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Lui & Lei

Una donna per due


di iltiralatte
06.06.2023    |    5.653    |    1 7.2
"Non che ci lamentiamo, chiaro: tra un ombrellone ed il tuo capezzale non c’è mai stata ne mai ci sarà storia..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale

Conobbi Marisa al termine della scuole superiori.
Bellissima ragazza: circa 1.70 in altezza, con un vitino da vespa e 2 bocce, che dico, due grossi meloni all’altezza del petto. Non ho mai voluto misurarla, ma sospetto che i 100 di circonferenza siano da tempo lasciati tra i ricordi.
Quello che so di certo è che tra quella poppe io mi perdo: tutta quella bella carne morbida. Soffice al tatto! Quelle 2 belle cupole sormontate da due morbidissimi paletti scuri che ci si può indefinitamente divertire a titillare, mungere o succhiare.
… e lei me lo consente felice. Si è innamorata di me come, del resto, io di lei.
Dopo meno di tre mesi da quando ci siamo conosciuti siamo andati a coabitare ed, essendo soli, le copule sono divenute la nostra quotidianità
-Marisa, devo farti una confessione
Le dissi una volta mentre scopavamo:
-A me piace Angelina Jolie ed in questo momento sto sognando di far l’amore con lei!
-Certo Pietro, ti capisco, Anche a me piace Brad Pitt e, se non ti offendi, ti dico che sto sognando di far l’amore con lui. Ma sia ben chiaro: io voglio te e tu sei il mio uomo.
Sorridendo le risposi: - Quindi Brad Pitt ora starebbe scopando Angelina Jolie! Ok, questo è il nostro gioco. Ma perché lo stesso abbia un minimo di senso dobbiamo impegnarci a non essere gelosi. Se tu incontrassi Brad Pitt avresti tutto il diritto di andarci a letto a volontà e lo stesso varrebbe per me con Angelina.
-E allora facciamo un patto serio, (ribatté Marisa) Dovesse capitare che incontriamo Brad Pitt o la tua Angelina. I nostri numeri 1, avremmo non poche difficoltà a portarceli a letto, non credi? Se uno di noi, numeri 2, incontrerà il suo numero 1 l’altro/a lo aiuterà con tutte le sue forze a realizzare il suo desiderio. Naturalmente potremo cambiare i numeri 1, a nostra semplice volontà ma una sola volta! Noi siamo persone serie.
Mentre eiaculavo accettando Marisa mi intontì con un lunghissimo bacio d’amore.
Andammo avanti qualche mese con questa fantasia notturna in cui io all’improvviso, nel bel mezzo di un rapporto, chiamavo: “Angelina” e Marisa immediatamente mi rispondeva: “Brad”, poi, finalmente, prendemmo la decisione.
Facemmo le pubblicazioni e ci sposammo tra il tripudio dei nostri familiari che avevano accolto con tutto il piacere la nostra unione.
Alla sera, prima di cominciare quello che ora era divenuto un nostro vero rito, le confidai:
-Amore, se me lo consenti vorrei cambiare la donna con cui potrei scopare senza tradirti.
-Davvero Pietro? Sei così volubile?
-Si cara, Angelina resta una bella donna ma non mi ispira più. Al suo posto vorrei Scarlett Johansson
-Certo sciocchino (con un grossissimo sorriso) te lo concedo assolutamente. Io mi tengo per il momento il mio Brad ma ricorda: come tu hai cambiato anche a me spetta il diritto di una variazione in un argomento così importante!
Quella fu una scopata bellissima che si concluse con reciproca soddisfazione delle due parti.
Partimmo per un felice viaggio di nozze ed al ritorno una sorpresa mi attendeva.
-Tesoro, oggi al lavoro mi hanno proposto di assumere il comando di una filiale a Rimini. Ho atteso a dire di si perché volevo sentire il tuo parere. Certo dovremmo trasferirci li e tu dovresti lasciare il tuo lavoro qui, ma in compenso io guadagnerei abbastanza per mantenere entrambi nell’agiatezza. Se vorrai trovarti un lavoro la potrai farlo, altrimenti potresti vivere da signora. Che ne dici?
-Certo il lavoro di estetista dipendente non mi mancherà (sorrise lei) e se guadagnerai così bene potrei aprire un negozietto mio, tanto per passare il tempo.
-E poi non scordiamoci che Rimini è in riva al mare con una delle spiagge più belle ed attrezzate d’Italia. Noi amiamo entrambi il mare e, nei momenti liberi, ci basterà il nostro ombrellone per poterci crogiolare liberamente al sole.
Avuto in tal modo l’entusiastico assenso di mia moglie accettai l’offerta. Mi misi in trasferta pagata , mi recai a Rimini e trovai una bella villetta, spaziosa e neppure troppo lontana dal mare in cui trasferire la famiglia.
Tornai quindi da mia moglie:
-Dovresti vedere cosa ho trovato: una stupenda villetta a 200 m dal mare. Apparentemente è un po’ grande, noi non useremo certo tutte quelle stanze, ma prima o poi arriveranno dei bambini che le occuperanno e tu sarai la mia chioccia felice.
