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Gay & Bisex

Un allucinante viaggio nel piacere - II episodio: galeotto fu il jeans


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
07.05.2023    |    7.743    |    7 9.4
"Il gesto non piacque certamente a Diego perché - per la verità – nella camera del piano di sopra, dopo aver dovuto assistere a quel perverso rapporto anale..."
Fresco di diploma e di maggiore età, desideroso di raccogliere il denaro necessario ad un viaggio in America, con il non secondario scopo di infilarsi in qualche avventura piccante con le vivaci ragazze di oltre oceano, Diego lavorava come tuttofare in una locanda da alcuni giorni.

La sua eterosessualità, fortemente radicata in lui, sostenuta da una robusta educazione ‘tradizionalista’, aveva subìto uno scossone, dopo avere assistito casualmente e suo malgrado ad un amplesso fra due uomini, avventori del locale. La prima reazione furono rifiuto e ribrezzo ma dal fondo del suo inconscio era affiorata una inspiegabile bolla di curiosità, subito respinta e allontanata, causa però di un timido ma peccaminoso giochetto fra un suo dito e il buchetto posteriore.

Sbrigò alcune faccende in cucina e tornò in sala.
Vide subito, seduti ad un tavolo in un angolo, i due clienti, protagonisti del depravato spettacolo di poco prima. Il baffuto si accorse di lui e gli fece cenno di avvicinarsi.

Il gesto non piacque certamente a Diego perché - per la verità – nella camera del piano di sopra, dopo aver dovuto assistere a quel perverso rapporto anale terminato in una rivoltante eiaculazione sul fondoschiena del compagno, aveva avuto la netta impressione di essere stato oggetto di una occhiata non proprio innocente da parte di quello schifoso energumeno, diretta ai suoi attillatissimi jeans rossi - ed in particolare al lato posteriore riflesso in uno specchio.

Riconobbe a se stesso che ricevere sguardi peccaminosi era di per sé piacevole ma ovviamente lo infastidiva non poco l’idea che lo facesse un maschio, in aggiunta dedito a pratiche immorali e contro natura come quelle appena viste.

Invece i due viziosi volevano solo ordinare per cui il giovane si tranquillizzò.

Raccolta la comanda, il baffuto, quello più espansivo e ‘attivo’ dei due chiese:
“Sei nuovo qui, vero? Come ti chiami, ragazzo?”
Il giovane disse di chiamarsi Diego e di trovarsi da poco a servizio in quel posto.

Il ‘maiale sodomizzatore’, come lo aveva soprannominato dentro di sé il moretto, rispose:
“Ero sicuro di non averti mai visto qui! Avrei subito riconosciuto e ricordato quel tuo sculettare in giro per il ristorante, oltre a quei due meloncini che ti porti dietro, irresistibili, soprattutto quando ti pieghi in avanti per servire ai tavoli! Mmmhhh! Direi che il nome - e non solo quello - ti stanno a pennello! Ottimo acquisto! E… fai solo servizi in sala o ne offri altri, diciamo più… personali altrove?”

Bisogna a questo punto precisare che il locale era per sua natura frequentato da generi di clientela assai diversi e, per evidenti motivi di convenienza, a cameriere e camerieri era stato ‘suggerito’ di non reagire a commenti, battute, finanche a turpiloqui pesanti. Al limite di assecondarli...
Diego, pensando che tali raccomandazioni riguardassero il solo personale femminile, non vi diede importanza.

Avrebbe invece presto scoperto quanto questi frasari potessero diventare espliciti ed invasivi anche per il suo genere!

‘Conosci te stesso!’, stava scritto sul tempio di Apollo a Delfi. Ma in quella stessa sciagurata serata sarebbe arrivata un’ulteriore bordata alla granitica irreprensibilità della quale il giovane era così convinto.

Notò che gli occhi di quel losco figuro si erano apertamente posati sulla sua patta rossa per puntarla, fissi e decisi. Si rassegnò a fare buon viso all’insolito e pure irritante gioco.
“Lavo piatti, rassetto le camere ed eseguo piccole riparazioni!”

“Ah! E per questo prima eri in quella camera!”
Il giovane annuì mentre l'uomo non sembrava intenzionato a spostare altrove la propria, apertamente libidinosa, attenzione.

“Sai, pensavo fossi un guardone, magari desideroso di partecipare al nostro gioco ma timoroso di proporti! Oppure uno di quei recchioncelli marchettari che in questi tuguri equivoci, frequentati da noi camionisti e compari con qualche colpo sempre in canna, talvolta si incontrano! Pronti a sacrificare mani, labbra e buchetto, pur di tirare su qualche soldo in più oltre la paga! Beh, spesso per meglio dire anche a concedersi con propria soddisfazione. Comunque lui è Rudi ed io Renato! Durante le soste mi piace conoscere gente nuova e stimolante! E tu lo sembri proprio, a partire da questi calzoni che non saprei se definire più da troietto o da finocchietto, che così stretti stretti ti stanno un incanto!”

