Racconti Erotici > Gay & Bisex > In pausa pranzo
Gay & Bisex

In pausa pranzo


di honeybear
25.04.2013    |    13.355    |    6 9.6
"In un attimo è dentro di me con tutta la sua mascolinità ed inizia a scoparmi: sento il suo cazzo entrare allargandomi le pareti dell’ano e la cappella puntare..."
Un’asta grossa e nodosa che nasce da un tripudio di lucido pelo nero e lungo: è l’immagine del suo profilo personale sul sito d’incontri che sto navigando. Sembra davvero un bel cazzo: decido di contattarlo.
La mattina seguente apro la mail e trovo la risposta: anche lui si dichiara interessato e, dopo un paio di contatti, decidiamo di incontrarci nella pausa pranzo di quello stesso giorno, dandoci appuntamento per le 13.30. Lavoriamo nella stessa zona per cui eviteremo inutili perdite di tempo.
Con un leggero anticipo, arrivo nel parcheggio dell’appuntamento. È già lì e sta parlando con qualcuno. Mi fa cenno di pazientare un attimo.
“Scusami per l’attesa…”
L’attimo dura più del previsto. Non glielo faccio notare ma se ne accorge da solo:
“Che ne dici se per farmi perdonare ti offro un caffè o qualcos’altro. Oltre che lavorare, abito anche qui vicino!”
Acconsento. In meno di cinque minuti siamo già per le scale di casa sua.
Seduti sul divano del suo appartamento, piccolo ma carino, iniziamo a riversare fiumi di parole: siamo decisamente due chiacchieroni.
Guarda l’orologio:
“Rischia di diventare tardi…”
Si alza per andare in cucina a preparare il sospirato caffè. Lo seguo e mentre armeggia con la moka e la miscela, lo abbraccio da dietro. Lui si gira rispondendo al mio abbraccio, cercando la mia bocca. Iniziamo a baciarci: le labbra si mordicchiano per studiare il campo dell’avversario; entrano in gioco le lingue che prima delicatamente e poi sempre più voracemente cercano quelle altrui per attorcigliarsi con voluttà e passare in tutta tranquillità a leccare il resto del viso. Socchiudo gli occhi e godo ogni singolo istante di quel massaggio umido:
“Al diavolo il caffè – penso mentre comincio a palpeggiarlo attraverso la stoffa dei vestiti - questo è decisamente meglio!”
Senza smettere di limonarci ritorniamo in salotto disseminando i vestiti lungo il percorso: le inutili cravatte, le camice, le scarpe, le calze e i pantaloni.
Il suo corpo nudo mi sorprende: un bel fisico tonico, non palestrato e, ciò che più conta, interamente ricoperto di pelo scuro! Tra la stoffa dei boxer l'oggetto del piacere bell’e pronto, duro e dritto, punta decisamente nella mia direzione: sembra veramente un Signor Cazzo, non da superdotato certo, ma comunque ben fatto e ovviamente… Come da foto (del profilo)!
Ci avviciniamo con le spade ancora nel fodero e cominciamo a sciabolare, prima di buttarci sul divano.
Riprendiamo a baciarci senza trascurare un centimetro di pelle: dal collo, scendo pian piano al suo torace soffermandomi a mordergli i capezzoli. Glieli stringo per bene tra i denti. Geme, non so se per il dolore o per il fastidio. Mollo la presa e continuo per la mia strada arrivando a quel pacco che non vedo l’ora di scartare.
Ci infilo una mano accarezzando per bene i lunghi peli del pube. Lui sussulta. Lo scopro: è marmoreo, grosso, duro, pulsante. Lui sussulta ancora. Lo scappello con le labbra e provo ad ingoiarlo tutto. Lui ansima e sospira.
A dispetto di quanto pensavo, fatico a tenerlo in bocca, ma è un vero piacere sentirlo arrivare fino alle tonsille, leccarlo, succhiarlo dalla punta della cappella fino alle palle pelose godendo appieno di quel sapore acre che sprigiona.
