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PRIGIONIERO NEL BORDELLO Capitolo 6


di Strapps
03.09.2021    |    3.540    |    0 6.0
"Ci penso anche mentre faccio un rimming profondo a una poliziotta di classe D..."
Capitolo 6
Mi rinfresco un attimo assieme ad altri camerieri nelle mie stesse condizioni. Nessuno parla, siamo tutti presi da timori e speranze. Io mi fisso sull'idea che la Boss di Classe A mi toglierà dalla mia condizione, mi porterà via da Mammie. Non so perché, mi rendo conto che è una fantasia che non ha nessuna base seria, ma mi aggrappo ad essa. Torno a servire al tavolo, la Boss non mi degna neppure di uno sguardo, mentre io, servendo la mia padrona di riferimento al tavolo, la cerco sempre, lancio occhiate nella sua direzione.
Dopo altro champagne e balli sui tavoli, i commensali si alzano ed io guardo il culone della Boss che esce dalla stanza. La bionda arrogante ci ordina di sparecchiare e pulire tutto. Ci mettiamo ad eseguire, lei passa fra di noi, molla scapaccioni e grida ordini con forza.
Quando abbiamo finito lei ci ordina di tornare in cucina per ricevere altri ordini. La festa ha raggiunto il suo apice e alcuni invitati stanno già andando via. Servo altri cocktail, giro in cerca della Boss, ma vengo fermato da una trans altissima sui tacchi, bianca, bionda, un volto dai contorni marcati, trucco abbondante, si scola il drink che ho sul vassoio e poi mi ordina di farle un pompino. È visibilmente ubriaca e barcolla. Mi inginocchio e le fermo le gambe con le mani. Lei mi scalcia via: “Ehi! Ti ho detto di farmi un pompino troia!”
“Sì Signora, ma
Mi arriva un ceffone fortissimo in faccia da una poliziotta che sta passando di lì:
“Non esiste MA per te, troietta...obbedisci e basta!”
“Sì, signora! Dico mentre la faccia mi va in fiamme.
Mi getto sul sesso della transex altissima, il cazzo non è grosso, lo prendo in bocca e inizio a spompinarlo. Lei però non si tiene bene in piedi e non è facile, torno a bloccarle le gambe mentre ho ancora il suo cazzo in bocca.
Il pompino non procede bene perché lei si libera presto e mi sbatte a terra.
“Fai schifo!” mi dice.
Mi ordina di portarle ancora da bere, corro a prendere un bicchiere e quando torno lei è davanti al bagno in coda.
“Oh, finlamente troia dai qua!” e si beve il drink, quindi mi ordina di inginocchiarmi, penso che voglia che provi di nuovo a succhiarla, ma lei mi ordina di aprire la bocca
“Non ho tempo di aspettare, mi scappa...apri bene!”
E mi piscia in bocca.
Passa ancora una buona oretta e la festa giunge alla fine. La Boss di classe A finalmente ricompare: sopra un grosso trono portato a spalle da schiavi muscolosi, sono almeno uno sei per ogni lato, Lei splendida e regale sta sopra il trono, saluta con la mano aperta gli ospiti rimasti e noi camerieri schierati in due file dalla Signora sempre incazzata, la Boss indossa un lungo vestito blue elettrico che le mette in rilievo le forme possenti e sensuali, l'ammiro mentre sfila, il petto gigantesco nel décolleté, le gambe nere e lisce, il volto radioso, truccatissima, le labbra color del vestito. Quando passa di fronte a me la fisso speranzoso e mi pare che lei mi noti, sogno che saluti me. Poi sfila via.
La donna ci sbraita di rimettere tutto a posto e le luci si accendono. Passano almeno due ore prima che lo stuolo di noi camerieri abbia terminato di pulire tutto quanto. Siamo tutti sfiniti, stanchi morti. Poi la donna ci fa mettere in fila, ci vengono tolti i collarini e i vestiti e riconsegnati quelli che avevamo. Fra i vestiti troviamo un cioccolatino celebrativo della Festa con legato assieme 20 crediti. Fuori delle auto ci attendono e veniamo riportati ai nostri bordelli.
Il giorno dopo penso ancora alla Boss e alla festa.
