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Un allucinante viaggio di piacere – 6. episodio: rivelazione e iniziazione


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
23.05.2023    |    5.288    |    8 8.9
"“Ti sei riposato e calmato un po’, frocetto? Ora fai provare a me la tua perizia di pompinaro! Carezzami il bigolo con quei tuoi cuscinetti cicciotti!..."
E così Diego si trovò nuovamente seduto in quella cabina del camion che in quella straordinaria notte lo stava portando verso la Capitale, su incarico del titolare della locanda dove lavorava da una decina di giorni, per ‘verificare, eventualmente accettare e concludere un importante accordo, il quale riguardava anche alcuni aspetti relativi alla sua assunzione’. Timido e innocente come era, non aveva assolutamente compreso in che cosa consistesse quel ‘compito’. I nostri lettori, invece, avranno probabilmente cominciato a farsi qualche idea, dopo quel misterioso confabulare ad un tavolo del locale fra il camionista moro e baffuto Renato, il suo biondo e molto sboccato compare Rudi e, appunto, il principale di Diego.

Ripensò a quella incredibile serata, iniziata in una delle stanze sopra il ristorante. proseguita in sala ed ora a bordo del veicolo.
Una rapida e allucinante sequenza di eventi depravati e peccaminosi per lui, appena diciottenne, cresciuto in una famiglia opprimente e puritana: una copula fra quei due avventori, una scena di sesso simulato con dettagliata descrizione della sua deflorazione anale poi, praticamente costretto a salire sull’autocarro, uno svergognato palpeggiamento, una sua erezione spontanea con allagamento spermatico finale negli attillati jeans rossi. Questi, a loro volta, apparentemente scintilla per lo scatenarsi della perversa libidine dell’uomo.
Infine, resosi conto che quegli atti stavano demolendo, colpo su colpo, tutte le sue remore e i pregiudizi al riguardo del sesso, si era lasciato andare ad una masturbazione e addirittura ad una irrumazione del pisello del compare. Si era contemporaneamente lasciato visitare il retto da due dita dell’altro che arrivò a procurargli poderose onde di piacere con la stimolazione della prostata. Dovette infine lasciarsi spruzzare in bocca da Rudi.
Insomma, tutto ciò lo aveva portato a riconsiderare – meglio dire ‘invertire’ – le sue convinzioni in questo campo, tanto che forse, quasi quasi, addirittura, perché non provare? Avrebbe accettato una sodomizzazione.
Invece lo strano camionista aveva improvvisamente interrotto per rimettersi alla guida senza proferire parola.

Diego poté così riappropriarsi e riordinare i propri pensieri. Fino lì, fare quei giochi con altri maschi era stato decisamente coinvolgente ma il sapore che aveva ancora in bocca, l’aspro e sgradevole sperma del biondo, oltre al bruciore che provava nello sfintere, sicuramente causato dalla eccessivamente rapida estrazione delle dita di Renato, lo stavano portando a riconsiderare un po’ il tutto: bello sì ma con qualche limite.

Passata una mezz’ora, il camionista fermò nuovamente il mezzo in una piazzola deserta, girò il viso verso i due e, disse: “Mi è tornato duro. Rudi, spoglialo!”
Poi, guardando Diego sorridendo:
“Tu tranquillo, non ti faccio nulla se ti lasci andare!”
Fece distendere il ragazzo di schiena sulla panchetta e mentre il biondo cominciava lentamente a sfilargli i pantaloni, estrasse il grosso fallo eretto. Lo prese dietro la testa per sollevarla e glielo avvicinò al viso.
“Ti sei riposato e calmato un po’, frocetto? Ora fai provare a me la tua perizia di pompinaro! Carezzami il bigolo con quei tuoi cuscinetti cicciotti! Mmmmhhh!”
Il giovane stava per accogliere l’uccello ma notò che sulla punta si era formata una grossa goccia di fluido trasparente. Memore del pessimo liquido ingoiato poco prima, ebbe un moto di repulsione.
“Che c’é? Non conosci lo sciroppo di fava? Infaucia e assaggia! È il prelibato condimento di ogni golino! Per chi ha la fortuna di farlo a me, ovviamente!”
Dieggo replicò:
“Ehm, veramente Rudi non ne aveva e alla fine, il suo seme, era acidissimo!”
“Questo è altra cosa, fidati! Anzi, ne diventerai goloso, puttanello! Caccia la lingua!”
Diego eseguì, l’uomo gli sfiorò un labbro con la punta del membro per poi alzarlo e tirare un lungo filetto chiaro.
Quindi, dall’alto, fece scorrere un paio di volte avanti e indietro la pelle del prepuzio, facendo uscire altre generose stille. Formatosi un grosso filone, lo lasciò colare denso sulla lingua di Diego, alla quale al termine appoggiò il grosso e gonfio glande.
“Ecco, maialotto! Bevi l’ambrosia che il tuo Renato munge per te dal suo cazzo!”
Il moretto decise di assaggiare: sapore e consistenza si rivelarono completamente diversi. La particolare consistenza e la sapidità lo rendevano gradevole e appetitoso!
“Ti gusta, eh? Comincia a spompinare e vedrai che te ne regalo a cucchiai, finocchietto lascivo!”
Tenendolo dietro la nuca, il lubrìco camionista gli spinse la sola punta fra le labbra.
“Prima di cominciare, lustrami un po’ la punta della nerchia, dai!”
Il ragazzo avvolse la sola cappella dalla quale uscì altro succo che si portò via con alcuni colpetti di lingua. Era veramente buono e gli donava un senso di libidine ulteriore.
“Wooow! Sei proprio un recchioncello assetato! Rudi, andiamo avanti! Come siamo messi fra quelle chiappotte? mmmhhhh!”
L’altro uomo, tolti i calzoni al giovanetto, gli aveva fatto piegare le gambe in aria, semiaperte, in modo da poter calare la faccia fra le natiche e commentò:
“Uuuuhhhhh! Fantastico ‘sto deretano da vitellino! Con il bucio peloso in mezzo è proprio da sgualdrinello prendinculo!”