Per sottrarmi all’aggressione gioiosa di Marisa dovetti battere in ritirata fino alla camera da letto, ma qui le vie di fuga erano finite. Dovetti quindi assoggettarmi una volta di più ad una copula straordinaria.
La settimana successiva, assieme a Marisa, raggiunsi quindi la mia nuova residenza che, approfittando della generosità aziendale addobbai con estremo buon gusto ed iniziai la nuova vita nella capitale della Romagna.
Marisa per il momento scelse la vita della signora. S’impratichì della zona ed accudiva perfettamente il marito che era estremamente lieto del fatto che lei dimostrasse tutte queste buone qualità da arzdora.
Giunse la primavera e, col tiepido sole di maggio
Marisa cominciò ad abbronzarsi, dapprima nel nostro giardino, poi, verso fine mese presso un ombrellone noleggiato in uno stabilimento balneare li vicino.
-Come va la mia negretta in spiaggia?
Scherzavo ogni tanto:
-Se non c’è la luna piena oramai di notte non ti posso più vedere. Ricorda però che appartieni a me (e sorridevo), a meno che Brad Pitt non si presenti davanti a te tu non hai nessuna possibilità di altri uomini.
Io ridevo e lei con me. Il gioco continuava a divertirci e rendeva ogni nostra scopata memorabile.
Poi giunse agosto:
-Marisa, domani giungerà da Torino mio fratello Luciano. Non ha prenotato da nessuna parte ed io gli ho offerto di ospitarlo. Abbiamo un paio di camere vuote: basterà metterci una brandina e potrà trascorrere la vacanze presso di noi, Che ne pensi?
-Certo Pietro, lo ricordo a malapena il giorno del nostro matrimonio: un bell’uomo, vero? Posato ed allegro al tempo stesso. Peccato che il suo lavoro lo abbia costretto a Torino. Farò volentieri quella conoscenza che non ho potuto fare allora.
In questo modo mio fratello, ben accolto da tutti, fece il suo ingresso nella nostra vita istallandosi in una brandina che avevamo messo, unico arredo, in una della stanze vuote.
Il mattino dopo Luciano ci raggiunse mentre facevamo colazione:
-Cosa si prevede di fare di bello oggi? (mentre sorseggiava il caffè).
Toccava a me rispondere:- Io devo forzatamente lavorare ma Marisa è libera. Non credo che la gente venga a Rimini per tour turistici nei negozi: qui si viene per andare al mare. Noi abbiamo un ombrellone prenotato preso il bagno ****, Marisa te lo mostrerà. Comincia pure ad abbronzarti,, poi domani, domenica, mi unirò anch’io a voi.
A mezzogiorno, come al solito, feci un salto a casa per il pranzo e vidi i miei cari sopraggiungere mentre ridevano e scherzavano allegramente.
Al lavoro ero sereno ma impaziente. Ero sempre andato daccordissimo con mio fratello e non vedevo l’ora di poter passare un po’ di tempo con lui per cui, essendo il massimo dirigente della ditta a Rimini, uscii in anticipo dal lavoro raggiungendo i miei familiari in spiaggia.
Marisa era in acqua mentre Luciano stava dormicchiando sulla sdraio.
Solo quando mia moglie, tornata ad asciugarsi, mi stampò un sonorissimo bacio sulla bocca Luciano parve svegliarsi.
-Ecco riunita la famiglia! Peccato che questa sia l’ora di abbandonare la spiaggia!
Esordì Luciano: -Oggi ho fatto indigestione di sole e di mare. Essendo al primo giorno non vorrei esagerare. Mi accompagnate a casa?
L’ospite è sacro ed ogni suo desiderio un ordine. Scambiato un tacito cenno d’assenso con Marisa ricondussi a casa tutta la famiglia felice.
La sera un ristorantino ed una passeggiata per Rimini chiacchierando senza sosta con Luciano conclusero la giornata.
Ci ritirammo per la notte e, sul nostro bel lettone,mi avvicinai a Marisa con ben chiare intenzioni.
Lei mi accettò con entusiasmo e, come sempre, mentre la scopavo diede inizio al nostro gioco.
-Pietro, voglio cambiare il mio numero uno. Ne ho ancora diritto.
-Certo che si, amore, ma ricorda che dopo che lo avrai fatto perderai anche tu la facoltà di sceglierne altri.
-Si lo so tesoro, ma mi sono resa conto dell’assurdità di tenermi Brad, che oltretutto non conosce una parola di italiano e vorrei optare per una persona meno esotica.
-Va bene tesoro. Hai riflettuto bene?
-Si Pietro, vorrei però da te sapere se ricordi tutto il nostro patto e se sei ancora disposto a rispettarlo integralmente.
-Intendi la società di mutuo soccorso secondo cui tu puoi andare a letto col numero 1 e che io dovrò fare tutto quello che è nelle mie possibilità per agevolarti ed aiutarti? Certo che si: ho preso un impegno ed intendo mantenerlo fino in fondo. Posso ora sapere chi hai scelto a sostituire Brad?
