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Il mozzo e i fagioli - cap.2


di klo2000
15.01.2021    |    6.056    |    3 9.9
"Mai… si può rifare?” domandò ingenuamente il ragazzo che di queste faccende non sapeva davvero nulla poiché Teresa lo aveva sempre tenuto nella..."
Nicolò non aveva ancora ben compreso quello che stava per succedergli, quando sentì che la cappella del Comandante Colucci stava sfiorando il buchino del suo culetto…d’istinto strinse le meravigliose chiappette, ma il capitano gli disse:
“Coraggio, mozzo, apra bene le chiappe…è questione di un attimo…poi tutto passa…”
Fu a quel punto che il dolore, tutto concentrato sull’anellino di tenera carne, divenne lancinante, insopportabile…il Paganetto urlò con quanto fiato aveva in gola e il suo grido risuonò sulle onde calme e fu forse udito anche dalla costa…mentre Antonio e Braccio lo tenevano fermo con tutte le loro forze perché non si divincolasse…
Il capitano intanto stava sfogando la sua lussuria nel buchino del ragazzo, incitato da tutta la ciurma…e dopo qualche minuto se ne venne tranquillamente tra gli applausi di tutti…
Fu la volta ora del Dottore…gli sarebbe piaciuto fosse toccato a lui l’onore di sverginare il mozzo, ma si sa, il grado…aveva dovuto cedere al capitano la primizia di un si bel giovinetto…per vendetta si dilungò a sfregare l’uccello nella calda carne per un tempo quasi doppio di quello del suo predecessore…gli altri sette marinai che erano in attesa di sfogarsi sul piccolo lo incitavano a sbrigarsi, ma lui, incurante delle sollecitazioni, quando sentiva che stava per venirgli l’orgasmo, rallentava e lo ricacciava nella profondità dei suoi grossi coglioni pelosi…
Alla fine però, temendo di innervosire troppo gli altri marinai, urlando di piacere se ne venne copiosamente nelle tenere viscere di Nicolò e cedette il posto al terzo della lista…,
C’è da dire che dopo l’inculata inattesa del capitano, che gli aveva procurato davvero un gran dolore, quella del dottore, così varia nel ritmo, aveva cancellato gradualmente il disagio del Paganetto trasformandolo in una sorta di piacere sconosciuto…e quando il dottore estrasse il belino grondante dal buchino dispiacque quasi al mozzo che la cosa fosse finita…
In realtà non era finita affatto perché ora era il turno di Antonio che, trovandosi la strada già ben aperta, entrò senza difficoltà procurando nuovo, insolito piacere al ragazzo che ormai non urlava più ma gemeva con la sua dolce voce di gattino in calore….
Braccio, che lo stava ancora tenendo insieme ad un altro marinaio che aveva preso il posto di Antonio gli sussurrò all’orecchio:
“Allora, mozzo, ti piace esserti imbarcato con i fagioli…vedrai che bella carriera ti faremo fare…”

E a questo punto forse sarà il caso di chiarire un poco la faccenda dei fagioli…
L’armatore Doria, lontano parente del grande Andrea Doria, proprietario del “Vittoria” e di altri velieri, aveva inventato questo sistema, da buon genovese, per risparmiare tempo e denaro…I marinai imbarcati sulle sue navi venivano pagati settimanalmente, ma poiché erano lontani e non potevano riscuotere personalmente, la paga veniva data alla moglie o a un familiare che si presentava in scagno (l’ufficio)…i marinai quindi non avevano denaro, se non quello che si portavano da casa alla partenza…dato che gli uomini stavano via per parecchi mesi, per dar sfogo alle loro esigenze sessuali era necessario che quando la nave si fermava in un porto, dopo aver caricato e scaricato le merci, vi restasse ancora per qualche ora o addirittura per tutta la notte perché gli uomini potessero sfogarsi con le meretrici del porto o con i ragazzi, a seconda dei gusti, allungando così la durata del viaggio…
Con il sistema dei fagioli invece si risparmiava tempo e anche denaro…perché i marinai sfogavano le loro voglie sul mozzo mentre la nave viaggiava e non dovevano pagare nulla…bastava soltanto che per ogni prestazione mettessero nello scrigno un fagiolo secco…
Al ritorno a Genova venivano contati i fagioli e al mozzo veniva dato un soldo ogni quattro fagioli, e il tutto era pagato dall’armatore con i soldi che risparmiava sui giorni di viaggio…naturalmente non tutti i marinai erano contenti di ingropparsi il mozzo, alcuni preferivano scoparsi delle donne, ma l’ingaggio con i fagioli veniva pagato di più e quindi si adattavano, scoprendo ben presto che il culetto di un ragazzino valeva molto di più della passera slabbrata di una puttana del porto…
Bene…per la prima giornata il Paganetto aveva messo da parte nove fagioli…e il primo giorno era sempre il più magro, perché i marinai la sera prima della partenza si scopavano sempre le mogli, anche due tre volte per notte….E soprattutto il primo giorno era sempre una cerimonia collettiva, perché tutti assistevano allo sverginamento del mozzo…a partire dal tramonto e fino a tarda notte…durante il viaggio invece i marinai potevano godersi il ragazzino in qualunque ora del giorno o della notte, purché questi fosse libero da servizi di altro genere imposti dalle necessità di bordo…

