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Lui & Lei

LA FRATELLANZA 2


di iltiralatte
14.10.2023    |    778    |    2 8.3
"Da domani me ne andrò in un mondo che consentirà di respirare aria pura..."
Seguito e conclusione del racconto LA FRATELLANZA tagliato dal sistema. Mi scuso con tutti i lettori per essermene accorto solo ora.


In queste condizioni mi trovò Alezis rincasando ed in più, avendomi visto solo di spalle, mi lanciò la tegola più temuta:
-Bella bambina vero? Sai, guardandola mi è venuta una gran voglia di imitare mia madre per cui, prima di rincasare, sono passata a trovare il MAESTRO INSEMINATORE e con lui ho esaminato accuratamente tutti i miei periodi mestruali. Ha detto che mi farà sapere.
La società in cui mi ero inserito era assolutamente matriarcale e queste decisioni erano quindi di assoluta competenza della femmina. Non trovai nulla da ridire.
-Sino ad ora ho costantemente masticato della gomma di assafetida, il contraccettivo delle streghe (continuò Alesiz) Intendo smetterne l’assunzione.
Infatti da quel momento l’odore di aglio misto a pepe sparì dalla mia abitazione.
-Del resto non abbiamo problemi economici ed un bambino non può che portare allegria nelle nostre vite. Sei d’accordo?
Mi voltai cercando di nascondere il mio imbarazzo.
-Assolutamente si amore. Se questo ti renderà più felice allora è esattamente quello che voglio io.
Si precipitò ad abbracciarmi e mi baciò con passione.
Ero riuscito a ricompormi e la sera passò spensierata, poi andammo a letto.
Ci coricammo e come tutte le sere mi avvicinai per accarezzarla e compiere il mio dovere maritale.
Voleva un figlio e tutto mi sarei aspettato tranne che mi respingesse.
L’abbracciai avendone in cambio un leggero bacio sulle labbra, poi si voltò e mi augurò la buona notte.
Questa era una parte d’istruzione che mi mancava: ero un uomo, sapevo di sapermela cavare tra le lenzuola, ora sapevo pure di essere fertile.
Insomma credevo, ed a ragione, di essere perfettamente in grado di cavarmela da solo per fare un figlio mio.
Invece da quel giorno la nostra attività sessuale si ridusse a zero.
Tenere carezze, baci affettuosi, dolci coccole sul divano, ma non ottenni più altro.
Poi un giorno mi comunicò:-Il MAESTRO mi ha dato la risposta, la camera di fecondazione che ci è stata riservata sarà pronta domani.
Ero sempre più perplesso: che bisogno avevamo di una camera di fecondazione? Non andava bene la nostra ed il nostro letto su cui entrambi avevamo affrontato innumerevoli vittoriose battaglie?
Sapevo di essere ancora ignorante, come accolito, ma mi adattai deciso ad accontentarla.
La camera assegnataci era in quel corridoio in cui avevo svolto la cerimonia di iniziazione..
La cosa mi piaceva sempre meno.
La camera era spoglia. C’era un solo letto ad una piazza con una maschera di cuoio senza fessure per gli occhi sul cuscino ed una sedia posta li di fianco e, sulla sedia una maschera normale appoggiata.
Mi venne di colpo in mente tutta la cerimonia con un uomo mascherato che mi attendeva davanti alla porta.
Sospettai che questa volta sarebbe toccato a me fare il ruffiano e cominciai a ribellarmi.
-Ma Alezis (le dissi mentre lei si mascherava) che storia è questa?
Lei stava spogliandosi ma rispose: -Devo fare un figlio amore, non te lo avevo detto?
-Si tesoro, questo lo avevi detto, ma questa stanza non mi piace proprio. Credo che non riuscirei ad esprimermi qui. Perché hai organizzato una cosa come questa? Non potevamo arrangiarci nel nostro letto in cui, tra l’altro, non abbiamo mai avuto problemi?
-Ma Damian, l’inseminazione tra partner volta alla riproduzione è vietata dalla nostra tradizione!
Mi sentii mancare: avevo compreso quale sarebbe stato il mio compito: la stesso di quello dell’uomo che mi aveva guidato al momento del mio ingresso.
Risoluto tentai una estrema ribellione ed aprii la porta per andarmene ma li fuori vi era già un uomo in camice e con indossata la maschera cieca di cuoio.
Non volevo fare scenate, quindi mi assoggettai: Con un rapido dietrofront , presi la maschera dalla sedia, l’indossai e guidai l’uomo all’interno.
Lasciai che quell’uomo si arrangiasse col suo membro, sperando ardentemente che non riuscisse a raggiungere l’erezione, ma fui deluso.
Dopo pochi minuti fece un cenno col capo ed io, obtorto collo, imitai quello che una volta qualcuno fece a me, guidandolo allo stesso modo alla fonte della vita.
A questo punto mi dovetti sedere. Al momento della penetrazione Alezis ebbe un leggero gemito , poi tese una mano verso di me perché gliela stringessi.
Compresi che per lei quello non era un tradimento ma un momento speciale che voleva condividere con me. Le presi la mano e gliela strinsi.
Essere costretto, da innamorato a vedere la propria donna posseduta da un altro è un’esperienza che non auguro a nessuno.
Anche se stringevo la sua mano provavo addirittura un male fisico.
A un certo punto lui si fermò ma mi fece segno di attendere perché avrebbe voluto ricominciare.
Quello che è troppo è troppo.
Senza dire una parola estrassi quel membro infame da quella tana di mia esclusiva proprietà, gli porsi in una mano un fazzoletto di carta e nell’altra il suo camice, quindi senza troppi complimenti lo misi alla porta nonostante le sue proteste.