-Ecco Pietro, io avrei pensato … a tuo fratello Luciano!
Di colpo il pistolino mi si ammosciò, compresi il pericolo, la possibilità di perderla:
-Sei certa di quello che dici? Luciano è una persona reale, non lontana come Scarlett o Brad. Se fai questa scelta io dovrò fare in modo che tu ci finisca a letto. Perché lo vuoi? Non sei felice con me?
-Sono molto felice Pietro, ma da quando siamo a Rimini non sei più l’uomo di prima. Forse il lavoro, forse la responsabilità. Di certo ora mi scopi, se va bene, una volta la settimana, niente rispetto alle tue potenzialità. Comunque anche se ho pensato a questa scelta non puoi e non devi essere geloso. Scoperei realmente con la persona con cui immagino di farlo e quindi non avrei più bisogno di fantasie. Sostituirei momentaneamente te con la mia prima scelta, la figa sarebbe soddisfatta e tu ne sarai comunque felice. Questi erano i nostri accordi … o sbaglio?
-Si va bene, … ho colpa e cercherò di migliorare … ma proprio Luciano …!
- Luciano fisicamente ti somiglia molto, ha un discreto pacco, molto simile al tuo. Lo ho notato mentre stamane scherzava con una ragazza nostra vicina di ombrellone ed in più vive molto lontano da noi. Insomma, anche se ci è più vicino di Brad o Scarlet è perfetto per togliermi qualche idea dalla testa non credi? Ricorda però che col numero 1 la gelosia non è ammessa e devi fare quanto è nelle tue possibilità per farmici scopare-
Ero rimasto letteralmente senza parole: non potevo più controbattere
-D’accordo allora, da questo momento Luciano è il tuo numero uno e farò quanto sta in me per soddisfare la tua legittima voglia di portartelo a letto.
Per la prima volta nella vita uscii da una figa senza aver eiaculato e mi stesi accanto a lei carezzandole il seno:
-Dammi un po’ di tempo per organizzarmi. Tu sei nel pieno rispetto dei nostri voleri ma non pensavo che si sarebbe arrivati in questo momento a questo punto. Lasciami digerire la cosa e poi ti giuro che farò il possibile per accontentarti.
Quella notte dormii poco e male, avrei voluto trovare il modo di sottrarmi a quella promessa, ma proprio non ci riuscivo.
Accompagnai in spiaggia Luciano e Marisa poi, mentre mia moglie era in acqua, fu Luciano a prendere la parola:
-Non va bene così!
Incuriosito lo guardai: -Cosa non va bene Luciano?
-Tu lasci troppa libertà a tua moglie. Forse non ti rendi conto di quale stupenda razza di figa ella sia.
-Ma che dici Luciano? Certo che la lascio libera, lei è libera! Sta con me perché mi vuole e mi sceglie istante per istante.
-Si, ho notato che siete molto affiatati ma in questo modo alla lunga la perderai. Guarda quel ragazzo (indicandone uno vicino a noi cogli occhi) non ti sei accorto che il costume gli si riempie ogni volta che guarda Marisa? E guarda quel vecchietto nell’ombrellone a fianco, si proprio quello che la moglie sta trattenendo per un braccio per non farlo allontanare da lei. Non hai notato che sguardi libidinosi invia regolarmente a tua moglie? Lo stesso vale praticamente per tutti gli uomini della spiaggia. Lasciandola così libera prima o poi uno di questi maiali riuscirà a fare breccia nelle sue mutandine, magari quando lei avrà le balle girate contro di te per un vostro litigio, te la impollinerà a suo piacimento ed a te non resterà che la soddisfazione di massaggiarti le corna sempre che lui non te la porti via del tutto. E sta pur certo che quello non si limiterà a chiavartela, ma se ne vanterà con tutti: lei è un premio troppo ambito.
-E come pensi sia possibile scongiurare questa tremenda possibilità?
- Non è scongiurabile. Lei è troppo formosa. Troppo attraente, troppo bella, troppo tutto e, visto che prima o poi qualcuno certamente te la chiaverà devi anticiparlo. C’è una sola possibilità: possiamo certo fare in modo che a ciulartela sia io. Se mi autorizzerai e mi aiuterai a farlo le corna almeno resterebbero in famiglia e nessuno le sbandiererebbe sputtanandoti.
-Quindi suggerisci che io acconsenta a che tu, mio fratello, mi metta le corna con mia moglie?
- Certo è indispensabile e devi darmi pure una mano sostanziosa per convincerla a lasciarsi infornare da me almeno per le prime volte. Una parola, un sottointeso, un suggerimento sarebbero utili, io te la manterrei ben chiavata e soddisfatta, gli altri non troverebbero brecce nelle sue mutandine e l’onore della nostra famiglia sarebbe salvo.
-Ma tu poi me la lasceresti? Non pretenderesti di averla sempre tutta per te?