Scostò la testa per passare ad osservare il profilo del fondoschiena del giovane:
“Mmmmhhh! Soprattutto queste curvette! Guarda Rudi, guarda anche tu questo delizioso sederotto!”

Non contento, osò protendere una mano per portarla, ben aperta, dietro al posteriore del ragazzo e a pochi centimetri da esso, cominciando a simulare un palpeggiamento con ampio movimento rotatorio.
“Chissà quali cupolette di porcellana trattiene e che valletta di delizie protegge, questo rosso tessuto che le stringe e contiene così bene! E che mi ingrifa alla grande! Mmmhhhh! Sembra proprio il culetto di un voglioso frocetto che si abbiglia in maniera tale da attirare sguardi lubrìchi e risvegliare fantasie particolari in noi, uomini sensibili!”

Passava abilmente accanto ai glutei di Diego, quasi sfiorandoli, tanto da dargli una - sicuramente solo apparente - sensazione di calore proveniente dal palmo.

Strani brividi percorrevano il corpo del ragazzo, in bilico fra l’intimo rifiuto per un atto tanto osceno e l’oggettiva, potenziale piacevolezza di un tale gesto, senza ovviamente considerare il sesso dell’autore.
“Immagino che il buchino sia illibato, vero? Ma prima, di sopra, prima di trapanare il mio amico, anche solo due strusciatine di cazzo duro fra le tue natichine me lo avrebbero fatto tirare ancora di più!”

Preda di una agitazione crescente, causata sia dalla depravazione di quelle affermazioni ma anche dalla innaturale attrazione mostrata da quel bieco personaggio nei suoi confronti - della quale non aveva chiaro quanto potesse trasformarsi in realtà - il moretto decise di porre un freno:
“Ehm, signore, non mi sembra il caso! E questi pantaloni li ho indossati senza secondi fini, sono di moda e basta!”

Renato finalmente ritirò il braccio, sorridendo però malizioso:
“Sarà sicuramente come dici ma secondo me sei sprecato, qui, in questa topaia, come sguattero! Mmmhhh! Perché io, un’altra idea, l’avrei! Eccome! Mmmhhhh! Siedi con noi che ne parliamo! e magari te ne convinci pure tu”

Diego rispose:
“Devo servire gli altri clienti! E comunque non saprei cos’altro potrei fare!”
Pensando di arginare lo svergognato avventore, aggiunse con voce più ferma e decisa:
“E, come dice lei, sono illibato e non desidero certo perdere ‘quella’ mia verginità!”

Il baffuto rise sguaiatamente e riprese:
“Aaarrrh aaarrrh! Senti senti! Peccato! Perché sei proprio un bel puttino! Saprei io prepararti al grande sfondamento! Mmmhhh! Dopo aver perlustrato con mani e bocca queste tue rotondità mozzafiato cominciare a sfilare lentamente - e con un certo dispiacere - questi jeans da sballo, liberando il tuo sicuramente candido deretanino, pennellerei poi il mio bananone già sbrodolante di voglia sulle tue sode cupolette, tirando qua e là i miei abbondanti fili di vischioso fluido preliminare, fino a ricoprirle tutte! Poi magari Rudi lo leccherebbe via dalle tue collinette lucide e vellutate, assaporando il mio prelibato nettare! Mmmmhhhhh!
A quel punto te le aprirei come un meloncino maturo per affondarci in mezzo tutta la faccia! Sentiresti come la mia lingua sa danzare su un buchino stretto e inviolato come il tuo mentre i miei baffi punzecchierebbero la delicata pelle della tua sublime valletta! Scommetto che troverei una dolce rosellina la quale, dopo una breve resistenza, alcuni mulinelli e spintine ben assestate inizierebbe a fremere e pulsare per farti scoprire un piacere mai provato né immaginato! Mmmmmhhhh! Comincia a piacerti l’idea?”

Diego fu ulteriormente turbato dalla descrizione di quel gioco, altamente erotico ed eccitante ma non certo fatto da un uomo e ancor meno da quel maiale!
Ma costui non sembrava sazio di schifezze e proseguì:
“Un approfondito trattamento fatto di spatolate, succhi e risucchi al tuo buco di culo abbatterebbe infine ogni tua remora, portandoti a supplicarmi di darti una bella sciabolata di nerchia!”

