda. Questo è un ricordo intimo ed indelebile in me per cui non lo descrivo qui.
Strana coincidenza: questa è l’ultima pagina di questo quaderno.
A casa mi aspetta quello intonso.

Agosto 2023
a
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