Mi rovescia sul divano. Penso voglia scambiare ancora qualche effusione ma, a sorpresa si posiziona per un 69.
Mentre riprendo il lavoro lasciato a metà, lui inizia a giocare con le mie palle, mordendole, succhiandole una alla volta. Le sento ingoiare dalla sua bocca, per poi bagnarle di saliva insieme ai peli. La lingua preferisce poi dedicarsi al culo: mi bacia i glutei ma punta altrove. Per agevolarlo, allargo le gambe mentre io continuo a succhiarlo, e subito la sua lingua preme sul mio buchino. L’effetto è quello di un piccolo cazzo: spinge per cercare di entrare, ruota libera fin dove riesce e poi se ne torna ad insalivare le pieghe tutt’intorno.
Si stacca all’improvviso:
“Qualcosa non va?” chiedo.
“Aspetta un attimo…”
Sorride e corre in cucina tornando con un vasetto di yogurt.
Ne mangia un paio di cucchiai con aria maliziosa:
"Non abbiamo ancora pranzato! Ne vuoi anche tu?"
Sorrido a mia volta mentre, ancora sdraiato sul divano, sollevo il culo per fargli versare il contenuto tra le chiappe. Sento la crema fresca scendere verso il perineo e subito dopo la sua lingua che la raccoglie per distribuirla con dovizia tra i peli e lo sfintere cercando di farne penetrare un po’ all’interno. Che sensazione fantastica quella lingua usata come un cucchiaio su di me!
“Hai ancora fame?” mi chiede.
La mia risposta non lascia adito a dubbi: mi allargo le chiappe mettendo in bella vista il mio ano pulsante.
Mi prende per mano e mi porta in camera, spingendomi sul letto.
Si affianca a me incastrando le sue gambe tra le mie. Si struscia e mi bacia avvinghiandomi a sé. I cazzi in tiro che battono sui rispettivi bacini, il solletico dei peli pubici, delle gambe, delle mani che frenetiche, tornano a ripercorre territori mai esplorati abbastanza.
Ma dannazione, il tempo sta per scadere: lo sappiamo entrambi!
Spontaneamente mi giro a pancia sotto sollevando ancora una volta il mio culo verso l’alto. Lui, raccogliendo l'invito, piazza l’uccello tra le natiche appoggiando la sua cappella sul mio buco. La spinta è decisa e dolce allo stesso tempo.
Un urlo strozzato mi esce dalla gola.
In un attimo è dentro di me con tutta la sua mascolinità ed inizia a scoparmi: sento il suo cazzo entrare allargandomi le pareti dell’ano e la cappella puntare dritta verso il retto. Ci si strofina contro per poi prendere la strada contraria. E così via. Per una, dieci, mille, infinite volte!
Mi tiene le mani, me le bacia. Mi riempie di baci. Soffia leggero nel mio orecchio esasperando così la mia erezione. Con la lingua prova a spingersi là dov’erano giunte le mani mentre i suoi affondi continuano senza sosta. Ho paura che il mio buchetto non regga a tanta foga.
Provo allora ad aiutarlo: spingo il culo verso il suo cazzo e sento le sue palle sbattere sui miei glutei mentre con la mano inizio a menarmelo. I suoi colpi divengono sempre più frequenti e possenti fino a che non lo estrae ed inonda la mia schiena col suo seme caldo. Lo lecca senza tralasciarne una goccia mentre la sua mano si unisce alla mia per finire di masturbarmi.
Ho appena il tempo di girarmi e riversare il mio piacere su di lui. Mi bacia un’ultima volta poi risolutamente mi abbassa la testa fino ai peli del suo petto invitandomi a restituirgli il favore.
A lavoro ultimato mi sorride provocante:
“Non ho impegni per cena…”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per In pausa pranzo:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni