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Un allucinante viaggio di piacere - 5. episodio - Il gioco dei due tappi: buchino e bocchino


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
19.05.2023    |    7.285    |    13 9.7
"“Oooohh, ooohhh, ooohhh! Bravo così! Siiiii! Mmmhhh! Gustati il banano, scimmietta! Mmmhhhh!” Diego stava praticando una fellatio ad un maschio: era un..."
“Diego, non accettare caramelle dagli sconosciuti! Diego, non mostrare mai le tue cosine a nessuno! Diego, non guardare i sederi delle ragazze! Diego, non ti toccare, diventerai cieco e ti cadrà una mano! Diego, quei giornalini di cose zozze che ho trovato nascosti, i ragazzi perbene come te non li guardano! (N.d.r.: svariati numeri di ‘Caballero’ e de “Le Ore”, ovviamente mandati al macero dalla madre!) Diego, attento quando andrai a militare: lì i maschietti fanno cose sporche fra loro e finiscono in prigione!
E proprio quelle ‘cose sporche’ il giovane stava facendo in quell’autocarro, durante quel viaggio notturno verso la Capitale, in quella serata in cui avrebbe buttato nel cestino della sua mente tutti i pregiudizi e i tabù della sua repressiva e puritana educazione, lasciandosi palpeggiare nelle parti intime da un altro uomo, sborrando dentro i propri pantaloni e masturbando il biondo Rudi, compare del camionista Renato, bruno e baffuto. E cosa ancora lo attendeva?
Nel IV episodio lo avevamo lasciato in balia del perverso camionista, impegnato in ampie carezze sul suo sedere, e forse pronto a dover imboccare il fallo dell’altro.

Renato dal canto suo era in dubbio se raggiungere il proprio scopo finale continuando la tattica da ‘gatto e topo’ oppure passare ad una azione di sfondamento, circa come descritta nel primo capitolo: denudare il maschietto senza tante manfrine, ficcarglielo in culo sulla panchetta del camion, fotterlo per bene, infine imbottirlo con una abbondante dose di sborra bollente nella retrovia mentre Rudi avrebbe potuto mandargli di traverso la sua, dopo avergli ficcato in gola il pisello ed esserselo fatto pompare alla grande.

Il moretto era ancora seduto con il viso davanti al fallo del biondo, duro e svettante.
Renato guardò un attimo il compare, facendogli segno di aspettare ancora e decise.
“Allora è veramente la prima volta che traffichi con uomini? Peccato! Mi pare impossibile che con il viavai che c’è alla locanda nessuno dei miei porci colleghi ti abbia già messo gli occhi addosso! Anzi, le mani o peggio! Perché hai proprio le forme e le movenze da frocetto, sai? Indossi un bel jeans rosso, talmente aderente al tuo paccozzo ma soprattutto alle tue chiappette tonde da arrapare alla grande! Poi vai in giro ancheggiando fra i tavoli quasi a voler dire: 'chi mi segue in bagno e mi trapana il culo?’ Per non parlare di queste labbra, così gonfie e morbide da fare bramare di infilarci la mazza! E vederle scorrere avanti e indietro sul batacchio mentre ciucci e fai roteare la lingua sulla cappella! Uuuuhhhh! Non voglio pensarci ché mi scoppia l’idrante e vernicio di broda tutto l’interno della cabina del camion!
Un primo passo l’hai fatto. Ora metti da parte le tue fisime e ti lasci andare! Ne ho convertiti vari, sai? All’inizio siete spesso reticenti ma quando riesco a ficcarvi in gola il tarellone, ve lo gustate come un biberon! Diventate subito avidi! Vi attaccate come adolescenti che scoprono il sapore della fava e non vogliono mollarla più!
Aggiungi che i maschi sono spesso migliori delle femmine a ciucciare cazzi! Potresti quindi approfittarne all’inverso anche tu e bearti di allegri bocchini fatti da altri! Dai, comincia a sgolinare il mio amico e lasciami fare!”