Torniamo al nostro giovane Nicolò…Antonio aveva ormai finito di inchiappettarselo con gran gusto…e gli altri marinai aspettavano in fila dietro di lui il loro turno secondo l’ordine di anzianità…prima i marinai scelti e poi quelli semplici…dopo due ore se lo erano scopato tutti e nove e il mozzo era ora assistito dal dottore che lo stava aiutando a ripulirsi con impacchi di acqua e malva…
“Da oggi questa sarà la tua occupazione principale…naturalmente dovrai sbrigare anche altre faccende come ti comanderà il cuoco, ma tieniti sempre pronto…se avessi problemi vieni da me…soprattutto quando sarà Poldo a mettere il fagiolo nello scrigno…voglio essere presente io quando ti scoperà lui…e forse il capitano te lo farà fare in forma solenne, come stasera…ebbene, come ti è sembra il tuo nuovo lavoro?”
Nicolò non sapeva cosa rispondere al dottore…
“Ti è piaciuto o no? Hai sentito tanto male?…”
“Il capitano mi ha fatto male…”
“Certo, perché è stato il primo e tu non eri ancora pronto per la cosa…ma io? Come sono stato? Ti ho fatto male?”
“No…anzi…ho sentito bello….”
“Lo so…me ne sono accorto che cominciavi a godere…e ci sono stato un bel po’ prima di sborrarti dentro perché volevo che ti passasse il male…”
“Mi facevano male i polsi perché mi tenevano stretto…”
“Ora non ci sarà più bisogno di tenerti…ora sai cosa devi fare…e potrai metterti anche in altre posizioni più comode…magari con qualcuno lo potrai anche fare in una della cuccette…sai una cosa? Il capitano e altri quattro marinai hanno già messo i fagioli per domani…e adesso ce lo metto anche io…mi sa che prima della fine del viaggio ti farai un bel mucchio di soldi…che però ti saranno dati soltanto quando torneremo a Genova…ma se vuoi fare dei soldi in più…fra qualche giorno, quando saremo a Malaga…beh, lì ci dobbiamo fermare due giorni…e io chiederò per te al capitano il permesso di sbarcare…ho certi amici a Malaga…e, se ti va…”
“Cosa?”
“Vieni con me…e io te li presento…e loro possono darti dei soldi…poi però ricordati di andare dal cambiavalute…perché se no non potrai spenderli quando saremo in Marocco….Riflettici perché Malaga è l’unico porto dove dobbiamo fermarci una notte…è l’unica occasione…e questi amici miei sono generosi…Giambrino ci ha fatto un bel gruzzoletto nel viaggio scorso…”
“E ora dov’è lui?”
“Ora è imbarcato sulla “Guglielmina” che naviga nel Mar Nero….non è più mozzo, ora è marinaio semplice, ha compiuto quattordici anni…e si può essere mozzo con i fagioli per un solo viaggio…ora è lui che usa i fagioli per il nuovo mozzo… ne ha imparate di belle nel viaggio precedente…e se vuoi ne posso insegnare di belle anche a te…vieni qui…“
E così dicendo attirò a se il Paganetto e cominciò ad accarezzarlo sul collo e sul petto…col dito, leggermente, gli strofinava i piccoli teneri capezzoli che subito si inturgidirono…poi cominciò a baciarlo…la sua barba ispida pungeva le labbra del ragazzo che però rispose al bacio…la lingua del vecchio marinaio si insinuò nella fresca bocca di Nicolò alla ricerca della giovane lingua…nel frattempo con la mano il Dottore cercava il membro ancora in crescita del ragazzo…e lo muoveva dolcemente per farlo indurire…quando fu turgido chiese al mozzo di alzarsi in piedi e lui rimanendo seduto lo prese fra le labbra e ne succhiò il carnoso prepuzio che ancora proteggeva verginalmente la cappella….il ragazzo era in preda a nuove, sconosciute emozioni…il bacio e il sapiente pompino dell’uomo esperto gli aprivano mondi sconosciuti di piacere….finchè fra le labbra dell’uomo esplose nella sua prima sborrata…poche calde gocce lattiginose che si rappresero sui peli del mento del dottore….
Nicolò respirava a fatica, ansimando dopo le contrazioni spasmodiche del suo primo orgasmo…
“Bello, bello….” continuava a mormorare…
“Non avevi mai provato questo?…” gli chiese il dottore
“No….mai… si può rifare?” domandò ingenuamente il ragazzo che di queste faccende non sapeva davvero nulla poiché Teresa lo aveva sempre tenuto nella bambagia…
“Certo che si può rifare….e se vuoi lo faremo ogni giorno….io e te….ora però vai in cuccetta perché è tardi e domani ci aspetta un’altra giornata di lavoro e poi arriveremo a Marsiglia…e magari domani viene voglia a Poldo…”









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