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Gay & Bisex

Gemelli - Cap. 49


di klo2000
21.09.2019    |    1.431    |    2 8.1
"“Come hai detto che si chiama questo cucciolo?..."
cap. 49

“E' ora, Alex, Niki...preparatevi...mettetevi questi vecchi jeans e queste camicie bianche...e queste scarpe da tennis vecchie...”
Guardiamo i poveri vestiti che ci da lo zio e senza parlare cominciamo a vestirci...continuo a non capire cosa ci aspetta...
“Ora salite in macchina, dietro...e continuate a stare in silenzio...ricordatevi, non dovete mai fiatare...soltanto ubbidire...”
Ogni tanto vedo che lo zio sbircia nello specchietto retrovisore per controllare quello che stiamo facendo...ma noi stiamo seduti tranquilli, tenendoci per mano...e per un po' non ci dice niente...trascorsi dieci minuti però ci rivolge la parola per dirci:
“Quando sarà il momento dovete comportarvi come vi dirò adesso...quando entrate non dovete mai, dico mai, guardare in faccia le persone che incontreremo...dovete sempre guardare alto sopra di loro...non obbedite ai loro ordini ma soltanto ai miei...non sorridete mai e mostratevi sempre scazzati, come se faceste ogni cosa per obbligo e controvoglia...può darsi che io sia costretto a darvi qualche schiaffo, ma farò piano, sarà per finta...voi fingete dolore, ma sopportatelo...non lamentatevi...vi esamineranno...lasciatevi guardare in ogni particolare...non dovete spogliarvi da soli, vi spoglierò io...e sempre io vi scappellerò il pisello e vi aprirò le chiappe...voi restate passivi...quando vi apro le chiappe se riusciste a farvi scappare una scorreggia non sarebbe male, sforzatevi a farla ma senza far vedere che lo fate apposta...se ci riuscite tanto meglio...spero che siate abbastanza sudati e che le mutande che vi ho dato siano sporche...e anche le calze spero che abbiano assimilato un bel po' dell'odore dei vostri piedi...se e' così oggi facciamo un sacco di soldi...comunque tutto dipende da voi...assecondatemi...al resto penso io...ah, l'ultima cosa...molto importante quando io o altri vi tocchiamo il pisello, non deve diventarvi duro...pensate a quello che volete, alle cose più schifose, alla fica della segretaria del dottore...ma non deve venirvi duro...poi vi spiego il perche'....” detto questo tace e non ci rivolge più la parola...noi non osiamo porre domande, ma cominciamo a preoccuparci!...
Dopo aver percorso un po' della strada principale lungo il mare cominciamo a salire per una strada secondaria, uno stretto viale alberato lungo il quale ci sono splendide ville circondate da giardini...dopo un paio di chilometri ci fermiamo davanti al cancello di una specie di piccolo castello che ha davanti un grande spiazzo con una fontana...il cancello si apre elettricamente, entriamo e lo zio posteggia davanti al grande portone massiccio...scendiamo e subito il portone si apre...un uomo in divisa da maggiordomo ci saluta e ci fa cenno di accomodarci...l'atrio e' vasto e scuro e arredato in uno stile finto medioevale...in fondo un grande scalone conduce ai piani superiori...nonostante la poca luce noto che lo scalone e' decorato con stemmi, scudi e nei pianerottoli ci sono delle armature...saliamo al primo piano e siamo introdotti in una piccola saletta...qui lo zio ci dice di aspettare mentre lui passa attraverso una piccola porta in una sala adiacente dove lo sentiamo parlare con alcune persone, ma non capiamo quello che dice...
Dopo pochi minuti ritorna e ci fa cenno di seguirlo nell'altra stanza dopo averci raccomandato ancora una volta di non parlare e ubbidire a ogni ordine...
La stanza in cui veniamo introdotti e' molto ampia, ma le finestre sono chiuse e metà della stanza e' in ombra...l'altra metà, quella in cui siamo noi e' illuminata da alcuni faretti e accostato al muro vi e' un palchetto in legno a cui si sale con tre scalini...
Nella parte scura della stanza ci sono quattro persone sedute...riesco a vederele a malapena...tre sono sedute su poltrone, la quarta invece mi pare sia su una sedia a rotelle...una delle parsone sulle poltrone ha una maschera sul viso...gli altri invece hanno il viso scoperto e mi pare che siano molto anziani...do loro soltanto una sbirciatina, poi guardo in su come ci ha ordinato lo zio.
“Salite sul palco!”...ci ordina lo zio con voce fredda...
