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(29) Diego 19 - Il risveglio: è peccato disperdere il seme?


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
27.08.2023    |    4.041    |    8 9.9
"“Buonasera signori! Sono qui da poco..."
Dopo giorni e giorni di pippe, con in testa solo una devastante voglia di cazzo, finalmente eccone uno, vero, caldo, consistente! Per ora solo da smanettare ma con appetitosi sviluppi possibili.
Certamente, l’ingresso dei quattro boscaioli avrebbe comunque interrotto sega e palpata al culetto, ma le dita come formiche impazzite sui glutei di Diego, le parole - ‘Queste chiappette! Non dovrei! Tu sei un maschio e questo è contro natura! Ma sono meravigliose! Quelle della tua amica non valgono la metà! Dovrei fermarmi ma non riesco!’ - avrebbero dovuto fare capire che quello strano personaggio, bigotto ma con licenza di trasgredire, andava accompagnato passo passo nel piacere del sesso fra uomini. Invece, rovinare tutto per essersi lasciati soverchiare dalla lussuria, per aver voluto subito esagerare, superando un limite che si poteva prevedere. Che disdetta!

Il fallo dell’uomo sparì quasi all’istante nel jeans, Diego raccolse da terra il boxerino appena sfilato ma si rese conto che il tempo per indossarlo non c’era, per cui lo cacciò nella tasca anteriore del grembiule. E nella concitazione si dimenticò di richiudere il ‘siparietto’ sul retro: baratro sul disastro? Forse no.

I quattro nuovi arrivati si accomodarono al tavolo più vicino all’entrata, dal quale non si vedeva quello del ‘peccatore’.
Il giovane cameriere accolse l’allegra brigata: tre biondi e un rosso - che se non fosse stato per il colore dei capelli, delle folte barbe, evidentemente non curate e dei baffoni, non si sarebbero potuti distinguere fra loro in quanto piantati tutti su lunghe gambe sovrastate da corpi importanti, robusti ma per via dei muscoli, sviluppati senza dubbio con l’impegnativo lavoro nella foresta.
No, a guardarli meglio, avevano anche gli occhi diversi: due biondi pupille marroni, gli altri due azzurre.

Con queste ultime gli avventori fecero subito un esame approfondito al fisichino di Diego:
“Ehilà! Nuovo puledrino in scuderia? Aaarrrhhh! Aaarrrhhh!”
Il ragazzo sorrise sornione, stavolta avvezzo e pronto alle battutine allusive.
“Buonasera signori! Sono qui da poco.”
“Mmmhhh! Serio e professionale, bene! Forza, giovanotto! Abbiamo lavorato fino adesso, prima di andare in branda dobbiamo sciacquarci la gola e mandare giù qualcosa! Quattro pinte di bionda per cominciare e salsicce con patate per tutti.”
Un altro aggiunse:
“Ragazzi, manca la patata per le nostre, di salsicce! - scomposto sghignazzo corale - Niente Alessia stasera?”
Il moretto, voltatosi, si diresse verso il bancone per spillare le birre, non facendo caso ad un fischio inframmezzato, emesso da uno di loro: era forse per le chiappette lasciate mezze nude dal perizoma che facevano capolino fra i bordi del camice, pur nella luce ridotta della sala?

Servite le bevande si spostò in cucina. I loro discorsi giungevano spezzettati, parzialmente sovrastati anche dal friggere delle pietanze sul fuoco.
“Che roba… sculetta … secondo me … il paio con quella zoccola… anche il figlio del… in ditta dicono… vedremo fra qualche giorno quando arriveranno…”
Improvviso silenzio. Poi, quasi un boato:
“Evvivaaaaaaa!”

