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FEMDOMCRACY capitolo 2


di Strapps
02.04.2020    |    3.398    |    2 5.8
"Vi concedo un giorno per decidere, domani chi sarà qui, firmerà il contratto, per gli altri addio!” il servo scoppiò a piangere: “…..."
Dopo quella notte non vidi più Madame per molto tempo. Mi disse che andava in Germania per un convegno e degli studi, ma non precisò per quanto tempo. Passò un mese, le mandai dei messaggi, una mail, ma niente, nessuna risposta. Lei rispondeva a messaggi solo quando voleva, lo sapevo, ma quello pareva un muro di silenzio. Cosa era successo? Andai nel panico, amavo alla follia Madame ed ero il suo schiavo, non potevo stare senza la mia padrona! Presi a girare attorno alla casa di Madame a tutte le ore del giorno, ma la casa pareva deserta. Un giorno notai altri due uomini che giravano attorno all'isolato, fermandosi spesso a guardare la casa di Madame Chuammy, un uomo distinto invece stazionava fisso ad un caffè seduto ad un tavolo che dava sul cortile di casa di Madame. Il giorno dopo osservando i due uomini e visto da loro mi convinsi che erano gli altri schiavi e andai da loro. Nessuno aveva notizie di Madame, parlammo a lungo, impauriti e desiderosi di notizie della nostra padrona. Ci raggiunse anche l'iomo del caffè, si presentò come emissario del Lord e ci chiese di Madame Chuammy. Non ne avemo ovviamente.
Ci salutammo e il giorno dopo eravamo di nuovo lì.
Dopo una settimana ricevemmo tutti un messaggio della padrona che ci convocava a casa sua, l'indomani alle 5 per una proposta.
non chiusi occhio quella notte pensando al giorno dopo, ma alla fine le 5 del pomeriggio arrivarono e ci trovammo tutti davanti a lei, nudi, senza maschere, oramai ci conoscevamo, solo il Lord era vestito con un lungo cappotto grigio.
La vista della padrona ci donò sollievo e ci precipitammo in ginocchio a baciare piedi e mani, ma lei ci ordinò di fermarci, si sedette su un piccolo trono rosso e parlò: “Schiavi. Sono tornata. E sono diversa. Sono ancora Io Madame, ma ho cambiato approccio alla vita in questi giorni di meditazione in Germania. Mi piace essere la vostra Padrona. Sono una padrona io, lo sono sempre stata, ma ora voglio fare un passo ulteriore. Voglio creare una Fendocracy in questa casa. La proposta è questa e non può essere sindacata: sì oppure No. Sposerò tutti quelli che rimarranno di voi. Un matrimonio non legale, ma ha valore per me. Quindi verrete ad abitare qui. Firmerete un contratto, senza poterlo leggere, nel quale mi cedete tutte le vostre proprietà e vi impegnate a girare a mio favore i vostri stipendi o pensioni. Saremo una comunità dove regna la femdomcracy, la mia legge naturale: Padrona e schiavi, ma legati formalmente e nella ricchezza comune. Ovviamente continuerete a lavorare come prima e come prima sarete miei schiavi, solo che lo sarete tutti assieme, qui sotto questo tetto, sempre con la vostra Padrona!
Questo è il contratto, non potete leggerlo, dovete solo fidarvi della vostra padrona, che si lega in maniera definitiva a voi, in pratica vi compro, ma con i vostri soldi!”
il colpo fu notevole, guardai gli altri smarriti, solo il Lord era impassibile, due piangevano. Io guardavo il corpo nero e sensuale di Madame e la desideravo. Ma quel contratto? La Fendomcracy?
Uno si fece avanti.
“Posso chiederle come
“No, non potete discutere niente, le regole sono quelle che ho elencato. La risposta è sì o no. Vi concedo un giorno per decidere, domani chi sarà qui, firmerà il contratto, per gli altri addio!”
il servo scoppiò a piangere: “….ma Padrona...io...noi….sono anni….”
“Se domani ti presenterai qui sarai mio, altrimenti, ho già detto: ADDIO!”
tutti eravamo sconvolti, io tremavo di paura.
Il Lord si fece avanti, fece un inchino alla Padrona e disse:
“Dove firmo?”
“Oh, Lord lo sapevo che tu saresti stato il primo! Qui caro...ecco….bene..bravo...puoi dire ad Emilio di portare la tua roba qui, quella che occorre. A domani.”
“Grazie, Madame” e se ne andò.
Noi eravamo in ginocchio a tramare.
“Nessun altro?”
“...io..non...e come faccio?
“La cosa non mi interessa. O firma o rimani con la tua famiglia. Adesso io vado a riposare. Domani chi di voi ci sarà potrà iniziare una nuova vita, gli altri continueranno la loro. “
si alzò e ci fece cenno di andare.
*
Passai tutto il giorno a pensare a cosa fare. L'idea sembrava folle e aveva conseguenze importanti, ma era anche incredibilmente eccitante: essere sempre con la padrona, giorno e notte, niente pause, come marito e moglie quasi. Avrei anche rinunciato al mio stipendio(o quello che restava)e all'appartamento, non era semplice ed in più ci sarebbero stati sempre anche gli altri schiavi. Non riuscivo a pensare con calma né però a fare altro. Prima di andare a letto ero propenso per accettare, alla fine, se andava male, avrei comunque continuato a lavorare e il matrimonio, uno poligamo, non aveva valore. Ma prima di spegnere la luce ricevetti un messaggio: era Madame. Lo presi come un segno del destino. Diceva; SO CHE ACCETTERAI, TU SEI UNO DEI MIEI SCHIAVETTI SPECIALI. NON VOGLIO RINUNCIARE AL TUO CULETTO BIANCO DA PUTTANELLA. LO RIEMPIRO' SPESSO DEL MIO STAP-ON NERO.