Mentre una sua mano proseguiva le ampie rotazioni sul posteriore, l’altra spinse dietro la nuca deI ragazzo, il quale si lasciò scivolare in bocca la cappella di Rudi che gemette:
“Uuuggghhh Siiiii! Cosiiiiiiiii! Infaucia questa salsiccia, piccolo troietto!”
Il camionista lo guidò a giungere a metà per poi risalire nuovamente verso la punta, ridiscendere ancora ma un po’ di più, iniziando un lento e sempre più profondo dentro-fuori.
Diego provò inizialmente un certo ribrezzo: era l’organo sessuale di un uomo, quello che stava letteralmente irrumando, altro che salsiccia! Dovette però ammettere che quella ‘carne’ era decisamente particolare!
La regia di quel pompino passò presto ad una mano di Rudi che cominciò a condurre ed ampliare le escursioni.
“Oooohh, ooohhh, ooohhh! Bravo così! Siiiii! Mmmhhh! Gustati il banano, scimmietta! Mmmhhhh!”

Diego stava praticando una fellatio ad un maschio: era un atto depravato e innaturale però una luce intensa e piacevole stava attraversando la breccia della sua ‘stanza senza finestre’, illuminandola e riscaldandola.
In quel momento – per la verità – il calore proveniva più che altro dalla mano di Renato, imperterrita nell’intenso palpeggiamento del suo sedere. Ma tutto ciò lo stava decisamente eccitando! Il fastidio stava lasciando spazio ad un nuovo, sconosciuto godimento.

Iniziò così a partecipare timidamente al movimento labiale sull’attrezzo, avvolgendolo con maggior decisione e premendovi contro anche la lingua.
“Come va, l’innocentino, Rudi?”
“Uuuuhhhh! Innocente una fava! Gli piace il pitone! Mmmmhhhh! Inizia a pompare da solo questo sordido recchioncello! Mmmmhhhh! Sentissi che roba, Renato! Stringe sempre più attorno e ora spinge pure con la linguetta! Diventerà sicuramente un insaziabile ingollaminchie!”
Il moretto era sempre più inebriato dall’avere in bocca un pene, ne sentiva la consistenza, il turgore, quella sorta di pulsazione che lo percorreva al passaggio delle sue labbra, oltre al sapore, insolito e irresistibile!

Il baffuto camionista, intensificando il massaggio dei glutei, aveva intanto lentamente e delicatamente aperto fibbia e patta del jeans del ragazzo.
Non fu quindi difficile agganciare con le dita la cinta sul retro e con forza abbassarla assieme agli slip.
Un estremo lampo balenò in Diego: il timore della deflorazione anale! Girò la testa e gemette:
“No, prego, no! Questo no!”
Renato non gli diede ascolto e con abile movimento denudò il posteriore:
“Fermo e zitto! Non intendo farti del male ma è arrivato il momento di liberare questi meravigliosi meloncini! Mmmmhhh! Pensavo fossero candidi e lisci, invece hai un gran bel sederino peloso! Adoro i culi così: voglio perdermi in questa selva oscura! Mmmmhhhh! Torna a fumarti il sigarone di Rudi e vedrai che ti farò impazzire di libidine!”
Diego riprese il servizietto al biondo, sempre più attratto dal gusto, richiamando continuamente saliva per lubrificare il movimento.

Una mano dell’uomo si aprì in corrispondenza del coccige e cominciò a scivolare sui cupolotti inarcati. Come cavalieri accanto al loro re, le dita si divaricarono e accompagnarono lateralmente il medio che affondò nel villoso solco infranatiche per giungere all’ano, dove si fermò.
“Mmmhhhh! Che deretano da favola hai! Non immagini quanto mi abbia arrazzato! Ora danzeremo su queste dolci colline e visiteremo l’antro delle delizie!”
Cominciò a premere e rilasciare sul burello mentre gli altri polpastrelli scorrevano accanto.

