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LA PUTTANA DELLE MONTAGNE 13 - SPERMA MATRIMONIALE


di Strapps
30.07.2023    |    137    |    0 6.0
"Quando tornò su mi abbracciò ci baciammo in bocca senza lingua e lui disse: “Me ne vado amico..."
Dopo la storia del centro per disintossicare dalle puttane sentii qualche storia su chi invece aveva scelto la libertà, ma molti erano discorsi da battone di strada.
Col tempo Sugar si specializzò nel farci giocare fra noi davanti ai clienti, transex e tante donne. La cosa funzionava, io e Hoo ci dovevamo impegnare poco e alla fine era meglio che stare per strada a fare pompini nei vicoli per 15 crediti. Sugar decise di trasferirci tutti in un appartamento molto più grande: una stanza per Lei, un bagno, una stanza per me e Hoo dove ricevere clienti o l'ampio salone dove spesso operavamo davanti ai clienti coi nostri giochi, baci, toccate, ecc. Sugar fece costruire anche un sistema di telecamere interne per sua sicurezza. Così stavamo spesso in casa, dove ricevevamo clienti. Sugar ci teneva d'occhio e faceva la sua vita, usciva con la gang dei pappa, andava a giocare a poker e stava in casa con noi dove regnava alla grande: ognuno ai suoi ordini, compiti divisi, quando non facevamo marchette ci occupavamo di Lei e della casa, io pulivo, rassettavo, cucinavo e Hoo si allenava o faceva compagnia a Sugar. Se Hoo faceva un guaio o lo facevo io le botte toccavano sempre a me, ma in fondo a me piaceva. Mi piaceva anche quando Lei tornava a casa la notte, ubriaca e arrabbiata per aver perso a carte. Ci svegliava entrambi, ma poi prendeva me per i capelli e mi portava in camera sua e lì si sfogava e mi prendeva a ceffoni e sputi. Per fortuna poi si calmava e lasciava che la coccolassi leccandole le tette con la lingua mischiata alle lacrime che mi colavano dagli occhi e poi mi prendeva con dolcezza la testa e mi baciava, mi possedeva con la sua lingua in bocca e poi mi sputava in gola e mi sbatteva il suo grosso uccello nero in bocca e io mi spompinavo la mia boss e la facevo venire prima che si addormentasse con la sua grossa mano nera e piena di anelli sul mio culo bianco depilato.
Certe volte usava Hoo per eccitarsi, lo baciava tutto, gli leccava i muscoli e gli diceva parole dolci, quella troia di Hoo rispondeva eccitando la nostra pappa mentre io ero in ginocchio davanti a loro a riempirmi il culo di gel in attesa. Perché appena Sugar si era eccitato giocando con Hoo a baciarlo e succhiarlo, mi faceva un gesto con la mano ed io andavo a carponi da lei, salivo sulle sue gambe possenti e mi infilavo il suo cazzone nero dentro il culo e poi come una vera cazzo di puttanella mi scopavo quel suo bastone duro e caldo andando su e giù sul suo cazzo fino a quando lei non prendeva in mano la situazione, mi ferrava i fianchi e iniziava a sbattermi lei al suo impeto, alla sua forza, alla sua passione, alla sua consapevolezza di stare a fottersi la sua troia mentre l'altra giocava al videogioco. Sugar mi teneva i fianchi e mi fissava mentre mi sbatteva il suo affare in culo ed io fissavo la sua faccia stupenda coperta di sudore e trucco e la sua pelata lucida che mi eccitava mentre lei mi cavalcava. Poi si sborrava forte nel culo ed io godevo con lui mentre Hoo neppure ci guardava.
La nostra rete di clienti diventò appunto fissa e piuttosto regolare, venivano transex e donne a vedere i nostri giochi erotici guidati da Sugar che per l'occasione indossava tuniche elaborate e damascate, alla fine i clienti si masturbavano oppure lasciavano che fossimo noi a fare il lavoro. La vita a tre era piuttosto piacevole e tranquilla e pensavo di aver fatto bene a rifiutare l'offerta di Rowa di mollare la vita di puttana e rifarmene un'altra.
