Racconti Erotici > Gay & Bisex > La Cena - Parte 2
Gay & Bisex

La Cena - Parte 2


di honeybear
04.06.2013    |    5.441    |    11 9.3
"Le cibarie e le stoviglie cadono a terra in un frastuono assordante..."
Non mi lascia il tempo di rispondergli. Mi gira e, dopo avermi fatto appoggiare le mani sopra la tavola imbandita, mi afferra per i fianchi. Preme il suo torace contro la mia schiena: che strana la sensazione del suo pelo imprigionato nella maglietta leggera sulla mia pelle. Mi solletica, e intanto mi spinge avanti insieme alla tovaglia, facendo cadere a terra il coperto dalla parte opposta.
Un brivido mi pervade; d’istinto mi sollevo per voltarmi a cercare la sua bocca. Che prontamente arriva. La lingua si allunga verso la mia. Cominciamo a sciabolarle mentre spingo oscenamente il mio culo verso il suo inguine e sollevo un braccio per consentire alla mano di accarezzargli i capelli e la nuca.
Gli faccio capire che lo voglio. Anche se so perfettamente che lui lo sa. Solo che in questo momento preferisce continuare a giocare. Sento le sue dita che sfiorano il tricipite per poi solleticare il pelo ascellare e da lì scorrere lungo il fianco. La presa contro il suo bacino è salda mentre la cintura si sta allentando ed una mano ha ripreso a giocherellare con i miei coglioni. Li afferra, li schiaccia, li sgrana, li massaggia, stropiccia il pelo per risalire decisa lungo l’asta che, fino a quel momento a riposo, comincia a rinvigorirsi. Quando tocca la cappella e prova ad allargare il piccolo orifizio, mi sfugge un gridolino di piacere. Mi mordo le labbra, ma un acino d’uva imboccato, mi costringe a deglutirlo, leccando le dita che lo tenevano…
La sue mani si riuniscono all’altezza della cintola; mi slaccia il primo bottone dei pantaloni che finalmente possono cadere a terra. Per gli slip ha in mente altro: me l’infila nel solco delle chiappe iniziando a tirare verso l’alto con sforza. Sento la stoffa sfregare contro i peli del mio ano. Provo una sensazione di costrizione che trasforma il fastidio iniziale in un vago senso di sadico piacere che mi toglie il fiato. L’uccello, stritolato insieme ai coglioni, fa male. Gemo ed inizio ad aiutarlo nell’azione:
“Bravo… Dimenati come la zoccola che sei” fino a che non decide di sfilarmeli. Mi volto giusto in tempo per vedere che se li passa tra le sue parti intime, prima di avvicinarseli al naso per annusarli e riservarmi analogo trattamento. Respiro il suo odore misto al mio chiudendo gli occhi: quell’aroma mi ubriaca più del vino bevuto.
Inebriato, mi sento piegare con forza contro il tavolo: il culo in posizione strategica rivolto in alto. Rivolto verso di lui. Non riesco a muovermi come vorrei. Qualcosa mi blocca. La forza delle sue braccia che serrano le mie; la pressione del suo torace sulla mia schiena. La sua lingua inizia a leccarla, la sua bocca a baciarla. Non si risparmia. La nuova sensazione mi avvolge completamente: m’inarco come un gatto ad ogni passata, ad ogni bacio. E ad ogni bacio, ad ogni leccata ne vorrei di più. Non mi basta. Come non mi basta sentirlo alitare dolcemente nelle orecchie e mordicchiarmi i lobi.
L’uccello torna a farsi duro masturbandosi sulla stoffa della tovaglia e lui si stacca… Poi il nuovo brivido. Il suo pelo ruvido e leggermente sudato sulla mia schiena, si alterna ai baci e alle leccate. La sua maglietta appena sfilata è invece ora davanti al mio naso. Il suo odore di maschio, unito alla fragranza con cui ha profumato la sua pelle, si mischia all’aroma della frutta che sta di fronte a me. Riprendo a scalpitare, ad agitarmi, ma ancora non ho libertà d’azione: lui è praticamente steso sopra di me. L’erezione comincia a farmi davvero male.
Afferra qualcosa. Un acino d’uva. Mi solleva per i capelli e m’imbocca; poi sento le sue dita trotterellare lungo il mio petto e fermarsi a tormentarmi i capezzoli. Vorrei gridare tutto il mio piacere, ma un secondo acino d’uva me lo impedisce.
Le sue mani scompaiono di nuovo. Le sento allargarmi le chiappe intanto che la lingua comincia ad insalivare per benino la zona dell’ano e del pelo che le sta intorno.
Un altro acino d’uva entra nella mia bocca prima di vedergli soppesare un cedro. Me lo fa annusare. Me lo fa leccare. Me lo strofina lungo la schiena. Scende più in basso. Tra le chiappe. Si ferma. Vuole usarlo per forzarmi il buco. Lo punta. Prova a spingere:
“Come sei stretto...” mi sussurra mentre mi costringe a leccargli le dita che, invece, non fanno alcuna fatica a tendere le sottili pieghe di carne che celano il frutto di cui, da lì a poco, si ciberà.
Riprova con il cedro. Spinge. Questa volta riesce nell’intento. A fatica. Mi sento come spaccare a metà…
Una lacrima mi solca il viso. Vorrei gridare ma le sue dita tornano ad occuparmi la bocca. Lo toglie e me lo fa annusare ancora. Ora il profumo del frutto è mescolato al mio. Riprende a tormentarmi. Ad ogni forzatura vengo spinto avanti ed il mio uccello duole. La mia cappella duole. Brucia. Come il culo. Ma il dolore scompare, annientato da quelle sensazioni di piacere travolgente.
