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La sposa inaugurata


di iltiralatte
11.10.2022    |    12.666    |    3 5.7
"Appunto, parlavo, Lei sorrideva, mi seguiva nei miei ragionamenti, si divertiva persino, ma al termine della giornata mi dava un bacio sulla guancia..."
Anche qui ricordo che TUTTI i miei racconti sono esclusivamente frutto della mia fantasia-
Ogni riferimento a cose o persone realmente esistenti è puramente casuale

Ero timido. Tanto timido, Troppo timido.
Ero timido al punto che i miei amici maschi si preoccupavano per me.
Innumerevoli volte avevano organizzato uscite a quattro dopo avermi procurato, loro stessi, una compagnia femminile.
Io stavo bene con quelle ragazze ma quando loro, giudicando matura la situazione si eclissavano con la loro donna strizzandomi un occhio … io continuavo tranquillamente a parlare con quella a me destinata.
Appunto, parlavo, Lei sorrideva, mi seguiva nei miei ragionamenti, si divertiva persino, ma al termine della giornata mi dava un bacio sulla guancia ripromettendosi di non incontrarmi più.
Luca, il mio miglior amico, impazziva. Si era fatto un punto d’onore a volermi trovare una donna ma non ci riusciva mai
“Voglio proprio vedere se anche questa sera riuscirai ad andare in bianco” Mi disse una volta … e mi accompagnò al casotto.
“Pago io, non preoccuparti, ma una donna stasera non puoi esimerti dal trovarla. Qui TUTTE sono disponibili a semplice richiesta e la timidezza non è contemplata: basta che tu ne indichi una senza parlare e quella ti apre le gambe. Voglio proprio vedere se riuscirai a non scopare neppure questa volta”
Il casotto era una costruzione strana.
Una grande sala con tavolini e sedie. Qualche divano posizionato in posizione strategica, il banco della maitresse, un bar e tanti localini, chiusi da una pesante tenda.
All’interno dei localini in cui la tenda non era tirata una ragazza seminuda in attesa del cliente.
Ogni tanto qualcuno apriva la tenda, si dirigeva al bancone della Maitresse, pagava e se ne andava per i fatti suoi.
L’unico per cui le tende non esistevano era il barman che, oltre a fare servizio ai tavoli, era l’unico autorizzato a varcare quelle tende tirate, in genere recando bottiglie di prosecco che veniva spacciato per champagne.
Luca si scelse una ragazza libera “Non voglio trovarti ancora qui, quando esco. D’accordo?” e si eclissò
Io ero solo in quel locale in cui era la prima volta che poggiavo il piede.
Mi cadde l’occhio su una ragazza veramente bella, era integralmente vestita e, nonostante i clienti non mancassero di visitarla, aveva sempre la tenda aperta. Gli uomini entravano, le dicevano qualche cosa, poi si alzavano e si allontanavano senza neppure un accenno a togliersi i calzoni.
La cosa mi incuriosiva: decisi di essere il prossimo a visitare quello stand
“Ecco un altro maiale” così mi accolse quella ragazza “Dimmi quello che devi e vattene, tanto non te la do”
“Ma signorina” risposi “io non voglio dire niente, salvo che è molto graziosa. Non ho pretese, solo mi sono incuriosito perché ho visto che lei, dopo un breve colloquio, rimanda tutti gli uomini”
Anche se era seduta mi squadrò dall’alto in basso “Forse non sei come quei porcelli, siediti sulla mia sedia mentre io mi siederò sul letto. Nel pur breve trasferimento fece un cenno e la maitresse stessa corse a chiuderci la tenda
“Non farti troppe illusioni” esordì “Vergine sono e vergine tornerò stasera a casa mia. Intesi?”
Pensando a Luca mi venne da sorridere: solo io avrei potuto trovare una vergine in un casotto e solo io sarei riuscito ad andare completamente in bianco in un ambiente di puttane.