-Certo che si: diverrebbe la mia amante ma resterebbe sempre tua moglie. È sempre più piacevole scopare la moglie di qualcuno. La tua lo sarebbe ancora di più quindi non te la porterò via ma dovrai pagare un pegno: dovrai essere felice che te la ciuli e dimostrarlo non a parole ma coi fatti. Ti dirò ultimo segreto: la cosa diviene ancora più piacevole se riesci ad ingravidare la donna in modo che l’altro allevi la tua prole. Beh credo che per Marisa un paio di ciulate giornaliere potrebbero essere sufficienti ma sono certo di poter arrivare anche a tre. Potrai verificare ogni volta di persona, te lo prometto. Non mi nasconderò da te per chiavarla!
-Va bene: mi hai convinto. Ho un piano. Stasera, dopo cena obbediscimi.
Sembrava si fossero messi d’accordo anche se sapevo che non era realmente così e proprio per questo il pericolo di perdere Marisa era reale: dovevo sottomettermi. Mio fratello era un noto puttaniere e Marisa una ingenua romantica, una combinazione esplosiva.
In mezzo c’ero io che, ora lo sapevo, quella sera avrei avuto il discutibile piacere di vedere mio fratello fottersi mia moglie … ma solo tanto per farmi un piacere … sic.
La giornata trascorse serena ed alla sera avvertii Luciano di restare alzato a guardare un po’ di televisione magari masturbandosi un po’ dopo che io e Marisa ci fossimo ritirati per la notte e gli diedi qualche altra istruzione perché ci seguisse dopo una decina di minuti in assoluto silenzio: io avrei lasciato la porta aperta e li cominciò il mio supplizio.
Bendai Marisa e la spogliai completamente iniziando con lei un petting molto spinto. Quando la giudicai sufficientemente bagnata feci un cenno a mio fratello che era entrato nella stanza nudo e già in tiro, con in mano un paio di corna istallate su un cerchietto di plastica. Lo feci sistemare ai piedi del letto e trascinai Marisa nella giusta posizione. Mi alzai e lo invitai ad alzare le gambe di mia moglie sulle spalle ed, a questo punto presi il suo cazzo guidandolo fino all’imbocco della figa mentre lui ne approfittava per posarmi sul capo quel nuovo ornamento.
-Credo che quando saremo soli in casa tu debba tenerlo sempre in testa per ricordarti del piacere che ti faccio (sussurrò a bassissima voce)
.Poi spinse penetrando completamente mia moglie solo a questo punto tolsi la banda dagli occhi di Marisa godendomi almeno tutta la sua sorpresa.
Mentre Luciano cominciava a pomparla, Marisa si voltò verso me attirandomi verso di lei e mi diede un lungo interminabile bacio: -Grazie Pietro, ti amo anche per quanto sai darmi ogni volta che te lo chiedo.
Poi si sdraiò sulla schiena gustandosi la chiavata.
Feci per alzarmi volendo raggiungere la branda di Pietro rimasta vuota ma Marisa mi fermò:- Dove vai? Il tuo posto è su questo letto, c’è spazio per tutti o non vuoi più aiutarmi?
Mi prese una mano e se la premette fortemente su un seno. : -Impasta, tuo fratello non può fare tutto da solo non credi?
Nuovamente il famoso punto 2 mi aveva fregato: benché gelosissimo dovevo restare a guardare mio fratello chiavare mia moglie e non potevo neppure ritirarmi per leccarmi in pace le ferite.
Da quel momento questo fu il nostro tran-tran.
Io uscivo al mattino per andare al lavoro mentre loro scopavano tanto per tirare le 10 ora in cui andavano in spiaggia. Mentre io lavoravo loro si abbronzavano al sole o giocavano nell’acqua, A mezzogiorno ci si ritrovava a pranzo tutti insieme, poi nuovamente lavoro per me e nel letto qualche coccola con penetrazione seguita dalla spiaggia per loro.
Alla sera dormivamo tutti nello stesso letto ed io avevo il privilegio di sentire Marisa che scopava infoiata come una mandrilla con Luciano. Sempre con lui, mai con me, del resto io ero solo il numero 2 che l’aveva sposata!
Mi avevano pure assegnato qualche compito: dovevo baciare Marisa tra un uggiolio e l’altro e con ancor maggiore impegno mentre Luciano scaricava in lei il suo piacere. Quindi dovevo pulire il pene a lui con qualche fazzolettino di carta e sistemare il bacino a lei in modo che perdesse il meno liquido seminale possibile dimostrando in questo modo la mia felicità per la scopata.
-Chi è quel marito che non bacia la moglie che sta scopando? (domandava Marisa) e con quelle parole mi teneva in trappola.
La domenica poi io ero al loro servizio come quella volta in cui vollero stabilire un record temporale di cazzo in figa,
Mio privilegio assistere all’inizio con relativa stantuffata, poi mentre i due restavano congiunti dovetti andare a preparare il pranzo. Tornato coi piatti scoprii che avevano ricominciato a chiavare per cui dovetti sminuzzare il cibo ed imboccarli mentre scopavano.
-Favoloso! (constatò Luciano) Mangiare imboccato dal marito mentre gli chiavi la moglie! Questa non l’avevo mai provata!