Il tuttofare buttò un occhio nel ristorante: Alessia, con una vestaglia blu satinata, era piantata davanti ai tipi con i pugni chiusi sulla vita. Richiamata al silenzio l’allegra e troppo rumorosa combriccola si diresse verso la cucina.
“Eccoti! Quelli li ho sistemati io, tranquillo! Vedo che è arrivato anche l’ombroso. Con lui come è andata?”
Si arrestò, puntando il posteriore del ragazzo.
“Ehi! E quel palchetto cos’è? - Avvicinatasi, allargò gli orli - Guarda guarda! Lo volevi tenere al fresco? I miei discorsetti ti hanno smosso qualcosa dentro oppure sei un finocchietto navigato?”
Il moretto si voltò e i due si trovarono l’uno di fronte all’altra.

Gli occhi di Diego tradivano la tempesta improvvisamente scoppiata in lui: confessare alla collega il suo percorso di conversione e l’ormai irrefrenabile desiderio di amplessi maschili con relativi contorni o inventare una storia? Doveva ancora vergognarsi e rimanere nell’ombra, continuare a soffrire oppure.. oppure…
Gli occhi di Alessia trasmettevano fiducia, il sorriso improvvisamente fiorito su quel viso d’angelo, pulito, senza segni di matite o fondotinta, pace e serenità.
Il timido giovane smarrito e la spregiudicata ragazza decisa, bloccati in un intenso sguardo reciproco.
Fu lei, sensibile e comprensiva quale in verità era, a rompere il momento, risolvendo tutto con una carezza sul viso del ragazzo e una semplice frase: “dolce ometto, ho capito tutto, mi racconterai tutto.”

Dando una scherzosa tastata al sedere del maschietto, Alessia riprese il controllo.
“Dai muoviamoci, quelli hanno fame e romperanno ancora! Tu, con il nostro ‘baciapile’, cosa hai combinato?”
Arrossendo le raccontò in due parole quanto accaduto e di essere preoccupato per la probabile reazione negativa del tipo.
“Quello ha dentro un fuoco che non vuole lasciare uscire! Se come dici si è messo a palparti dietro con una certa ‘passione’, penso debba solo superare un piccolo ma per lui enorme ostacolo. Da quello che ho capito, ascoltando i suoi racconti, la colpa è della famiglia che lo ha sempre represso e condizionato, affibbiandogli infine una moglie dispotica e fintamente devota: lo fa trombare una volta a settimana alla stessa ora, ma non alla missionaria, come potresti immaginare: no! Lei sopra e lui sotto! Deve venire lei! Se poi lui non sborra non importa. Anzi, così deve essere! L’eiaculazione, se e quando ci sarà prima dell’orgasmo femminile, servirà esclusivamente a ingravidarla per la riproduzione: e sarà decisione divina! Insomma, palle sempre cariche perché le seghe portano diritti al fuoco eterno!
Ma nutre anche il forte dubbio che nella sua comunità il pastore, oltre alle assemblee ‘canoniche’, organizzi adunanze di ben altro genere, a base di cazzi e fiche allo sbaraglio!”
La storia somigliava per certi versi alla sua - pensò Diego - con la differenza che lui era riuscito a smarcarsi, scoprendo anche una seconda natura parallela.

Alessia andò alla tavolozza appendichiavi attaccata al muro e ne prese una, l’unica con un bordino rosso: la ‘camera speciale!’
“Ecco, vai da lui, se serve digli che io sono già ‘promessa’ ai quattro - così mi considererà un vero troione - e offrigli di finire il lavoretto! Li fai i pompini tu? - il moretto annuì - Ecco, magari di aggiungerci quello! E vai giù deciso, non titubare, a quello devi solo rompere quell’aura di pio imbranato! Gli stiamo facendo un grande favore!”
Diego fece per rindossare il boxer ma Alessia lo bloccò, sistemandogli addirittura la cinta per dare giusta evidenza al retro.

