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Gay & Bisex

MenAtPlay: la meritata ricompensa!!!


di honeybear
31.12.2014    |    7.464    |    27 8.4
"La stessa scena viene ripetuta da Giovanni e Ruggero: la mia posizione scomposta mi ricorda quella di una bambola gonfiabile bucata..."
Il cazzo di Giovanni, duro e curvo verso l’alto, culmina con una cappella lucida di liquido prespermatico. Quello di Ruggero penzola tra le sue cosce: “Dobbiamooohhh… Dobbiamo darci subitooohhh… Uff… Da fare per rimetterlooohh… in piediiihhh…” ironizzo mentre accolgo le spinte possenti di chi mi sta cavalcando alle spalle.
“Sei un po’ qui per questo, troia!!” e senza darmi il tempo di ribattere mi sbatte il gingillo in gola.
Che goduria: in un buco sento qualcosa diventare duro, nell’altro qualcosa che mi sta riempiendo…
“Sì, cazzo! Sborrooooooo!!!!!! SBORROOOOHHHHH!!!!”, urla Luigi vibrando gli ultimi colpi mentre si titilla i capezzoli. Sono i più violenti; poi si accascia completamente stravolto sopra di me.
Gli altri ragazzi applaudono, seguitando ad incitarmi (che carini!!).
Soprattutto il buon Paolo esplode in un: “Porca puttana! Non ne hai ancora abbastanza!? Sarai sfinita… - e camminando verso di me per porsi alle mie spalle – Guarda come pulsa… - e dopo aver girato intorno a quel che era un buchetto, c’infila un paio di dita - E com’è rosso…”
Per tutta risposta mi giro verso di lui e mi lecco le labbra strizzandogli l’occhio. La mano forte di Giovanni mi riconduce all’ordine:“Allora? Cosa aspetti? Sono tutti per te, puttanella!! Non è il momento di distrarsi...”
Smonto dal tavolo, per inginocchiarmi sul tappeto, agguanto la verga vibrante di Giovanni, ingoio la biscia dondolante di Ruggero e prendo in mano anche l’ultimo cazzo. Quello del capo.
Tra le mie labbra, il boa inizia subito ad indurirsi e dopo pochi secondi non riesco già più a contenerlo tutto: un senso di nausea mi assale poco prima di un conato di vomito. Sfilo velocemente l’uccello ormai avvolto in un pigiamino di saliva schiumosa e lo guardo con i lucciconi agli occhi.
Il fantastico trio si compiace per le mie attenzioni, cingendosi la vita. Ruggero gode gemendo per la mia suzione, mentre Paolo e Giovanni hanno il viso contratto per la lenta e sapiente masturbazione praticata dalle mie manine di fata.
Poi, per non fare torto a nessuno, stringo la mazza di Ruggero in mano, alternandomi con la bocca sulle altre due. Sentire quei pali così duri nella mia gola, manda in delirio il mio cervello: assaporo già il liquido che esce da ciascun glande, mentre faccio scorrere il palmo lungo l’asta infinita di uno dei due soci. Quindi, li avvicino e lecco le tre cappelle contemporaneamente, stuzzicando i frenuli. Alzo lo sguardo per ammirare i tre che stanno intrecciando le loro lingue mentre si godono il mio pompino.
Tutti gli altri sono stupiti ed eccitati quanto me da quello spettacolo: i cazzi di Antonio ed Ettore sono tornati duri; quello di Roberto, sotto le sapienti manipolazioni di Luigi e Simone è barzotto. Da uomo generoso qual è, anche lui si dà da fare per fare indurire gli uccelli dei due.
Mentre continuo ad alternare la mia bocca tra un cazzo e l’altro i tre sotto le mie grinfie, si stanno perdendo nell’ennesimo bacio appassionato.
D’un tratto, Giovanni si inginocchia accanto a me, mi lancia uno sguardo furbo e, continuando a fissarmi, ingoia la verga di Paolo pompandola con voluttà. Sono esterrefatto e sempre più eccitato.
