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Fottuta da due turchi!


di CPAMANTI
18.04.2022    |    3.914    |    4 9.7
"Resto in cabina, seduta al posto del passeggero; il tepore ed il vino mi danno sonnolenza, nonostante le forti raffiche di vento..."
Che stupida che sono!!!! Nn rifletto mai abbastanza quando devo spostarmi per lavoro!!! Accidenti a me e a questa neve!!! E accidenti  a quel  camionista che si è bloccato là in fondo, facendosi scontrare anche da un suo degno collega!

Sono ferma qui con la macchina bloccata con poca benzina , contavo di fare il pieno all’area di servizio trenta chilometri più avanti!

La neve continua a cadere fitta, con fiocchi che sembrano battufoli di cotone, il termometro segnadi meno 3, la strada è completamente bloccata e sta rapidamente diventando buio.


Getto un’occhiata alla lancetta della benzina ed in quella la spia gialla della riserva, si accende, ho ancora una cinquantina di chilometri di autonomia… ma andando, non bloccata col motore acceso per non congelare, in mezzo ad una tormenta di neve, come non capitava da anni.

Sembra che nevicherà fino a domattina e, a giudicare da quello che vedo dai finestrini, in questa ultima ora ne è caduta non meno di venti centimetri. Cavolo!!!!
Decido di spegnere, ma dopo soli dieci minuti, comincio a sentire un  freddo che mi penetra nelle ossa, e visto come sono vestita, ci vuole poco per congelare. accendo il motore… ma quanto mi durerà il carburante? I soccorsi non arriveranno prima della mattina, ho paura. Mi guardo intorno pensando ad una soluzione e mi viene un’idea, guardo nello specchietto esterno,  è coperto di neve e  abbasso il finestrino per pulirlo con la mano:  che fredddoooo!!!!!

Sì, ricordavo bene, dietro all’auto accodata a me è fermo un tir; i tir hanno enormi serbatoi e quindi probabilmente chi è là sopra non morirà dal freddo, stanotte.
In fondo si tratta di scendere, fare dieci metri, bussare alla portiera, chiedere di salire anch’io e…

Ma cosa sto facendo!!!!! Non so neanche  che tipo è il camionista!
Accendo il quadro e avvio il motorino: gira, ma stancamente e solo dopo un pochino, il motore si accende, anche se con poca convinzione. Accidenti, anche la batteria mi sta lasciando a piedi!

La temperatura è ancora scesa. Prima che altri abbiano la stessa idea devo riuscire a salire in quella cabina.

Devo fare solo una decina di metri nella neve ghiacciata, come faccio  con una scarpa tacco a spillo del 15, per fortuna indosso un cappottino  con il cappuccio, lungo al ginocchio,

Mi metto la borsetta a tracolla e mi incoraggio: apro la portiera, si gela, e non riesco a richiuderla, è bloccata, spingo forte e finalmente ce la faccio.

Quasi accecata dalla tormenta che adesso limita la visuale a forse cinque metri, mi incammino: l’auto dietro la mia è piena, ci sono quattro tizi con il motore acceso per scaldarsi,  comunque il mio obiettivo è il tir.

Ormai gelata, arrivo accanto alla cabina del tir e picchio con la mano sulla portiera; intuisco dei movimenti dietro al finestrino gelato e poi la portiera si apre ed una manona pelosa si tende a cercare la mia.
Sarebbe stato impossibile salire fin là sopra da sola, ma anche con l’aiuto del camionista è stato difficile.

Il tepore della cabina è quasi ubriacante; riprendo fiato qualche minuto e poi mi accorgo che sono, in pratica, a pancia sotto, sulle cosce del camionista, come se dovessi essere sculacciata…

Lo guardo: parecchi fili bianchi tra i capelli corti, qualche pelo bianco sulle guance non rasate da giorni, magro, ma con un bel sorriso.
" Grazie  per l'aiuto, non ho molta benzina e sto gelando".
Mi risponde....in un'altra lingua, che non capisco. O cazzo!!!
Sembra turco, mi tremano le gambe e penso di aver commesso un grande sbaglio.