“Oggi vi ho portato questi due ragazzi...sono gemelli e sono russi...sono la merce che mi avevate richiesto...quelli dell'altra volta andavano bene?...”
“Si...perfetti...” risponde l'uomo sulla sedia a rotelle...si, dalla voce sembra piuttosto vecchio...mi pare che abbia una barba bianca e pochi capelli...”Come vi chiamate?...”
Memori degli ordini dello zio non rispondiamo...risponde lui per noi...
“Questo e' Alex...” indicando mio fratello...poi sale anche lui sul palchetto e si avvicina a me “E questo e' Nikita...Niki...hanno tredici anni...”
“Bene...” e' sempre l'uomo in carrozzella a parlare...”Vediamoli...sembrano interessanti...”
“Come vi dicevo, sono gemelli...perfettamente identici e vengono venduti solo in coppia...possono essere usati per lavorare, ma credo siano più adatti per un altro tipo di mansioni...voi mi capite vero?...”
“Certo!....” e' sempre lo stesso uomo a parlare...gli altri si limitano ad osservare...quello mascherato e' seduto un po' più indietro rispetto agli altri...
“Come potete vedere sono sani, i capelli non hanno pidocchi...” mi infila due dita in bocca e me la fa aprire “Anche i denti sono sani...” poi fa la stessa cosa nella bocca di mio fratello...
“Toglietevi la camicia...” ordina il vecchio...
Noi non ci muoviamo, come se non avessimo sentito...allora lo zio sbottona la camicia di Ale e gliela toglie...poi la toglie anche a me...restiamo in canottiera...
“Anche sotto le ascelle, niente parassiti...” alza le mie braccia e mostro i piccoli ciuffetti di pelo che mi sono cresciuti da poco...”vedete, pelo tenero e corto, appena sbocciato...”
“Molto bene!...” esclama il vecchio...”L'altro...”
Anche Ale deve alzare le braccia e mostrare il suo pelo...
“Togliete la canottiera...”
All'ordine del vecchio lo zio mi solleva la canottiera e mi lascia a petto nudo...stuzzica appena i miei capezzoli che subito si induriscono e li mostra ai quattro spettatori...poi mi infila un dito nell'ombelico e cerca di tirare fuori quel po' di lanetta che ha lasciato il cotone della canottiera...
“Ti avevo detto di pulirti, stronzetto...” e mi da un ceffone, ma senza farmi male...“Scusate, questo stronzetto non si e' pulito la lanetta dall'ombelico...”
“Dieci...” esclama uno degli uomini sulle poltrone...
“Venti!...” interviene il secondo, mentre quello mascherato ancora tace...
Passano cinque secondi...
“Aggiudicata a venti...” dice lo zio portando il batuffolino che mi ha estratto dall'ombelico al vecchio che ha offerto di più...il quale lo prende, lo annusa e poi lo mette in una piccola bustina che ha cavato da una tasca della sua giacca...poi porge allo zio un biglietto da venti euro che ha tolto da un'altra tasca...
Anche a mio fratello, rovistando bene, lo zio riesce a togliere un pochino di lanetta dall'ombelico...
“Venti...”dice quello che prima aveva offerto dieci...ma l'uomo mascherato, senza parlare alza la mano facendo tre con le dita...
“Aggiudicato a trenta...” e lo zio porta il batuffolino di mio fratello all'uomo misterioso che annusa e assapora il piccolo grumo prima di infilarlo anche lui in un sacchettino e porgere i trenta euro offerti...
“Ora toglietevi le scarpe...” a guidare il gioco e' sempre l'uomo in carrozzella...sono tentato di guardarlo in faccia, ma lo zio ci ha detto che dobbiamo tenere lo sguardo alto e ho paura di disubbidire ai suoi ordini...lasciamo che ci tolga le vecchie e puzzolenti scarpe da tennis che ci aveva fatto mettere, ma stavolta non ci sono offerte, come mi aspettavo...le offerte fioccano invece quando ci vengono tolte le calze...per la prima di Ale vengono raggiunti i cinquanta euro, per la prima delle mie settanta...e poi ancora centoventi e centocinquanta euro...adesso capisco come lo zio vuol rifarsi dei soldi che ha speso per noi...vendendo a vecchi viziosi i vestiti che abbiamo indossato...che furbo lo zio...a quanto pare conosce gente disposta a comprare queste cose a caro prezzo, vecchi danarosi che spendono per avere vestiti puzzolenti di ragazzini...e mi sa che lo zio con questi tipi qua ci fa un sacco di soldi se ha fatto cenno anche ad altri ragazzi che ha portato all'asta...
