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Mi piace fare la troia nel bosco


di CPAMANTI
06.02.2022    |    2.399    |    8 9.8
"Il mio respiro comincia a farsi pesante..."
La luce del sole illumina il mio viso, una sensazione calda, piacevole. Oggi è una giornata molto afosa, ma, fortunatamente, percepisco una folata di vento fresco, che mi rinfresca.
Adoro la natura, in tutte le stagioni, scoprire posti nuovi, case vecchie diroccate, sentieri mezzi nascosti tra i boschi, il rumore dell'acqua di ruscelli che sgorgano dal terreno, non solo fa bene all'anima....anche al corpo!!!!!!

Marco mi bacia il collo, sfiorando lievemente il mio orecchio con la punta della lingua, sfrega la mia guancia, mi sussurra qualcosa e mi dà una sensazione di solletico.
“Sei già calda” mi sussurra, sfiorandomi il seno da sopra la maglietta e, con l’altra mano, alza lievemente la mia gonna, appoggiando le sue dita all’interno delle mie cosce. Sento una sensazione di calore avvolgente nel basso ventre, ho voglia di lui.

“Se non ti va puoi anche tirarti indietro” mormora al mio orecchio, continuando a lasciarmi una scia di baci.

“No, voglio provare questa nuova esperienza.” gli dico, avvicinandomi alle sue labbra rosee. Lo bacio con dolcezza, poi lui aumenta l’intensità del bacio, mordendomi le labbra di tanto in tanto, assaporando la mia lingua come se fosse una pietanza succulenta.
Alza la testa, con il mento appoggiato sulla mia spalla, mentre guarda i rami chiari delle betulle, le rampicanti sui tronchi degli alberi, le farfalle che volteggiano tra le foglie e si posano sui fiori colorati del bosco.
“Vieni con me” mi dice, prendendomi per mano e conducendomi con lui. Lasciamo la stradina e percorriamo un sentiero in discesa, trovando riparo dietro una fitta barriera di vegetazione, composta da ortiche, cespugli di bacche e alberi di castagno.

Lui si posiziona dietro di me, cominciando ad accarezzare le mie cosce e si china, abbassando la mia gonna.
Io alzo un piede per volta verso l’alto, per permettergli di sfilarmela. Successivamente, senza togliermi la maglietta, comincia a leccarmi il sedere, aspettando prima di sfilarmi le mutandine.

Mi chino verso il basso, appoggiando le mani sul terreno e sento la sua lingua sfiorare la stoffa del mio intimo, che aderisce alla mia pelle accaldata, mentre percepisco mille pulsioni fortissime roventi nella mia vagina.
Lui abbassa le mie mutandine. Si china all’altezza delle mie caviglie, comincia a percorrere lentamente la mia pelle con le mani e mi mordicchia dolcemente sulle cosce, lasciandomi percepire il suo tocco delicato e il calore del suo respiro.
Cazzo che eccitazione

Tremo per la tensione e, finalmente, sento il tepore del suo fiato sulla mia apertura.

Lui, dopo aver dato un primo, rapido assaggio, si abbandona al sapore intenso dei miei umori, cominciando a leccare e succhiare  la mia fighetta.
Il mio respiro comincia a farsi pesante.

"Oh si!”
“ Leccami, leccami tutta e… oh mamma mia!!!"
Mi leccava  con maestria il clitoride e le grandi labbra per poi arrivare a penetrarmi con la sua linga come se fosse un piccolo cazzo.

“Si… così… continua… non sei bravo solo nel lavoro allora…”
Lui sollevò la testa, continuando però a sditalarmi con due dita
"Godi troia"

Mi aveva prima pentrato con la sua lingua per tutta la sua lunghezza per poi attaccare la sua bocca a ventosa sulla mia figa, succhiando e mordicchiando il clitoride. Praticamente succhiò il clitoride come se fosse un pene, e nel frattempo mi penetrava con tre dita,andando a toccare un punto ipersensibile all’interno della mia vagina.
“ODDIO VENGO… VENGOOOOO!” ma mi trattenni.

Dietro i cespugli e i rami degli alberi, vedo alcune persone che passano, eppure io non smetto di gemere per il pudore, anzi, inizio a urlare per la goduria e il piacere.
Marco non smette di leccare la mia vagina, come se fosse sprofondato in uno stato di estasi, mentre sento il punzecchio della sua barba corta tra le mie cosce. Due donne di circa trent’anni si fermano, si girano verso di noi, per comprendere da dove provenissero i gemiti, e ci vedono, scorgendoci tra la vegetazione. Percepisco un senso di timore, dato che avrebbero potuto avvertire la polizia, ma si limitano ad assumere un’espressione schifata e continuano a camminare, con un passo spedito.
Mentre guardo le due donne allontanarsi, con grande dispiacere, non sento più il tocco della lingua umida di Marco
Sento la sua voce profonda sussurrare.

“Dio, quanto sei bagnata” ed io non mi muovo dalla mia posizione.
Lui fa un passo indietro ed io sento il ticchettio del metallo della sua cintura e, dopo un istante, sento la sua cappella già gonfia sulla mia apertura, mentre lui comincia a sfregarla sul mio clitoride, senza penetrarmi.

“Mmh, ti prego scopami” urlo, pregandolo, senza alcun senso di vergogna

“Adoro quando mi preghi in questo modo” disse, emettendo una risata compiaciuta.