Dopo averlo succhiato per un po’, se lo leva di bocca e lo affonda nella mia gola, continuando a leccare la parte di asta che io non riesco ad ingoiare, e le palle. Si rialza e ho di nuovo il suo cazzo maestoso davanti al naso. Lo ciuccio per qualche secondo, finché non mi viene strappato dalla mano di Ruggero, che, accovacciatosi accanto a me, fa al capo lo stesso servizietto riservatogli dall’altro socio. Io, intanto lecco le palle di Giovanni, che rantola di piacere.
Poi Ruggero mi restituisce la mazza del principale, si volta verso di me e mi sussurra all’orecchio: “Adesso impalati sul mio cazzo!!”
Volgo lo sguardo e annuisco mugolando. Allora si siede sul divano; mi posiziono sopra di lui dandogli le spalle e scendo con le ginocchia penetrandomi con quell’obelisco. Continuo a scendere, ma sembra che non finisca mai e, quando la cappella incontra un ostacolo, io ancora non riesco a percepire il contatto col suo ventre. Mi porto una mano al culo e afferro la parte di cazzo rimasta fuori: è pazzesco! Riesco ad agguantarla tutta! Me lo scopo a smorzacandela appoggiandomi di lato su una mano, mentre Ruggero mi accarezza l’anellino con le dita, stimolando i nervi della rosellina per farla allargale di più.
Giovanni, intanto, si gode la scena da vicino masturbandosi lentamente. Poi, però, gira intorno al divano e sussurra qualcosa all’orecchio dell’altro, che attirandomi a sé e mi dice piano: “Se sentirai dolore, dillo e noi ci fermeremo, ok?”
Annuisco, preoccupato e curioso al tempo stesso. Quindi, mi fanno smontare. Ruggero si alza per posizionarsi con Giovanni ai miei fianchi. Ognuno mi mette ciascuno una mano sotto l’ascella ed una sotto il ginocchio.
Paolo si è seduto comodamente sul divano.
Così sorretto,i due stalloni mi sollevano di peso per calarmi piano finché la cappella della mazza di Paolo tocca il mio ano, e alla fine mi lasciano cadere letteralmente sopra di lui. Il palo di Paolo mi si conficca nelle interiora, lacerandomi e facendomi urlare. Dopo un lancinante bruciore inziale, nel mio sfintere si scatena un fuoco di sensazioni. Paolo mi attira di nuovo a sé, mi strizza i capezzoli e mi chiede: “Tutto a posto troietta?”
Io, sorpreso, rispondo: “S… Sì… Credo di sì…”. Allora, i due energumeni ai miei lati mi sollevano di nuovo e ripetono l’operazione. Quando il palo affonda in me, stavolta avverto solo un’esplosione di piacere. Il mio superiore mi tira ancora verso il suo corpo, mentre il mio inizia a vibrare.
“E’ bello, vero?”, mi sussurra mentre mi stringe e mi accarezza.
“Oh sì! Ancora, ancora!”, chiedo e quelli non si fanno certo pregare. Mi sollevano per poi mollarmi, lasciando che il mio culo venga trafitto per la terza volta fino in fondo. Adesso le vibrazioni si fanno tremori e Paolo mi agguanta per i fianchi e comincia a muovere il suo bacino ravanando con la sua mazza nelle mie viscere. L’operazione ‘ascensore’ viene ripetuta una quarta volta e, già mentre l’asta scorre lungo il mio sfintere, uno spasmo mi fa inarcare la schiena. Rapido mi porto una mano al buco e stringo le cosce.
“Godo! Godooooo!!!!”, ansimo.
“Sì, ti sento. Mi piace sentire il tuo corpo scosso in questo modo. Facciamolo ancora, dai!”, e per la quinta volta vengo dilaniato dentro. Gli spasmi diventano due, tre, quattro; Paolo mi stringe e mi tiene la verga piantata in corpo mentre si sistema meglio sul divano tenendo i piedi a terra.
Non capisco che intenzioni abbiano: eccitato come sono, lascio che mi posizionino come vogliono e continuino il loro gioco…
Mi mette due mani sotto le cosce e me le solleva. Il mio buco si bagna. Alzo la testa e Giovanni e Ruggero, tra le mie gambe aperte, sputano saliva per lubrificarmi. Subito Giovanni si alza, punta la cappella sul mio ano e spinge per entrare. Scorre lentamente sull’asta che già m’incula finché è completamente dentro di me.