Ci penso anche mentre spompino una trans mulatta dalla scarsa igiene intima.
Ci penso mentre una donna mi scopa con uno strap-on dopo avermi legato al letto.
Ci penso mentre pranzo.
Ci penso anche mentre faccio un rimming profondo a una poliziotta di classe D.
La Boss è nei miei pensieri anche quando arriva la notte.
I giorni passano e non ho notizie dalla Boss. Ho fantasticato a lungo che Lei mi faccia portare nella sua cosa per servirla e liberarmi da Mammie, ma mi accorgo che è solo un sogno.
Poi un giorno, incredibile, la poliziotta che era venuta per visitarmi prima della festa si fa viva e mi comunica che domani passerà a prendermi.
Mammie mi esenta da ogni lavoro di culo per la giornata, per preservarmi dice.
Il mattino arriva presto e la poliziotta mi attende in ufficio.
Mi ammanetta e mi porta di sotto. Sono solo in auto a parte lei. Sgomma via. Raggiungiamo il centro della città e si ferma presso un alto edificio a vetri molto elegante e imponente fra negozi e altri edifici simili. Mi ordina di scendere, da una porta a vetri esce un uomo che mi afferra e mi porta dentro. L'atrio è pieno di marmo e luminoso. L'uomo mi consegna a sua volta a una poliziotta che mi spinge in un ascensore, saliamo fino al 37 piano e le porte si aprono in un appartamento lussuoso. Vengo condotto in un salone, tre uomini bianchi sono disposti in fila di fronte a un trono vuoto. Sono a 4 zampe, la testa a terra con la fronte sul pavimento. Sono nudi a parte delle mutandine rosa completamente aperte dietro. Nel culo ci sono dei plug che terminano in un brillante rosa. Vengono date anche a me le mutandine da indossare. Poi vengo inculato dal plug dalla poliziotta che mi fa mettere nella stessa posizione degli altri. Il pavimento è riscaldato. Il silenzio è fortissimo. Solo respiri lenti degli altri uomini. Il mio. Passano almeno 40 minuti prima che la Boss entri nella sala. Ne sento subito l'odore anche se non la vedo. Profumo di transex dominante, di Regina, di Potere. Poi udiamo il ticchettio dei tacchi. La sua forza. Si siede sul trono e schiocca le dita. Possiamo alzare la testa per ammirarla. È imponente e bellissima: nuda a parte dei lunghi stivali rossi, ha il corpo magnifico, lucido e profumato. Il seno enorme ci affascina. Il volto è raggiante, le labbra carnose color rosso, gli zigomi alti, gli occhi truccatissimi. Il cazzo gigantesco oscilla fra le gambe.Fa ancora un gesto per farci avvicinare. Corriamo da lei. Ci indica gli stivali. “Tu e tu!” dice e i due si mettono a baciarli. Fa un altro gesto e noi due ci mettiamo a baciarle l'interno delle cosce. Mi dedico alla sua gamba con devozione: forse quel sogno di libertà dalla prigionia di Mammie e i suoi compari si stanno rivelando realtà. Sono elettrizzato, bacio quella pelle nera, profumata, delicata e al tempo stesso possente, dominante. Bacio con tutte le mie labbra, voglio che la Boss senta la mia devozione verso di lei. Anche l'altro slave bacia e i due sotto fanno altrettanto con le scarpe. Intanto la Boss ha acceso un grosso televisore alle nostre spalle e passa da un canale all'altro mentre noi slaves l'adoriamo con baci.
La Boss non parla, pare annoiata quasi, ma non oso alzare lo sguardo da quelle gambe che ho la fortuna di baciare. Sono belle pesanti, la carne è tanta, affondo le mie labbra con dolcezza e attenzione. Ad un tratto parla:
“Voi due alzatevi e mettetevi davanti a me, baciatevi fra di voi. Mentre voi due avete il permesso di succhiarmelo. Avanti al lavoro!”