E da quel giorno inventarono il gioco del rifornimento. Luciano attendeva nudo di schiena sul letto col cazzo in tiro. Io facevo una carezza a Marisa fingendo di scoprire qualche cosa che non andava. Allora le toccavo la figa.
-Signora ma qui è vuota, deve assolutamente fare rifornimento!
La accompagnavo ad impalarsi sul cazzo di mio fratello che cominciava immediatamente a stantuffarla mentre io, profittando di un tavolino posto accanto al letto li imboccavo.
Il coito non finiva se tutte le portate non erano esaurite e solo allora potevo magiare a mia volta, ma in fretta. Appena Luciano su sfilava dovevo con un tovagliolo pulirgli l’uccello. Poi un veloce passaggio sulla figa di Marisa pulendola dalla sborra che fuoriusciva ed immediatamente Luciano ripenetrava mia moglie: Prima ti ho fatto il pieno,ora mostrami come funzioni!
I due amanti ridevano mentre la tristezza si impadroniva di me.
Oramai mi ero però abituato: la folle gelosia che avevo provato le prime volte si era attenuata sino a scomparire, avevo praticamente accettato Luciano e le corna che mi aveva messo e mi metteva come una mia parte.
Giunse il momento della partenza:
-Ti riaffido Marisa (mi comunicò Luciano) dopo l’ultima scopata. So che la tratterai da regina ma ricordi quel pericolo che ti ho accennato ai primi del mese? Sono convinto che a Marisa servano almeno due periodi di trattamento all’anno (strizzandomi l’occhio) Uno potrebbe essere il mese di agosto, come quest’anno. Io verrei qui a trascorrere le ferie, te la scoperei per tutto il mese ed il primo periodo sarebbe coperto, quanto al secondo io lo distanzierei un po’ diciamo verso gennaio / febbraio. Qui potrebbe essere Marisa stessa a raggiungermi a Torino in modo da consentirmi comunque un buon mesetto di scopate ben fatte: - Che ne dici?
-Buona idea! (si intromise Marisa) non ho mai visto Torino e potrei riunire le scopate col numero uno di notte alla visita della città di giorno
A quelle parole Luciano aggrottò gli occhi guardandomi ma gli feci cenno di lasciar perdere.
Luciano finalmente partì e la sera mi avvicinai a Marisa deciso a riprendere il mio ruolo di marito.
-Lascia perdere (mi disse mentre indossavo il preservativo) non serve più, sono incinta.
-Come sarebbe a dire che sei incinta? Quando è successo? Domandai stupito: mi erano completamente passate di mente le parole di Luciano.
-Beh, scopavo tutti i giorni con Luciano, questo lo sai, lo hai visto più volte e non mi sembrava carino dirgli di mettersi il goldone oppure di togliersi nei giorni di maggiore pericolo. Luciano non si è mai trattenuto e mi ha sempre riempito al massimo e questo è il risultato, sono già in ritardo di 2 settimane..
-Vero (ribattei) ora mi ricordo. Quando tu mi hai detto di volere il n1 nel tuo letto ho dovuto fare una trattativa con Luciano e lui mi ha pure posto qualche condizione. Tra queste la possibilità di metterti incinta controbilanciata dalla mia felicità nel sapere che ti scopava! Vuoi credermi? Io ora sono realmente felice: tu avrai un bambino. NOI AVREMO UN BAMBINO e finalmente la nostra sarà una famiglia completa.
I successivi sei mesi furono, nonostante lei non fosse incinta di me, bellissimi.
Ogni tanto, nel mezzo di una copula, lei all’improvviso se ne usciva: - Sii Luciano,sii, come mi riempi bene!
Ma io non davo peso alla cosa. Lei era tornata affettuosa come i primi tempi e mi si donava senza riserve.
A Natale avemmo la sorpresa di vederci capitare in casa Luciano, giunto per marcare definitivamente il suo territorio con qualche bella scopata estemporanea a spese delle mie protuberanze ossee.
-Ben ritrovati ragazzi! (disse facendo il suo ingresso in casa)
Io e Marisa corremmo ad abbracciarlo felici di vederlo.
-Vieni Marisa, andiamo a letto, mi è mancata la tua figa! Tu Pietro accompagnaci, intanto che io e Marisa scopiamo possiamo tranquillamente dirci tutto.
-Certo Luciano la mia figa è a tua completa disposizione: anche a me piace il tuo cazzo.(rispose Marisa)
E lui, senza por tempo in mezzo trascinò mia moglie in camera da letto spogliandola lungo il tragitto e gettando a terra gli indumenti che le toglieva.
Io non ero propriamente entusiasta della cosa per cui mi attardai un momento e li raggiunsi proprio mentre la stava penetrando.
-Ah Pietro, finalmente! Vedo che hai trattato bene Marisa, ha messo su un po’ di ciccia! (e rideva)
Gli risposi: - Non esattamente Luciano, che io la tratti bene è risaputo, ma non vedi che è incinta?
Istantaneamente sospese il pompaggio: - Ti sto facendo male Marisa? Non sto facendo male al tuo bambino?