Il problema iniziò quando Sugar prese a perdere qualche somma importante a poker. All'inizio tutto fu gestibile da parte sua, poi sia io che Hoo iniziammo a notare qualcosa che non quadrava: dal suo portaoggetti iniziarono a sparire alcuni anelli e si arrabbiava spesso quando pensava che i nostri guadagni erano scarsi, ci rispedì anche a battere per strada, ma Hoo fu bravo a farle capire che non doveva sprecare così la sua fonte di guadagno principale. Lui diceva che Sugar si era ficcata nei guai e che non si sarebbe fatto fregare i soldi, aveva rimediato dei documenti falsi da un cliente e aveva aperto un piccolo conto in banca dove depositava i soldi, mi convinse a fare lo stesso, tanto più che i miei documenti erano veri. Poi Sugar iniziò a far venire a casa dei tipi strani: un uomo, una donna e un transex con i quali giocava a carte e che sembravano essere poco raccomandabili. Le prime volte li chiudeva in camera sua e lasciava che guardassero le nostre porcate con donne o transex clienti, poi prese a farli venire a cena da noi e a concedere loro di usare me e Hoo come divertimento senza pagare. A noi non piacevano affatto: sia perché non ci guadagnavamo niente, sia perché erano un terzetto invadente, sempre ubriachi o mezzi drogati e pronti a menar le mani. Parlammo a Sugar e ci lamentammo della cosa, ma lei ci disse che aveva dei debiti con loro e che le sue puttane dovevano dargli una mano ad estinguerlo. Noi ci arrabbiammo, ma lei ci riempì di botte entrambi e se ne andò a giocare di nuovo.
“Ehi amico, qui va a finire male, te lo dico, io sto cercando il modo di trovare un nuovo Pappa e mollare Chubby, se vuoi un consiglio fallo anche tu...”
“No, Sugar è esperta e sa come cavarsela...e poi non posso lasciarla nel momento di difficoltà...sarebbe ingiusto...”
“Ingiusto? Ehi stupido ti ricordo che noi lavoriamo per lei, ci ha comprato per pochi spicci senza farsi problemi e ci ha messo a fare marchette...non le devi niente...”
“Beh, intanto ci ha insegnato a fare le puttane…
“Bello schifo, cioè io non voglio certo fare solo questo nella vita...voglio sposarmi e fare un lavoro normale o meglio ancora essere mantenuto da qualche bella transex...il tuo problema è che sei innamorato di Sugar...tu sei proprio innamorato di lei...ti piace il suo cazzo, ti piace quando ti prende a schiaffi...ma lei uno come te lo sostituisce anche domani!”
“...no, no…- piagnucolai dandogli una spinta - ...Sugar mi vuole bene, mi ama a modo suo, è una Pappa, ma io sono la sua preferita...”
Hoo rise e mi lasciò a piangere.
Una sera Sugar non rientrò, poteva capitare che passasse la notte fuori, ma ci avvertiva sempre se accadeva. Passò il pomeriggio e niente. Quando due clienti donne vennero a suonare al nostro appartamento dicendo che avevano fissato con Sugar capimmo che c'era qualcosa che non andava. Uscimmo per fare ricerche nei posti che Sugar frequentava, ma senza successo. Telefonammo a tutti gli ospedali della zona, ma nessuno aveva Sugar fra i pazienti. Hoo non pareva poi così preoccupato ma io sì. A sera non avemmo notizie. Chiamare la polizia era impensabile come ci spiegò una poliziotta alla quale Sugar pagava una mazzetta per chiudere un occhio sui nostri traffici. La polizia avrebbe solo diramato qualche foto segnaletica dopo 48 ore dalla scomparsa e poi se ne sarebbe fregata altamente, solo i cittadini di Classe B e A veniva veramente ricercati con indagini, cani, ecc., per quelli dalle classi C in giù nessuno avrebbe mosso un solo muscolo.
Dopo cena bussarono alla porta. Era uno del terzetto dei creditori di Sugar. Si presentò da solo, ma con una grossa pistola bene in vista. “Abbiamo noi il vostro Pappa, ci deve più di 25000 crediti e le abbiamo concesso 24 ore di tempo, questa è la combinazione della cassaforte, adesso mi prendo quanto c'è dentro, il resto lo voglio domani sera, altrimenti il vostro Pappa finirà con le gambe spezzate, entrambe...ah aha..” gli saltai addosso per colpirlo, ma quello prese la pistola e mi dette una botta in faccia, facendomi sanguinare, Hoo lo accompagnò alla cassaforte, quello prese soldi e anelli che trovò e tornò alla porta. “Qui mancano ancora 10000-12000 crediti, se questi anelli del cazzo valgano qualcosa come dice la vostra pappa...domani li voglio, intesi?” cercammo di spiegare che era una somma impossibile da raggiungere in quel poco tempo, ma lui se ne fregò.
“...ehi...allora...liberatela...e noi...noi batteremo per voi fino ad estinguere il debito...”
“Ah, sei una vera puttana senza cervello tu! No, ci vuole troppo tempo e sarebbe complicato...domani o la vostra Pappa se la vedrà con la mia mazza di ferro piombata.”