Sentì poi il braccio del camionista stringerlo un po’ di più sui fianchi, quasi a volerlo bloccare, quindi i palmi afferrare i sodi volumi per divaricarli con decisione.
Il buchino si presentò all’uomo, attorniato dal folto pelo scuro lungo tutta la valletta.
“Eccola, la rosellina tanto bramata! Mmmmhhhh! Ora la suggeremo come fiore raro in questo orto di erbetta scura!”
Renato si tuffò con lingua puntata, iniziando subito a mulinellare rapido.
Un violento sussulto attraversò il ragazzo dalla testa ai piedi, intenso come un’esplosione interna.
Leccò, succhiò, ricoprì di saliva il forellino, picchiettò con i baffi sulla delicata pelle delle melotte del giovane il quale proseguiva a pieno ritmo il lavoro orale, sopraffatto dalla libidine che continuava a crescere in lui, ora anche grazie a questo inusuale cunnilinguo.

Il torbido camionista risollevò il viso per chiudere il pugno, tendere il medio e puntarlo contro l’orifizio:
“È arrivata l’ora della suppostina!”
Diego, memore dell’esperimento fatto su se stesso qualche ora prima, distese i muscoli.
Il dito forzò appena: l’anello, madido e ben lubrificato dal precedente slinguazzamento, si schiuse per accoglierlo senza fatica e Renato cominciò subito a scorrere delicatamente all’interno:
“Mmmhhhh! Sapevo che qui in mezzo c’era un paradiso!”
Il dito, diritto e rigido, andava avanti e indietro nel canalino, ad ogni affondo le nocche colpivano i glutei, donando ulteriori sensazioni al giovanetto.
Non contento, spinse poi dentro anche l’indice e prese a muovere con maggior lena:
“Mmmhhhh! I tuoi muscoletti interni sono così belli rilassati che devo raddoppiare la punta del trapano per fotterti meglio! Mmmmhhh! È il gioco dei due tappi: ditalino nel buchino e bocchino al pisellino! Ti sta piacendo, piccolo cagnolino voglioso!”
Era vero: stava apprezzando quelle pratiche tanto innaturali quanto coinvolgenti e goduriose!

Sentì poco dopo qualcosa di compatto e umido appoggiarsi a una chiappa e strusciare. Era ovviamente il pisello eretto del camionista. Ormai praticamente senza controllo, Diego protese la mano per impugnarlo.
“Cazzo siiiiii! Strepitosooooo! Vuoi anche rasparmelo! Siiiiii! Vai, Vaiiiiii! Smanettami il bastone!”
Prese a segargli il rigido pilone, senza rallentare il pompaggio al fallone di Rudi - iniziando anzi anche a succhiare con forza ad ogni risalita - mentre l’altro lo sditalinava a fondo.

Poco dopo Rudi prese la sua testa fra le mani per accelerare ancora il ritmo e, dopo una serie di affondi particolarmente decisi, lo sentì tremare, il suo bacino ondeggiare e improvvisamente fermarsi:
“Aaaaggghhh! Aaaaggghhh! Eccomiiiiiiiiii! Aaaaggghhh!” - Diego cercò istintivamente di ritirarsi ma il biondo lo bloccò, fermando l’asta a metà del cavo orale - Eeeeehhhhh! Eeeeehhhhh! Siluro uno! Uuuuhhh! – sentì distintamente un primo, potente getto, caldo e denso, spararsi nel suo cavo orale – Eeeeeehhhhh due! Sborroooooooooo! Sborrooooooooo!”
Un altro spruzzo esplose ancora più abbondante, seguito a ruota da almeno altri tre o quattro fiottoni che lo riempirono presto.
“Aaaannnfffhhh! Ora butta giù, puttanello! Butta giù lo sciroppo di zio Rudi che ti disinfetta il gargarozzo! Mmmmhhhhh! Sai quanta panna dovrai ingollare da domani! Mmmmmhhh!”
L’uomo lo teneva fermo con il fallo e tutto quello sperma in bocca. Il moretto non fece molto caso a quella sibillina frase e alzò gli occhi con aria interrogativa verso di lui.
“Non guardarmi così, stronzetto! Non ti mollo finché non hai bevuto tutto il brodino che ho fatto apposta per te!”
Quel liquido pareva piuttosto aspro e Diego – rassegnato - lo deglutì lentamente. Lo trovò alquanto sgradevole ma risentì quel sottile, insinuante, senso di depravazione che ormai lo aveva invaso e rapito.

