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MILF AUSTRIACA. UNA VICENDA DI DOMINAZIONE E DONNA MATURA MA CALDA E SENSUALE 2


di Strapps
10.08.2019    |    2.540    |    0 9.8
"Finì di chiudere la cintura di castità..."
Cap.II

Dopo che ebbe goduto intensamente nella mia bocca. Clarax tenne la mia faccia contro il suo punto di piacere e poi esplose: “OhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhSsssssssììììììììììììììììììììììììììì…..ummmmmmhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…...favoloso, Baby!” e poi mi lasciò e andò con la mano a cercare il mio cazzo e lo trovò:
duro, dritto, pronto.
Lo strinse con avidità.
Mi ficcò gli occhi in facciamo:
“Baby, bello dritto il tuo amichetto..qui...” e strinse ancora, con forza ma con piacere, una mano seducente, bella, matura, autoritaria si era presa il mio cazzo che stava esplodendo di voglia. Capii in quel momento che Clarax mi piaceva da impazzire, volevo essere suo.
“Voglio essere suo, Padrona..” dissi appunto.
“Oh, lo sei già, baby...lo sei..giàà” e vidi il suo volto di donna matura ed austera, bella e calda che mi venne incontro, vidi le sue belle rughe attorno alle labbra rosse, il suo nato dritto e perfetto, i suoi occhi bistrati di nero e ghiaccio nelle pupulle, i suoi capelli bianchi con le punte nere e lei che mi teneva il cazzo.
Ero suo.
Mi spinse l'uccello nella sua figa calda, gonfia, dolce, accogliente e presi a fotterla con forza.
Lei mi afferrò i fianchi ed iniziò a dare ritmo alla mia scopata. Prima assecondò la mia mia foga e si godette il mio dentro-fuori nella sua figa bagnata, poi mi rallentò con grazia esperta e consumata, si lasciò cavalcare un attimo e poi prese lei le redini della situazione in mano. Mi fece diminuire la foga, il ritmo, mi tenne i fianchi, mi lasciò rallentare sempre più e poi mi fermò.
Mi stampò un bacio in bocca con passione.
Ricambiai, mi piaceva la sua bocca, mi piaceva lei, le sue rughe la sua autorità, la sua femminilità.
Poi mi afferrò le natiche e le strinse con forza.
“Sei mio Baby...”
“Sì...Padrona….”
ripresi a scopare ma guidato dal movimento di lei sul mio culo, entravo piano, la scopavo, uscivo a suo comando. Ero eccitato e il mio petto sbatteva sulle sue tette perfette, gonfie e rifatte. lei guidava la scopata.
Lei mi faceva muovere.
Io assecondavo i suoi voleri e mi godevo la figa calda e bagnata di Clarax.
A suo ordine presi a scoparla di nuovo con foga e lei venne ancora come prima:
“Ohhhhhhhhhhhhhmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmsssììììììììììììììììììììììììììììbbbbaaaaabbbbyyyy oohhhh baby….oh baby…..ummmmm!!!”
e allora venni anche io dentro di lei.
**
Quando ci fummo ricomposti lei mi impartì ordini:
“Bene, hai superato la prova, ora vai di sopra, fatti la doccia e aspettami sul letto, in ginocchio, culo in aria. Vai!”
“Subito Padrona..”
salii di sopra tutto eccitato. Il bagno della mia stanza era enorme, vecchissimo, ma di estrema eleganza, c'era una vecchia doccia che funzionava male, ma mi pulii alla meglio e mi misi ad attendere come mi era stato ordinato.
Sapevo che sarebbe stata lunga.
Clarax amava farsi aspettare, le dava ulteriore potere.
Infatti dopo un ora non era salita in camera.
Stare in ginocchio non era troppo faticoso, ma la posizione era difficile da tenere senza non sentire fitte e dolori. Così mi sgranchivo ogni tanto, rapidamente, sperando che lei non entrasse proprio in quei momenti.
Passò un'altra mezzora.
Sentii dei passi sulle scale, era lei! Andiamo...entra…
ma i passi andarono in un altra direzione.
Altri venti minuti. Io fermo sul letto, nudo, il culo in aria.
Nuovi passi. Posso sentire il suo profumo di femmina. Di milf sensuale e bellissima.
Ma i passi vanno ancora via.
Altri venti minuti.
Sono sfinito.
Penso di alzarmi.
Poi ancora tacchi sul pavimento:
“Bene! Come volevo trovarti!” dice lei.
Non mi muovo. Tremo. Desidero. Bramo.
Lei mi pianta una manata sul culo.
Poi un altra.
Due.
Tre.
Manate forti, urlo di dolore.
“Ok, hai passato la prova, ma adesso, prima di firmare il contratto che ti lega a me, devo fare questo...” e mi mette una mano sul sesso a riposto. Sbircio.
Uno schiaffo sul culo fortissimo. Grido di dolore.
“Non guardare, baby!”
lei armeggia col mio cazzo, sento che mette qualcosa sul mio pene, stringe, è plastica morbida, ma sento fastidio, mi agito. Lei mi tira i capelli:
“Adesso terrai questa cintura di castità fino al nostro nuovo incontro. Sarà fastidiosa, ma ti ci abituerai. Ci vedremo il prossimo venerdì. Se provi a toglierla ovviamente ne pagherai le conseguenze!” e mi tirò ancora di più i capelli facendomi gridare di dolore.
Finì di chiudere la cintura di castità. Era piccola, bianca, plastica morbida, il mio uccello era ingabbiato.
“E ora vestiti. Scendi di sotto e firma il contratto, puoi anche leggerlo prima, ma non ci sono altre opzioni prendere o lasciare, se vuoi puoi non firmare..ti libero – ed indicò il mio cazzo – e addio...ma non credo che lo farai...” e mi toccò il cazzo imprigionato, già l'idea del suo dito rugoso, curato, unghia di un rosso cobalto, mi fece eccitare e la cintura scattò subito ricordandomi che non dovevo farlo!
Mi vestii e scesi. Il contratto era sul tavolo. Lo lessi. Diceva che per tutta la durata del rapporto(ad oggi di 6 mesi che diventavano 12 se lei non lo bloccava)io sarei stato di sua proprietà in pratica, 24 ore su 24 ore a sua disposizione, amante, concubino, schiavo, boytoy. La mia immagine pubblica da quel momento in poi sarebbe stata vagliata solo da lei, niente social network, niente whatsapp, niente. Avrei avuto un telefono con un solo numero, quello di Clarax da tenere sempre acceso. Stop. In cambio avrei ricevuto 5000 euro il mese. Una cifra assurda, ma cazzo! Io ne guadagnavo a stento 1200….Firmai senza esitare un attimo. La cintura di castità represse la mia eccitazione quando anche lei siglò il contratto.
“Il primo stipendio ti sarà accreditato domani mattina. Adesso vai a casa, questo il tuo cellulare, ricorda di tenerlo sempre acceso e di rispondermi. Sempre! Se non lo fai saranno guai per te!” e mi dette uno schiaffo in piena faccia.
“Sì, Padrona. Grazie Signora. A venerdì” e fissandola negli occhi, quegli occhi così glaciali e grigio-azzurri contornati da tutto quel nero del makeup la trovai una milf pazzesca.
Ed io ero suo.
La cintura di castità mi fece male.
Uscii salutandola con un inchino.
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