Quando fummo soli provai a parlare con Hoo sul modo con quale potevamo fare, magari sentendo gli altri pappa della gang, ma Hoo non voleva restare lì, si mise a fare le valige e scese in strada a telefonare. Quando tornò su mi abbracciò ci baciammo in bocca senza lingua e lui disse: “Me ne vado amico...GRSIsland...una Pappa mi paga il viaggio fino lassù e vivrò con lei nel suo bordello...”
“Ehi Hoo ma perché non è meglio provare a liberare
“Dove li troviamo 12000 crediti? E poi sai che mi fotte di Sugar? Mica sono come te che sei innamorato..ah..ah...io me ne vado...ciaooooo!” e uscì.
Rimasto da solo piansi a lungo, ma poi mi venne in mente il biglietto che mi aveva lasciato Rowa e lo presi, composi il numero e lasciai un messaggio il più dettagliato possibile su quando era successo e il pericolo.
Fui richiamato dopo 6 ore.
“Domani andrai al posto dove incontrerai i rapitori con una borsa piena di stracci, appena ti apriranno la porta entreremo in azione noi!”
Il mattino riempii una borsa con mutande e altro in modo che sembrasse gonfia, quindi mi recai all'apputamento. Avevo il cuore in gola, tremavo e temevo che la polizia avrebbe sparato a tutti, fregandosene di me e Sugar. Il posto era una sala giochi in un quartiere degradato della città, mi portarono le poliziotte e mi lasciarono a un isolato di distanza dalla sala giochi. Mi feci la strada a piedi tremando di paura. “Appena ti aprono tu butta la borsa a terra facendo finta che ti sia caduta, per darci qualche secondo per entrare in azione, capito?” mi spiegò una poliziotta. Suonai alla porta e dopo qualche minuto venne ad aprirmi una donna. “Fanculo avevo scommesso che non saresti venuto...che ti saresti dato alla macchia...ma meglio così, hai i soldi vero?”
“Sì...eccoli..” feci per mostrarle la borsa gonfia, ma poi la feci cadere a terra.
“Idiota!” fece la donna, ma mentre si chinava per raccoglierla due grossi fucili d'assalto si misero fra noi: POLIZIA TRANSEX BUTTATE LE ARMI E ARRENDETEVI
in un attimo furono dentro, gli altri due poltrivano sul letto, Sugar era legato a terra contro una parete. In poco tempo immobilizzarono i rapitori e liberarono Sugar.
“Cazzo la mia puttana!!! lo sapevo che dovevo fidarmi di te!!! brava!” e mi abbracciò e mi baciò in bocca. La polizia transex ci portò in centrale e la tipa col naso lungo ci accolse nel suo ufficio: “Incredibile che riveda di nuovo le vostre facce del cazzo...comincio a pensare che il Comandante abbia ragione quando dice che questa troietta bianca sia legata a lei...”
Sentendo parlare di Rowa mi eccitai ma la mia pappa mi strinse la mano con forza e mi fece sedere accanto a lei, ci fecero firmare una serie di fogli e ci comunicarono la data del processo per direttissima dei tre.
“Cosa accadrà?”
“Beh, i 3 si beccheranno diversi anni, la donna e l'uomo almeno 15, sequestro di persona, estorsione, ecc., la transex direi 10..”
“Quindi noi siamo a posto? Possiamo tornare a casa?”
“Certo Signor Pappa Mogel alias SugarChubby, devo dire che ci siete stati di aiuto...tre arresti, facili e un encomio...tutto grazie alla tua pollastrella..lei si è giocata il suo bonus...telefonando al numero del Comandante...non so quante avrebbero fatto lo stesso, il tuo amichetto Hoo Lyewors se ne andato a quanto ne so...”
Sugar mi abbracciò e mi baciò su un braccio.
“Per me le cose erano finite qui, ma il Comandante ha evidentemente un debole per questa tua troia...”
La guardai.
“Che intende?”
“Si è presa a cuore il suo caso...sai la classica storia del maschio nel Territorio Transex che non ha diritti, che finisce a battere...beh, ad ogni modo vuole qualcosa da te!”
“Cosa?”
“Che tu regolarizzi il tuo rapporto con questa puttana e che
“Ma cosa state dicendo? Io faccio quello che voglio con questa mia PUTTANELLA...”
“Non alzare la voce, stai parlando con una poliziotta di Classe B, posso sbatterti in galera solo perché mi va…
Sugar si scusò con lei.
“dunque, il Comandante vuole che tu la sposi e che lei smetta di fare la troia, tutto qua.”
“Tutto qua? Ehi, Signora...mi ha appena detto che la mia altra puttanella è scappata, mi rimane solo lei...come campo?”
“Affari tua. Ti troverai altro. Non ci importa, vogliamo solo una % da inserire in una casella, tu puoi continuare a fare il pappone, il Comandante invece vuole solo che Lei – e mi ficcò gli occhi in faccia seria e disgustata – e non so proprio perché..ha un debole per questa troia...abbia diritto alla pensione tua quando schiatterai...”