“Vedo che i ragazzi sono di vostro gradimento....proseguiamo?”
“Si, fagli togliere i pantaloni...”
Noi non ci muoviamo, dobbiamo forse fingere di non capire l'italiano...in effetti siamo russi, no?...
Prima ad Ale e poi a me lo zio slaccia il bottone dei jeans e abbassa i calzoni al ginocchio...
“Via tutto...” dice il vecchio...
Allora ci vengono sfilati i calzoni e restiamo con quelle antiquate mutande di cotone...
“Quanto le hanno tenute?” chiede ancora il vecchio...
“Tre giorni...” dichiara lo zio mentendo...”spero che siano di vostro gradimento...
“Vediamo...” a parlare stavolta e' uno degli uomini in poltrona che si alza e si avvicina al palchetto ...mi fa segno di avvicinarmi, ma io non mi muovo...allora lo zio mi da un ceffone...
“Avvicinati, stronzetto...fagli annusare le mutande...”
Muovo tre passi e sono con il mio bacino all'altezza del naso dell'uomo...lui annusa per bene le mie mutande davanti, poi mi fa girare e le annusa dietro...sembra abbastanza soddisfatto...
“Duecento...” dichiara
Non credevo di puzzare tanto e di valere tutti quei soldi...voglio vedere se riesco a battere mio fratello...l'uomo tira fuori di tasca due pezzi da cento euro e li da allo zio...a questo punto penso di dovermi togliere le mutande e consegnargliele...ma anche l'altro uomi si avvicina, mi annusa e versa i duecento euro...infine anche l'uomo mascherato viene ad annusarmi e si sofferma parecchio ad annusarmi il culo...e altri duecento euro finiscono nelle casse dello zio...
“Per trecento!...” dice il vecchio paralitico...allora lo zio mi toglie le mutande e gliele consegna...appena le ha in mano il vecchio ci tuffa il naso e si gode la parte interna, quella che e' stata acontatto col mio pisello e con il mio culetto...mentre gli altri avevano assaporato solo l'esterno...cazzo! Novecento euro per un paio di mutande che al mercato costeranno tre euro...tutto il resto e' valore, anzi odore aggiunto....se lo avessi saputo ci avrei scorreggiato dentro per aumentare il prezzo...
Anche le mutande di Ale fruttano una bella sommetta, mille e cento euro...e ad aggiudicarsele e' il primo uomo che e' venuto ad annusarmi...
Ora siamo nudi...completamente esposti allo sguardo di quei vecchi bavosi...e cerchiamo di non farcelo venire duro....come ha detto zio....pensare a qualunque cosa di schifoso, fica compresa, basta che ci resti mollo...devo stare attento a non guardare mio fratello nudo accanto a me se non mi sa che mi scatta sull'attenti...e non vorrei prendermi un altro ceffone...
“Peli...” ordina il vecchio...
“Dove trovo delle forbici?...” chiede lo zio...
“Strappali...”
Mi si gela il sangue...non vorranno mica strapparmi i peli del cazzo?!?!
Lo zio, senza pietà strappa via un ciuffetto di peli ad Ale che lancia un urlo di dolore...
E qui scatta la corsa all'accaparramento...
“Mille...”
“Millecinque...”
“Duemila....”
“Tremila...”
Comincio a pensare che questi siano tutti pazzi...
“Quattromila...”
Quattromila euro per un pugno di peli di Ale!!!! siamo fuori dal mondo...ma senza battere ciglio uno dei vecchi tira fuori un rotolo di banconote da cinquecento, ne conta otto e le consegna allo zio...in cambio ne ottiene un ciuffettino di pelo nero che infila in una bustina su cui e' incollata un'etichetta bianca...
“Come hai detto che si chiama questo cucciolo?...”
“Alex...” risponde lo zio...
Il vecchio prende una penna da un taschino e scrive il nome sull'etichetta poi torna al suo posto...
“Un ciuffo più grande...” ordina il paralitico...
O cazzo...ora tocca a me mi sa che questi vogliono farmi lo scalpo al pube...non oso pensare al dolore che proverò fra poco...
Infatti lo zio prende con due mani un bel po' del mio pelo e tira senza pietà...credo di non aver mai urlato tanto forte...dolore e bruciore durano per almeno mezzo minuto prima di attenuarsi, mentre i vecchi ridono e lanciano le offerte...
Risultato: avevo seimilacinquecento euro di pelo sul cazzo e non lo sapevo!
“Nikita...” suggerisce lo zio al vecchio che scrive sulla bustina dove ha infilato il mio povero cespuglietto...
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