*
Il giorno dopo firmai.
Oltre a me e Lord altri due si erano uniti.
Madame ci riunì in una stanza e ci presentò uno schiavo giovane, mulatto, con un bel fisico asciutto e depilato e ricci neri. Non ci disse il nome.
“Bene. Inizia una nuova fase. Il periodo della Femdomcracy. Io comando, voi ubbidite e sarete i miei mariti, il mio harem personale. Io la padrona regina, voi i mie servi, servi personali, ubbidienti a me e alle miei amiche padrone. Vi assegnerò compiti, lavori domestici e tutto quanto. Se avrete bisogno di soldi chiederete a me valuterò. Domani andremo tutti da un notaio e poi da un tatuatore. Sarà bello tutto quanto da oggi in poi, per me e per voi.
Ma adesso divertiamoci un poco: Lord tu va a vestirti. Gli altri qui attorno a me, nudi e adoranti.”
Ci mettemmo in circolo attorno a lei, adorandola e attendendo un suo gesto, una punizione, qualcosa, l'odore della padrona è fenomenale, forte e femminile, indossava un paio di stivali neri con tacchi alti, una gonna bianca con una banda nera, un camicia bianca e nera con le tette gonfie strette in su e un mantello bianco e rosso. Il suo volto era al solito magnifico, la pelle d'ebano tesa e lucida, la bocca rossa e carnosa, gli occhi neri di brace e i capelli rossi sopra il mantello. Ci fece baciare a dorare i suoi stivali e noi, come cagnolini fedeli ci contendevamo quella pelle lucida, quei tacchi alti baciando e leccando. Si sedette poi e ci disse di portarle un vassoio dove erano disposti dei plug dorati di silicone con in fondo un piccolo diamante finto di colore diverso per ognuno.
“Adesso uno alla volta verrete qui infilerete il gel in culo e poi io vi metterò il plug col vostro colore, quel colore sarà il vostro e unico da oggi in poi, a ciascuno un colore, intesi?”
“Sì, PADRONA” urlammo in coro e ci mettemmo a infilare gel nei nostri culi.
“Ehi datevi una mano l'uno con l'altro, dovete essere in intimità fra voi, siete tutti miei schiavi e miei mariti quindi siamo una grande famiglia intima dove regna la Femdomcrazia. Tu – e mi indicò- ficcà il gel nel culo a lui e tu fai lo stesso, muovetevi!”
Ci mettemmo a fare quanto ordinato mentre lei rideva e annuiva.
Poi in fila ci avvicinammo a lei, con uno sculaccione ci faceva girare, ci mettevamo a 90 gradi, lei ci sculacciava, poi apriva l'ano e infilava il plug che ra piuttosto corto, ma di un buon diametro: “Ecco, verde, bene…...poi tu…..girati….ecco...apri..rosso!”
una volta che avemmo tutti il plug nel culo ci ordinò di camminare in giro per la stanza e ubbidimmo goffamente.
“Cos'è questo mortorio? Qui ci si diverte sempre!” si alzò di scatto e agguantò una frusta corta e prese a colpirci sul culo e sulle gambe.
“Muovetevi cari, forza danzate per la vostra padrona! Divertimento, allegria! La casa dove regna la femdomcrazia è viva, allegra!”
Accese della musica e ci fece ballare mentre ci colpiva.
Poi arrivò il Lord, ed era pazzesco: indossava un pannolone azzurro, nudo, una cuffia in testa da neonato, un fiocco azzurro e un ciuccio in bocca.
“Oh, è arrivato!”
ci ordinò di sedere a guardare, con i culi in aria e con le braccia distese verso il parquet. Il lord si mise a fatica sopra le ginocchia della padrona che prima gli parlò all'orecchio, poi prese a sculacciarlo forte sul pannolone. Andò avanti a lungo sculacciando e parlando. Poi smise di colpo. Il Lord dormiva, incredibile, lei lo prese in braccio, era lungo, ma magrissimo e lo depose in una sorta di culla dove dormì per tutto il resto del giorno.
Giorno che noi passammo ad adorare Madame, a farla divertire, mentre lei ci maltrattava, ci sputava in faccia, ci faceva baciare i suoi tacchi, usava la frusta e ci ordinava di fare cose per lei.
Dopo la cena che preparammo tutti gli schiavi assieme mentre lei ci filmava e mandava video alle amiche si ubriacò e lasciò che anche noi bevessimo per festeggiare quel giorno speciale, poi prese me e il nuovo schiavo ci mise legati uno sopra l'altro per le spalle e ci mise a Y sopra un piccolo letto, quindi ci inculò col suo strap-on.
Il giorno dopo andammo dal notaio la mattina a firmare molte carte, quindi nel pomeriggio da un tatuatore che impresse su ognuno di noi un piccolo marchio a fuoco sulla spalla con il nome di Madame Chuammy e poi sul petto scrisse ad ognuno di noi: Marito numero 1 col colore attribuito il giorno prima, e la scritta PROPRIETà PERSONALE DI MADAME CHUAMMY e la data.
Uno schiavo svenne, ma dopo fu finito il lavoro.
Tornammo a casa esausti.
“Bentornati nella casa della FemDocrazia! Su spogliatevi e andate a letto, ma prima ad ognuno di voi rimboccherò le coperte e infilerò il plug nel culo che porterete tutta la notte!”
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