Ho il buco spalancato come quando, poco fa, mi hanno scopato Simone e Federico, se non di più, e quella dilatazione è per me l’inizio dell’abisso dell’orgasmo, nel quale precipito gradualmente. Sento ogni pezzo di cazzo dei due scivolarmi nelle mie parti più intime, stimolarmi le pareti dello sfintere e percuotermi la bocca dello stomaco.
Giovanni si china su di me e mi fa un lingua-in-bocca profondo. Poi mi lecca la guancia, il lobo dell’orecchio, il collo e va alla ricerca delle labbra di Paolo.
Qualcun altro monta sul divano e punta la sua cappella al mio buco: Ruggero ovviamente; manca solo lui all’appello! Sento la sua cappella appoggiarsi timidamente alle due aste già in me.
Applausi e fischi (d’incoraggiamento?!) dalla platea.
Anche se non ne ho bisogno di ulteriori incitamenti, ciò non fa che alimentare le fiamme nelle quali sono avvolte le mie membra e, quando Ruggero, staccandosi dalla bocca di Giovanni spinge definitivamente anche la sua nel mio buco vado letteralmente in tilt…
Se a questo si aggiungono Paolo e Giovanni che mi tormentano, mordicchiano e leccano i capezzoli, il mio corpo prende definitivamente il sopravvento sulla mia mente. Non riesco più a controllarlo: una convulsione mi fa spingere in fuori lo sfintere e sollevare di scatto la testa; un’altra e la mia schiena si inarca pericolosamente e il mio buco si restringe strozzando i cazzi dei tre stalloni.
“Ragazzi ci siamo! Siete pronti?”, domanda il capo ai due sottoposti.
“Sì, signore!”, rispondono all’unisono.
Uno strattone e i due soci sfilano le loro mazze. Mi sollevano da Paolo, stravaccandomi sul tavolino di cristallo. Il mio buco rimane vergognosamente, oscenamente spalancato: contemporaneamente al loro movimento scattoso, un’altra convulsione lo fa dilatare e stavolta sembra interminabile. Il mio corpo rimane contratto per un tempo infinito durante il quale percepisco esattamente la potenza e quindi la spinta di ciascuno dei cazzi che mi penetrano per la seconda volta: prima Ruggero e a seguire Giovanni.
Mi sento una specie di burattino completamente in balia della libido che mi assale: è per questo che lascio che i due facciano ancora di me ciò che vogliono.
E ciò che vogliono è sistemarmi in maniera tale da permettere a Roberto, rientrato in gioco a sorpresa e posizionatosi sotto di me, d’incularmi. Poi il ventre di Paolo sbatte contro le mie chiappe e subito si allontana; quindi la sua mazza si pianta definitivamente nel mio corpo. E avanti così per un po’.
Adesso sono entrambi fuori di nuovo e la mia convulsione non è ancora finita, tant’è che i due, approfittando dello sfintere spalancato, mi penetrano insieme e uno spasmo fa ricontrarre il mio buco. Le loro verghe vengono avvolte nel caldo abbraccio delle mie viscere e vengono divorate dagli intestini. Le mie cosce stringono la vita di Roberto.
“Adesso!”, sussurra alla volta dell’altro.
“Sì, insieme!”, risponde Paolo, e un nuovo fuoco mi arde dentro. Non quello prodotto dal mio orgasmo, ma quello che mi viene sparato in culo dai due cazzi gonfi, che mi inondano con il loro sperma. Le pulsazioni delle mazze conficcate nel mio sfintere stimolano il mio anello e lo allargano ritmicamente. Godiamo tutti e tre insieme e i nostri gemiti riempiono la stanza.
La stessa scena viene ripetuta da Giovanni e Ruggero: la mia posizione scomposta mi ricorda quella di una bambola gonfiabile bucata. Ma non voglio perdermi nemmeno un attimo di piacere e lascio che siano i miei aguzzini a decidere del mio destino.
Li sento dentro; ancora una volta in coppia.
Ormai ho perso il senso del tempo: non so per quanto e con quanta foga vanno avanti a sbattermi. Non me ne frega un cazzo! Sembra non siano mai sazi. Ma nemmeno di questo m’importa. Ciò che importa è sentirli dentro. Infinitamente dentro di me.