“Certo signorina stia tranquilla. Da me non riceverà attentati alla sua virtù.”
“Diamoci del tu, almeno questo te lo concedo” poi mi tese la mano “Piacere Beatrice, Bea per gli amici”
“Io mi chiamo Antonio” risposi “e qualche volta mi chiamano Toni: rispondo sempre”
“Sai perché la tenutaria è corsa di persona a chiudermi la tenda?”
La guardai con aria curiosa
“Semplice” continuò “ Qui la padrona non è lei ma sono io, o meglio, mio padre”
“Ma scusa Bea, questo è un vano per le prostitute, Cosa hai fatto di così tremendo perché tuo padre ti confini qui?”
Si mise a ridere “Nulla! Assolutamente nulla. Io sono cresciuta praticamente casa e chiesa. Mio padre è molto più spregiudicato di me, questa è solo una della sue attività, e mi ha mandato qui perché mi svegliassi un po’.
Se volessi andarmene mi basterebbe scegliermi un cliente e farmi una scopata con lui ma, per principio, non voglio dargliela vinta. Anche stasera Mara gli riferirà che il letto è rimasto intatto per cui sarebbe inutile la visita ginecologica che mi libererebbe”
“Non ti invidio Bea” risposi “Io ho un problema, ma mi sembra che il tuo sia addirittura più grave del mio”
“Beh sai? Avere soldi, molti soldi, aiuta parecchio a sopportare” e rise
Mi alzai e feci per uscire “Dovresti sposarti, sai? Certo che qui difficilmente troverai un marito che ti possa affrancare”
“Fermo li!” Mi bloccò “Ripeti quello che hai detto”
“Niente di particolare, solo che dovresti trovarti un marito da contrapporre a tuo padre. Sono quasi certo che in questo caso lui si ammorbidirebbe parecchio”
“Probabilmente si, ma vuoi ridere? Anche se non voglio dargliela vinta, stare qui mi ha convinto. Questo posto ha scatenato la mia libido e faccio sempre più fatica a tenere le gambe chiuse”
Mi guardò negli occhi “Non è che vuoi sposarmi tu? Ti garantisco che, in questo caso, saresti economicamente sistemato per tutta la vita”
“Ma per sposarsi si deve essere innamorati” ribattei romantico “Tu mi piaci ma è troppo presto perché possa definirmi innamorato di te”
“Balle, il matrimonio è un contratto: null’altro che questo.
Le due parti fanno un accordo e stabiliscono delle clausole che vanno rispettate: un esempio? La fedeltà reciproca. Io sono fedele a te e tu devi esserlo a me, Cosa centra il romanticismo in questo?”
Dovetti convenire con lei, aveva ragione. Del resto io non avevo mai avuto una donna, un’occasione così non mi si sarebbe ripresentata mai più. Presi il coraggio a 4 mani “Vuoi sposarmi?” domandai
“Presto, troppo presto Toni” mi rispose “Anche se è un contratto non deve essere stipulato tra due persone che non si possono sopportare.. Facciamo così: questo non sarà il migliore dei locali ma qui possiamo ottenere tutto quello che vogliamo,
Vieni a trovarmi tutti i giorni e facciamo conoscenza, Se Cupido ci colpirà allora organizzeremo il matrimonio. Ci stai?”
Accettai ed uscii dalla tenda con la testa nelle nuvole.
