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Gay & Bisex

(41) Facchino Di Albergo - Entra Da Tergo


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
27.10.2023    |    10.877    |    9 7.8
"Partirei certamente con l’ultimo arrivato, il nuovo addetto all’ascensore..."
Mi presento: sono Facchino di Albergo, alto x, peso y e cazzo z. In verità vorrei sottoporre alla Vostra cortese attenzione le tre vere seccature che mi angustiano, nonostante una vita sino ad oggi complessivamente felice: 1) non sono portiere di notte, 2) sono un uomo esteticamente gradevole, 3) ho un pisello molto vivace.
Partiamo da quest’ultimo.
Il mio attributo è assolutamente normale. Come dice un motto assai noto: ‘non lungo che tocchi, non grosso che otturi ma duro che duri è un cazzo coi fiocchi’. Qualcuno ora ghignerà: ‘ahahahah, ecco, lo ha piccolo!’ Nossignori: il problema del mio non sono le dimensioni - non eccelle ma nemmeno sfigura - tantomeno la durata, quanto il fatto che si sveglia al minimo stimolo! Una scollatura un po’ generosa su un seno procace? Lui si alza. Una gonna aderente su due belle natiche sode? Lui si erige. Una caviglia tesa su tacco 12? Lui si inorgoglisce.
Come dite? Questo dovrebbe essere un racconto ‘omosex’? Vero, scusate.
È che degli uomini quello che mi intriga sono gli sguardi, la profondità degli occhi, certi movimenti che rivelano classe ed eleganza oppure virile ruvidità. Certo, un bel culetto spingente sotto quei jeans che vanno oggigiorno o certi pantaloni da uomo d’affari lo fanno diventare un Saturno V sulla rampa di lancio 39/A di Capo Kennedy! Quindi non mi si dica che preferisco le donne.
Preciso sin d’ora che sono esclusivamente, come si dice in gergo, ‘attivo’; le eccezioni piuttosto rare. La sola persona che può disporre liberamente del mio burellino è quella di cui parlerò qui di seguito.

Sono in questo albergo - anzi hotel quattro stelle - praticamente da sempre. Iniziai - e fui iniziato ad apprezzare il mondo sessuale maschile - grazie al Direttore di allora - che si è purtroppo recentemente licenziato per ‘incompatibilità’ con i nuovi padroni. Forse lo farò anch’io ma non posso subito.

Nel 1964 compivo quattordici anni e le condizioni economiche della mia famiglia erano piuttosto precarie. Mio padre faceva il muratore e l’impresa per la quale lavorava aveva appena terminato la ristrutturazione di un’ala dell’edificio, rimasta abbandonata per quasi venti anni a seguito dei bombardamenti della guerra. Per la verità anche il resto del grande complesso non era in condizioni eccelse e il figlio dei proprietari - ereditato il tutto - aveva deciso di riportare al lustro originario quella struttura storica della Capitale, in posizione strategica rispetto al centro, vicina alla stazione ferroviaria e ai ministeri più importanti. Gli investimenti furono notevoli, in capitali ma anche in personale. Fra questi il Direttore: un giovane promettente, fresco di scuola alberghiera.
Fu lui a proporre di assumermi come ‘garzone ascensorista’: un lavoretto facile facile che avrebbe portato un secondo stipendio in famiglia. In più avevo diritto a vitto e alloggio. In pratica tornavo a casa una volta al mese e talvolta nemmeno.
Grazie ad un intenso percorso di corsi professionali impostomi dallo stesso Direttore - barman, cameriere di sala, caldaista, elettricista, idraulico - potei diventare ufficialmente ‘capofacchino’, con stipendio pari agli altri ‘capiservizio’ quali chef di cucina o maître.
A 28 anni sono, senza falsa modestia, una figura centrale dell’Hotel.
Ho avuto modo di conoscere tante e tante persone le più diverse - anche importanti -, oltre a tutti i colleghi, più o meno simpatici. E altrettanto più o meno 'appetibili'.
Questo lungo preambolo poco erotico solo per spiegare il contesto in cui trascorsi adolescenza e giovinezza.

Soprattutto però devo a Lui - il mio Direttore -, più vecchio di me di soli quattro anni, la mia prima esperienza sessuale, nondimeno molto dolce e gratificante. Ma questa, semmai, sarà materia per un racconto specifico. Sappiate soltanto che anche allora fu causata - o meglio favorita - da questo vizio del mio ammennicolo di gonfiarsi facilmente e soprattutto spontaneamente.
Torniamo infatti a parlare di questo fastidioso fenomeno. Fastidioso perché, abbinato ad una abbondante produzione di fluido trasparente preliminare, mi costringe ad indossare due strati di biancheria: un mutandone spesso e sotto uno slip.
Il peggio è che poi, per farlo calmare, devo ritirarmi in qualche bagno o locale di servizio per menarlo a dovere. E questo capita mediamente due-tre, anche quattro volte al giorno, poiché talvolta basta il pensiero di qualche giochino peccaminoso per attivare il razzo.
Certamente ha spesso risvolti piacevoli, ad esempio quando incontro qualche collega che so gradire il fallo: giù le braghe, trapanata, scarica finale - fuori o dentro a seconda delle preferenze - oppure succhiatina espresso in un ripostiglio o camera libera. La quantità di seme emesso è spesso ridotta se non quasi assente ma chi può sinceramente affermare di sentire tutte le volte nel retto l’eiaculazione dell’inseminatore di turno?