Subito io e il compagno ci mettiamo a leccare il suo pene gigante che dondolava fra le gambe. È veramente grosso e ce lo dividiamo fra scappellate e ciucciate e labbra che si allungano sull'asta. Alle nostre spalle i due slave si baciano in piedi. Quando il cazzo della Boss è nelle mani del mio compagno getto loro degli sguardi: due corpi bianchissimi, depilati che si uniscono, bocche che si baciano avide, ondeggiano i culi che mostrano il brillante rosa col quale termina il loro plug anale. Poi succhio, bacio, lecco il cazzone della transex. Quando si stanca del gioco si alza e ci mette dei collari, ognuno termina in una catena, lei le unisce in una mano e ci ordina di metterci carponi, quindi ci trascina di stanza in stanza per mostrarci la casa. Noi camminiamo dietro il suo culo imponente, grosso e nero, coperto di tatuaggi, prevalentemente disegni di anelli e corone, sbattiamo gli uni con gli altri, dandoci fastidio, ma nessuno dice niente, troppo concentrati a seguire la nostra nuova Padrona per la casa, lei a volte dice qualcosa, ma la confusione di corpi nudi che sbattono tirati da una donna grossa e importante, coprono l'eco delle sue parole. Il giro termina nella cucina. Ci fa schierare attorno a lei che si siede su uno sgabello. Con uno schiocco di dita ordina a uno di noi di baciarle i piedi, noi 3 rimaniamo in attesa delle sue parole:
“Per qualche giorno sarete ospiti qui. Sarete i miei schiavi personali, oltre alle poliziotte all'ingresso ci saremo solo noi. Ora se pensate anche solo di scappare vi ricordo che ci sono telecamere ovunque e non riuscirete mai a scendere da qui senza che nessuno vi noti. Ovvio che chi fosse così stupido da provarci verrebbe preso, riempito di botte e rispedito a marcire nel posto dove si trovava ma fottuto perché nessuno si avvicinerà a lui per mesi. Quindi, il vostro compito è quello di servirmi in tutto per il tempo che riterrò necessario. Iniziamo. Tu prepara qualcosa da mangiare – dice a me – tu apparecchia, tu continua a baciarmi i piedi e tu vai a preparare la vasca per il bagno.”
Mi misi a pensare cosa fare: la cucina era fornitissima, ma le mie esperienze come cuoco si limitavano agli ultimi mesi del riformatorio quando ero stato mandato nelle cucine. Improvvisai una pasta con pomodori, capperi e pancetta. La Boss stava consultando il cellulare mentre uno slave le leccava i piedi e gli altri erano a fare qualcosa. Servii il piatto alla Padrona nervoso. C'era una candela accesa, dei piatti eleganti e una rosa sull'ampio tavolo della cucina, lo slave che aveva apparecchiato si era preso persino una carezza sul volto con i complimenti. Verso il vino nel calice con le mani tremanti. “Stai attento! Stupido!” mi dice, quindi mi strappa il bicchiere dalle mani, mi rifila una sberla e beve tutto il contenuto. Prende la forchetta, tremo di paura. Porta il boccone alla bocca carnosa e rossa e ingoia il tutto. Mastica piano, chiude gli occhi, butta giù.
“Mmmm...non è affatto male, bravo, mi piace, semplice ma buona...” mi accarezza il volto e poi mi molla uno schiaffo fortissimo: “Cosa fai? Vai a pulire e lasciami mangiare in pace!” “Sì, Signora!”
andai a ripulire tutto contento: la mia paste le piaceva, mi aveva sì mollato due schiaffi, ma anche una carezza e stare in quel posto era meglio che la stanzetta da baldracca da Mammie. Mentre mangiava e beveva la Boss si lasciava baciare i piedi da due schiavi e aveva ordinato al terzo di ballare davanti a lei a ritmo di hip-hop. Lo slave era impacciata, non sapeva come muoversi e si limitava a mostrare il culo e il plug infilato dentro. La Boss rideva e mangiava allegra. Ordina allo slave di ballare meglio di darsi da fare, ma quello non combina niente di buono. “Fai schifo come ballerino! Tu! - urla a me – vieni qua!” la raggiungo e mi inchino davanti a lei.
“Balla pure tu...ballate assieme...avanti..così...muovete quei culi bianchi!” noi due ci davamo da fare alla meglio ma era difficile farlo, con il plug nel culo, il collare e la catena che ci ballava addosso.