Luca stava attendendomi “Tra tutte proprio la vergine di ferro dovevi sceglierti? Scommetto che sei riuscito ad andare in bianco anche qui” e rise
Poi si avvicinò al bancone per pagare le due prestazioni
“Siete a posto, omaggio della casa” disse la tenutaria e ci congedò lasciando sulla bocca di Luca un OHHH al cui confronto quello ben più celebre di Giotto sarebbe sembrato un puntino
Da quel giorno cominciai a frequentare il casotto, spesso da solo e qualche volta accompagnato da Luca che non finiva mai di stupirsi che, tutte le volte che mi accompagnava, il servizio per lui fosse omaggio. “Dura guera che mi resisti” (Dura guerra che a queste condizioni io resisto) dicevano i nostri padri e questa era la sua condizione. Altrettanto si stupiva che io mai gli raccontassi di una qualche scopata “Ma che ci vai a fare al casotto?” mi domandava. Io glissavo la risposta come un invito a lasciar perdere l’argomento
Per qualche mese io continuai, entravo nel bordello, mi recavo alla stanzetta proibita e tiravo la tenda.
Qualcosa mi diceva che Bea era totalmente diversa dalle puttane che la circondavano. Era intelligente, gentile, comprensiva ed io in lei vedevo il futuro, Capii anche che, lasciandola in quel posto pieno di persone degne, ma dalla moralità almeno discutibile, il tempo l’avrebbe inevitabilmente trasformata in una puttana della peggiore specie
Mi resi conto di essermi innamorato di lei sin dal nostro primo incontro. Tutti i successivi non erano serviti ad altro che a confermare e ad approfondire quel sentimento
Se volevo salvare la mia donna dovevo decidermi a dare un calcio alla mia timidezza e rivelare il mio cuore.
Esitai moltissimo quando fui davanti a lei. Le parole non volevano uscirmi dalla gola ma alla fine riuscii a vincere me stesso “Bea, vuoi essere la mia donna?”
Lei mi guardò come se fossi un troglodita
“Ti amo Bea” dissi d’impulso “Ti ho sempre amato sin dal nostro primo incontro. Ti amo e voglio sposarti”
“Due dichiarazioni in una volta” constatò Bea ”e la cosa merita due risposte. NO e SI”
Io non capivo “Cosa vuoi dire? Sono due dichiarazioni contraddittorie”
“Semplice Toni: alla prima dichiarazione rispondo NO: io non ti amo. Sei simpatico, sei un amico ma io non ti amo”
Abbassai gli occhi a terra: tutto il mio sforzo era andato in fumo.
Mi alzai dalla mia seggiola salutandola: non l’avrei mai più rivista.
Mi fermò proprio mentre stavo toccando la tenda
“Dove vuoi andare? Non attendi neppure la mia risposta?”
Il cielo mi era crollato addosso. La sua debole forza fu sufficiente a bloccarmi “Dove vuoi che vada? A casa mia a piangere. Tu non sai quanto mi sono costate le parole che ti ho detto”
“Invece proprio perché lo immagino, ho voluto essere sincera Toni. Tu sei un bravo ragazzo e non ti meriti di essere preso in giro. Ti ho detto di non amarti ma non hai sentito la mia risposta per il si.”
Mi guardò francamente negli occhi “Se vuoi egualmente sposarmi la risposta è SI”
Il cielo stava tornando al suo posto
“Te la avevo già detto, mi pare, il matrimonio è un mercato, nulla di più. L’amore può facilitare le contrattazioni, ma non è indispensabile per ottenere un buon risultato”
Ero appena rinato: qualsiasi peso mi avesse imposto lo avrei accettato con gioia-
“Dobbiamo stabilire i reciproci diritti e doveri” continuò Bea “Tu sei innamorato: quindi il tuo primo dovere è la fedeltà : non avrai altra donna all’infuori di me e, se io non vorrò dartela, resterai ascetico senza neppure masturbarti”
“Si Bea “ risposi “Tu sei la padrona ed io il tuo semplice servente. In una coppia qualcuno deve, magari di poco, prevalere sull’altro. Io accetto che la maggiore sia tu”
“Poi, da innamorato, dovrai attivarti perché io sia felice. Se vuoi sposarmi devi giurarmi che non ti tirerai indietro dinanzi a nulla pur di ottenere lo scopo”
“Te lo giuro Bea, senza neppure pensarci”
“Dovrai provvedere personalmente al mio benessere ed essere sempre pronto a difendermi in ogni situazione: io voglio in te il mio baluardo”
Mi sentivo orgoglioso di essere investito da tali compiti dalla mia futura moglie
“Non scordiamo i bambini, tutti i miei saranno contemporaneamente i tuoi. Dovrai riconoscerli anche se dovessi avere qualche dubbio sull’effettiva paternità. Per il loro bene meglio accordarsi prima: giusto?”