Le banconote erano sparite dal tavolo, l’uomo guardò serio verso Diego il quale gli si accostò sussurrando:
“Andiamo di sopra?”
La salita alle camere era proprio accanto, il ragazzo la infilò e con un dosato ancheggiamento impegnò gli scalini.
Mentre la chiave girava nella toppa, una calda mano si aprì sui glutei del cameriere e un soffio sul collo:
“Mi stai facendo impazzire! Chi sei tu, un diavolo tentatore?”

Varcata la soglia, il giovanetto sentì prendersi per le spalle, le labbra titillargli il lobo di un orecchio, poi aprirsi ed iniziare a scendere: collo, schiena… I palmi, all’unisono raggiungere il petto, rotearvi sopra con voluttà, passare sotto e sfilare la maglietta.
Brividi intensi che a occhi chiusi assaporava per la prima volta: un abbraccio non di affetto ma di pura e semplice voluttà, solo desiderio sessuale.
E ancora più giù, le cordelle del grembiule snodarsi per farlo cadere, la bocca del maschio raggiungere finalmente le natiche per ricoprirle di concitati baci, leccate, morsetti. Nessun commento, solo mugolii, ansimi, gemiti di goduria.
“Mmmmhhh! Aaannnfffhhh! Oooofffhhh! Slurp! Slap! Oooofffhhh! Slap! Slap! Slap! Uuufffhhh!”
E le dita! Quelle dita malandrine, parte roteare sul ventre, salire a sfiorare i capezzoli, parte scorrere lungo un’anca e poi pastrugnare una chiappetta soda.

Non contento, agganciare il filetto del perizoma per scostarlo e tuffarsi alla sfrontata ricerca del buchino. L’altra mano arrivare poco dopo in soccorso per divaricare le due sfere e spalancare la strada ad una rapida, profonda serie di punzecchiamenti e mulinelli al fremente ano, lubrificati da un fiume di saliva.
“Aaaahhh! Uuuuuhhh! Oooohhh! Siii! Siii! Ancora! Ancora! Aaaahhh!”

Oltre ad assaporare quel particolare cunnilinguo, Diego ammirava lo spettacolo negli specchi che solo pochi giorni prima avevano riflesso l’immagine del suo posteriore stretto nei rossi jeans galeotti, scatenando la lotta alla sua deflorazione ma anche la conversione e la liberazione da tabù e preconcetti!
Vide anche il fallone dell’uomo fuori dalla bottega del jeans, gonfio e teso fieramente, puntato verso l’alto: il suo culetto era pronto ad accoglierlo.
Invece quel sorprendente maschio, inizialmente tanto timorato, improvvisamente lanciato in un intimo rapporto orale con il deretano di un altro del suo stesso sesso si alzò, spingendo il giovane ad inginocchiarsi quasi con forza.

“Ormai sono perduto! Prendilo in bocca, trascinami negli inferi per aver commesso doppio peccato: dispersione dello sperma in ore di uomo! Oooohhhh!”
Diego si trovò il pene grondante di limpido umore davanti agli occhi. Né lungo né grosso: giusto! Con la cappella appuntita, ancora parzialmente coperta dalla pelle del prepuzio, comunque e decisamente simile al prototipo di un bel cazzo armonioso!

Decise di partire dai testicoli, tondi e rugosetti: la lingua assaporò la ruvidità di quella pelle, il gonfiore dello scroto, vi roteò sopra ripetutamente per poi risalire e ridiscendere in punta tutta la verga, scalpitante sotto quelle pennellate.
“Aaaggghhh! Aaaggghhh! Oooorrrggghhh! Siii! Siii! Nessuno mi ha mai fatto questo! Aaaaggghhh!” Proseguì così per un po’, aggiungendo ogni tanto qualche colpo di sega, lasciando però infine sempre il glande coperto. Era un gioco che gli piaceva molto, anche perché voleva portare l’uomo a supplicarlo di scappellarlo e iniziare il vero pompino. Alessia probabilmente aveva ragione: bisognava arrivare a rompere il bozzolo che lo teneva imprigionato.