Mi restava una sola cosa da fare: presi un TAMPAX e con quello chiusi l’apertura per impedire a quel “prezioso” (meglio infame) seme di andare perso, quindi invitai Alezis a rivestirsi.
Lei aveva certo subodorato che qualcosa non era andato come avrebbe dovuto, tuttavia obbedì silenziosamente.
Non scambiammo una parola fin quando non fummo al sicuro tra le nostre pareti domestiche e qui avvenne il chiarimento.
-Alesiz, devo assolutamente sapere quanto mi ami.
Cominciai.
-Moltissimo lo sai Damian, per te darei la vita, non devi dubitarne amore: ma che è successo? Posso chiederlo? Ho sentito l’inseminatore uscire protestando. La regola non prevede che lui possa parlare, la parola potrebbe favorire la sua identificazione, cosa assolutamente vietata.
-Voleva ricominciare e lo ho messo alla porta, oramai aveva fatto quello che doveva e tu non sei il suo parco giochi personale, ne io ero e sono disponibile a dividerti con nessuno. Dobbiamo assolutamente parlarne amore.
-Lo hai buttato fuori? Quello ora andrà a lamentarsi dal GRAN MAESTRO. Non hai idea di cosa hai combinato: come minimo verrai censurato e speriamo che non pronuncino una sentenza di separazione. Morirei se dovessero assegnarmi un altro compagno.
-Amore devi assolutamente ascoltarmi, ci sono alcune cose che devi sapere.
Lei mi dedicò tutta la sua attenzione ed io continuai: -Quando sono entrato nella FRATELLANZA, ti ho tradito in quanto la cerimonia di accettazione era molto simile a stasera, con me nella parte del mascherato Finalmente mi ero liberato la coscienza e questo bastò a farmi sentire più leggero e a darmi la forza di continuare.
-Lo immaginavo, (confermò Alezis), le cerimonie sono tutte molto simili e a volte il sesso ne è parte essenziale. Non devi però sentirti in colpa: a quel tempo non stavamo neppure assieme, anzi io ero convinta addirittura di averti perso. Ma che centra col tuo comportamento di stasera?
Risposi prontamente: -Allora mi fecero giurare di non indagare su nessuno dei partecipanti al rito e, credimi, non lo ho mai fatto. Però è successa una cosa che mi ha rivelato il nome della donna da me fecondata. Ho visto una neonata che aveva sul polso una piccola voglia, distintiva delle femmine della mia famiglia, per cui non ho potuto non riconoscerla.
Lei mi guardava con sempre maggior attenzione.
-Alezis, quella donna era Astrid e la bambina è la tua sorellina!
-Possibile. (ribatté lei pensosa) La REGINA DEL SABBA deve essersi occupata personalmente dell’acquisizione di un nuovo adepto.
-Capisci quanto questo mi ha destabilizzato? Dovrei seguire la crescita di mia figlia, tua sorella, senza neppure aver la possibilità di influire sulla sua educazione. Io non sono così, sono un uomo e voglio tutte le responsabilità che ad un uomo competono e, tra queste, quella di allevare ed educare i miei figli non è certo la meno importante.
-Capisco il tuo punto di vista (intervenne lei) Non mi sarei innamorata di te se non fossi così.
-E veniamo a questa sera. (proseguii) Io ti amo. Tu sei tutta la mia vita. Non c’è nulla che non farei per te e la mia presenza stasera ne è stata una dimostrazione.
-Tu non puoi neanche immaginare quanto ho sofferto nel vederti preda di un altro maschio, quanto la gelosia mi abbia tormentato anche se tu mi stringevi una mano e come il dolore psichico si sia ad un certo punto addirittura trasformato in un dolore fisico. Ad un certo punto non ce l’ho fatta più ed ho scelto la prima occasione per liberarmi di lui. Tu forse non ci hai fatto caso: sei cresciuta in questo ambiente e certo hai ricevuto un’educazione che ti ha assuefatta a certe cose, ma IO NO. Io sono cresciuto in un ambiente di COMUNI ed un COMUNE è la persona che hai conosciuto e di cui ti sei innamorata,
-Ho tentato di entrare nel tuo mondo, ma non ci sono riuscito: la mia donna deve essere mia e di nessun altro, educazione, tradizione o qualsiasi altra cosa contraria per me deve essere abolita e allora ti domando: te la senti di entrare tu nel mio di mondo? Un mondo dove un innamorato non debba esser costretto ad un supplizio quale quello che ho sopportato io stasera? Un mondo in cui un uomo ed una donna sono un reale unico baluardo contro tutto il resto ed in cui non debbano ricorrere ad estranei perché il loro amore possa dare frutti?
Mi guardava assorta ma leggevo l’amore nei suoi occhi: -Si lo farei: Con te ed al tuo fianco sempre e in ogni caso, ma come faremo colla FRATELLANZA? Non ho notizia di persone che abbiano potuto comportarsi come tu proponi-
-Alezis, questa è l’ultima sera che io comunque trascorrerò qui. Da domani me ne andrò in un mondo che consentirà di respirare aria pura. E, del resto, uno (volutamente minuscolo) è a favore del libero arbitrio. Se tentasse (o i suoi discepoli per lui) di ostacolarmi andrebbe contro i suoi stessi dettami e tale contraddizione lo distruggerebbe. Solo una cosa è ancora incerta: TU. Sei con me?
-Ora e sempre marito mio (mi rispose)
Fu così che la mattina successiva, raccolte le nostre cose abbandonammo il mondo dell’esoterismo sperdendoci tra qualche miliardo di umani.
Da allora non abbiamo più avuto notizie della FRATELLANZA e speriamo di non averne in futuro.


Fine

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi-
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