Poi ride e mostra una bella dentatura; indica sé stesso e dice solo: "Jamal, Turkie"

O cavolo: proprio un turco! E va beh, chissenefrega! Con quella cabina calda può venire anche da Marte!

Poi indica l’occupante dell’altro sedile!!!! Non lo avevo visto e dice: "Ahmed", mentre gli dà un' affettuosa pacca sulle spalle.

Noto una vaga rassomiglianza col camionista;chiedo:
"tuo figlio?" e sorrido, cercando di aiutarmi con la mimica.
Lui ride, tutto contento che ho capito e annuisce.
Mi indico: " Elena"

Sorride, contento di aver superato il momento delle presentazioni, prende una fiaschetta e versa in un bicchiere di plastica un liquore trasparente; ho un attimo di esitazione, pensando tra me e me, magari vogliono farmi ubriacare per violentarmi!!!!!  Poi però faccio mentalmente "spallucce", lo ringrazio con un sorriso e lo bevo: è forte da farmi tossire, ma cazzo se scalda!

Adesso sorridiamo tutti, fatte le presentazioni, ma io sono scossa da brividi: mi abbraccio per scaldarmi e loro hanno già capito; Jamal ha allungato una mano sulla cuccetta dietro di sé e mi porge un asciugamano, poi mi indica le gambe ed i piedi, appena coperte dai collant e da quelle maledette decolté.
Dovrei levarmi calze e scarpe, ma come faccio con loro due lì?
Mi viene di nuovo da battere i denti e capisco che lo devo fare… al diavolo il pudore!

Levo le scarpe, faccio per alzare la gonna ma la manona del camionista mi si appoggia sull’avambraccio. Oh mamma!

Mi sorride e mi indica la cuccetta, dietro di loro.
Lo ringrazio con un sorriso e scivolo sulla cuccetta; poi mi alzo la gonna fino alla vita, afferro l’orlo dei collant e me li tolgo: sono fradici e gelati!!!
Mi asciugo e friziono i piedi gelati, bianchi come la neve, senza più sangue per il freddo umido; poi passo alle gambe e l’asciugamano è già inzuppato di acqua fredda.
Una mano mi appare davanti al viso, con un asciugamano c tiepido perché era sulle bocchette dell’aria calda!
Gli passo quello bagnato e mi godo il tepore del tessuto sulla pelle, mentre la circolazione sanguigna che ritorna normale mi fa bruciare i piedi come se fossero nel fuoco.

Dopo un quarto d’ora, mi sento meglio: passo nuovamente tra loro e dò un’occhiata attraverso il parabrezza: tutte le auto sono ormai sepolte dalla neve e faccio fatica a capire che il secondo cumulo di neve davanti a noi è la mia auto.

Mi giro verso Ahmed e lo guardo finalmente: un bel ragazzo, sotto i venticinque anni; alto snello, spalle larghe, riccioli neri, occhi nerissimi e lunghe ciglia ad addolcirne lo sguardo, con il bel sorriso ereditato dal padre.
Mi sorride, gli sorrido.

Il padre sbadiglia, poi da uno sportellino tira fuori una formaggetta, una grossa pagnotta, un bottiglione di vino rosso e delle arance. Taglia delle fette di pane e di formaggio; Hamed versa il vino, nei bicchieri appoggiati sull’ampio cruscotto .
Con un gesto cordiale mi invitano a servirmi; dopo una brevissima esitazione, ringrazio con un sorriso e comincio a mangiare, rendendomi conto solo in quel momento di quanto fossi affamata.

Il formaggio ha un sapore forte ed il vino è ottimo, anche se un po’ troppo pesante per i miei gusti, ma Ahmed mi riempie il bicchiere almeno altre due volte, mentre loro due chiacchierano e scherzando.

Dopo una mezz’ora, Jamal mi fa segno che si corica per dormire; passa nella cuccetta e tira la tendina.
Resto in cabina, seduta al posto del passeggero; il tepore ed il vino mi danno sonnolenza, nonostante le forti raffiche di vento.

Per cercare una posizione migliore sul  sedile, devo essermi mossa in modo scomposto: mi rinsavisco, al tocco della mano del giovane sulla coscia e mi rendo conto che la gonna è risalita fino a far vedere il perizoma.
Lui mi sta accarezzando la gamba e spia le mie reazioni, sorridendomi esitante.

Mi sento tutta strana, cosa faccio adesso. Sorrido anch’io, guardandolo: ha stranamente tirato giù l’ampio maglione fino al pube, ma indovino… qualcosa.
Mamma mia!!! Se è davvero ciò che penso, è… enorme!
Ne sono come ipnotizzata e quasi non mi rendo conto , che mi prende la mano e me la porta fino ad appoggiarla su quell’ attrezzo gigantesco.

Mentre le sue dita si fanno timidamente strada verso la mia fighetta, sono stupita di quello che sto tastando: alzo il maglione e… Ohhhh!
In quarantasei anni non avevo mai visto, ovviamente dal vivo, una tale meraviglia!
Provo ad impugnarlo, ma la mia manina non basta a circondarlo: col pollice e l’indice riesco a malapena a coprire metà della sua circonferenza!

Sento le sue dita che, scostato il  pizzo del perizoma, "frugano" nella mia fighetta, che è già inumidita e poi riempita da un suo dito…, io ansimo già.. e poi da due…   da tre che si muovono con calma, ma con una tale  sicurezza  dentro di me, mentre l’altra sua mano mi si appoggia sulla nuca e mi attira a sé: un bacio, dolcissimo, sensuale, con le nostre lingue che, dopo le prime esitazioni, esplorano la bocca dell’altro e poi la sua che esce e guizza sulle mie labbra… dio, che bello!

La sua mano, frugandomi, mi ha fatto cambiare posizione: ora sono inginocchiata sul sedile ed è… normale che mi abbassi, che cominci a baciare quel cazzone gigantesco, già duro, gli dò  qualche leccata sempre meno timida, sempre più sfacciata, più golosa, lo lecco  in tutta la sua smisurata lunghezza,tra i coglioni pelosi e risalgo fino alla cappella, godendo di ogni turgida vena in rilievo, del filetto teso come una corda di violino, del buchino sulla sommità che sembra un occhietto che mi guarda, sfidandomi!

Ed io accetto la sfida, facendolo sparire all’interno della mia bocca e poi, con risoluta calma, massaggio il glande con le mie labbra e lo accolgo sempre più nel profondo della mia bocca, fino a quando lo sento in gola… e ce n’è ancora metà fuori!!!!
Lo coccolo con la lingua, lo stringo con le labbra, lo aspiro… è stupendo! Un gioco di fuori e dentro, me lo sbatte sempre più, spinge sulle pareti della gola, che goduria.

Le sue dita sono diventate quattro, dentro di me e le sento cic ciac, sbattono con il mio succo: sono bagnatissima!
Sento che anche il suo pollice entra in me, ma solo per poco: dopo un pochino lo sfila e ne sento la mancanza quasi dolorosa, ma lui lo usa per massaggiarmi la rosellina posteriore e, inumidito, lo spinge delicatamente dentro, allargandomi…

Mi vorrà anche inculare? Sono spudoratamente attratta dall’idea: davanti penso di poterlo mettere dentro tutto con un minimo di sforzi, ma dietro… è troppo!
L’altra sua mano mi ha fatto risalire il pullover, la maglietta, mi ha sfilato i seni dalle coppe del reggiseno ed adesso gioca delicatamente coi miei capezzolini turgidi, ritti come chiodi, provocandomi lampi di piacere.

Sento le sue mani che mi accarezzano le cosce, che mi palpano,un po’ ruvidamente, le natiche, mentre ormai le sue dita sono padrone della mia figa zuppa , del mio buchino e dei miei capezzolini congestionati…
All'improvviso penso, ma quante  mani ha, questo turco?
Getto uno sguardo di lato: anche Jamal mi sta toccando… non me ne frega nulla, ormai. Anche fossero in sei, mi farei fare tutto da tutti loro!