Lui penetra lentamente la mia vagina bagnata con il suo pene duro e pulsante, mentre sento il calore intenso della sua eccitazione dentro di me. Appoggia i suoi grandi palmi sui miei fianchi, cominciando a spingere dentro di me.

Inizio ad urlare ininterrottamente, Marco mi pompa senza pietà e con violenza.

“Brava, urla come una puttana, voglio che tutti vedano quanto sei troia”
Mi dà di quei colpi da mancare il respiro, il suo cazzo tutto dentro di me, così duro e non molla mai.

Mi brucia la gola, eppure non riesco a smettere, nemmeno quando alzo la testa e scorgo una figura davanti a noi, dietro la fitta vegetazione.

Mentre la persona si avvicina a noi, facendosi largo tra i cespugli e i rami, Marco non smette di scoparmi, anzi, aumenta la forza e l’intensità, mentre io mi sostengo con le mani al terreno
Quando l' uomo si avvicina mi accorgo che è Ivan, un amico di Marco.

I due cominciano a guardarsi  e solo allora Marco smette di sfogare le sue voglie tra le mie cosce, allontanandosi da me con il pene ancora possente ed eccitato, senza alcun pudore verso Ivan.

“Tranquilli, continuate pure come se non ci fossi"

Marco mi schiaffeggia il culo, lasciandomi una sensazione di dolore intenso e facendomi barcollare in avanti.

“Io sono generoso, quindi ti va di divertirti anche tu con la mia troia?” chiede a Ivan mentre io mi alzo con fatica da terra, sorreggendomi la schiena dolorante con la mano.

Lui esita mentre l’eccitazione comincia a salire ancora di più dentro di me

“Eh dai” dissi, avvicinandomi a lui. Mi sfilo la maglia, che Marco non aveva ancora tolto, e lascio cadere il reggiseno ai loro piedi.
Mi guarda incantato, mordendosi il labbro e sorridendomi con malizia.
Quindi, sotto gli occhi di Marco, mi avvicino sfiorando il "pacco" di Ivan.Comincio a fare pulsione sulla patta dei pantaloni, muovendo la mia mano avanti e indietro.

“È bravissima a succhiarlo, dai, prova" dice Marco con il pene ancora duro al suo amico, mentre io mi inginocchio davanti a lui e gli abbasso I pantaloni
Afferro i cazzi di entrambi, il primo con una mano e il secondo con l’altra, iniziando a succhiare con dolcezza e trasporto, a turno, le palle di entrambi.
Poi, mi soffermo con la bocca sul pene di Ivan, continuando a segare con una mano il pene di Marco.

Appoggio la sua cappella già gonfia sulle mie labbra morbide, sfiorando la sua pelle con la punta della lingua, poi comincio a leccare l’asta del suo pene senza trascurare i coglioni che lecco risucchio, prima uno, poi l'altro, voglio la bocca piena.

Mentre lui appoggia il palmo sui miei capelli, io ingoio il suo pene, facendolo penetrare fino alla gola, mentre lui comincia a stringere con forza la mia testa, spingendola verso il suo bacino. Sento la mano di Marco palparmi il seno. Per dimostrargli che sono una brava puttana, lascio il suo bellissimo giocattolo e mi infilo due dita in figa, gustandomi ancora il cazzo di Ivan.
Sento le mani di Marco sollevarmi il bacino, stringendo le sue dita attorno alla pelle del mio sedere.

Seguendo la spinta delle sue mani, mi sistemo ancora nella posizione di prima, con il bacino verso l’alto, senza smettere di succhiare il cazzo di Ivan, che, di tanto in tanto, mi afferra i capezzoli, e li strizza, ma tanto forte da farmi urlare.
Marco riprende a fottermii, con ancora più potenza di prima,  cazzo di Ivan, cavolo, è diventato così turgido, un piacere averlo in bocca.

Marco continua a spingere sempre più forte, senza fermarsi un secondo, mentre fatico a mantenere il ritmo leccando e succhiando le palle, la cappella di Ivan. Ogni colpo di Marco è un affondo in gola del cazzo di Ivan.
"SUCCHIALO BENE TROIA CHE TI RIEMPIO"

Divento matta quando Marco mi parla così, sento il suo godere, e solo sapere di farlo stare così mi riempie di gioia e penso proprio che brava troia che sono.

Marco non si trattiene e toglie il suo cazzo dalla mia figa, mentre il suo liquido denso cola in grande quantità all’interno delle mie cosce, gocciolando sul terreno e in parte me ne schizza sulla schiena. Ne raccolgo un pò con le dita e me lo porto alla bocca, troppo buono.

Dopo non poco, mentre succhio il pene di Ivan, anche lui raggiunge la soglia massima del piacere, geme e mi riempie la bocca di sperma, dolce, ma non troppo e lo inghiotto tutto, solo una goccia scende dal labbro, la recupero con la lingua, non va sprecato. Ivan si riveste, mi dà un bacio sulla guancia, saluta Marco e va via.
Marco diversamente dal solito non si è rivestito, è fermo appoggiato al tronco della pianta di castagno alle sue spalle e mi guarda sorridendo con ancora in mano quel suo cazzo così perfetto da volerne sempre, sempre....all'infinito.

Il suo sorriso nasconde qualcosa, lo conosco.....un rumore di rami calpestati mi spaventa..............
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