Diego aveva iniziato a succhiare in punta il pisellone, continuando a roteavi sopra la lingua dall’interno: “Siiiiii! Siiiiii! Ciuccia bene, bravo! Mmmhhh! Mulinelli pure sul frenulo! Cominci ad apprezzare un bel minchione fra le fauci! E tu, Rudi, sleccazzagli e ammorbidisci per bene il forellino!”
L’altro diede una serie di spatolate umide ai glutei e al solco in mezzo.
Sentire le passate di quella ruvida lingua bagnata, alternate a decisi colpetti che il biondo prese ad assestare all’orifizio gli provocarono intense ondate di piacere.

I testicoli del ragazzo, adagiati fra le cosce appena divaricate, tondi e gonfi, attirarono l’attenzione dell’uomo il quale cominciò a lappare anche quelli.
“Slap, slap, slap! Che belle palline dure! Sembrano cipollette! Tutte da mangiare! Mmmmhhh!”
Infatti, dopo avere ben ricoperto di saliva le sode sferette spalancò la bocca e le risucchiò per intero. Diego ne ebbe un leggero dolore ma appena sentì la lingua dell’uomo rotearvi sopra, le labbra stringere lo scroto e tirarlo, venne percorso da alcune fitte peraltro pienamente godibili se non addirittura eccitanti.

Un turbinio di lussuria lo stava nuovamente invadendo, anche se macchiato da un timore di fondo che - nonostante tutti i buoni propositi e giustificazioni - non riusciva a scacciare: non si sentiva più pronto per una penetrazione anale.
Invece il momento parve purtroppo arrivare: Renato sfilò la granitica verga, lucente di saliva del maschietto.
“Sei veramente un tirapompe strepitoso!”
Intervenne anche Rudi:
“Ha pure due bei coglioncini da torello in calore! Mmmhhh! Scommetto che sono pieni di sborra rovente!”
Il camionista lo fece girare prono.
“E quella piace a te! Poi glieli facciamo svuotare! Sei proprio un gran bel puledrino! Mmmhhh! Torna al biberon di Rudi ché il mio tarello vuole conoscere meglio le tue montagnole!”
Il biondo gli rinfilò l’asta nel cavo orale mentre l’altro calava il randello verticale al centro del posteriore.
L’uomo inumidì con la renga bagnata del proprio abbondante sugo preliminare il villoso solchetto centrale senza però affondarvi.
“Che cupolette da sballo hai! Mi verrebbe voglia di verniciartele subito! Mmmhhh! È bello, vero, puttino mio?”
Diego annuì con la testa ma questa affermazione gli causò un certo smarrimento: voleva penetrarlo o solo scherzare?
Noi sappiamo che l’abile ma perverso camionista amava giocare a rimpiattino.

Infatti, dopo un lungo e delicato pennellamento si fermò e cominciò a premere: la cappella allargò i sodi meloncini e si appoggiò esattamente sul buchino.
Il terrore invase nuovamente il ragazzo e Renato dovette capirlo perché sentì l’anello anale stringersi e i glutei irrigidirsi.
Provò alcune volte a spingere, evidentemente nel tentativo di vincere la resistenza opposta dal burello chiuso e nonostante l’abbondante lubrificazione naturale.
“Prego no! Le faccio qualsiasi altra cosa ma dietro no!”

Invece l’uomo aveva deciso essere arrivato il momento del sommo sacrificio, la verifica finale, la prova decisiva per la trasformazione in omosessuale.
“Così non va bene! Rudi! Dobbiamo metterlo a pecora!”