Prese ad emettere rumorosi soffi, come un toro pronto ad attaccare.
“Ffffhhh! Oooofffhhh! Ti prenderei qui, su questo tavolo, davanti a tutti, sbattendoti di schiena sul piano, ti tirerei a me per fare sporgere il fondoschiena dal bordo! E, avvinghiato alle tue coscette sicuramente pelosine, punterei la cappellona gonfia fra le tue melotte ancora umide. Nemmeno un dopo secondo dopo sentiresti il mio tarellone, tanto arrazzato da diventare tipo mazza da baseball, entrare in te, violando il buchino, allargando l’angusto budello come un trapano da cantiere e affondando deciso, finché la corsa non venga arrestata dalle tue chiappette, messe lì a mo’ di piccoli, morbidi paraurti contro i miei gonfi coglioni!
Pensa che bello: un solo, secco e profondo colpo che ti svergina in un istante, aprendoti in due come un cocomero maturo, invece di quei fastidiosi spingi e rilascia di chi vuole farlo la prima volta, inutilmente estenuanti e altrettanto dolorosi, in fondo!”

La foga della narrazione di Renato non sembrava conoscere limite.
“Una volta alesato a dovere il cilindro, per abituarlo in fretta alle visite di stantuffi di tutti i diametri, iniziare la finitura, con un bel pistonamento, tipo biella di motore marino, lento ma completo e inarrestabile! Mmmmmhhh! E guardare la tua faccina da finto pudìco, dopo alcune smorfie di dolore, distendersi progressivamente in un nuovo e sconosciuto godimento, un mare di piacere su cui navigare ed esplorare affondo dopo affondo! Credo che quasi tutti i maschi presenti in sala, alla vista di questo spettacolo, si metterebbero attorno a te per iniziare a segarsi, mugolando in coro, bombardandoti infine a turno di getti di seme dal petto al viso! Aaaahhh che sballo!”

Tacque improvvisamente, guardando il giovane cameriere diritto negli occhi:
“Vuoi sapere come andrà a finire?”

Spinto da una strana curiosità, venata di un imprevisto senso di lussuria, il giovanetto annuì appena.
“Aaaarrrhhh! Lo sapevo! Comincia a piacerti l’idea! Io non ti spruzzerei addosso, visto che saresti già interamente cosparso di laghi e ruscelli di sperma! No! Ti tirerei giù, in ginocchio davanti a me, appoggerei la mia cappella gonfia fra quelle tue morbide labbra da pompinaro - non temere, appena appena! – perché arrazzato al massimo non avrei nemmeno bisogno di muovermi per cominciare a sborrarti in bocca! Mmmmmhhhh! Credo talmente tanta che nemmeno puoi immaginare e che tu - all’arrivo sulla lingua di quel prelibato fluido - inizieresti a trangugiare avidamente da fartela quasi andare di traverso!”

Il moretto stava accanto a lui, imbambolato in uno sguardo indefinibile.
“Comincio a pensare che tu sia un piccolo-grande prendinculo e ciucciacazzi ma ancora non te ne sia reso conto!”

Invece Diego aveva iniziato a tremare vistosamente, l’uomo se ne accorse e fece finalmente marcia indietro:
“Calmati, ragazzo, calmati! Stavo scherzando. Non volevo agitarti ma solo farti dei complimenti! Mi arrapi come pochi ma capisco che forse non è il tuo genere! Continua a preferire fighette profumate al sapore del sesso fra maschi, forte, intenso e completo!”

Totalmente frastornato, il giovane si allontanò, chiedendo ad un collega di sostituirlo qualche minuto per rifugiarsi nella saletta-mensa dei dipendenti, a quell’ora deserta.
Era molto scosso ed agitato, sudava e tremava per l’emozione di quelle frasi tanto esplicite, offensive ed umilianti. Certo, alla fine si era scusato, affermando di aver solo voluto fargli dei complimenti, ma rimanevano indubbiamente espressioni volgari e violente, compreso – anzi in particolare – il finto palpeggiamento del suo fondoschiena.
Addirittura balenò in lui un certo senso di colpa: perché, proprio quel giorno, aveva indossato quei jeans evidentemente tanto malandrini? Quel genere di pantaloni – dai colori sgargianti ed estremamente attillati - era molto in voga, in quel periodo, lui stesso li ammirava sulle forme di donne e ragazze, traendone anche notevole eccitazione! Perché non aveva pensato che tale abbigliamento avrebbe potuto provocare simili reazioni in un uomo interessato al proprio stesso sesso? Reagì: no, lui non aveva responsabilità, quello era un porco e basta!

Risolse di passare oltre, di non rimuginare, affrontare l’episodio con ironia, arrivando addirittura a pensare di poter gradire sì carezze sul didietro ma da mano delicata e soprattutto esclusivamente femminile.

Invece, il tarlo della trasgressione e di curiosità inespresse stava iniziando a scavare nei meandri della sua giovane, innocente e ancora inesperta mente.

Maggio 2023

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