L’uomo mi fa staccare dal cazzo del figlio, mi fa alzare le braccia e mi sfila tutto di dosso, lasciandomi con solo la gonna attorno alla vita.
Poi mi prende per una mano e delicatamente mi attira sulla brandina e mi trovo così davanti al viso il suo cazzo, bello anche il suo , anche se ovviamente sfigura, accanto a quella del figlio.

Mi inginocchio sulla brandina e comincio a dedicarmi anche a lui, anche se la mia fighetta pulsa dalla voglia di essere riempita, il giovane aveva tolto le dita per farmi succhiare il cazzo del padre.

Pensavo e speravo quasi, che si mettesse dietro di me e che mi riempisse in quella posizione, ma invece anche lui si è messo seduto sulla branda e mi guarda, con un vago sorriso sulle labbra, mentre pigramente si tocca il suo giocattolo.

Devo averlo!
Dopo aver ben spompinato Jamal, insalivandogli lo scroto e tutta l’asta, fino alla cappella turgida, mi faccio scopare in bocca come una cagna, ma sono ossessionata dal prendere il cazzo di Ahmed, dentro di me, sentirlo riempirmi allargarmi, impazzire dal piacere!

Lascio Jamal, mi giro, fronteggio il giovane e poi piegandomi sulle ginocchia, mi appoggio quell'immensa cappella sulle labbrine; lui mi guarda, sorridente.

Gli sorrido, lo bacio e provo a scendere, piaaaaaaano!
Com’è grosso!!!
Lo tiene alla base, fermo: devo fare da sola, è meglio!
Mi accavallo su di lui, abbracciandolo al collo, dò un leggero affondo e sento il suo cazzo che si fa un pochino strada dentro di me… Altro affondo, più profondo, anche se di poco.
Terzo affondo: adesso lo sento bene dentro… Provo ancora a scendere…. Ohhhhhhhh… Dio, che bello….
E’ gigantesco, non ne ho mai sentito di così grossi, ma adesso c’è… comincio a danzarci sopra ed alla fine mi sento completamente riempita, invasa, allargata, dilatata, rotta; gli bacio la bocca sensuale e…. esplodo!!!!!! Inizio a cavalcare come non mai, sembravo una pazza, mi sentivo sfondare, e lui che mi morde i capezzoli da farmi urlare.
Dio, che orgasmo!
Mi sento partire come un razzo,  scuotermi tutta, non so più dove sono, poi niente, mi ritrovo lì,  inginocchiata ai lati dei suoi fianchi, il suo palo solidamente infisso in me, le sue mani a stuzzicarmi i capezzoli e Jamal, dietro di me, che mi fa girare due dita nel buchino, divaricandole, allargandomi, preparandomi…

Dopo poco, sento la sua cappella turgida bussare a quella porticina; lo lascio entrare rilassandomi e…. Ohhhhh!

I due turchi mi riempiono la figa ed il culo,  Ahmed, che era restato immobile mentre il padre prendeva posizione dentro di me, ora ricomincia a muoversi, a darsi e darmi piacere, a… fottermi! Sì, fottermi come una cagna, una troia, una porca, col suo colossale cazzone che mi sfonda la figa e mentre quel maiale di suo padre mi incula ed io, riempita dai loro due bei cazzi, che godo, godo, godo… La loro sborra è dentro di me, Jamal mi ha anche sborrato sulla schiena credo, mi sento impiastricciata del loro sperma, colato fuori dai miei  martoriati buchini,  ho ancora in bocca il sapore dei loro cazzi, ma che bei cazzi!!!!!

Il padre mi dà due belle pacche sul culo, dice qualcosa di incomprensibile, me lo mordicchia pure e torna in cabina.

Guardo fuori, ha smesso di nevicare e anzi un pallido sole cerca di farsi largo tra le nuvole,la tormenta è finita.
Guardando davanti, vedo il camion bloccato muoversi,  uno spazzaneve libera man mano i mezzi bloccati, che possono ripartire.

I due turchi si vestono, mi sorridono, mi baciano mentre finisco di rivestirmi, poi mi chiedono a gesti qual è la mia auto, quando lo hanno capito, scendono, liberano un pò la strada dalla neve e mi accompagnano alla macchina.

Mi salutano con un bacio e: "Grazie Elena per la stupenda scopata"....
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