Come spiegato, per destare il briccone è sufficiente un qualsiasi incoraggiamento. Ora entra in gioco la seconda grana: la mia ‘gradevolezza’. Non mi ritengo un bell’uomo ma chissà perché risveglio - in entrambi i sessi - una immediata simpatia che spesso trascende in attrazione. Avete capito.
E qui - devo dire quasi esclusivamente donne - fra sfioramenti in ascensore, aggiustamenti di calze, ammiccanti leccatine di labbra o - peggio - spogliarelli prima di allungare l’annunciata mancia, il lavoro diventa veramente duro. O meglio: il pistacchio!
Non potendomi il più delle volte soffermare per i ritmi sostenuti ma anche perché - sinceramente -preferisco un sano pompino o inculata fra ometti, giro a lungo con questo bastone rigido e gocciolante dentro i pantaloni.

Parentesi: l’uomo, di solito, ha un approccio più riservato, discreto, anche perché non è mai certo che la ‘controparte’ abbia effettivamente interesse a incrociare il proprio pene con il suo o scambiare visite di cortesia attraverso la ‘via innaturale’. Si aggiunga il rischio di essere poi marchiato con il poco piacevole epiteto di ‘recchione’ o peggio ‘busone’.

E veniamo alla prima difficoltà: perché portiere di notte e non più facchino, soprattutto nella mia posizione attuale?
Innanzitutto significherebbe una notevole riduzione dello stipendio che in questo momento non mi posso permettere, dovendo aiutare i miei ormai anziani genitori.
Ma soprattutto - avendo meno contatti con ospiti e colleghi, conseguentemente meno stimoli - potrei finalmente ridurre il ‘carico di lavoro’ al mio povero salame, magari tornando a raccogliere nei miei testicoli, perennemente semivuoti, un po’ più di sborra da donare al mio amante fisso: il Direttore che ora vado a trovare una volta a settimana a casa sua, dalla parte opposta della nostra metropoli.

Temo che al momento dovrò continuare così fino a nuove lune.

Farei ora una rapida carrellata su alcuni personaggi degni di menzione, chiedendo poi a Voi lettori di esprimere eventuali desideri, di approfondirne alcuni piuttosto che altri. O nessuno.
Sono ovviamente escluse le rappresentanti di sesso femminile - sia colleghe che clienti più o meno abituali - con le quali spesso mi ‘confronto’, sia per doveri vari ma anche per piacere personale: fare visita ad una bella sorcona umida e pelosa, impastando al contempo due belle tettone sode è sempre un piacevole diversivo. Non me ne abbiano i finocchi puristi.

Partirei certamente con l’ultimo arrivato, il nuovo addetto all’ascensore. Cioè, in verità assunto come ‘commis de rang’ si è rivelato assolutamente inadatto al servizio in sala ed è stato affidato a me per valutarne un impiego diverso.
Svelato subito essere un assatanato prendinculo piuttosto sboccato e sporcaccione, dopo una decisa e profonda opera di restauro igienico-comportamentale l'ho infilato nella cabina dell’elevatore dove, nei casi di emergenza, posso utilizzarlo in sveltine in piedi per scaricare tensione e coglioni. Bloccato impianto e porte all’interrato, rapido ‘zin zin’ nel discreto e accogliente buchino e subito di nuovo sulle barricate.

Di tutt’altra pasta un moretto proveniente da non ho capito quale città al confine del Paese assieme ad una biondona. Entrambi assunti contemporaneamente all’altro, lei cameriera già formata, lui viene subito ‘promosso’ ad aiuto cameriere. Sono molto affiatati ma non sembrano stare assieme. Il moretto è educato ed elegante, labbra superbe e sederotto formidabile, credo dovrò sondare un suo eventuale interesse a speleologia e dintorni. La ragazza deve avere un paio di anni in più, fine pure lei ma anche gnocca stratosferica: nonostante la mia preferenza di base, con questa scantonerei molto volentieri! Chissà: chi vivrà vedrà.

Veniamo al settore cucina, dove troviamo due aiutanti palesemente ‘checche’, occupanti la stessa stanza di servizio e probabilmente formanti una coppia. Infatti litigano spesso, forse anche a causa del pasticciere il quale - classico robustone pelosissimo -, sposato con una barista ma anche frequentemente a caccia su pascoli foresti - sia femminei che maschili -, mi ha confidato di effettuare monte regolari, una volta all’uno e poi all’altro.

Troviamo poi il caldaista, collaboratore esterno ma spesso impegnato in riparazioni a causa dell’impianto che comincia ad avere una certa età. Gran fisico, muscoloso, con due glutei scolpiti in mezzo ai quali adoro - nel tepore della centrale termica - muovere il mio tronco che in quelle occasioni assume una rigidezza particolarmente legnosa.

D’estate le varie ‘brigate’ vengono rinforzate da sguatteri, solitamente studenti. Con questi mi piace giocare, spesso anche perfidamente, organizzando per loro incontri con cameriere di sala e di piano dietro corresponsione di una ‘tangente’ consistente in pompini o seghe nei recessi più nascosti dell’immenso fabbricato e pertinenze. Spesso capitano maschietti ben disposti anche a concedere il loro, di recesso, eheheheh!

Passando alla categoria ‘clienti & ospiti’ bisogna distinguere fra quelli ‘mordi e fuggi’ - la maggioranza - e chi, per un motivo o per l’altro, torna più o meno spesso.
Fra questi parlamentari, viaggiatori, professionisti e via elencando.
Anche qui vale quanto detto per gli inservienti della stagione calda, con la differenza che i ‘sodomitici peccati’ vengono perpetrati solitamente nella comodità e discrezione delle camere.

Menzione particolare merita un ingegnere forestale - per la verità residente qui nella Capitale - che si avvale della nostra struttura per incontri clandestini di ‘altra sponda’. Brizzolato e decisamente interessante - come manzo da sesso intendo -, preferisce carne giovane tipo universitari e affini. Per me incontrarlo ogni volta è un calvario, sia perché pretende che lo accompagni fin dentro la camera, pur dovendogli portare solo una borsa da medico, ma soprattutto perché, appena entrati, si spoglia dei pantaloni davanti a me, mostrando sempre slip talmente aderenti alle superlative mele posteriori da rischiare di farmi sborrare spontaneamente sul posto.
Non scherza nemmeno sul davanti, sfoggiando un notevole missile. L’altro giorno il cilindrone mi è parso particolarmente generoso e quando mi si è avvicinato per passarmi la solita banconota ‘extra’ non ho potuto non notare l'ogiva - volgarmente detta cappellona - che faceva l’occhiolino dal bordo superiore dell’indumento. Non so se per causa mia o per il puttino che poco meno di mezz’ora dopo si sarebbe presentato alla reception.
Ecco: diciamo che per un obice come quello sarei disposto ad aprire il mio scrigno posteriore.

Questo pomeriggio mi ha fatto una strana richiesta: abbiamo fra gli ospiti una coppia di industriali del legno, lui ha chiesto la stanza adiacente a quella del loro giovane figliolo e a me se fossi libero a sera tarda per un non meglio specificato ‘triplo servizio’. Caso molto sospetto: una porta interna rende intercomunicanti le due matrimoniali uso singolo. Ho accettato: vedremo!

Ultimo esemplare un anziano e famoso scrittore che vive stabilmente in una suite. Praticamente ‘fuori mercato’ dal punto di vista di qualsivoglia attività sessuale personale, organizza periodicamente festicciole fra uomini di varie età e stazze.
Ho potuto più volte assistere brevemente ad alcune di queste orge in occasione di accompagnamenti di ritardatari e ricevuto ripetuti inviti a partecipare. Penso che mi ci tufferò alla prima occasione: da quello che ho visto, la fauna coinvolta è selezionata e di sicuro pregio.

E con questo concluderei questa panoramica sulla mia vita trascorsa. Ho utilizzato il tempo presente per comodità ma in realtà tutto quanto raccontato si è svolto fino alla fine degli anni ’70.

Oggi, passati i 70 - anni di età - quelli sono fra i miei ricordi più belli. Certo, ho avuto esperienze meravigliose anche dopo, ma in fondo mi è rimasta una certa nostalgia per quelle tre seccature che terminarono progressivamente: lasciai quell’albergo poco dopo - a causa del clima poco piacevole instauratosi - per fare finalmente il portiere di notte in un altro, decisamente più piccolo e con assai meno ‘distrazioni’, i segni del tempo cominciarono a solcare il mio viso e ‘lui’, il ‘sempre ritto’, perse lentamente il suo entusiasmo.

Una cosa è rimasta la stessa: l’affetto per il mio Direttore, con il quale convivo felicemente ormai da oltre otto lustri.

Come scritto, chi volesse approfondire alcune delle ‘maschere’ sopra sommariamente presentate non ha che da chiederlo nei modi d’uso.

Un saluto da Portiere di Notte.

Ottobre 2023

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