Il maschio tremava e soffiava in preda ad un parossismo crescente, finché non impugnò lui stesso il proprio organo sessuale:
“Basta, basta! Aaaaahhhh! Non resisto più! Degli inferi non me ne frega più nulla! Voglio avere il mio scettro in mano! Aaaaahhhh! Voglio sentirlo completamente mio! Ahhhhhhh! Voglio che mi doni il piacere da me stesso e finalmente godere come dico e voglio io! Aaaahhh!”
Prese a masturbarsi con ampie, veloci escursioni prendendo con la mano libera la testa del moretto per tenerla davanti alla sua verga.
“E voglio venirti addosso! Spruzzare il seme e disperderlo, verniciandoti la faccia! Aaaahhh! Tieni chiusa la bocca! Aaaaaggghhh! Nemmeno lì deve finire! Disperso del tutto! Aaaafffhhh!”
Diego serrò occhi e labbra.
Lo spugnettamento fu brevissimo: un violentissimo getto si sparò al centro del viso, schizzando poi in mille goccioline ai lati.
“Aaaaaahhhh! Aaaaggghhhh! Uuuurrrggghhh! Ooooggghhh! Sborro! Sborro! Finalmente sborro io! Aaaarrrggghhh!”
Il cannone di carne sparò una serie incredibile di proiettili di liquido bianco, ricoprendo in pochi secondi il volto del brunetto.
L’eiaculazione si esaurì progressivamente e il ragazzo rimase fermo, al buio delle palpebre serrate, con i rivoli sulla pelle che iniziarono presto a colare da naso e mento, inginocchiato ai piedi di quell’uomo finalmente appagato. Lo sentì ansimare ancora, poi riprendere il normale ritmo del respiro.
“Aspetta, ti prendo un asciugamano!”
Diego osò assaggiare un po’ di quel fluido che si rivelò dolcemente asprigno.

La sorprendente arma tornò nei pantaloni dai quali venne estratto il portafoglio.
“Lasci stare, le riscosse non hanno un prezzo. Ed è stato bellissimo anche per me poterla aiutare!”
Il fallito cliente lo abbracciò.
“Mmmhhh! Ti sarò grato per sempre, mi hai liberato da un incubo! Hai stappato una bottiglia che altrimenti mi sarebbe prima o poi scoppiata in mano! Ora devo andare ma dovrò ripassare il prossimo Mercoledì!”
I palmi si avvinghiarono alle chiappe nude e il cameriere rise:
“Eh certo, ora che il pistolone ha svuotato il caricatore dovrà trovare il suo fodero! Eheheheh!”
L’altro replicò:
“Eh, temo di sì! E lui vorrebbe proprio questo!”
Un indice scorse fra le sfere e spinse dolcemente sull’ano.

Scesero al ristorante dove trovarono - dentro ad un puzzolente nebbione di fumo - due dei quattro boscaioli intenti a chiacchierare allegramente ma stavolta sottovoce.
Diego fece uscire il redento imbianchino di sborra senza farlo vedere alla coppia, alla quale poi chiese dove fosse la collega.
“Mah, dovrebbe essere in cucina con gli altri due, volevano insegnarle una nuova ricetta per delle salsicce con patata allo spiedo! Aaarrrhhh! Aaarrrhhh!”

Il maschietto sbirciò attraverso l’oblò di una porta e vide il terzetto disteso a strati sul grande tavolo-mensa dei dipendenti: la bionda in mezzo, con fica e buco del culo sottoposti a doppio stantuffamento dei notevoli arbusti dei boscaioli, evidentemente bisognosi di rilassarsi dopo il duro lavoro!

Voltatosi, fu colto da spavento: uno dei due in sala era in piedi dietro di lui. Sorridente con in mano un sigarone acceso.
Il turno di notte non era finto.

Agosto 2023
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