Diego prese coraggio è ansimò ancora: “No, per favore, non mi piace più!”
Il torbido camionista svelò finalmente l’arcano.
“Ma tu sei qui per fare divertire noi! Con quello che ho speso per averti sul camion, devo poter fare quello che voglio!”
Il ragazzo, stupito, replicò:
“Cosa intende dire? Io devo andare alla Capitale per un importante accordo che interessa il locale dove lavoro!”
“Tu devi ‘verificare, eventualmente accettare e concludere un accordo…’ eccetera! Ma quello era un eufemismo per farti venire con noi! Dopo averti beccato a spiarci e notato tutte le tue qualità fisiche, assieme a certi modi da checchina avevo pensato fossi il nuovo zoccolo di quella bettola, famosa per la ‘camera speciale’, dove gli avventori possono divertirsi fra loro e che ora, magari, offriva pure un caldo puledrino lussurioso sul quale saltare a richiesta, come ci sono in altre topaie come quella!”
Diego rispose: “Ero lì per riparare un portarotolo! Non ho mai nemmeno lontanamente pensato ad una cosa del genere né sapevo che quella stanza servisse a incontri tanto perversi!”

L’altro proseguì la rivelazione, origine di quel viaggio l’allucinante.
“Infatti! Ho chiesto al tuo padrone quanto volesse per farmi fare un giretto su di te ma mi ha spiegato che, pur essendo al corrente di qualche giro di troie e ovviamente anche di ometti marchettari, non aveva mai pensato di assoldarne. Per cui tu per lui eri solo un cameriere e tuttofare. Se poi, come altre tue colleghe - e forse anche colleghi maschietti – volessi metterti sul mercato a lui non interessa. Anche per evitare grane.
Gli ho fatto notare che hai tutta l’aria di essere un puttanello da monta e che era mia intenzione verificarlo. Avevo avuto l’impressione – evidentemente sbagliata – che fossi un recchioncello voglioso, magari disposto a concedersi dietro pagamento pur di ciulare, succhiare e raspare a più non posso. Allora, visto che recalcitravi più di altri da me trasformati in busoni insaziabili, gli ho offerto una sommetta per averti con me stanotte e sondare il terreno - hahah meglio dire le tue montagnole e antri! Provare a convincerti a fare un po' di sesso diverso dal solito ed eventualmente convertirti! Ora fai il tuo dovere! Sono sicuro che alla fine ti piacerà un sacco!”

Il moretto, allucinato, cadde in una sorta di prostrazione e lasciò che i due omaccioni lo mettessero a pecorina.
Il dardo di carne, gonfio all’inverosimile, puntò contro lo sfintere:
“Mmmhhh! Ecco, ora te lo ficco in culo e ti faccio allo spiedo come un galletto! Rudi, tienilo ben fermo! Inizia la vera festa! Per diventare un vero finocchio devi lasciarti incaprettare!”
La cappellona cominciò una serie di pressioni e rilasci esattamente al centro, il ché provocò una sensazione gradevole al giovanetto che cercò di convincersi: ‘Forse prenderlo dietro non è poi male! In fondo lo fanno anche tante donne! Basta abituarsi.’
Il biondo lo prese per i capelli e l’altro assestò un colpo secco e deciso. Uno solo: l’orifizio si aprì all’ariete e una fitta fortissima fece urlare il ragazzo: “Aaaaahhhh! Aaaagggghhhhh!”
Il pistone, fortunatamente lubrificato dal fluido, era sgusciato oltre l'anello e affondato nel retto.
“È fatta! Abbiamo aperto il buco, piccolino! Ora sei culattone!”
Il dolore era intensissimo: “Aaaaaaahhh! Iiiiigggghhh! è terribile! Eeeeegggghhhh!”
“Resisti, resisti! Rilassa il burello e rallegrati! Te lo sei preso senza nemmeno usare la cremina! Significa che sei perfettamente predisposto a venir fottuto in culo! È una questione di impostazione mentale! Senza saperlo, tu – sei – un – monta – cazzi e finalmente rotto nel didietro! Mmmmhhh! Adesso dobbiamo finire il lavoro, allargarlo bene per trasformarlo in canna da siluro! Ah! Ah!”
Cominciò ad assestare affondi e rilasci sempre più ampi.
Diego soffriva e guaiva:
“Uuuhhh! Aaaahhh! Uuuuhhh! Basta, la prego, basta!”
“Su, su! Non sei il primo maschietto che si prende una nerchia nelle terga! E la tua galleria è superlativa! Senti la mia mazza che si irrigidisce sempre più?”
Il possente tronco scorreva nelle profondità del ragazzo: “Oooggghhhh! Sembra una trave di legno! Vada almeno piano, la supplico! Aaaahhhh!”
Invece il ritmo aumentava sempre più.
“Nooo è troppo bello trapanarti questo sublime culetto! Mantiene dentro ciò che promette da fuori! Vedessi le tue chiappette come vibrano! E poi devi abituarti! Sai quanti ne dovrai prendere, da domani! Sono certo che diventerai una bomba di sesso e libidine sfrenati!”

A questo punto, cari lettori, abbiamo raggiunto il limite delle parole previste dall’autore per ogni episodio.
Vi lasciamo dunque nuovamente in sospensione, con il nostro Diego infilzato dalla trave del vizioso camionista e il buchino finalmente spanato?
Stavolta no: il settimo episodio dal titolo ‘cavalcare verso l’alba radiosa’ segue a ruota.

Maggio 2023

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