Renato riprese lo stantuffamento nel retto del ragazzo.
“Oooohhh! Oooohhh! Che troietto abbiamo trovato, Rudi! Ha un telaio strepitoso, una manina divina e due labbra che a vederle lavorare sulla tua mazza mi hanno fatto impazzire! Siiii! E si è pure tracannato tutta la razione di succo di coglioni! Mmmmhhh! Per completare il quadretto manca solo una cosa!”
Scivolò con l’altra mano sul sesso del ragazzo, dove trovò il membro eretto.
“Wow! Lo sapevo! Qui si è svegliato qualcosa! Piccolo, hai fatto tante storie e ora ti è venuto duro! Prova inequivocabile della tua recchionaggine!”
Avvolse dolcemente i testicoli e il pisello, continuando a pestare senza freno nel fremente canale del ragazzo.

Improvvisamente si arrestò con le falangi affondate.
“E Bravo il nostro vitellino da monta che si lascia visitare dal dottore! Ancora un esamino e ci siamo! Come premio ti faccio scoppiare, piccolo finocchietto in divenire!”
L’uomo piegò i polpastrelli a spingere contro la prostata del moretto: una improvvisa quanto violenta scossa elettrica si irradiò da quel punto in tutto il suo corpo, facendolo urlare in un misto di sorpresa, dolore e godimento:
“Aaaaaahhhhh! Aaaahhhhhh! Aaaaaahhhh!”
Le pressioni sulla ghiandola si susseguirono intense mentre il moretto veniva squassato da cavalloni di piacere, in un mare di sensazioni mai provate né immaginate. Anche i suoi pensieri erano in tempesta: era alla mercé di due pervertiti che stavano praticamente abusando di lui ma con lui stesso parte attiva in atti tanto peccaminosi. Non era la maniera che aveva immaginato per una esperienza sessuale ma stava pienamente soddisfacendo le sue incontenibili pulsioni fisiche, tanto a lungo trattenute.

Renato sfilò d’un tratto e violentemente le dita, provocando una fitta al ragazzo:
“Ho naso per i talentuosi! E qui abbiamo trovato un frocetto da primato! Diventerai un depravato e vizioso zoccoletto!”

E ora? Quell’intima perlustrazione poteva essere stato solo il preludio a qualcosa di ancor più peccaminoso e probabilmente non altrettanto piacevole? Quell’omaccione intendeva infilargli il suo grosso e duro membro nello sfintere e scoparlo come aveva raccontato prima, ancora seduti nella locanda?
Certo, sarebbe stato ben più grosso e consistente di due sola dita e sicuramente doloroso!
Ma forse, in fondo, quasi quasi, al limite…
Concluse di sentirsi pronto per una penetrazione anale, ormai completamente succube di quella lussuria perversa.

Renato si rassettò i pantaloni, si rimise al posto di guida, senza proferire parola riavviò il motore e l'autocarro tornò sulla strada.
L'esperienza di quel viaggio allucinante terminava così?
Forse il camionista non aveva voluto esagerare, limitandosi a quei giochetti?
Oppure la sodomizzazione era solo rimandata …alla prossima puntata?

Maggio 2023
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