“Giusto Bea, sono con te al 100%”
“Ora i diritti più importanti: durante il coito avrai il diritto di stringermi una mano e di baciarmi nient’altro. Accetti?”
“Certo che si Bea, con tutto il cuore”
“Ora i miei di diritti. Io non sono innamorata quindi avrò il diritto di accompagnarmi con chiunque voglia e tu non devi lamentartene.
Se vorrò farmi un amante mi accompagnerai da lui a farmi scopare, o gli cederai il tuo posto nel nostro letto se vorremo copulare a casa nostra”
Tu non mi toccherai minimamente a meno di non essertelo guadagnato. Sarai da subito un GRAN CORNUTO per passare a CORNUTO SEMPLICE se io mi sceglierò un amante fisso. Diverrai MARITO VERO solo se riuscirai a farmi innamorare di te. Queste sono le mie condizioni. Le accetti?”
“Sei molto dura Bea per essere una cresciuta a pane ed ostia, ma questa mi sembra una vera sfida ed io la accetto!” risposi “Farò tutto il possibile per conquistarti e renderti una sposina più degna di tua mamma che di tuo padre. Sigilliamo il patto con un bacio?”
“Da questo momento la mia bocca è tua, se devi convincermi dovrò pure dartene i mezzi”
Poi aprì la tenda “Mara, di a mio padre che mi sottraggo alla sua autorità. Se vorrà impormi qualche cosa dovrà prima accordarsi con mio marito”
“Finalmente ti sei decisa Bea, non ti vedevo inserita tra noi- Esci pure, da ora sei libera e ti garantisco che quel vecchio burbero sarà il primo ad essere felice per te”

Non ponemmo molto tempo in mezzo: il padre di Bea si offrì di pagare integralmente tutte le spese del matrimonio ed in più ci donò, come regalo di nozze, una bella villetta in una zona un po’ periferica della città per non farci troppo stressare dal traffico e dal rumore.
Fatte le pubblicazioni giunse in men che non si dica il giorno della cerimonia.
Fiori, confetti, fotografie e filmini, allegria, Tutto fu perfetto quel giorno-
Vidi Bea, preceduta da 4 damigelle, attraversare la navata al braccio del padre
Luca, al mio fianco, ammirava le damigelle: “Ma quelle sono attrici porno famose” mi sussurrò
Dopo il fatidico SI il banchetto, ed ancora lazzi, scherzi ed allegria.
Bea mi fece una richiesta che mi sembrava assurda e rifiutai, Lei allora mi ricordò i nostri accordi e mi costrinse a cedere
Mi alzai in piedi con un calice in mano “Attenzione per favore”
Gli invitati mi si rivolsero
“Abbiamo intenzione di dare il via ad una tradizione: l’inaugurazione della sposa.
Gli scapoli sono pregati di raggiungerci alla nostra abitazione, i veci maritaa (vecchi sposati) restino pure a divertirsi qui
Salutammo gli invitati che non ci avrebbero raggiunto e tornammo a casa
Non ci volle molto una quindicina di °giovani° ci raggiunsero insieme alle quattro damigelle e tutti entrammo in casa. Fu necessaria una piccola estrazione che facemmo coi numeri della tombola poi le damigelle condussero i tre numeri più bassi in una seconda stanza: levarono loro i pantaloni cominciarono ad eccitare i loro membri. Erano in effetti delle pornostar e molto brave: in poco tempo riuscirono a portare alla massima eccitazione i ragazzi cui si dedicavano poi li introdussero in camera da letto dove Bea completamente nuda, ed io stavamo attendendoli. Bea aveva pure un asciugamano bianco sotto il sedere.
“Il numero più basso deflorerà Bea” Comunicai “Gli altri dovranno accontentarsi di succhiare una tetta senza interruzione. Quando il primo avrà scaricato il suo piacere nel corpo della femmina dovrà togliersi e mandare qui un sostituto. Nel frattempo uno dei due ciucciatori smetterà e comincerà a ciulare al posto del mancante.
Due damigelle staranno qui per mantenere al giusto grado l’erezione dei succhiatori, mentre le altre due resteranno nella camere iniziale e preriscaldare i maschi successivi. Questo è il desiderio della sposa e mio personale. Cominciate”
Mentre i maschi, superarrapati la scopavano io tenevo una mano di Bea e la baciavo in continuazione. Ora capivo perché mi aveva assegnato il titolo di gran cornuto.
Tutti i maschi se la sarebbero scopata con un’eccezione:IO.
Uno alla volta tutti si ripassarono la mia mogliettina ed infine giunse l’ultimo estratto: Luca.
“Lui trascorrerà qui la notte” mi comunicò Bea “e voglio che mi ripassi più di una volta. Domandagli se se la sente”
Altroché se se la sentiva, era un amico ma, al pensiero di fottersi liberamente mia moglie la sua amicizia scompariva. Era una triste constatazione che facevo proprio in quel momento.
Dopo la loro prima copula tolsi l’asciugamano, sporco di sperma e sangue, da sotto il sedere di Bea, per esporlo alla finestra: la sposa era stata sverginata ed inaugurata. Poi passai il resto della notte a veder il mio amico ciulare Bea ed eiaculare dentro di lei mentre io le tenevo la manina.
Luca si congedò al mattino con un sorriso di trionfo sul viso e noi partimmo per le isole Maurizius, dove avevamo prenotato l’albergo per il viaggio di nozze,
Sole, spiaggia, mare … e bagnanti.
Sin da subito Bea mi indicò quelli che avrei dovuto invitare nel nostro letto mentre le tenevo la manina. Ero diventato il suo ruffiano personale, non l’avrei mai creduta capace di una simile crudeltà. In un mese credo mi abbia indicato l’intera popolazione mensile della spiaggia. Io ero ancora vergine
Finalmente anche quella tortura finì e riprendemmo l’aereo per tornare a casa
“Toni, sei stato bravo e di parola” mi disse “Hai portato con dignità le corna del gran cornuto. Ora la mia fighetta è proprio sazia di cazzi, d’ora in poi me ne basterà uno. Ho deciso di farmi un amante fisso per cui tu passi di grado d’ora in poi sarai cornuto semplice, Sei contento?”
“E quali sarebbero i miei vantaggi? “domandai
“Beh, anzitutto ti consentirò di toccarmi il seno e la vulva” rispose “Poi potrai fare amicizia col mio amante e non avrai più amici e conoscenti che ti deridono: al massimo uno solo. Lui. Sei sempre del parere di accettare la mia sfida o preferisci ritirarti? Sei stato molto bravo e comprensivo. Se vuoi non avrò difficoltà a concederti il divorzio”
Mi aveva nuovamente punto sul vivo. Il mio orgoglio si ribellò al sapore della sconfitta “IO non mi ritiro Bea: ho giurato a me stesso di conquistarti e lo farò, Avverti pure il tuo futuro amante che ha i giorni contati”
Con un sorriso enigmatico si ritirò in camera da letto ed io immediatamente la raggiunsi per esercitare i mie nuovi poteri
Devo onestamente riconoscere che Bea, benché ancora non mi consentisse una penetrazione, cominciava a reagire ai miei toccamenti. Forse stava cominciando a sciogliersi un po’
La mattina successiva però la trovo presa dalla nausea: neppure l’acqua le stava nello stomaco.