“Ma è una stronzata...”
io ero senza parole.
“Sì, Mrs Mogel è una stronzata, ma il Comandate decide. Certo tu puoi anche dire di no, ma sei una pappona di mondo e sai che inimicarti il Comandante non è l'idea migliore del secolo...allora?”
Sugar sbuffò, mi strinse la mano con forza facendomi piangere dal dolore, guardò a lungo la poliziotta poi fece:
“Fanculo, ok, sposerò la troia...”
mi baciò sul collo e mi liberò la mano. Piangevo di dolore e gioia e abbracciai la mia pappa e la coprii di baci, quindi ringraziai più volte e le baciai gli anelli.
“E' la peggior proposta di matrimonio che abbia mai sentito in vita mia...tu sei uno stronzo e Lei è innamorata cotta marcia di te...comunque...priva che alziate i culi da qui e andate a farvi fottere, ho la tua parola che lei non batterà più?”
Sugar mugugnò, ma mi abbracciò baciandomi sulla bocca. “Sì”
“Naturalmente faremo i nostri controlli...e…
“Ho capito al volo, Signora...ha la mia parola di pappona”
“Andate via, subito”

Fuori festeggiammo, Sugar si fece raccontare tutte le ore precedenti passate davanti a del gin lemon freddi, “Sei stata mitica ragazza!! Riavremo anche i soldi che mi hanno preso ieri...brava la mia puttana!” ci baciammo con foga, io le salii sopra la tunica e le ficcai una mano nelle palle per sentire quel suo cosa fra le mie dita.
“Quindi questo uccellone sarà mio in esclusiva, come mogliettina intendo?”
lei mi tirò un ceffone.
“Non farti strane idee puttanella. Io sono SugarChubby e mi scopo chi voglio, tu rimani la mia troia anche da sposati...che stronazata...”
“Scherzavo Sugar...lo so...tu sei la Boss, la mia Pappa, SugarFottutoChubby CazzoneEnorme….scherzavo baby, ma sono contento che ci sposiamo...”
“Ok, ok...vieni qua..”
e mi baciò a lungo.
Fuori chiamò gli amici per raccontare le grosse novità.
Quando fummo soli nell'appartamento le massaggiai i piedi e le feci la doccia. Nuda, enorme accanto a me, con le sue cosce nere e tatuate, il grasso della pancia le tette grosse e mature, la pelata lucida, mi baciò a lungo, quindi mi disse che mi amava. Mi fece inginocchiare e pensai che fosse venuto il momento di un bel pompino, ma lei mi tirò due schiaffi:
“Pensavi che mi fosse sfuggito un dettaglio importante, brutta troietta bianca bugiarda?”
Rabbrividii. Volarono due schiaffi pesanti.
“...ma io..
“Non mi hai detto del biglietto della tua Comandante Rowa...hai taciuto...”
Schiaffo.
Piangevo.
“Allora come la mettiamo, dovrei sposare una bugiarda?”
“...no...ti prego...fammi
“Cosa?”
“...ec...pensaci baby….Hoo appena ti hanno preso è scappato, io potevo fare lo stesso, ma sono rimasto per te...per te… - e le baciai gli anelli e le mani - ...solo per te...perchè ti amo…..potevo usare quel numero solo una volta...potevo usarlo per me...ma ...sono rimasto...qui….io….per te…. - piangevo a dirotto baciando gli anelli della sue mani in ginocchio -….potevo usare quel numero per me e invece….invece...io….”
“Oh baby, è vero tu sei rimasta...la mia puttanella...sei rimasta per aiutare la tua Pappa...hai ragione….” e si chinò su di me, mi tolse le lacrime dagli occhi e mi baciò a lungo sulla bocca, poi si alzò di nuovo. Mi gettai alle sue gambe e le abbracciai baciandole mentre il suo cazzo nero sbatteva sulla mia testa. Rimanemmo così nel bagno con lei che mi diceva parole dolci ed io che piangevo di felicità. Poi prese la mia faccia fra le mani e aprì la mia bocca, ci sbattè il suo cazzone un paio di volte.
“Lo vuoi vero? Vuoi il cazzo del tuo futuro sposo, vero?”
Sì dissi a malapena e lei sbattè quell'affare ancora moscio in bocca e le mie labbra si misero a lavoro succhiando, baciando, la mia lingua leccò, le toccavo le palle e il suo affare venne bello duro nella mia gola.
“La mia cagna ingoia il nettare del suo prossimo maritino...”
“...che bello...” dissi mentre lo sperma matrimoniale mi colava lungo il collo.






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