“Oh, che merdata...fate schifo, troie! Ma sono sicura che alla fine imparerete!”
Ordina a uno di quelli che le baciano i piedi di andare a prendere un frustino. Quando lo ha in mano ci colpisce senza eccessiva forza sulle gambe sul culo. Noi continuiamo a ballare come ha ordinato. Anche il terzo slave si unisce al ballo e siamo in tre, nudi, il plug nei rispettivi culi, che ondeggiamo come scemi di fronte a lei. Intanto lei mangia o beve o ci colpisce col frustino.
Quando termina mi ordina di ripulire e servirle ancora vino. “Bravo cuoco, però...” dice e mi accarezza ancora la faccia, la sua mano piena di anelli e profumatissima, nera con le unghie rosse mi accarezza e ciò mi manda in estasi. Quando mi lascia vado a pulire i piatti mentre lei si alza, afferra le catene dei tre e li trascina carponi in camera. “Vieni anche tu quando hai finito” mi dice ed io mi sbrigo a pulire e andare nella camera.
Quando entro vedo che due slave si stanno baciando davanti ad uno specchio, dal sedere pendono due lunghi strap-on rosa. Il terzo sta massaggiando i piedi della Boss.
Lei è adagiata sul letto, il suo corpo enorme nero è come illuminato da una luce perlacea, si gode lo spettacolo degli slaves che si baciano per lei con dei plug infilati nel culo, le sue grosse tette sono gonfie e belle. Quando mi vede mi fa cenno di andare da lei. Corro. Mi inginocchio. “Prendi la crema e spalmala sulle gambe!” ben felice faccio quanto ordinato. I piedi sono curati dal terzo slave, io mi occupo del sopra, passo della crema bianca profumatissima su quelle gambe possenti, nere, coperte di tatuaggi, sode e soffici allo stesso tempo. È un lavoro che mi piace moltissimo, vorrei non smettere di passare le mie mani su quella pelle lucente e profumata. Lei pare gradire i nostri servigi. Ordina ai due schiavi di stendersi a terra e fare un 69. i due si mettono di fronte allo specchio, per terra, prendono i rispettivi cazzi in bocca e iniziano a succhiarli divertendo la padrona. Noi continuiamo a massaggiare, talvolta le mie mani sfiorano le palle della Boss. Lei non dice niente. Vorrei toccare quel cazzone nero, ma non oso.
I giochi vanno avanti per ore. Fra massaggi, sputi, frustate, noi slaves costretti a baciarci fra noi, a segarci di fronte a lei, lei che ride e rimane allegra. Qualche schiaffo, molti sputi, ma alla fine, a turno, ci concede di succhiarle il cazzo. Siamo in ginocchio fra le sue gambe, stretti gli uni agli altri, ci abbracciamo dove possibile, abbiamo la faccia rivolta verso il sesso enorme della Boss, la bocca aperta, lei ci mette il cazzo in bocca a turno, intanto ci schiaffeggia mentre si gode le nostre lingue sulla sua mazza.
Più volte succhio quel cazzone enorme, lo lecco, bacio la cappella, me lo ritrovo conficcato in gola fino alle lacrime quando la Boss mi afferra per la testa e mi spinge sotto con quel pezzo di carne sparato dentro la mia bocca. Ma tutti noi slaves succhiamo, baciamo, ci prendiamo schiaffi e sputi, ma quando lei viene è una pioggia di sperma caldo che divide sulla faccia di ognuno di noi. Sembra che ne abbia in abbondanza per tutti. Erutta sborra densa, schizzi forti sui nostri nasi, bocche, occhi, capelli. Viene copiosa e ruggendo come una Regina. Scarica il suo orgasmo potente su di noi.
Poi ci ordina di pulirci leccandoci a vicenda e fare la doccia. Ci lecchiamo i grumi di sborra dalle guance bianche e arrossate per lo sforzo, dai nasi, dalle labbra, lei è di fronte a noi e sorride, ha la forza della Boss e l'arroganza di sa solo comandare. Mentre la sbircio spero che Lei sia il mio lasciapassare per andarmene dal bordello di Mammie.



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