Preoccupato presi il telefono per chiamare un medico ma lei mi fermò
“Lascia perdere, tra poco passerà: probabilmente sono gravida”
“Gravida? E chi è stato?” La domanda mi salì spontanea alle labbra
“Tu naturalmente” mi rispose “Ricordi il nostro patto? Nessun valore ha che sia stato il pene di emerito sconosciuto ad immettermi il suo spermatozoo. Tu sei il padre del bambino, comincia ad abituarti all’idea, e tu dovrai amarlo ed educarlo più che se quel piccolo nuotatore vagabondo fosse uscito da te”
“Si, questa volta condivido appieno il tuo pensiero. Lui sarà figlio tuo. E quindi sarà figlio nostro.
Certo che non mi fai mancare nulla vero? Ora anche un piccolo certamente non mio. Non incerto, ma certamente. Io non ti ho ancora scopata una sola volta e già mi rendi padre!”
… ed abbassai la testa.
“Vuoi arrenderti? Io non avrò di certo difficoltà ad allevare il bambino da sola!”
“No Bea: quando ti ho detto di amarti ero terribilmente serio, Nonostante le prove terribili cui mi hai sottoposto sono deciso a farti mia”
Lei mi fece una carezza “Ho indovinato quando, tra tutti gli avventori del bordello ho scelto te come amico. Nessuno avrebbe avuto la tua costanza: ti meriti un premio ed un incoraggiamento. E mi pose un casto bacio sulla fronte
Due giorni dopo mi presentò Giacomo: la sua scelta per l’amante fisso
Giacomo era un uomo normale, con un cazzo normale, ma con una resistenza eccezionale.
Per lui tre copule consecutive rappresentavano uno scherzo e, dopo poche ore era pronto a ricominciare da capo.
Mi arrovellavo per capire come potevo superarlo. Se volevo Bea tutta per me, dovevo trovare il modo di cancellarlo.
Si installò a casa nostra ed il nostro letto divenne il suo campo di battaglia.
Pur in presenza di una donna gravida non si dava nessuna limitazione, la scopava come un forsennato mentre io continuavo a tenere stretta quella manina.
Quando finalmente si toglieva io avrei potuto toccare quella vulva così maltrattata, mentre invece mi limitavo a passarci sopra una pezzuola bagnata, così da alleviarle almeno un po’ di dolore per un uso così intensivo
Bea mi guardava con gratitudine senza parlare
Passarono i nove mesi e venne il momento del parto
In clinica Bea mise alla luce un bellissimo maschietto
Glielo portarono e lei l’accolse con infinito amore tra le sue braccia. Guardando quella coppia mi accorgevo, non solo di essere innamorato di quella stronza di sua madre, ma anche di lui.
Chiesi a Bea se poteva concedermi il bambino mentre Bea preparava il seno per l’allattamento e, fattomi insegnare dall’infermiera come tenerlo. Lo strinsi delicatamente a me.
Bea, invece di togliersi il seno dalla camicia restava a guardare-
Fu necessario un sollecito dell’infermiera perché si prendesse il seno per disinfettarlo e poi mi tendesse le braccia per riavere il piccolo affamato ed attaccarselo.
Rimasi un momento ad osservare la scena poi Bea mi fece cenno di avvicinarmi “Hai vinto” mi disse “Ed ora devo affidarti un compito importante”
Io la guardai con aria interrogativa
“Torna a casa e dai gli otto giorni a Giacomo. Liberarsi della concorrenza è compito dell’uomo di casa. Mi sono resa conto che tu sei realmente l’uomo della mia vita, hai raggiunto il grado di MARITO VERO. Ora basta mattane. I prossimi figli verranno dal tuo pene. Ti amo”
E mentre allattava il bambino al seno mi diede un lungo appassionato bacio d’amore


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