Con l’ultimo affondo il corpo di Ruggero si irrigidisce e poi, dopo essersi svuotato, si accascia sul mio, stremato e ansimante.
Mi ricopre di baci che non posso fare a meno di ricambiare.
Il toro scivola piano fuori da me e si abbandona sul tappeto. È la volta di Giovanni che spinge il suo bacino verso l’alto nell’atto estremo di godere. Mi girano a pancia all’aria. Le mie gambe ancora sollevate ed aperte per una coda di orgasmo che non mi abbandona, fanno sì che Antonio si precipiti tra le mie cosce ed abusi di me. Ormai completamente frastornato e definitivamente sfondato, sento comunque il suo cazzo puntarmi dentro e vedo chiaramente il suo viso rosso di libidine. Sborra nelle mie viscere dopo pochi colpi.
Non appena mi molla, si fa sotto Simone che accompagna la scopata con insulti da scaricatore di porto: “Ma lo sai che sei una bagascia! Guardati così a cosce larghe e col culo slabbrato e sbrodolante di sborra! È questo che ti meriti! Tò! Tò! Tò!”. Anche il suo cazzo non mi rimane indifferente e lui fa appena in tempo a venire dentro di me che Luigi lo afferra per le spalle e lo strattona sostituendosi a lui. E così Ettore…
Fino a che Federico mette fine all’agonia (o all’estasi pura!?!?): “Ma che fate, stronzi? Non vedete che non ce la fa più? – e prendendomi in braccio aggiunge – Ragazzini ingordi!” e sogghignando, mi conduce verso il bagno.
Sorretto dal prode soccorritore, sfilo attraverso due ali di maschi ancora arrapati che mi guardano vogliosi… Un po’ come me del resto!!
Ce li lasciamo alle spalle per entrare nel sontuoso locale interamente rivestito in candido marmo.
Faccio per dirigermi verso la tazza del cesso, ma Federico mi spinge nella doccia obbligandomi ad inginocchiarmi.
Si scappella e mi punta addosso il suo idrante.
“Venite!” e gli altri manzi mi circondano in un istante.
Anche loro mi puntano addosso le rispettive manichette. Li osservo divertito: le prime gocce di pioggia sparano simultaneamente dalle cappelle di Simone, Luigi ed Ettore: il piscio dorato e caldo, proveniente da tre direzioni diverse, mi lava letteralmente dalla testa ai piedi.
Chiudo gli occhi per godermi appieno la sensazione di benessere che la doccia, che ora funziona a pieno regime, mi regala… Otto splendidi cazzoni mi stanno pisciando addosso! Otto magnifici tori mi stanno letteralmente affogando in un tiepido mare aureo!!
Cadono le ultime gocce. Apro gli occhi e pulisco a colpi di lingua tutte le cappelle, mentre sento che una nuova pioggia mi sta cadendo addosso: quella, ora bollente, proveniente dal soffione sopra la mia testa. Le mani dei miei amanti mi massaggiano con cura riempiendomi di schiuma profumata per poi allontanarsi e permettere che mi rilassi da solo.
La mia mano scivola sulla cappella liscia… Pochi colpi e…
AAAAHHHH!!!!
L’ennesimo, intenso orgasmo!!
I getti di sborra finiscono per confondersi con le goccioline d’acqua che scorrono veloci lungo la parete cui mi sono appoggiato. Resto ancora pochi istanti sotto il getto caldo. Chiudo e mi avvolgo in un morbido accappatoio.
Quando torno in salotto li ritrovo tutti fasciati in vestaglie di seta. Un’ovazione mi accoglie, come una specie di Ulisse di ritorno ad Itaca.
“Sei stato impressionante!”, si complimenta Federico, guardandomi con tenerezza e passione al tempo stesso.
“Grazie” gli rispondo timidamente.
“Di nulla” e mi sorride arrossendo.
“Sì, davvero. Sei molto goloso! E non è il caso di arrossire…” scherzano Luigi e Simone.
“Eheh! – cercando di dissimulare – In effetti per una professionista consumata, cosa saranno mai otto cazzi nel culo… Da soli, in accoppiata o in trio!?!?”
E mi lascio coccolare dalla mia gang… Godendo della meritata ricompensa!!!!
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