-No Luciano, fino al giorno del parto posso scopare liberamente.
-E ti piace sempre avere il mio uccello dentro di te?
-Si Luciano, continua pure senza preoccuparti, mi riempi benissimo e ti sento volentieri.
- Non vorresti anticipare di qualche giorno la tua venuta a Torino? Trascorrerò il Natale con voi ed In questi giorni certo ti scoperò per bene ma mi piacerebbe fare un altro mesetto a 3 ciulate al giorno a casa mia magari un mesetto e mezzo.
Poi si rivolse a me:-Chi l’avrebbe immaginato! Il mio fratellino ha fatto goal! Bene! Quando è atteso il lieto evento?
Risposi io:- Ancora una volta ti sbagli Luciano. Il parto è previsto ad aprile. Essendo stato in agosto il concepimento il goal l’hai fatto tu.
-Davvero? Sei così avanzata nella gravidanza? Allora forse è meglio soprassedere per questa volta al mese di permanenza a Torino. Una donna visibilmente incinta che comincia a frequentare la mia casa non sarebbe un gran viatico
Nuovamente mi si rivolse:
-Papà, non posso crederci! Naturalmente tu Pietro riconoscerai il bambino e lo alleverai come tuo, vero? Tanto noi ci assomigliamo molto, non dovrebbe essere difficile farlo passare per tuo ed il tuo onore sarà salvo. Vedi che avevo ragione quando ti ho convinto a lasciarmi ciulare Marisa?.Ora siamo felici in 3 e solo noi sappiamo delle tue corna. Nessuno le scoprirà mai. Poi vediamo, facciamo qualche conto Marisa dovrebbe partorire verso aprile, quindi ci sarà l’allattamento, obbligatorio perché il bambino cresca sano e robusto e mi sembra giusto che lo stesso goda si tutto quel ben di Dio che sono le tette di sua madre. Dovrebbe durare 3/4 mesi vero? Quindi farò in tempo a tornare qui per le vacanze. Vorrà dire che ad agosto scoperò Marisa un po’ di più.
Ed eiaculò tanto abbondantemente e violentemente in quel grembo che vidi piccoli spruzzi di sborra schizzare oltre il tappo naturale dal suo cazzo
Mia moglie era assolutamente d’accordo: - Va bene, ma te lo anticipo, ad agosto dovrai impegnarti tanto da non riuscire più a camminare. Mi dovrai almeno 60 ciulate e le dovrai recuperare tutte.
Quanto a me, dopo aver aiutato lei a farsi scopare e lui ad inzuppare ben bene il biscotto, non ero certo in grado di oppormi a nulla.
Mi limitai ad annuire e ad osservarli mentre copulavano incuranti della mia presenza.
Per cinque giorni Luciano scopò Marisa quasi senza interruzioni (a Natale sotto l’albero) e questo fu il mio regalo natalizio.
Così nacque il nostro primo bambino: un bel maschietto dai polmoni robustissimi cui imponemmo il nome di Luca.
Ad agosto ci raggiunse Luciano, proprio nel periodo in cui Marisa, cominciò con lo svezzamento smettendo l’allattamento.
Naturalmente, col numero uno presente, la mia partecipazione fu relegata a quella di semplice compagno di letto cui ricorrere per ottenere qualche cosa quando non si voleva interrompere una copula.
I due scopavano ininterrottamente e solo i limiti fisiologici di tutti i maschi ponevano qualche confine imponendo almeno un attimo di riposo.
Non andavano neppure in spiaggia: restare sul letto a coccolarsi e ad accarezzarsi iniziando a scopare non appena l’uccello di Luciano si induriva un po’ era per loro uno svago sufficiente.
Luciano ripartì e nuovamente Marisa mi comunicò di essere ancora una volta incinta.
Conoscevo il motivo, e sapevo pure come fosse avvenuto ma non potevo certo fingere di esserne contento.
Un giorno Luca, il bambino, cominciò a vocalizzare:
-Ma ma ma, ba ba ba ghe ghe
Erano i primi suoni della sua voce ma trattandosi di un bambino molto sveglio presto la sua vocina sottile cominciò a declamare parole di senso compiuto:
-Mam ma, pa pà (o pap pa? boh)
Già mi vedevo nella condizione di genitore al 100% ma stavolta intervenne Marisa.
-Non papà. Zio! Ripeti bene Luca, Zio!
-Dg.io?
-Si amore, zio Pietro è il marito di mamma.
-Ma cosa gli dici Marisa? Io non avrò preso parte attiva al suo concepimento, come del resto neppure in quello attuale, ma sono e voglio essere il padre di questo bambino. Numero 2 o anche inferiore un bimbo è di chi lo cresce ed io voglio essere suo padre, non suo zio.
-Mi spiace veramente che sia avvenuto amore, ma non intendo mentire ai miei figli sulle loro origini. Io avrò sbagliato, anzi HO SBAGLIATO. Ho permesso che uno stupido gioco si intromettesse tra noi ed ora ho un figlio, ne attendo un altro e nessuno dei due è tuo.
E Marisa scoppiò in un pianto dirotto. Non mi lasciai intenerire da quel pianto e, preso cappello, me ne tornai a dormire in ufficio.
Fu così che Marisa dovette affrontare, praticamente da sola, tutta la seconda gravidanza.
In quei mesi di separazione la rabbia non si calmava mai. Ogni volta che pensavo a Marisa mi adiravo pensando a come aveva voluto divenire l’amante di Luciano, al fatto che già gli aveva partorito un figlio e di come mi aveva accantonato.
Io ogni tanto tornavo a casa per prendere un cambio o qualche documento che mi serviva, ma mai feci realmente pace con quella donna che, ora lo capisco, continuava comunque ad essere la regina del mio cuore anche se mi aveva tanto cornificato.
Assunsi una tata ed affidai a lei il compito di provvedere ai bisogni materiali della famiglia, presentando poi naturalmente il conto a me.
Con Marisa, per i 9 mesi necessarii, non scambiai mai più di qualche ingrugnito “Buon giorno” o di qualche parola assolutamente indispensabile finché non mi presentai deciso davanti a lei: l’avrei convinta a concedermi il divorzio.
Ma dove non giunge il buon senso dell’uomo, per fortuna, provvede la natura.
Ero appena entrato in casa e l’avevo salutata che subito notai una grossa pozza di liquido sotto di lei. Risalendo con lo sguardo notai che quel liquido ruscellava anche lungo le sue gambe: le si erano rotte le acque. Senza por tempo in mezzo chiamai la tata ordinandole di preparare il corredo ospedaliero di Marisa e di farmelo recapitare all’ospedale poi, presa in braccio mia moglie la caricai sull’auto portandola al pronto soccorso.
Qui giunti scoppiò il caos organizzato: la presero, la misero su una sedia a rotelle muovendola chissà dove mentre qualcuno si attaccava al telefono. Qualcun altro mi spinse nella stessa direzione in cui avevo visto sparire Marisa. Ad un certo punto un infermiere mi fece indossare un camice verde pisello ed una mascherina prima di farmi accomodare su una sedia presso Marisa, già in posizione ginecologica e con le gambe coperte da un telo.
A questo punto il caos si calmò. Venimmo praticamente lasciati soli coll’eccezione di un’infermiera che veniva ogni tanto a controllare lo stato di dilatazione dell’utero.
Nuovamente soli: che potevo fare? Istintivamente le presi una mano e la strinsi. Lei si voltò a guardarmi un momento prima di rendere la mia stretta, Solo allora compresi il mio errore e giurai a me stesso di non lasciarla più in futuro. Che i bambini mi chiamassero come volevano, anche per nome se lo desideravano, ma la figura di riferimento ero io ed io sarei stato quello che li avrebbe fatti crescere.
Ignoro i pensieri che attraversavano la mente di Marisa, ma so che, ad ogni contrazione la sua mano si stingeva vieppiù sulla mia. Avevamo finalmente ritrovato l’intesa.
Non affrontai comunque l’argomento fino a quando non ebbi riportato madre e figlia nella nostra abitazione
- Marisa puoi perdonarmi? Ho finalmente capito che tu sei la mia numero uno, per cui cancello Scarlett e tengo te al suo posto.
-Sei un salame Pietro. Avrò anche partorito i figli di un altro ma sai bene quanto ti amo.
-Ma per quale motivo non vuoi che i bambini mi chiamino papà?
- Qui io ti domando perdono, un rigurgito di inutile precisione, avrei dovuto lasciare che la natura seguisse il suo corso.
- Da ora tornerò stabilmente a casa Marisa: ti prometto che potrai sempre contare su di me. Hai pensato al nome da assegnare alla bambina?
- Credo che Altair sia nel contempo il nome e l’augurio migliore che possiamo farle, Cosa ne dici?
-Altair. Lo stesso nome di una delle stelle più luminose del firmamento (fingendo di meditare sulla cosa)- E così sia ma, sia ben chiaro che anch’essa è figlia mia
A patti finalmente chiariti facemmo in fretta a recuperare quella complicità che era sembrata perdersi nelle more dell’incomprensione e per qualche mese le cose furono effettivamente così. Mi dimostrai un padre attento e presente per i bambini ed un compagno fidato ed affettuoso per Marisa ma la sorte era in agguato.
Un pauroso incidente stradale alla fine di luglio mi ridusse in fin di vita ed il 1 di agosto mi trovò incosciente ed in coma, all’ospedale.
Quello era pure il giorno dell’arrivo di Luciano che si preoccupò si per me, ma nel contempo non rinunciò minimamente all’idea di tenere comunque ciulata la cognata la quale, imbambolata dalla tragedia non ebbe la forza di dirgli di no.
Abituati a dividere il letto matrimoniale ogni notte infarciva a dovere quella figa, poi al mattino una seconda ripassata per sicurezza in attesa di poter raggiungere il mio capezzale.
Tutto agosto passai dimentico di me stesso e solo verso la fine del mese uscii da quel sonno tanto simile alla morte.
Per miracolo, coma a parte, non avevo sofferto di gravi ferite o di ossa rotte e le botte si erano riassorbite in quel lungo mese, per cui fui subito vigile ed arzillo.
La prima cosa che vidi fu proprio mio fratello e lo gratificai con un grande sorriso:
-Cosa mi è successo Luciano? Perché non sono nel mio letto?
-Hai avuto un incidente amore (s’intromise Marisa) Abbiamo temuto di perderti. Se sei ancora qui è proprio un miracolo.
-Si fratellino (confermò Luciano) hai dormito per tutto il mese e, quest’anno non abbiamo praticamente visto la spiaggia. Non che ci lamentiamo, chiaro: tra un ombrellone ed il tuo capezzale non c’è mai stata ne mai ci sarà storia.
Poi, profittando di una momentanea assenza di Marisa, Luciano si chinò a sussurrarmi:-Anche per tua moglie non devi preoccuparti. Ho provveduto a tenertela ben ciulata per tutto il mese. Sta tranquillo le tue corna resteranno in famiglia e nessuno ne saprà mai nulla!
Lo guardai stranito e Luciano concluse:- Ora debbo tornare a Torino. Restiamo in contatto telefonico, ti farò sapere quando potrai mandarmi Marisa per un altro mese di scopate.
E con una virile stretta di mano mi abbandonò per tornare nella sua città
Tra un controllo e l’altro dovetti restare ancora una settimana in ospedale e finalmente potei rientrare nel mio nido.
Marisa mi accolse con un bacio passionale che non aveva certo potuto darmi in ospedale.
-Ho saputo che hai ancora sfruttato il numero 1 amore (dissi a Marisa)
-Devi capirmi Pietro, non era nelle mie intenzioni credimi, ma tu eri in ospedale, sospeso tra la vita e la morte e non ho proprio avuto testa per il nostro gioco. In più Luciano era presente e dormiva nel nostro letto al mio fianco. “Con tutte le ciulate che abbiamo fatto vorresti dirmi che provi ancora pudore di me?” mi diceva. Già eravamo seminudi per il caldo e da qui, alla nudità completa il passo era breve. In più la differenza tra il suo pene ed il tuo non è poi così marcata. Lui mi scopava ed io avevo l’impressione di essere con te. Lui mi ha chiavato tutte le notti, ma io ho trascorso un mese d’amore con te. Inoltre le mattine mi sentivo nervosa ed ansiosa perché sapevo che tu stavi lottando per la tua vita e onestamente quelle copule mattutine cui mi assoggettava avevano il potere di calmarmi. Avere la figa riempita da un cazzo tanto simile al tuo , mi dava la forza di affrontare la giornata per cui, al mattino, acconsentivo ben volentieri..
-Tranquilla Marisa, tutto va bene. Il nostro gioco ha fatto molti danni ma alla fine ci siamo ritrovati. Questo è l’importante.
-Tu hai già rinunciato a Scarlet ed io ora voglio rinunciare a Luciano. Da ora tu sarai il mio numero uno ed il gioco verrà inderogabilmente chiuso. Mi perdoni anche se ho impiegato tanto tempo a capirlo?
-Certamente si Marisa, sai che ti amo più di me stesso
- C’è ancora un problemino però Pietro
La guardai curioso
-Ecco, non so come dirtelo ma il fatto è che Luciano mi ha nuovamente messo incinta.
-C’era da immaginarlo accidenti! Quello vuole fare una squadra di calcio e farla allevare a me! Potrei anche accettarlo perché i tuoi figli sono nel contempo miei. Ma così facendo danneggia pure te: non credo che le gravidanze a ciclo continuo, anche se piacevoli, facciano troppo bene all’organismo di una donna
-Questi sono i guasti dovuti alla paura dei tradimenti, Pietro. So che hai consentito a che Luciano divenisse il mio amante solo perché avevi paura di perdermi. La stessa paura che ti ha impedito di darmi 2 schiaffi e di schiarirmi subito le idee. Avresti almeno dovuto insistere e farmi capire che sostituire l’uccello dell’uomo che amo con quello estremamente simile ma di un satiro monomaniaco era sbagliato. Ammettiamo che io avessi voluto tradirti con un terzo qualsiasi: io mi sarei trovata colla figa ugualmente soddisfatta, forse di più, ma tu non ti saresti trovato con 3 figli non tuoi da allevare. quindi solo la fiducia e l’amore reciproci possono essere le forze che ci sono alleate
-Si Marisa, ma ti giuro che già i tuoi figli li considero miei, anche se non sembra. Poi, ci terrei tantissimo, credimi vorrei che accadesse, hai avanzato almeno un ovulo per dare alla fine un figlio carnale anche a me? Magari dopo un giusto periodo di riposo!
-Certo Pietro, sei stato tanto buono e devoto che ti sei meritato il premio. Per ora finiamo questo bambino poi metteremo in cantiere il tuo prima di chiudere finalmente la fabbrica e di ritrasformarla nel nostro parco dei divertimenti assolutamente privato.

Fine

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri,indispensabili per migliorarsi-


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