Lascia il cedro dentro me giusto il tempo di iniziare ad accarezzarmi i glutei. Mi afferra per i capelli e intanto posiziona il suo bacino. Ecco è tutto pronto. La cappella è appoggiata là, dove fino a poco prima, c’era l’agrume giallo. Inizia a spingere lievemente, tirando la mia testa verso di sé. Stringo forte le labbra mentre il suo uccello s’insinua lentamente tra le chiappe per farsi strada lungo le pareti del mio retto.
Lo sento entrare ed uscire. Sempre più duro. Sempre più in profondità, fino a che con l’ultimo, deciso affondo, i suoi coglioni non sbattono contro i miei; la stoffa dei pantaloni che ancora indossa, contro le mie chiappe. Ed io sono una corda d’arco tesa tra le sue braccia.
Il respiro è affannoso. Per entrambi.
Nel mio caso, perchè devo abituarmi alla sua presenza dentro di me: il mio buchetto brucia quasi quanto la mia cappella. Nel suo, perché inizia a vibrare colpi lenti, ma sempre più decisi.
Non mi basta. Non mi basta: voglio provare una sensazione ancora più forte. Un piacere ancora più intenso.
Lo aiuto iniziando a spingere a mia volta. A contrarre l’ano quando voglio che si fermi dentro senza muoversi. Ma questo non basta a lui. O forse ha pietà del dolore che mi sta provocando al pene. Esce, mi gira e mi bacia. Mi invita a togliergli i pantaloni e i boxer mentre gli lecco l’uccello. Mi fa rimettere in piedi. Mi scosta per un attimo e, con un colpo deciso, sgombera interamente il tavolo per farmici sdraiare sopra. Le cibarie e le stoviglie cadono a terra in un frastuono assordante.
Con le mani inizia ad accarezzarmi arrivando alle mie cosce.
Speravo in un po’ di sollievo per il mio cazzo: un pompino che mettesse fine alle mie pene… Il mio uccello in quella sua bocca calda ed accogliente; la mia sborra che si riversa nella sua gola mentre la sua lingua scivola spalmando la crema calda tra i peli dei miei coglioni.
Preferisce invece insinuarsi dentro di me dalla parte opposta. La lingua ruvida tortura il mio buco già spalancato e la saliva che sputa sui glutei, gliela spalma intorno per lubrificarlo.
“Succhiamelo…” lo imploro. Mi accontenta, ma solo per pochi istanti.
Deciso mi allarga le gambe per poi afferrarmi i piedi ed appoggiarli sopra le sue spalle. Violento ed implacabile, con un unico colpo, mi sfonda per l’ennesima volta. Un dolore acuto m’investe. Mi inarco altrettanto violentemente. Grido dal dolore e per la repentinità dell’azione (o è semplicemente il piacere che mi sta battendo in testa?): la vista mi si annebbia, forse a causa del lacrimare degli occhi. Il mio ano brucia… Io sto bruciando…
Ma non mi basta. Non mi basta ancora. E nemmeno a lui.
Le sue palle riprendono sbattere contro di me, contro i miei glutei. I miei gemiti lasciano spazio alle grida. Sommesse. Continue. Lui ansima. Ansima e sbuffa.
Godo. Godiamo come non mai: i nostri corpi sudati, i suoi peli bagnati e lucidi che scivolano tra le mie dita, il mio culo aperto in balia del suo cazzo che, instancabile, continua a fottermi.
Le mie anche assecondano i movimenti del suo bacino, i miei piedi restano saldamente ancorati alle sue spalle, e la sua mano afferra e strizza il mio cazzo, durissimo.
Mi sembra un sogno: è tutto meravigliosamente perfetto. Finalmente!
Non ce la faccio più, sto per venire. Glielo dico. Non mi permette d'aiutarlo. Il suo massaggio, dapprima lento e deciso, si fa più veloce nella stessa misura in cui anche i colpi del suo bacino lo diventano. Mi masturba velocemente, mi possiede come una furia… Pochi colpi e vengo.
Sento gli schizzi spargersi su tutto il mio petto e il collo. Non so esattamente quanti sono. So solo che qualcosa arriva anche al mento. Rapida la lingua lo asciuga.
Chiudo gli occhi per godermi ogni singolo istante. Li riapro quando lo sento uscire dal culo, lasciandomi aperto, dolorante e a gambe spalancate; mi gira in modo da essere disteso per tutta la lunghezza del tavolo. Sale a sua volta, avvicinandosi al mio viso. Inizialmente si dedica a ripulirmi prima il petto, poi il cazzo della sborra che ho prodotto. Poi mi prende la testa tra le mani e m’infila la sua asta in bocca, prima di rovesciarsi sopra di me a 69. Infine, flettendosi sulla braccia, prende a scoparmi la bocca con la stessa velocità con cui mi rompeva il culo. Assaporo il gusto acre dei miei umori, finché con un ultimo potente affondo, viene. Mi sborra in bocca: fatico a trattenerla tutta, ma cerco di gustare tutto ciò che riesco ad ingoiare. Una piccola quantità scivola lungo gli angoli della bocca. La pulisce ancora una volta lui, regalandomi un ultimo, lunghissimo bacio seguito da infiniti piccoli bacetti.
Mi aiuta ad alzarmi, guardandomi compiaciuto:
“Ti avevo detto che il dolce ti sarebbe piaciuto…” dice mentre, seduto sul bordo del tavolo, m’invita a mettermi a cavalcioni su di lui. Riprendiamo a baciarci:
“Beh… Anche il resto della cena non è stato poi così male!”
“A questo punto, fossi in te mi fermerei per la colazione…” e strizza l’occhio malizioso.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La Cena - Parte 2:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni